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Autore: _be wild_    15/06/2013    6 recensioni
Una ragazza apparentemente innocua. La stessa ragazza da proteggere. 10 agenti speciali che sanno tutto di lei o almeno credono. Harry. Louis, Liam, Niall, Perrie, Jade, Leigh-Anne, Jesy, Ashley e lui... Zayn.
Riusciranno a salvare la ragazza o capiranno che è lei il pericolo?.
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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 Aprii gli occhi di scatto, sentendo una gocciolina di sudore scivolare lentamente sulla mia fronte. Non era possibile continuare così, non era possibile che da qualche mese a questa parte continuassi a fare sempre lo stesso sogno. Che poi era davvero un sogno?. I miei genitori erano davvero morti, ma quegli occhi... quegli occhi li avevo visti sul serio o me li ero immaginata?. Ricordavo poco e niente di quella notte, solo urla, solo dolore, solo paura e si.. quegli occhi. Mi ero risvegliata dentro un appartamento lercio in cui abitavo ancora. Era a pochi metri dalla scuola e di certo non potevo tornare nella mia vecchia casa. Era andata perduta. Perduta come tutto ciò che ero io e la mia vita prima di quella notte. Mi sentivo così sola. Mi aveva promesso che mi sarebbe sempre stata vicina ed invece se n'era andata e subito dopo le mie sorelle, mio fratello e i miei genitori , come lei. Mi domandavo spesso perchè continuavo a voler tirare avanti con quella vita così triste e inutile, così solitaria, così … abbandonata. Perchè ero abbandonata perfino dal Signore. Nemmeno Dio ormai si preoccupava di me, forse pensava che fossi un caso perso . Forse pensava che non valeva la pena salvarmi o solo concedermi la morte come un dono, no.. lui aveva altri progetti o era solo troppo occupato a salvare altre persone nel mondo. Ed io non me la prendevo, ormai ero abbandonata al mio destino. Mi alzai dal letto che cigolò pesantemente sotto di me. Mi piegai sulle ginocchia accorgendomi della stecca per terra. Quella brandina iniziava a dare segni di cedimento. Sbuffai spostandomi i capelli neri dalla faccia e asciugandomi il collo dal sudore. Decisi di farmi una doccia veloce, per rimuovere i segni devastanti del mio incubo. A passo lento mi avviai nel “bagno”, fornito solamente di un water per soddisfare i miei bisogni fisiologici, un lavandino arruginito ,con il regolatore dell'acqua calda rotto e una piccola vasca che io usavo chiamare “doccia”. Non ero una tipa che si lamentava, mi bastavano poche cose per essere felice. Poche, ma buone e di certo quelle che avevo non erano male. Sempre meglio che dormire in una strada. Lasciai scendere l'acqua che a contatto con il pavimento freddo della vasca provocò uno scrosciare piuttosto fastidioso. Regolai il calore e poi mi levai di dosso la felpa che usavo per dormire, buttandola sul pavimento. Misi un piede nella vasca e ci impiegai un paio di secondi per abituarmi al dolce tepore che lo avvolse. Scivolai con la schiena lungo il bordo della vasca lasciandomi andare a quella strana sensazione di relax che provavo solo quando ero immersa nell'acqua calda. Chiusi gli occhi gustandomi il momento .

 

  • Forza fifona salta su!.- mi urlò Bech dall'altra parte della strada . Era alla guida di una moto enorme . Era nera con i bordi grigi . I capelli rossi le svolazzavano intorno al viso, dandole un'aria da persona matura, nonostante i suoi appena compiuti sedici anni. Scossi la testa . Non avevo intenzione di uccidermi lasciandomi scorrazzare da quel coso, per lo più senza casco.

  • Andiamo Alex!. Vieni qui...- continuò sistemando la giacca di pelle nera sulle sue spalle. Mi sedetti a gambe incrociate sul marciapiede sfidandola con lo sguardo.

  • Ok, vorrà dire che mi farò Michael al tuo posto.- mi minacciò sorridendo sorniona. Scattai iniziando a correre verso di lei. Le feci una smorfia in risposta e lei ridacchiò.

  • Dai .- mi incitò indicando il posto dietro di lei.

  • Ricordami di ringraziarti quando saremo in paradiso.- le dissi sprezzante allacciando le mani su i suoi fianchi. Il rombo del motore risuonò per tutto il vicoletto.

  • No Alex... all'inferno pagherò per tutto.- rispose prima di sorridere e sfrecciare con la moto per le vie di Bradford.

 

Annaspai alla ricerca d'aria, uscendo definitivamente dalla vasca. Dovevo ricordarmi di non addormentarmi mai mentre facevo il bagno, rischiavo che gli incubi mi annegassero lentamente. Notai che l'orologio segnava le 7. 35. Dovevo sbrigarmi se volevo trovare i miei 10 minuti di pace prima dell'inizio delle lezioni. Allacciai il mio asciugamano in un piccolo nodo sopra il seno e iniziai a pettinare i miei lunghi capelli neri con la spazzola. Li asciugai velocemente e poi corsi in camera. Presi dal cassetto l'intimo grigio, un paio di jeans scuri e la mia felpa preferita nera con la scritta “ I can Fly”. Indossai l'unico paio di All star che mi erano rimaste e acchiappai lo zaino da sotto il letto. Non mi guardai nemmeno allo specchio, tanto sapevo già cos'avrei visto. Una ragazzina fin troppo magra, il viso molto pallido e gli occhi grigi contornati da due profonde occhiaie . Presi le chiavi da sotto lo zerbino buttandole poi, in chissà quale parte della mia borsa. Appena aprii la porta un brivido mi risalì su per la schiena . Il freddo a Bradford arrivava prima del normale . In fondo eravamo agli inizi di Dicembre e già c'era da congelarsi. Mi strinsi di più dentro la mia felpa, chiudendo il portoncino di casa e guardandomi intorno sospetta. Era da un paio di settimane che notavo movimenti sinistri nel vicinato e per questo ero molto più cauta nei miei movimenti. Camminani velocemente verso la metro.

In meno di un quarto d'ora mi trovavo di fronte all'edificio che tutti i normali ragazzi inglesi chiamavano”scuola”, ma che io preferivo chiamare “ prigione”.

 

  • Alex smettila di lamentarti.. in fondo la scuola non è così male.- disse Bech varcando il cancello di ciò che lei in quel momento stava definendo “non male”. La guardai tra un misto di divertimento e lo schifato. Alzò gli occhi al cielo, prima di prendermi per la manica della felpa e tirarmi fuori dalla vista dei miei compagni. Tirò fuori dalla borsa due pacchettini, da cui tirò fuori un filtro . Sgranai gli occhi e lei mi sorrise maliziosa.

  • In fondo... è l'unico posto in cui i tuoi genitori non ti controllano ed è l'unico posto in cui, se sei brava, puoi fare ciò che vuoi quando vuoi.- disse prima di portarsi alla bocca la sigaretta e accenderla con l'accendino rosso fuoco. La fiamma le illuminò la bocca e il fumo iniziò a inondare i miei sensi, rendendoli più acuti di quanto dovessero essere normalmente.

 

Il cancello nero si ergeva sopra la mia testa segnando l'entrata verso la cosa che odiavo di più al mondo. Notai il mio albero libero, come ogni mattina del resto. Nessuno si avvicinava a me da quando lei se n'era andata. Lanciai lo zaino contro la corteccia per poi appoggiare la mia schiena su di essa. Frugai nella tasca della mia felpa trovando quell'involucro bianco che tanto adoravo. Il cielo era nero come il mio umore, quella mattina. Tirai fuori dalla tasca anche l'accendino rosso fuoco. Lo ammirai per un minuto. Rosso come i suoi capelli. Era forse l'unica cosa che mi era rimasta di lei, a parte i ricordi. Tirai su con il naso e sollevai gli occhi al cielo per impedire che le lacrime sgorgassero dai miei occhi. Portai alla bocca la sigaretta e la accesi rimettendo in fretta l'accendino dentro la felpa, per paura di perderlo. Chiusi gli occhi inspirando a fondo. Rilasciai, facendo uscire il fumo dal naso e dalla bocca e lasciando che i miei occhi si perdessero nelle nuvole di fumo, che portavano con loro mille figure nascoste.

 

  • E' facile.- ripetè per la centesima volta Bech facendo scontrare i miei occhi grigi con i suoi cioccolato fondente. Il sorriso divertito e sfacciato sempre ad incorniciarle il viso giovane e pulito. Si portò alla bocca la sigaretta inspirando lentamente, per poi buttarmi in faccia il fumo e scoppiare a ridere.

  • Fa schifo..- borbottai spostando la nuvola di fumo dalla mia faccia. Scosse la testa per poi riportare lo sguardo al cielo.

  • No.Quando inspiri il fumo ti senti piena di una sensazione di potenza, quasi amata dal calore e dal sapore amaro. E poi quando lo butti fuori, lasci andare tutto. Emozioni, pianti repressi, risate, …. tutto.- disse perdendosi per un attimo nei suoi pensieri. Amavo questi momenti di Bech, sembrava così profonda, un'anima incompresa in un mondo che non era per lei. Non era mai stato per lei. Scosse la testa tornando a guardarmi. Mi porse la sua sigaretta sorridendo incoraggiante.

  • Fammi vedere le palle, Smith.- mi provocò con una smorfia sul viso. Sapeva che odiavo quando mi si chiamava per cognome. Sbuffai e con mano tremolante accettai la sigaretta. Mi ricordai del suo tocco leggero sulla punta della sigaretta per far ricadere la cenere. Lo feci stupendomi di quanto potesse risultarmi facile compiere quei movimenti. La portai alla bocca diventando quasi strabbica per seguirla con lo sguardo. Sentii la risata cristallina di Bech dietro di me. Inspirai a fondo sentendo la gola andare a fuoco, tossi in risposta per poi far uscire il fumo tutto in una volta. La risata si fece più forte.

  • Ci vuole pratica, sfigatella!.- mi prese in giro affiancandomi. Mi offesi per quel soprannome, ma quando la sua mano prese la mia per poi stringerla mi constrinsi a guardarla negli occhi.

  • Ma ti insegnerò io.- disse dolcemente . Sorrisi sghemba per poi buttare la cicca dietro di noi. La lasciammo lì a spegnersi con il venticello fresco che ci scompigliava i capelli.

 

Il suono della campanella mi distolse dal mio osservare la cicca che bruciava e finiva di spegnersi al suolo. Presi lo zaino sentendo il chiacchiericcio insopportabile degli altri studenti. Ma che avevano da dirsi a quell'ora della mattina?. Portai lo sguardo oltre le mie spalle sentendomi osservata. Dietro di me un ragazzo biondo con gli occhi azzurri abbassava velocemente lo sguardo e al suo fianco una ragazzina dai capelli cortissimi e del colore del miele lo guardava con un filo di rimprovero sul viso. Mi rigirai riniziando a camminare velocemente. Arrivai al mio armadietto . Non guardai nemmeno i fiori secchi che erano appoggiati ai piedi dell'armadietto al mio fianco, ormai erano mesi che nessuno li cambiava. Lo chiusi sbattendolo leggermente. Era l'unico modo per chiuderlo .

 

  • Non è possibile...- sibilai sconsolata provando per la centesima volta a chiudere il mio armadietto. Sarei dovuta andare in segreteria a farmelo cambiare la mattina stessa. Una mano mi si parò davanti spingendo con forza lo sportello e chiudendolo di botto. Mi spaventai leggermente. La mano era bianca come il latte e le unghie ben curate erano tinte di nero. Una ragazzina un po' più bassa di me e dalla chioma rosso fuoco mi affiancò aprendo il suo armadietto, di fianco al mio.

  • G-grazie..- balbettai prendendo la borsa ai miei piedi. Si voltò sorridente verso di me. C'era qualcosa nel suo sorriso che mi metteva in soggezione.

  • Di niente, in fondo non è colpa tua se questa scuola cade a pezzi.- rispose tirando fuori dall'armadietto delle gomme da masticare.

  • Ne vuoi una?.- mi chiese porgendomi il pacchetto.

  • N-non si possono masticare in classe.- dissi imbarazzata dalla sua richiesta. Rise alla mia risposta. Ne tirò fuori una mettendosela in bocca.

  • Tu la vuoi?.- mi domandò ancora puntando i suoi grandi occhioni nei miei. Annuii . Sorrise soddisfatta mettendomene in mano una. L'odore di menta forte si poteva sentire già dalla carta che l'avvolgeva.

  • E allora fottitene.- continuò sbattendo il suo armadietto e facendomi serrare gli occhi dallo spavento. Quando li riaprii era già alla fine del corridoio. Si girò ammiccante verso di me.

  • AH E COMUNQUE ALEX.. IO SONO REBECCAH.- urlò facendo girare tutto il corridoio verso di me. La sua risata soffocata raggiunse le mie orecchie, prima che mi rendessi conto di aver rovesciato per terra i miei quaderni. Sulla copertina in grande regnava : ALEX VALERIE' SMITH.

 

Non era cambiato nulla. Il mio banco in fondo all'aula e di fianco alla finestra era vuoto. A passi svelti buttai la borsa sul tavolo e mi sedetti sulla sedia schricchiolante. Tolsi dalla mia bocca la cingomma per poi attaccarla sotto il banco.

Mi persi nell'osservare il cielo fuori dalla finestra. Era particolarmente scuro quella mattina, era di certo colpa mia... sbuffai pesantemente quando le solite cheerleader fecero la loro entrata ad effetto. I capelli biondo platino rigorosamente lisci, il trucco pesante che rendeva i loro tratti tutti uguali e le divise striminzite a stringere i loro punti più femminili.

  • Troie!- esclamò indifferente Bech guardandosi le unghie.

  • Non volevo dire quello...- cercai di correggermi io continuando a guardare Samantha . Bionda con due tette che sembravano volerle scoppiare nella divisa da un momento all'altro. In quello stesso momento la vidi strusciarsi su un mio compagno e fare l'occhiolino ad un altro di fronte a me. Una mano che sbatteva sulla parte del mio banco mi fece sobbalzare. Girai lo sguardo incontrando un mare in tempesta dentro gli occhi color cioccolata di Bech.

  • Certa gente non merita la tua bontà... neanche nei pensieri.- ringhiò prima di rigirarsi facendo svolazzare i suoi capelli rossi nella mia faccia.

 

- Buongiorno ragazzi.- salutò la professoressa Berthtrand da dietro i suoi occhialoni grigio topo che personalmente, odiavo. Mi sedetti nella mia sedia fulminando con lo sguardo un compagno che si era dilungato a fissarmi per troppo tempo. Odiavo essere fissata.

La spiegazione iniziò e come al solito con essa, anche le mie fantasie. Non ascoltai nulla della lezione. Pensavo. Pensavo a come sarebbe stato vivere nel cielo, poter volare in alto e vedere tutto dall'alto.

 

  • Una merda. - commentò la rossa seduta al mio fianco sorseggiando la sua birra . La guardai inarcando le sopracciglia e mangiando un'altro po' di patatine nel cestino.

  • Oh andiamo... solo chi si crede superiore agli altri vorrebbe guardare dall'alto tutto il resto.- disse leccandosi il labbro superiore.

  • Ma si potrebbero capire tante cose che dal basso non si colgono.- la ripresi io. Scosse la testa poggiando la bottiglia di vetro sul tavolo.

  • Accontentati di stare in mezzo Alex. Dal mezzo capisci molto meglio tutto, fidati. Se ti serve guardare in alto basta che sollevi lo sguardo e se vuoi guardare in basso beh... puoi sempre venire con me, l'inferno è sempre aperto.- rispose maligna scostandosi il ciuffo dal viso.

 

 

  • Bene signorini. Primo giorno di scuola per voi e già siete in ritardo. - la voce della Berthtrand mi richiamò all'appello. Tutta la classe fissava la classe. Le ragazze con la bava all bocca e i ragazzi altrettanto. Mi girai notando due nuovi compagni. Una ragazza (stranamente) bionda con due grandi occhioni azzurri si guardava intorno con aria circospetta, mentre il ragazzo che la affiancava dagli occhi azzurri e uno strano taglio di capelli castano vagava con lo sguardo come alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Mi trovò in mezzo a tutti gli studenti. I suoi occhi si incastrarono nei miei, per poi essere distolti malamente dalla mano della bionda che lo tirava verso un banco vuoto, proprio affianco al mio.

  • Ci scusi professoressa, siamo nuovi e non sapevamo dove fosse la classe.- si scusò la ragazza accomodandosi al suo posto. Distolsi lo sguardo. Avevo sentito abbastanza. Tornando allamia finestra notai qualcosa di nuovo fuori. Perlustrai il mio campo visivo fino a notare uno strano ragazzo poggiato sull'albero. Fumava. I suoi capelli neri erano tirati in alto da un ciuffo biondo. La corpuratura muscolosa e perfetta era stretta intorno ad un giubotto di pelle nero. La cosa che mi colpì di più fu il modo in cui lasciò ricadere la cenere dalla sigaretta. Era lo stesso modo che usava lei. Sentendosi ossevato sollevò lo sguardo verso di me. Non riuscivo a vedere il colore dei suoi occhi, ma un tuono mi fece sobbalzare e abbassare lo sguardo. Ero stata io a provocare quel tuono o questa volta non c'entravo nulla?. Perchè per la seconda volta nella mia vita abbassavo lo sguardo vedendo qualcuno?. Solo lei riusciva a farmelo abbassare. Solo lei.

 

 

 

 

 

Alex:

 

 

Bech:

EHIIIIIIIIII:
Eccomi qua ragazzi e ragazze. Sono tornata :). Questa storia a me personalmente piace un casino... non so nemmeno com mi è venuta l'ispirazione.. ah si.. guardando una foto di Zayn e vedendo mio fratello fumare... insomma sta nascendo una cagatina . Sper che comunque non sia da diarrea quindi se non siete piegate sul water , recensite. Ci tengo molto eh??!!!. 
Vabboh me ne vado.. volevo chiedere c'è qualcuna di voi brava con i banner ?. Ne vorrei fare uno per Sparks Fly, ma sono impedita... se qualcuna di voi riesce a farli me lo fa sapere ?. Grazie in anticipo... baci ah e a tra due giorni avrete il nuovo capitolo di sparks fly non preoccupatevi. 
Roby <3

  
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