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Autore: lulubellula    16/06/2013    6 recensioni
Callie/ Arizona
Gocce di quotidianità, disastri, piccole manie, contrattempi e momenti tragicomici da vivere insieme ad una delle coppie più amate della serie tv.
Buona lettura!
"Dall'ultimo capitolo (Una mongolfiera ripiena di gelato):
“Grazie, Arizona”.
“Di cosa?”.
“Di amare così tanto la tua mongolfiera ripiena di gelato che ti renderà madre”.
“Sempre”.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Una mongolfiera ripiena di gelato

 

Ci sono certi giorni che sono belli da togliere il fiato, densi, ricchi, speciali.
Giorni che iniziano come tanti altri, giorni normali, qualunque, come ce li aspettiamo.
Eppure sono quelli che ricorderemo tutta la vita, che ci lasceranno il sorriso sulle labbra, quando non avremo nient’altro che ricordi per cui sopravvivere.

Iniziano tutti uguali, lenzuola, cuscini e federe stropicciati, il profumo del caffè che ti entra nelle narici, lo sguardo della persona che ami nei tuoi occhi ancora stanchi, un bacio ancora fresco sulle tue guance rosee, alzarsi dal letto trascinando i piedi fino in soggiorno.
Frammenti di vita che si ripetono e ripetono, ancora e ancora, finché qualcosa li spezza, finché qualcosa ti spezza.

“Non è questo quello che intendevo, Calliope”.

“Poppante, mi hai chiamata poppante, Arizona. Non ho intenzione di sentire altro”.

Pioggia, acqua che scroscia sui vetri delle finestre, due volti, i loro, l’uno offeso, l’altro perplesso.

“Se solo tu mi lasciassi spiegare, Callie. Non intendevo, non era mia intenzione …” iniziò Arizona, senza trovare le parole giuste da dire, quelle giuste per ritrattare, quelle giuste per parlare.

“Mi avevi chiamata poppante!”.

“Sei proprio sicura di voler litigare per una frase che ho pronunciato più di due anni fa?” le domandò esasperata la sua fidanzata.

“No, s-sì, sì, sono sicura!” ripeté Calliope, aggiustandosi la coperta sul ventre, sdraiata sul divano, con una vaschetta di gelato al limone e liquirizia e il telecomando impazzito a causa del tamburellare delle sue dita nervose a fare zapping, saltando da un canale all’altro.

“Non dovresti agitarti così tanto, Callie. La Dottoressa Fields ha detto e ripetuto un’infinità di volte di stare calma, che troppo stress può far male al bambino. Non vorrai che ti venga la pressione alta, amore”.

“La pressione alta? Tu mi fai venire la pressione alta e anche ribollire il sangue quando mi parli così, quando mi tratti con accondiscendenza, quando …”.

Calliope cominciò a piangere e Arizona le porse prontamente un fazzoletto di carta.

“Grazie” mugugnò la donna.

“Di nulla, Callie. Sei solo stanca, solo stressata, solo …”.

“Incinta” disse lei, riprendendo a piangere.

“Appunto” aggiunse Arizona, sedendosi sul divano con lei.

“Sono una mongolfiera, una mongolfiera ripiena di gelato” ammise, affondando il cucchiaio nella vaschetta.

“Questo non è vero, sei solo incinta e non sei una mongolfiera, assolutamente. E qui – disse mettendole una mano sulla pancia – qui c’è il nostro bellissimo bambino, che non ti farà dormire questa notte, se continui ad ingerire zuccheri”.

“Una mongolfiera ripiena di zuccheri” ripetè Calliope prima di riprendere a piangere.

“No, no. Stai tranquilla, sei bellissima, è solo che tutto quel gelato, in una volta sola, non è proprio indicato, sarebbe meglio qualcosa di più leggero, una granita magari, possibilmente piccola e con poco sciroppo”.

“Una mongolfiera a dieta”.

“Callie”.

La donna non la ascoltò e continuò a piangere.

“Callie!”.

“S-sì. Cosa c’è?”.

“Non dovresti continuare a piangere”.

“Perché fa male al piccolo?”.

“Perché mi si spezza il cuore a vederti così, i tuoi occhi grandi e scuri pieni di lacrime, le tue labbra che non sorridono, tu che non mi guardi e fissi il pavimento. C’è forse qualcosa che non va?”.

“Mia madre”.

“Tua madre?”.

“Mia madre mi ignora, totalmente. Le ho detto che sono incinta, che aspetto un bambino, che diventerà nonna e lei niente. Niente felicitazioni, gridolini di gioia, niente domande su come io stia, solo un “Che cosa ti aspetti che ti dica, Calliope?”.

Arizona scosse la testa e si avvicinò a sua moglie.

“Mi dispiace, non ne sapevo nulla, quando le hai parlato?”.

Callie si asciugò le lacrime.

“Un mese fa, più o meno. Da allora non ho più sue notizie, papà mi chiama spesso per sapere come sto, per avere notizie sul bambino, lei no, lei è sparita nel nulla”.

“Callie”.

“S-sto bene, s-sto bene. Come si dice? Non aspettarsi mai nulla dagli altri è il segreto per essere felici, no? Bè, è ufficiale, io non ne sono capace, io mi aspetto che le persone possano cambiare idea qualche volta, che possano farlo per le persone che amano, per i proprio figli”.

“Non è giusto!” disse Arizona a voce alta.

“Che cosa?”.

“Non è giusto che tu soffra in questo modo per causa sua. E’ semplicemente devastante vederti star male, vedere che tu pianga a causa di una persona che dovrebbe amarti per ciò che sei, per ciò che rappresenti per lei e non per le tue scelte, non perché hai avuto il coraggio di vivere fino in fondo quello che provi, quello che senti”.

“Arizona”.

“Sì?”.

“Promettimi che noi saremo diverse, promettimi che saremo due madri migliori, che supporteremo il nostro piccolo nelle sue scelte, nei suoi sbagli, senza giudicarlo, senza fargli del male, che lo lasceremo sperimentare e fallire, che saremo pronte a prenderlo al volo prima che cada e non gli rinfacceremo nulla. Niente di niente. Lo lasceremo volare via dal nostro nido, anche se ci sentiremo morire dentro, lo lascerai il primo giorno all’asilo, osservandolo tirarti un lembo di stoffa del tuo vestito a pois, quello blu, che mi piace tanto. Lo osserveremo staccarsi da noi pian piano, con l’emozione nel cuore e le gambe tremanti, ma il nostro piccolo dovrà sapere che la porta di casa nostra rimarrà sempre aperta, qualunque cosa faccia, ovunque vada, chiunque sposi”.

“Te lo prometto, Callie. Sono d’accordo su tutto”.

“Davvero?”.

“Assolutamente”.

“Grazie, Arizona”.

“Di cosa?”.

“Di amare così tanto la tua mongolfiera ripiena di gelato che ti renderà madre”.

“Sempre”.
 
 
NdA:
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