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Autore: _RockEver_    17/06/2013    3 recensioni
-Sai, ieri ti ho vista con un bambino al parco. Ti ha chiamata mamma. Tu sei..cioè lui è davvero tuo figlio?-
disse Bill cercando di guardare negli occhi Lucy,che repentinamente abbassò lo sguardo.
-Si, Thomas è mio figlio-.
C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Erano limpidi,quasi quelli di una bambina,ma erano impenetrabili,non lasciavano trasparire alcuna emozione se non assoluta diffidenza.
Lucy si avvicinò al tavolino di un bar e lasciò cadere lo zaino per terra.
-Però se non ti dispiace preferirei non parlartene-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci avviciniamo sempre più alla fine *scende una lacrimuccia* :( È stata una bell'avventura  "Iris", sinceramente non pensavo di riuscire a farcela :-) e invece eccomi qua! Ringrazio tutti di cuore, davvero :') 
Buona lettura! Küssen :*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Una volta in ospedale Bill fu ricoverato d'urgenza, mentre a Lucy vennero fatte delle semplici analisi e vennero medicate le ferite.
L'infermiera davanti a lei era concentrata nel bendarle le mani, ma Lucy era da tutt'altra parte con il pensiero. Desiderava solo correre nella camera di Bill e stargli accanto finché non si fosse ripreso.
  -Ecco, abbiamo finito, cara. Penso che tu sia stata molto coraggiosa a fare quello che hai fatto. E il tuo ragazzo anche. Vedrai, andrà tutto bene- la rassicurò la donna mettendo in ordine gli strumenti usati.
La ragazza si limitò ad annuire e accennò un lieve sorriso. Dopodiché uscì nel corridoio e si recò nel reparto dove Bill era stato ricoverato.
Odiava profondamente gli ospedali. L'unico evento lieto per cui vi era stata fu per la nascita di Thomas.
Nel corridoio trovò Tom, Simone e Gordon, il patrigno dei gemelli.
Non appena Simone la vide si alzò di scatto dalla sedia e corse ad abbracciarla. Lucy rimase sorpresa da quella reazione, ma ricambiò affettuosamente l'abbraccio. 
La donna poco dopo le mise le mani sulle spalle e le sorrise.
Aveva profonde occhiaie e gli occhi stanchi, si vedeva che doveva aver pianto molto.
  - Sono contenta che tu stia bene, tesoro - le disse guardando le fasciature.
  - Mi dispiace. Simone, mi dispiace. È tutta colpa mia. Se qualcosa dovesse andare storto io... -
  - Non dire stronzate! Non è assolutamente colpa tua! È colpa solo di quel bastardo che ti ha rovinato la vita! - intervenne Tom, non curante della presenza dei suoi genitori. 
  - Tom ha ragione, Lucy. Adesso Nathan è stato arrestato. Tra pochi giorni ci sarà il processo - asserì Gordon.
La ragazza parve calmarsi un po', ma nulla riusciva a toglierle i sensi di colpa. Così in pochi secondi si abbandonò ad un pianto liberatorio tra le braccia della madre di Bill.
Qualche minuto dopo i medici uscirono dalla stanza del ragazzo e si avvicinarono ai parenti.
  - Salve, sono il dottor Köhler - si presentò l'uomo porgendo la mano ai presenti.
  - Come sta mio fratello? - chiese Tom sbrigativamente.
  - Il ragazzo è stabile e fuori pericolo. Fortunatamente non sono stati molto danneggiati gli organi vitali. Con un intervento d'urgenza abbiamo risolto parecchie complicazioni che si sarebbero venute a creare. Si riprenderà del tutto in circa un mese - rispose il dottore con un sorriso rassicurante.  Tutti tirarono un respiro di sollievo.
 - Grazie, dottore - disse Simone.
 - Quando potremo vederlo? - chiese Lucy.
 - Ora è sotto sedativi, e lo sarà per un bel po'... Però potete comunque stargli accanto. Penso che fra un'ora circa possiate entrare - 
  Circa un'ora dopo la famigli Kaulitz- Trümper e Lucy entrarono nella stanza di Bill. 
Il ragazzo era addormentato nel suo letto, con un misuratore di pressione al dito indice e attaccato ad una flebo. Quando Lucy lo vide, e vide che stava bene, il suo cuore perse un battito per la felicità. Si avvicinò al letto e gli accarezzò dolcemente una guancia. Prese una sedia e vi si sedette accanto, prendendo ad accarezzare la mano del ragazzo.
Le faceva un certo effetto vederlo così. Proprio lui che di solito era ben truccato e sempre perfetto, ora era senza trucco, la faccia smunta e i capelli arruffati. I piercing gli erano stato tolti e riposti sul comodino in una bustina trasparente. 
Gordon e Simone si intenerirono nel vederli così. Erano contenti che Bill avesse trovato una ragazza come lei. Tom si sedette dell'altro lato del letto, ad aspettare.
 
Non seppero dire quante ore fossero passate, ma ormai era quasi mezzogiorno. 
All'improvviso un uomo entrò trafelato nella stanza e si guardò velocemente intorno. Tutti si voltarono e lo fissarono.
  - Lucy! - urlò l'uomo vedendola.
  - Papà! - disse lei alzandosi e correndogli incontro.
  Warren abbracciò forte la figlia e la squadrò da testa a piedi per accertarsi che stesse bene. Le sollevò le mani e osservò le fasciature.
  - Mi ha chiamato l'ospedale, ho preso il primo aereo per Amburgo! Oddio tesoro scusami se non sono stata con te! -
  - Papà non è stata colpa tua - disse la ragazza, raccontando al padre come stavano le cose.
  - Bill ti ha salvato la vita?- chiese l'uomo stupefatto.
  - Sì, papà -
  - Oh cielo, quando si riprenderà lo ringrazierò come se deve, grazie a lui tu sei viva! -. Solo allora Warren si accorse della famiglia di Bill, e si vergognò della sua maleducazione.
  - Oh, perdonatemi, come sono maleducato. Io sono Warren Smith, il padre di Lucy - si presentò con i Kaulitz - Mi dispiace molto di dovervi conoscere in una situazione simile. Scusatemi ancora - si mortificò Warren.
  - Si figuri, è normale che fosse preoccupato per Lucy - lo scusò Simone.
  Gordon, Simone e Warren uscirono per un po' fuori dalla stanza per presentarsi e per prendere una boccata d'aria, dato che Bill era in ottime mani con Tom e Lucy.
  - Lucy, dovresti mangiare qualcosa. È quasi un giorno che non mangi nulla - osservò Tom.
  - Sto bene, non preoccuparti -
  - Ma devi mangiare!  Vado a comprarti un panino al bar qui sotto - disse lui alzandosi.
  - No, Tom, per favore, resta qui. Lui ha bisogno di te - rispose con una vena di malinconia la ragazza. 
Tom allora si mise a sedere accanto a lei e le accarezzò la spalla.
  - Guarda che sarei tornato presto. Bill non mi perdonerebbe mai se ti lasciassi morire di fame - le disse sorridendo.
  Lucy sorrise e si lasciò andare a una risata di gusto, la prima da quasi 24 ore. 
  - Sono contenta che tu sia suo fratello, si vede che siete molto legati -
  - È vero. E io sono contento che ami proprio te. Vedi, Bill non ha mai perso così il cervello per qualcuno. Cioè, non che prima ne avesse uno, ma ora quei pochi neuroni che aveva sono andati perduti - disse spiritoso, e la ragazza rise ancora.
  - Mi chiedo come possa esistere un ragazzo come lui. Ha sopportato il modo scorbutico e distaccato con cui lo trattavo quando l'ho conosciuto e non si è arreso. Ha saputo aspettare in tutto che io fossi pronta, ha accettato Thomas e lo ha sempre trattato quasi come fosse suo figlio - si accarezzò col pollice il ciondolo al collo - E infine si è quasi fatto ammazzare per me. Mi sento in imbarazzo: lui ha fatto praticamente tutto per me, e io... -
  - Tu hai fatto tantissimo. Lo hai reso felice. Anche il semplice fatto di vederti senza che tu gli parlassi lo rendeva felice -
  La ragazza sorrise e tornò a fissare Bill. Tornò ad accarezzare quella mano morbida e perfetta. Tom allora si alzò e scese al bar a comprarle qualcosa da mangiare.
Quando furono soli, Lucy si inginocchiò ai piedi del letto, avendo il viso di Bill a pochi centimetri dal suo. Appoggiò il mento sulle braccia e lo osservò.
  - Come sei bello, Bill. Grazie, grazie per tutto quello che hai fatto per me. Grazie per avermi amata, per aver amato mio figlio, grazie di avermi salvata. Io ti amo, ti amo con tutto il mio cuore. Ti prometto che da ora in poi farò qualsiasi cosa per renderti felice - disse, poi si sollevò e posò un leggero bacio sulla tempia del ragazzo, accarezzandogli la guancia. 
 In quel momento entrò nella stanza Tom, seguito da Elizabeth, Georg e Gustav.
Tom le porse la scatola con il panino e una bottiglietta d'acqua. Lucy, contro ogni aspettativa, divorò il panino in pochi minuti, scoprendosi più affamata di quanto pensasse.
Verso l'imbrunire i ragazzi andarono a fare un giro nel cortile dell'ospedale e Warren, dopo aver cercato invano di convincere Lucy a seguirlo, andò a casa. Thomas non poteva stare tutto il giorno dalla vicina di casa.
Simone e Gordon si sistemarono seduti in un angolo e dopo un po' si addormentarono. Anche la ragazza appoggiò le braccia sul letto e, senza volerlo, raggiunse Morfeo.
 Solo Tom rimase sveglio. Poggiò la testa sul polso e fissò un punto davanti a sé. Lentamente le palpebre si fecero sempre più pesanti, tanto che continuava ad aprirle con fatica. Le spalancò solo quando sembrò notare uno strano movimento. Rimase immobile a fissare la mano del fratello, e ancora notò che si era mossa. Si alzò di scatto e gli andò vicino. 
 
I suoi ricordi cominciarono a riemergere, come bolle d'aria in una brocca d'acqua. Si sentiva la testa girare, e aprì gli occhi lentamente. 
La prima cosa che vide fu il viso del fratello a un millimetro dal suo. L'espressione del rasta in una frazione di secondo diventò da agitata e stupita ad euforica ed eccitata.
  - Bill!- esclamò il ragazzo gettando le braccia attorno al fratello - Finalmente sei tornato tra noi! -
  - Anche io sono contento di vederti, fratellino - rispose Bill sorridendo stancamente.
  - Mi hai fatto quasi avere un infarto, deficiente! - aggiunse dandogli un   pugno sul braccio.
  - Ahia! Ma sei scemo! -
  - Mi sei mancato, Bill!- rispose abbracciandolo di nuovo come un bambino. Bill gli sorrise e, oltre la spalla del rasta, si guardò intorno. Vide i suoi genitori addormentati all'angolo della stanza e sentì delle voci fuori dal corridoio, appartenenti a Georg, Gustav ed Elizabeth. Questi entrarono e, insieme a Simone e Gordon, gli andarono vicino abbracciandolo e riempiendolo di attenzioni.
  Poi percepì un calore familiare attorno alla sua mano sinistra, si voltò e vide Lucy addormentata che gli stringeva la mano.
Le sorrise teneramente, e con l'altra mano le accarezzò i morbidi capelli. Lei aprì gli occhi assonnata e sollevò un po' la testa. Non appena vide Bill rimase qualche secondo a fissarlo, pensando che fosse solo un sogno. Dopo qualche secondo si rese conto che non lo era. Si alzò e quasi gli si buttò addosso. Gli prese il viso tra le mani e vi stampò un bacio che durò qualche secondo. 
  - Ehi - le sussurrò Bill poggiando la fronte sulla sua.
  - Ehi - rispose la ragazza sorridendogli.
  - Sai, prima ti ho sentita... -
  - Davvero? Hai sentito ciò che ho detto? -
  - Ogni parola -
  Lucy diventò rossa per l'imbarazzo e fece un sorriso che Bill trovò assolutamente adorabile, tanto che pensò di baciarla di nuovo,  stavolta per più tempo.
Tom pensò che fosse opportuno lasciarli soli, così condusse tutti fuori per un po'. 
  - Ti amo tanto anche io, comunque - le sussurrò in un orecchio, stringendola a sé.
  - Bill, perché sei tornato? Eri arrabbiatissimo. Cosa ti ha spinto a tornare indietro? -
  Bill continuò ad accarezzare i capelli, e con calma le rispose: - Non lo so. Forse il fatto che non riuscivo a stare senza di te. Forse perché senza di te sarei impazzito. E perché alla fine ho preferito credere alla donna che amo. E mi dispiace di non averlo fatto prima... Sono stato un idiota. Potrai mai perdonarmi? - 
Lucy sollevò la testa e, come se si trattasse di un'ovvietà, disse: - Shh.. Io ti perdono. Da questo momento potremo finalmente essere felici - aggiunse prendendogli il viso tra le mani.
  - La felicità è la cosa che vorrei darvi di più... -
  - E anche io a te. Quindi voglio azzardarmi  a dire che ti amo, e voglio passare il resto della mia vita con te, Bill Kaulitz -
  Lui le diede un lieve bacio sul naso e le sussurrò: - Per sempre, per quanto lungo possa essere -
  
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