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Autore: Mixim    17/06/2013    1 recensioni
Mixim è la classica adolescente. Ha incontrato Charlie, il suo primo amore, ma le cose non vanno come dovrebbero e così Mix si trova coinvolta in un complesso intreccio amoroso.
Charlie, Maicol, Fred e David sono i ragazzi che ha attorno. Tutti diversi tra loro. Ogniuno con le sue caratteristiche e i suoi intenti.
Chi sarà il ragazzo giusto: Charlie l'ex di cui è ancora innamorata? Maicol lo stronzo affascinante? Fred il tenero e ingenuo? O David l'amico di sempre?
Mixim è una ragazza forte, ma che davanti all'amore si è trovata a strisciare e a farsi calpestare.
Sarà in grado di sollevarsi e andare avanti?
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Life

Capitolo 1

Mi ricordo ancora bene quanto stetti male la prima volta che mi lasciò. Sembrava che il mondo avesse deciso di voltarmi le spalle in un attimo, tutto mi crollava addosso.
Ricordo il pianto disperato, irriducibile come la morsa con cui costringevo il cuscino alla bocca per evitare che mia nonna al piano di sotto sentisse i miei urli disperati.
Stavamo insieme da sei mesi e già mi aveva messo le prime corna con Vicki, la ragazza a cui aveva sbavato dietro per anni e che aveva deciso di concedergli un bacio proprio mentre lui stava con me. Dopo sei mesi ci eravamo già detti “ti amo” da tempo, forse troppo presto, ma con sincerità. Lo avevamo già fatto, sicuramente troppo presto, ma con amore. Avevo già preso una “pillola del giorno dopo”, avevo già conosciuto i suoi e mi ero già affezionata moltissimo a suo fratello Alex di undici anni.
Pensavo che non sarebbe mai tornato con me e invece, dopo una settimana precisa, riapparse sotto casa mia dicendo di aver sbagliato.
Cosa poteva fare una cretina come me, che non sapeva prevedere il futuro e che aveva talmente sofferto la lontananza del suo amore da essere in grado di fare tutto pur di riaverlo?
Lo ripresi con me, senza “se” e senza “ma”, per me era come se non fosse successo niente, il mio amore era con me e tutto sarebbe andato bene.
Dopo quel giorno ci furono altri otto mesi di pura felicità, io e lui, tutto ciò di cui avevamo bisogno. Casa mia ormai era come se fosse sua e lo stesso valeva per casa sua dove ormai ero riconosciuta come membro ufficiale. Mi portavano con loro ovunque: alle cene con i loro amici, alle gite che facevano, in piscina, a fare compere.. ovunque.
Alex mi raccontava in continuazione i pettegolezzi della sua scuola e delle ragazzine che gli piacevano e io non potevo fare a meno di ascoltarlo con tenerezza e poi stringerlo in un abbraccio lunghissimo.
Sua madre ebbe delle difficoltà ad accettarmi, Charlie non aveva mai avuto una storia che fosse durata più di un mese e il fatto che fosse stato così tanto con me la ingelosiva, ma presto i rapporti si sanarono grazie ad una collaborazione o meglio una coalizione contro Victor, il migliore amico di Charlie, che non faceva altro che mandarlo in una via sbagliata, con amicizie sbagliate, un poco di buono che se la prendeva con me dicendomi che ero una puttana senza un motivo, dato che ci eravamo incontrati tre volte al massimo.
Arrivò anche il giorno del nostro anniversario.
Era il compleanno di sua cugina, nonché una delle mie migliori amiche.
Una serata movimentata dal fumo, alcool, cazzotti contro gli alberi, sesso e musica. Ma il momento della torta era d’obbligo e ricorreva una religiosa serietà.
Leah sorrideva con tenerezza mentre i suoi invitati la circondavano cantandole “tanti auguri a te!”
La torta illuminata dalle 15 candeline era a forma del basso del suo musicista preferito e non poteva fare a meno di fissarla con gli occhi lucidi.
Spense le candeline esprimendo un desiderio e con grazia divise il basso in fette accertandosi che la parte con la stella finisse tra le sue fauci.
Ci stavamo allontanando dal tavolo con i piattini di plastica colmi di torta tra le mani quando la nostra canzone risuonò nell’aria.
Mi girai verso il tavolo dove le casse sparavano la canzone mia e di Charlie, stupita guardai Leah sapendo che odiava quella canzone, ma lei con un sorriso mi indicò con gli occhi Charlie che rosso come un peperone veniva verso di me.
Mi prese per le mani e mi portò al centro della sala urlando: “Venite tutti qui devo fare un annuncio”
Una volta assicurato che tutti gli invitati fossero attorno a noi e attenti, iniziò a parlare.
“Oggi non è solo il compleanno di Leah” disse guardando gli altri uno ad uno negli occhi “oggi è anche una ricorrenza speciale” continuò “un anno fa, proprio qui, ho avuto il grande onore di fidanzarmi con una persona speciale che amo e con la quale ho passato l’anno più bello della mia vita” smise di guardare gli altri per fissare i suoi occhi sui miei con dolcezza e intensità. Non mollava i miei occhi e io, sconcertata, non potevo che continuare a fissarlo in attesa di capire dove volesse andare a parare.
Si inginocchiò ai miei piedi non riuscendo a trattenere una risata di imbarazzo. Le sue gambe tremavano con dolcezza e le sue guance diventarono rosse non ostante avesse una pelle olivastra che solitamente nascondeva il rossore.
Mi guardò sorridendo e mi porse una scatolina rossa e bianca. Aprendola rimasi impietrita nello scoprire un anello d’argento impreziosito da cinque pietrine luccicanti.
Lo guardai con gli occhi lucidi e la bocca spalancata come se stesse per dire un fiume di parole, ma non dissi niente, non ci riuscivo.
Come sempre capì i miei pensieri, ero un libro aperto per lui come lui lo era per me, e si rialzò, mi disse “ti amo” come se fosse un segreto tra me e lui e mi baciò delicatamente.
Fuggimmo dagli applausi degli invitati e andammo in un angolino del giardino dove mi diede una bustina rossa nella quale c’erano scritte poche parole, ma che bastarono a farmi piangere.
Mi abbracciò sorridendo e baciandomi la testa. Sprofondavo il viso nel suo petto caldo, inspirando il suo profumo mentre sentivo le sue labbra morbide appoggiarsi ai miei capelli e il suo respiro caldo calmava le mie lacrime. Tutto di lui mi calmava. Ma soprattutto il pensiero che non se ne sarebbe mai andato da me, come aveva promesso nel bigliettino.
Che illusa che ero..

  
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