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Autore: CUCCIOLA_83    02/01/2008    3 recensioni
Avete presente quelle persone che cercano d'intromettersi nella vita degli altri? Ecco questa storia parla proprio di questo, di come una storia d'amore possa dare fastidio ad alcune persone con la mente incanalata nelle loro più assurde idee.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Pensavate fosse finita? Ed invece no. Eccovi l'ultimo capitolo di questa storia. In pratica è una sorta di Epilogo per finire, spero degnamente, la storia. Mi auguro che vi piaccia come gli altri, o forse un pochino di più.

Buona lettura!

ps: in fondo al capitolo darò anche la soluzione dell'enigma "perchè si chiama proprio Ian il tirapiedi della Umbridge"?








Chiuso nella sua stanza al quartier generale, Remus, pensava e ripensava a quello che quella sera in ospedale, avrebbe voluto chiedere a Tonks ma che ora, alla luce del sole, gli sembrava pazzesco anche solo pensarlo.

Se ne stava seduto sulla poltrona, di fianco alla finestra, rigirando una scatolina blu tra le mani, quando bussarono alla porta. Preso alla sprovvista non fece in tempo a nascondere quel piccolo tesoro,

«Ciao Remus, disturbo?» chiese Bill.

«Entra pure» rispose Remus, sollevato dal vedere entrare il giovane Wasley.

«Tutto bene?mi sembri strano. È forse a causa di quella?» chiese indicando la scatola, che sene stava ancora tra le mani di Remus, il quale annuì.

«Se contiene quello che penso che contenga ti capisco bene ma, alla fine dovrai darglielo, non credi?» disse ancora Bill, sedendosi sul letto.

«Già, ci avevo pensato anche io. Ma mi piace molto tenerla in mano senza sapere cosa fare» disse Remus, sarcastico.

«Sai cosa voglio dire» insisté Bill.

«Sì, scusa. E’ che l’altra sera, in ospedale, stavo per chiederglielo ma si era appena addormentata» spiegò.

«E allora cos’aspetti, ad andare da lei per ritentare?» chiese stupito il ragazzo.

«Non lo so. Forse l’altra sera mi ero fatto trasportare dagli avvenimenti, ora a mente lucida non la trovo una grande idea» disse appoggiandosi allo schienale della poltrona.

«E per quale oscuro motivo?» chiese ancora più confuso.

«Siamo realistici. E’ successo tutto così in fretta. Non creso che sia il momento giusto» rispose.

«l’hai fatta penare per più di un anno quella povera ragazza, praticamente ora vivete insieme, credo che il matrimonio sia un passo quasi automatico» disse Bill.

«Hai detto bene, “quasi” automatico. Se lei non si sentisse pronta?» chiese con tono un poco troppo agitato.

«Mica vi dovete spostare domani» disse Bill cercando di calmarlo.

«Lo so questo, è solo che.. non lo so. Tu quando hai capito che era quello il momento giusto?» chiese Remus.

«l’ho capito appena mi sono reso conto che non ero in grado di vivere senza Fleur. Con lei mi sento vivo» rispose il giovane, «e da quello che ho notato, la stessa cosa succede a te» continuò.

Remus rimase in silenzio per qualche minuto.

«Se anche fosse vero, come posso fare? Non sono bravo in queste cose. Come hai detto tu, ci ho messo più di un anno per farmi avanti» disse.

«Hey mica posso fare tutto io. Quello è compito tuo» disse alzandosi ed uscendo dalla stanza, lasciandolo di nuovo solo con i suoi pensieri.

*****

Tonks passeggiava avanti ed in dietro per tutto il perimetro della sua stanza. Una forte agitazione le attanagliava lo stomaco da alcuni giorni, «cosa faccio!» disse buttandosi sul letto, evitando per un pelo di sbattere la testa sulla testiera.

Era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse che qualcuno era entrato in camera.

«Ti vedo agiata ragazzina» disse Kaelee, avvicinandosi a Tonks.

«Cosa vuoi? Vattene non sono in vena di sentire i tuoi vaneggiamenti su Remus e su di te» disse Tonks affondando la testa nel cuscino.

«Io so tutto, e se vuoi un consiglio, non fare il mio stesso errore. Remus è un uomo speciale» disse appoggiandosi ad uno dei sostegni del letto.

«Ma tu come fai a saperlo?» chiese Tonks mettendosi seduta.

«Ho visto una scatolina blu in camera sua, non chiedermi cosa ci facevo lì, non ci vuole un genio per capire cosa gli passa per la mente» rispose la donna.

«L’altra sera me lo stava per chiedere ma ho fatto finta di dormire, non so nemmeno perché» disse quasi incredula, si stava confidando con la sua rivale!

«Paura. E credo che sia più che normale, quello è un grande passo, e tu sei particolarmente giovane. Lascia che ti dica una cosa però, l’altra sera al ministero c’ero anche io, ho sentito quello che Remus ha detto. E se devo essere sincera mi ha fatto male sentire quelle parole rivolte ad un’altra donna. Ma a parte questo, ti ama davvero, come credo, non abbia mai amato nessuno, compresa me» disse uscendo, «buona fortuna, e auguri, ragazzina» continuò, prima di chiudere la porta.

*****

I giorni passarono senza che Remus si decidesse a fare la fatidica domanda a Tonks, tanto che la giovane, ormai non ci pensava più, o quasi.

Spesso quando erano soli, seguiva ogni suo movimento con particolare attenzione, ma non succedeva mai niente di rilevante.

«Amore, sarà una mia impressione, ma mi sento un poco osservato, ne sai niente?» chiese Remus, finendo di lavarsi i denti per poi osservare la sua immagine riflessa nello specchio

«Cosa? No, cioè sì, sai che mi piace guardarti, mi piace abbracciarti e mi piace baciarti» disse andando verso di lui, o per meglio dire, a cadere verso di lui causa tappeto nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma Remus fu pronto nel prenderla al volo.

«Certo, lo so questo. Ma mi sembravano occhiate più, come dire, insistenti del solito» disse Remus, stringendola a se.

«Beh si forse un pochino» disse Tonks sciogliendosi dall’abbraccio e trascinandolo in camera da letto.

«Dovresti guardarmi cosi più spesso» disse Remus, accarezzandole la schiena nuda mentre l’abbracciava.

«Se è questo che vuoi» disse ridendo contro il suo petto.

«Certo!» rispose Remus, ridendo a sua volta.

«Ma non eri tu che dicevi di essere troppo vecchio per me? Poco fa non lo sembravi affatto» disse Tonks alzandosi per guardarlo negli occhi.

«Magari la tua vicinanza mi sta facendo ringiovanire» disse attirandola di nuovo a sé.

*****

La luce del sole filtrava dalle tende rosa, Tonks dormiva tranquillamente tra le braccia di Remus il quale la guardava estasiato. Amava quella goffa testolina rosa, e non poteva immaginare la sua vita futura senza di lei. Fu questione di pochi istanti, si alzò, stando attento a non svegliarla, e si diresse verso il suo mantello. Poi torno rapidamente a letto.

Tonks si mosse nel sonno, una strana luce arcobaleno le danzava davanti agli occhi, quando tentò di aprirli.

«Ma cosa..» Biascicò a causa del sonno. Appena riuscì a mettere a fuoco si ritrovò un cerchietto d’oro con un piccolo, ma brillante diamante incastonato ad una delle estremità, il tutto sorretto da un filo che lo faceva oscillare davanti a lei.

Il respiro e il battito cardiaco le si fermarono per un tempo che sembrò infinito.

«Remus quello..» Balbettò, indicandolo, ma con un rapido gesto, Remus, riavvolse il filo e nascose l’anello nel palmo della mano, Tonks parve confusa.

«Non fare quel faccino. Prima di dartelo voglio che tu ci pensi bene. Sai cosa sono e cosa posso offrirti, potresti avere di meglio. Hai visto con i tuoi occhi cosa, molte gente, pensa di quelli come me. Non sarà facile» disse guardandola negli occhi. Tonks sorresse, senza esitazione quello sguardo indagatore.

«Dimentichi una cosa. L’amore, se c’è quello il resto passa in secondo piano» disse Tonks avvicinando il suo viso a quello di lui.

«A volte quello non basta» rispose Remus.

«Ma è un buon punto di partenza. Non possiamo sapere cosa ci riserverà il futuro, ma qualunque cosa succederà l’affronteremo insieme Non chiedo altro dalla vita che stare con te»disse a sua volta sorridendo, lui ricambiò il sorriso ed annullò le distanze tra loro con un lungo e delicato bacio. Quando si dovettero staccare per evidenti esigenze respiratorie, Tonks lo guardò maliziosa.

«Ora mi vuoi dare quello che, penso, mi appartenga?» chiese, lui rise poi le prese delicatamente la mano sinistra.

«Mi vuoi sposare?» le chiese, infilandole l’anello, lei per tutta risposta gli gettò le braccia al collo e lo attirò a sé cominciando a baciarlo.

«Sì, sì, sì!»mormoro contro le sue labbra.






Dai, dai ditemi se vi è piaciuto! Magari con un commentino ino ino. Dai alla fine ho voluto rendere un pochino più buona Kaelee, poveretta era solo pentita di aver perso per sempre un uomo fantastico come Remus, penso che in fondo tutti la possiamo capire.

Bene, ora passiamo al cattivissimo Ian. Ho deciso di chiamarlo così perchè il suo ruolo era quello di disturbatore della coppia, quindi, chi è nella storia della letteratura un'esempio di "rompiscatole"? Iago! ma visto che Iago era troppo ... antico, ho deciso di modernizzarlo come nel film " O come Otello".

Ok si forse è un poco azzardato come paragone, però al momento mi sembrava un'idea carina ^^'.

E così, anche questa ff si è conclusa. Ma non temente ne ho molte altre nel mio caricatore, (cucci uffa smettila di guardare telefilm!!).

A presto!! e ancora buon anno!!

   
 
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