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Autore: dalmata91    19/06/2013    0 recensioni
C'era una volta, la famiglia semplice Knorr, composta da 4 persone: il padre contadino, la madre casalinga e le 2 figlie studentesse.
La protagonista principale era la figlia maggiore di nome Noemi, appassionata d'equitazione e di grafica.
Fin da piccola, iniziò a disegnare elementi come natura. Alcune volte suo padre la portò in un agriturismo per farla divertire facendole cavalcare un pony.
Questa famiglia viveva in America, a Phoenix cosiddetta " la città dei vampiri", in una campagna bellissima dove c'èra molta aria pulita in cui lavorava il padre.
Dopo 14 anni, a causa della crisi, il padre aveva venduto la campagna e Dopo 14 anni, a causa della crisi, il padre aveva venduto la campagna e trovato lavoro come direttore in un maneggio prestigioso.
Quando Noemi compì 15 anni, il padre le regalò una cavalla bellissima di razza araba e le mise come nome Stella.
Grazie a questo regalo, Noemi cominciò a praticare una vera equitazione e divenne una campionessa di salto a ostacoli a livello nazionale ed internazionale.
Noemi, nella vita di tutti i giorni, coltivava amicizie vere e false, tradimenti, inganni e problemi d'amore.
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 28
Grazie di cuore!
 
Dopo la ripresa dello svenimento, vidi emozionata Tornando sforzandosi di alzar con le gambe e Stella lo leccó per pulizia. Com'erano teneri! Tutti noi: Alex, Christian ci fummo affiancati insieme appoggiando le mani sulle spalle e io presi in braccio Esmeralda a vedere la scena tra madre e puledro.
Dissi ad Alex sottovoce: "Ti ricordi quel momento speciale quando é nata Esmeralda?"
"Si, é stato un momento speciale." -ci baciammo velocemente ed Alex accarezzò la spalla di Esmeralda.
 
Da quando ebbi cominciato a praticare l'equitazione all'età di 14 anni fino ad ora, non mi ero mai pentita e sentivo bene quell'atmosfera piena di amore e pace tra i cavalli. Mi avevano dato tranquillità e premura nonostante lo stress che affrontavo ogni giorno fuori dal maneggio. Ormai il maneggio era un paradiso. Mio padre aveva svolto bene il suo duro lavoro da direttore e aveva gestito bene il maneggio. Con i down e con i sordi, la gestivo da sola ed era andata tutto bene. 2 sordi su 10 avevano iniziato carriera partecipando alle gare. Mi sentivo una madre che aveva raggiunto i suoi obiettivi per i suoi figli. E con la mia famiglia fui soddisfatta e felice.
Improvvisamente, mio padre mi diede particolari informazioni riguardo al maneggio: l'ingrandimento del maneggio per avere più box ospitati dai nuovi cavalli. Quando iniziarono i lavori, fummo un po' di difficoltà ma riuscii lo stesso ad insegnare, a strigliare ecc. Ero al 4* anno d'università. I lavori del maneggio durarono circa un anno, proprio due giorni prima della laurea da veterinaria. Era passato un anno intero tra i lavori e lo studio contemporaneamente.
Dopo essermi laureata e preso voto 90/100, fui sollevata completata e presi due giorni. Alla mia insaputa, Alex aveva organizzato la festa di laurea al maneggio per me. Un giorno, feci un riposino su un divano. Ad un tratto, Alex mi svegliò chiamandomi e mi bendó. Non vidi niente: era tutto nero. Presa dall'ansia, fui accompagnata e condotta da Alex da casa, per le scale e, infine, in macchina direttamente al maneggio. Alex mi aiutò a scendere dalla macchina, mi tolse la benda e voilà. L'elegante festa di laurea e d'inaugurazione. Sorpresa, misi a correre ad abbracciare mio padre e tutti gli allievi del maneggio. C'erano tutti: le down, Antoniette e il suo fidanzato, Samantha, la famiglia di Alex ecc. Finalmente incontrai la famiglia dall'Equador! Con gli occhi bagnati dalle lacrime d'emozione, non ebbi più parole. Dopo aver mangiato la torta tutti insieme, io scartai tanti regali! Dopo pochi minuti, arrivò tanta gente: erano gli amici di Alex conosciuti in discoteca quando era giovane. Alex, eccitato, cominciò a suonare gli strumenti da dj con Christian ed era tutto contento! Gli mancava davvero suonare per motivi di tempo. Vidi la fila di gente arrivare, rimasi sorpresa: venne Stefano accompagnata dalla polizia vestita normalmente in modo da non far spaventare ai bambini. Gli corsi incontro e ci guardammo negli occhi: era cambiato tanto e diventava quiete dopo la disintossicazione.
"Ciao, Stefano... Quanto tempo... Come stai?"
"Bene, purtroppo sono agli arresti domiciliari ma posso uscire con il permesso. Auguri per la laurea. - mi sorrise.
"Grazie!"
"Di niente. Scusa, vorrei vedere mio figlio. Posso?"
"Ah, si. Dammi 2 minuti."
"Ok." - incrociò le braccia al petto in attesa.
Incontrai Christian che fu a fianco ad Alex e gli dissi di venire un attimo con me.
L'accompagnai da Stefano.
"Christian ... É tuo padre."
Christian si rigirò verso di lui e disse: "Sei veramente mio padre?"
Stefano si abbassò piegando le gambe guardandolo negli occhi -"Si, sono io. Scusa se ti ho abbandonato..." - Christian non interessò delle sue parole, lo perdonò abbracciandolo.
Gli disse: "Non importa... Lo sai quanto tempo desideravo conoscere il mio vero padre."
Stefano ricambiò il suo abbraccio e camminó con lui verso la gente per mano. Io vidi tutto e fui sommersa dai ricordi del passato. Ancora vicina allo steccato, sentii un rombo del motore. Era un furgone del van. Pensai:"Che sta succedendo?! Uff!"
Dal furgone scese un tipo sulla ventina e mi corse incontro. Mi ebbe riconosciuto dal mio volto che mi chiamó Noemi Knorr.
"Ciao... Vorrei mostrarle una cosa...aspetta."
Lo guardai con fare interrogativa. Il giovane aprì la porta del van, trascinò fuori un cavallo nero che camminò un po' male e qualche pelo bianco.
"Red-Barone rosso?!" - spalancai gli occhi incredula.
"Esatto. É lui- mi avvicinarono- ormai ha 17 anni, é quasi in pensione. L'abbiamo trattato bene: ha partecipato molte gare..  Le gambe sono sempre forti ma all'improvviso gli é spuntata la laminite da un anno. Non si può guarire ed é quasi il segno della vecchiaia. Gli abbiamo messo al paddock, al box ma ha smesso di allenarsi."
Mi scesero le lacrime, abbracciai fortemente Red- Barone Rosso e gli dissi: "Quanto mi sei mancato.."-continuai ad accarezzare la fronte. Dissi a quel giovane:"Non ti preoccupare, lo metterò in pensione e sarà contento di stare con Stella e Tornando, il puledro. Comunque, lo so che non é colpa sua se ha laminite ma é importante che stia bene. Grazie mille!"
"Di niente." - il giovane quasi se ne andò- ehi, può restare qua. É aperta per tutti."
"Grazie." Mentre condussi a Red-Barone rosso, mi accorsi che il pubblico ci guardò quando fu arrivato il furgone. Tutti mi applaudirono di scatto e mi dissero contemporaneamente:"Discorso! Discorso! Discorso!"
"No, mi vergogno!"- coprii le mani in faccia. Alex mi spinse fino al tavolo e mi costrinse di stare in piedi sulla sedie in modo da vedermi in pubblico visto che fui non molto alta.
Prima di cominciare, chiesi ad Antoniette di tradurre per i sordi, fu subito disponibile e la ringraziai. Ero imbarazzata ma riprendevo a parlare.
"Gente di Phoenix, amici, parenti, i miei allievi specialmente i sordi e le down e tante altre! Come devo dirvi..? Sono tanto felice di aver finito l'università e presa la laurea. Ora, finalmente, il maneggio é diventato più bello e spazioso così possiamo ospitare i cavalli da domare o abbandonati o in pensione. Sono ormai passati 10 anni che pratico l'equitazione...non mi sono pentita e non voglio guardare indietro. Vado avanti felice e soddisfatta. Ho imparato tante cose sull'equitazione, sui cavalli e anche fuori dal maneggio. Io ho avuto sempre problemi dall'adolescenza fino ad ora ma ho imparato e vissuto con le esperienze del passato. Grazie a queste esperienze, ci può comprensivi e saggi. Sono contenta di aver trovato un vero amore e famiglia: Alex, Christian anche se non è del mio sangue ma gli voglio bene ed Esmeralda. Non é ancora finito perché ho dei figli da crescere e cavalli da allevare. In più specialmente ai sordi che li desideravo quando ero adolescente: ora comprendo e comunico senza difficoltà questa lingua dei segni. Per me i sordi sono persone speciali. Anche i miei cavalli che fanno parte della mia vita: Red-Barone Rosso, Stella e Tornado. Nient'altro. Devo ringraziare principalmente alla famiglia dall'Equador e Antoniette per aver scoperto e ricontattato il mondo dei sordi! Grazie di cuore!". Scesi dalla sedia mentre il pubblico mi applaudì.
Ad un tratto, mio padre intervenne. "Scusatemi! Sono il padre di Noemi! Sono contento che siete venuti numerosi ma vi voglio dare una bella notizia: ormai sono quasi in pensione ma continuo a lavorare ma il ruolo da direttore lo affido ad Alex. Il pubblico incitò più fortemente e applaudì.
Gridai:"Grande, Alex!" - lo abbracciai attorno al collo. Alex ebbe gli occhi lucidi dell'emozione.
Infine, facemmo foto tutti insieme. Eravamo tanti! Noi, tutti proprietari del maneggio e i miei figli ci mettemmo in fila in piedi e io presi in braccio Esmeralda. Dietro di noi, i cavalli ci appoggiarono sulle spalle da mostrare posa perfetta. Dietro di me, c'erano Red e Stella a destra e sinistra e spostai in avanti il puledro Tornado perché era piccolo e basso di statura. In piedi era la gente di Phoenix. Rimanemmo fermi in pochi secondi con i nostri sorrisi stampati in faccia. Uscì una foto bellissima e memorabile che stampai quella da mettere in cornice trasparente e moderna appesa in camera da letto.
 

 
  
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