«Rachel!»
La
ragazza che rispondeva al nome di Rachel si voltò,
sentendosi
chiamare. Era la sua amica Kori.
Rachel
si fermò e aspettò la ragazza dai capelli rossi,
che
correva a perdifiato.
«Buongiorno!
Tutto a posto?» le chiese la ragazza, una volta
raggiuntala, con un po’ di fiatone.
«Tutto
bene, tu?» rispose l’altra, ricominciando a
camminare.
«Alla
grande, oggi sarà una giornata grandiosa!»
«Proprio
non capisco come tu possa essere così entusiasta di
venire a scuola» commentò la ragazza dai capelli
scuri, guardando con occhi
sgranati la sua amica. Era davvero da malati, una cosa del genere.
«Come
potrei non essere contenta? Posso vedere te, i nostri amici
e…»
«Per
quello basterebbe telefonarci e darci appuntamento al centro
commerciale, Kori.»
«Ma
soprattutto,» continuò la ragazza, ignorando
completamente il
commento dell’amica, «Posso vedere lui!»
L’ultima parola venne sottolineata da un tono disgustosamente
dolce. Rachel rabbrividì
leggermente.
«Kori, te
l’ho già
spiegato. Richard Grayson non fa per te. Lascialo perdere.»
«Lo
dici solo perché sei invidiosa!»
«Come
no. Sto morendo dalla voglia di entrare nella squadra di
football per mostrare a tutti quanto sono virile»
commentò sarcastica la
ragazza dai capelli scuri, alzando gli occhi al cielo.
Kori
soffocò una risatina, che si spense in uno squittio non
appena l’oggetto del loro discorso si parava davanti a loro,
gridando un
allegro buongiorno.
«Richard!
Di grazia, cosa stai facendo?» quasi abbaiò
Rachel,
fulminandolo.
«Augurando
il buongiorno alla mia cuginetta preferita, ovviamente»
rispose il ragazzo, stritolandola in un abbraccio e arruffandole i
capelli.
«Quale
gioia» replicò la ragazza, con tono piatto.
«Ora mollami,
però.»
«Non
ci penso proprio.»
«Richard…»
«Okay,
okay. Certo che la mattina non ti fa certo bene all’umore,
vero?»
«La
mattina non mi fa nulla. Un certo maschio strapompato e
sprizzante testosterone da tutti i pori sì.»
«Tutto
questo mi ferisce, Rach!» esclamò il ragazzo, in
tono
melodrammatico, stringendosi il petto come se la cugina
l’avesse ferito a
morte.
«Smettila
di fare l’idiota!» ridacchiò la ragazza.
Sembrava
che i due si fossero dimenticati della presenza di Kori. La
ragazza approfittò del loro battibecco per salutare Rachel
con un cenno e
raggiungere il loro gruppo di amici a poca distanza.
«Ma
la tua amica è muta?» chiese Richard, guardandola
allontanarsi.
«Solo
quando ci sei tu» rispose onestamente Rachel, riacquistando
un minimo di serietà.
«Com’è
che su di te non faccio questo effetto?» chiese lui,
ammiccando.
«Anticorpi»
rispose semplicemente lei, con un sorriso mal
simulato, prima di raggiungere il loro gruppo, Richard alle calcagna.
Garfield
Logan si voltò di scatto quando sentì un rumore
di passi
raggiungerlo. Rimase leggermente deluso quando si accorse che era
soltanto Kori
Anders, ma il suo spirito si risollevò quando vide che poco
lontano da lei c’erano
Richard Grayson e sua cugina, la ragazza per cui aveva una leggera
cotta. D’accordo,
una pesante cotta. Rachel Roth. Quella ragazza era davvero…
Fantastica. Non aveva
altre parole per descriverla. Dal primo giorno in cui l’aveva
vista era caduto
praticamente ai suoi piedi. Certo, era sarcastica
all’inverosimile e non rideva
quasi mai alle sue battute, ma era davvero… Fantastica.
L’aveva già detto? Era fuori
dalle righe, ma, cosa più importante, era iscritta al club
di canto, proprio
come lui.
Si
risvegliò dalle sue fantasie soltanto quando Richard e
Rachel
li avevano raggiunti. E fu soltanto perché la ragazza gli
aveva agitato una
mano davanti al viso, commentando: «Buongiorno, Garfield. Ci
sei?»
«Ci
sono!» esclamò, alzandosi dal tavolino da pic-nic
attorno al
quale erano soliti ritrovarsi prima di entrare in classe.
«Buongiorno!»
La
vide nascondere un sorriso, mentre gli altri ridevano
apertamente. Stava per aggiungere qualcosa, ma la campanella
risuonò in tutto
il cortile e i ragazzi del loro gruppo si separarono: Victor e Roy, i
più
grandi se ne andarono insieme, alla volta della lezione di storia
americana;
Kori e Richard, insieme a Garth e Antonia svanirono nell’aula
di chimica; Wally
e Karen salutarono prima di dirigersi verso la palestra, mentre a
Garfield e
Rachel non restò che avviarsi verso l’aula di
tedesco, insieme a Jessica e
Tara.
Mentre
entravano in classe, Garfield sussurrò alla ragazza: «Ci sei oggi al
club?»
«Certo!»
rispose lei, facendogli poi un cenno con la mano, prima
di sedersi accanto a Jessica, mentre lui si accomodava vicino a Tara.
«Guten
Tag. Wer fehlt?» disse secca l’insegnante, entrando
un
nanosecondo dopo di loro. Poiché nessuno rispondeva,
guardò la classe e
decretò: «Niemand fehlt. Gut. Seite
sechsundvierzig. Schnell! Wir haben keine
Zeit!!»
Gli
studenti, impauriti, avendo captato soltanto il numero della
pagina si affrettarono ad aprire i libri a quel punto e a seguire gli
sproloqui
di quella donna.
Fu con
grande gioia che Garfield raggiunse la sede del club di
canto, quel pomeriggio, dopo anche l’ultima lezione
massacrante. Salutò l’insegnante
e si sedette su una delle sedie, in paziente attesa. Uno dopo
l’altro
arrivarono tutti i membri del gruppo, tutti tranne
lei.
«Garfield,
quando avrai finito di pattugliare il corridoio,
comincerei» lo richiamò alla realtà
l’insegnante.
Il
ragazzo arrossì e si affrettò a ricomporsi.
«Molto
bene. Come vi avevo anticipato, oggi tratteremo delle colonne
sonore dei film. Chiamerò a turno ognuno di voi e vi
farò interpretare una
canzone a mia scelta, per vedere se siete in grado di improvvisare.
Tutto chiaro?»
spiegò il professore, sedendosi davanti al computer, dove
aveva salvato le basi
musicali delle canzoni che aveva scelto.
In
quel momento arrivò Rachel, tutta trafelata. «Mi
scusi. Ho avuto
un imprevisto.»
«Nessun
problema, Rachel. Siediti e fatti spiegare dai tuoi
compagni cosa faremo oggi, mentre io comincio a sentire…
Andrew. Dunque, per te…»
E il professore iniziò a dare indicazioni al ragazzo che si
era fatto avanti.
Rachel
si accasciò sulla sedia accanto a Garfield, guardandolo:
«Allora,
cosa facciamo?»
«Colonne
sonore. Tutto bene?»
«Benissimo,
fa solo un po’ caldo» rispose lei, slacciandosi
leggermente il collo della camicia nera. Garfield deglutì
con forza.
Il
ragazzo stava per farsi avanti e dire qualcosa, qualsiasi cosa,
quando l’insegnante lo chiamò.
A
malincuore si alzò e raggiunse il professore. «Garfield, per te ho
“Pretty woman”, contento? Sai le
parole? Perfetto, allora via.»
La
musica cominciò e Garfield seguì le
note…
Pretty
woman, walking down the street
Pretty woman, the kind I'd like to meet
Pretty woman, I don't believe you
You're not the truth
No one could look as good as you
Mercy
Rachel
si ritrovò a fissarlo, come faceva tutte le volte che
Garfield cantava: la sua
voce era meravigliosa e seguiva senza difficoltà tutte le
variazioni della
canzone.
Pretty woman, won't you pardon me
Pretty woman, I couldn't help but see
Pretty woman, that you look lovely as can be
Are you lonely just like me
Grrrrrrowl
Tutti
i ragazzi del club sorrisero: il ringhio era sorto come spontaneo dalla
gola
del ragazzo, dando una sensazione di forza che mai gli si sarebbe
attribuita.
Pretty woman, stop awhile
Pretty woman, talk awhile
Pretty woman, give your smile to me
Pretty woman, yeah, yeah, yeah
Pretty woman, look my way
Pretty woman, say you'll stay with me
Quando
arrivò a questo punto, Garfield fissò
intensamente Rachel, cercando di
trasmetterle il senso della canzone. I suoi sentimenti. E
sembrò che lei lo
capisse, perché sorrise lievemente. Non il sorriso che
riservava a suo cugino,
quello era speciale, ma un sorriso timido e dolce che raramente si
lasciava
sfuggire.
Cause I need you, I'll treat you right
Come with me baby, be mine tonight
Continuò
a fissarla e la ragazza, sentendo le parole, dovette soffocare una
risata.
Pretty woman, don't walk on by
Pretty woman, don't make me cry
Pretty woman, don't walk away
Hey, okay
Garfield
ci mise tutta la passione che aveva, in quella strofa, esprimendo tutta
la
disperazione di un uomo che teme di essere abbandonato.
If that's the way it must be, okay
I guess I'll go on home, it's late
There'll be tomorrow night, but wait
What do I see
Is she walking back to me
Yeah, she's walking back to me
Oh, oh, pretty woman
Quando
finì, il professore gli fece le sue congratulazioni e anche
gli altri ragazzi del club scoppiarono in apprezzamenti rumorosi. Il
ragazzo
arrossì leggermente, prima di tornare a sedersi, dove Rachel
lo accolse con un
complimento: «Garfield, sei un genio del canto.»
«Mi
stai prendendo in giro?» le chiese lui. Era raro che Rachel
Roth si abbassasse al livello dei comuni mortali per fare loro dei
complimenti.
«Non
lo farei mai. Non quando si tratta del canto»
replicò lei
dura, fissandolo con occhi severi.
«Allora…
Bè, grazie» rispose il ragazzo, imbarazzato.
«Mi
piacerebbe riuscire a cantare questa canzone come hai fatto
tu. Era davvero… Sentita» continuò la
ragazza. Garfield la guardò come se le
fossero cresciute due teste: Rachel Roth che conversava. Pensava che
non
avrebbe mai visto quel giorno…
«Effettivamente
ci tengo molto, al suo significato» disse,
recuperando un minimo di controllo.
«Davvero?
Come mai?»
«Ecco,
in un certo senso rappresenta i miei sentimenti per una
persona che conosco. Anzi, una ragazza, che conosco.»
«Una
ragazza? Ma del club?» chiese lei, sgranando gli occhi e
guardandosi attorno, cercando di capire chi fosse la misteriosa ragazza
di cui
parlava il suo amico.
«Sì,
una ragazza. E sì, fa parte di questo club» ammise
lui, un po’
a disagio. Non poteva fare una cosa del genere. Non poteva rivelare a
Rachel
Roth della sua cotta per lei, in un momento come quello. Era per caso
masochista?
«La
conosco?» chiese lei, incuriosita.
«Ehm…»
fu la brillante risposta del ragazzo.
In
quel momento prese la parola l’insegnante:
«Ragazzi, per oggi
può bastare. Quelli di voi che oggi non hanno cantato lo
faranno domani,
inoltre, quando avrò finito con le improvvisazioni, vorrei
che preparaste una
canzone, facente parte della colonna sonora di un film, che rappresenti
qualcosa per voi. Buona giornata.»
Garfield
sospirò, prima di voltarsi verso Rachel, per trovarla
sparita nel corridoio alla velocità della luce.
Sospirò ancora più
profondamente, poi si alzò con calma dalla sedia. Rachel non
aveva capito cosa
aveva voluto dirle con quello sguardo, durante la canzone…