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Autore: Ely_fly    21/06/2013    3 recensioni
Dunque, salve a tutti :)
Sono tornata, stavolta con una song-fic ambientata al liceo.
Garfield e Rachel fanno parte del club di canto e il ragazzo cerca di sfruttare l'occasione per esprimere i suoi sentimenti, con una canzone, appunto. Anzi, più di una. Ma saranno sufficienti ad aprire gli occhi alla ragazza?
Genere: Commedia, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Rachel!»

La ragazza che rispondeva al nome di Rachel si voltò, sentendosi chiamare. Era la sua amica Kori.

Rachel si fermò e aspettò la ragazza dai capelli rossi, che correva a perdifiato.

«Buongiorno! Tutto a posto?» le chiese la ragazza, una volta raggiuntala, con un po’ di fiatone.

«Tutto bene, tu?» rispose l’altra, ricominciando a camminare.

«Alla grande, oggi sarà una giornata grandiosa!»

«Proprio non capisco come tu possa essere così entusiasta di venire a scuola» commentò la ragazza dai capelli scuri, guardando con occhi sgranati la sua amica. Era davvero da malati, una cosa del genere.

«Come potrei non essere contenta? Posso vedere te, i nostri amici e…»

«Per quello basterebbe telefonarci e darci appuntamento al centro commerciale, Kori.»

«Ma soprattutto,» continuò la ragazza, ignorando completamente il commento dell’amica, «Posso vedere lui!» L’ultima parola venne sottolineata da un tono disgustosamente dolce. Rachel rabbrividì leggermente.

 «Kori, te l’ho già spiegato. Richard Grayson non fa per te. Lascialo perdere.»

«Lo dici solo perché sei invidiosa!»

«Come no. Sto morendo dalla voglia di entrare nella squadra di football per mostrare a tutti quanto sono virile» commentò sarcastica la ragazza dai capelli scuri, alzando gli occhi al cielo.

Kori soffocò una risatina, che si spense in uno squittio non appena l’oggetto del loro discorso si parava davanti a loro, gridando un allegro buongiorno.

«Richard! Di grazia, cosa stai facendo?» quasi abbaiò Rachel, fulminandolo.

«Augurando il buongiorno alla mia cuginetta preferita, ovviamente» rispose il ragazzo, stritolandola in un abbraccio e arruffandole i capelli.

«Quale gioia» replicò la ragazza, con tono piatto. «Ora mollami, però.»

«Non ci penso proprio.»

«Richard…»

«Okay, okay. Certo che la mattina non ti fa certo bene all’umore, vero?»

«La mattina non mi fa nulla. Un certo maschio strapompato e sprizzante testosterone da tutti i pori sì.»

«Tutto questo mi ferisce, Rach!» esclamò il ragazzo, in tono melodrammatico, stringendosi il petto come se la cugina l’avesse ferito a morte.

«Smettila di fare l’idiota!» ridacchiò la ragazza.

Sembrava che i due si fossero dimenticati della presenza di Kori. La ragazza approfittò del loro battibecco per salutare Rachel con un cenno e raggiungere il loro gruppo di amici a poca distanza.

«Ma la tua amica è muta?» chiese Richard, guardandola allontanarsi.

«Solo quando ci sei tu» rispose onestamente Rachel, riacquistando un minimo di serietà.

«Com’è che su di te non faccio questo effetto?» chiese lui, ammiccando.

«Anticorpi» rispose semplicemente lei, con un sorriso mal simulato, prima di raggiungere il loro gruppo, Richard alle calcagna.

 

 

Garfield Logan si voltò di scatto quando sentì un rumore di passi raggiungerlo. Rimase leggermente deluso quando si accorse che era soltanto Kori Anders, ma il suo spirito si risollevò quando vide che poco lontano da lei c’erano Richard Grayson e sua cugina, la ragazza per cui aveva una leggera cotta. D’accordo, una pesante cotta. Rachel Roth. Quella ragazza era davvero… Fantastica. Non aveva altre parole per descriverla. Dal primo giorno in cui l’aveva vista era caduto praticamente ai suoi piedi. Certo, era sarcastica all’inverosimile e non rideva quasi mai alle sue battute, ma era davvero… Fantastica. L’aveva già detto? Era fuori dalle righe, ma, cosa più importante, era iscritta al club di canto, proprio come lui.

Si risvegliò dalle sue fantasie soltanto quando Richard e Rachel li avevano raggiunti. E fu soltanto perché la ragazza gli aveva agitato una mano davanti al viso, commentando: «Buongiorno, Garfield. Ci sei?»

«Ci sono!» esclamò, alzandosi dal tavolino da pic-nic attorno al quale erano soliti ritrovarsi prima di entrare in classe. «Buongiorno!»

La vide nascondere un sorriso, mentre gli altri ridevano apertamente. Stava per aggiungere qualcosa, ma la campanella risuonò in tutto il cortile e i ragazzi del loro gruppo si separarono: Victor e Roy, i più grandi se ne andarono insieme, alla volta della lezione di storia americana; Kori e Richard, insieme a Garth e Antonia svanirono nell’aula di chimica; Wally e Karen salutarono prima di dirigersi verso la palestra, mentre a Garfield e Rachel non restò che avviarsi verso l’aula di tedesco, insieme a Jessica e Tara.

Mentre entravano in classe, Garfield sussurrò alla ragazza:  «Ci sei oggi al club?»

«Certo!» rispose lei, facendogli poi un cenno con la mano, prima di sedersi accanto a Jessica, mentre lui si accomodava vicino a Tara.

«Guten Tag. Wer fehlt?» disse secca l’insegnante, entrando un nanosecondo dopo di loro. Poiché nessuno rispondeva, guardò la classe e decretò: «Niemand fehlt. Gut. Seite sechsundvierzig. Schnell! Wir haben keine Zeit!!»

Gli studenti, impauriti, avendo captato soltanto il numero della pagina si affrettarono ad aprire i libri a quel punto e a seguire gli sproloqui di quella donna.

 

 

Fu con grande gioia che Garfield raggiunse la sede del club di canto, quel pomeriggio, dopo anche l’ultima lezione massacrante. Salutò l’insegnante e si sedette su una delle sedie, in paziente attesa. Uno dopo l’altro arrivarono tutti i membri del gruppo, tutti tranne lei.

«Garfield, quando avrai finito di pattugliare il corridoio, comincerei» lo richiamò alla realtà l’insegnante.

Il ragazzo arrossì e si affrettò a ricomporsi.

«Molto bene. Come vi avevo anticipato, oggi tratteremo delle colonne sonore dei film. Chiamerò a turno ognuno di voi e vi farò interpretare una canzone a mia scelta, per vedere se siete in grado di improvvisare. Tutto chiaro?» spiegò il professore, sedendosi davanti al computer, dove aveva salvato le basi musicali delle canzoni che aveva scelto.

In quel momento arrivò Rachel, tutta trafelata. «Mi scusi. Ho avuto un imprevisto.»

«Nessun problema, Rachel. Siediti e fatti spiegare dai tuoi compagni cosa faremo oggi, mentre io comincio a sentire… Andrew. Dunque, per te…» E il professore iniziò a dare indicazioni al ragazzo che si era fatto avanti.

Rachel si accasciò sulla sedia accanto a Garfield, guardandolo: «Allora, cosa facciamo?»

«Colonne sonore. Tutto bene?»

«Benissimo, fa solo un po’ caldo» rispose lei, slacciandosi leggermente il collo della camicia nera. Garfield deglutì con forza.

Il ragazzo stava per farsi avanti e dire qualcosa, qualsiasi cosa, quando l’insegnante lo chiamò.

A malincuore si alzò e raggiunse il professore. «Garfield, per te ho “Pretty woman”, contento? Sai le parole? Perfetto, allora via.»

La musica cominciò e Garfield seguì le note…

 

Pretty woman, walking down the street
Pretty woman, the kind I'd like to meet
Pretty woman, I don't believe you
You're not the truth
No one could look as good as you
Mercy

Rachel si ritrovò a fissarlo, come faceva tutte le volte che Garfield cantava: la sua voce era meravigliosa e seguiva senza difficoltà tutte le variazioni della canzone.


Pretty woman, won't you pardon me
Pretty woman, I couldn't help but see
Pretty woman, that you look lovely as can be
Are you lonely just like me
Grrrrrrowl

 

Tutti i ragazzi del club sorrisero: il ringhio era sorto come spontaneo dalla gola del ragazzo, dando una sensazione di forza che mai gli si sarebbe attribuita.

Pretty woman, stop awhile
Pretty woman, talk awhile
Pretty woman, give your smile to me
Pretty woman, yeah, yeah, yeah
Pretty woman, look my way
Pretty woman, say you'll stay with me

Quando arrivò a questo punto, Garfield fissò intensamente Rachel, cercando di trasmetterle il senso della canzone. I suoi sentimenti. E sembrò che lei lo capisse, perché sorrise lievemente. Non il sorriso che riservava a suo cugino, quello era speciale, ma un sorriso timido e dolce che raramente si lasciava sfuggire.


Cause I need you, I'll treat you right
Come with me baby, be mine tonight

Continuò a fissarla e la ragazza, sentendo le parole, dovette soffocare una risata.


Pretty woman, don't walk on b
y
Pretty woman, don't make me cry
Pretty woman, don't walk away
Hey, okay

Garfield ci mise tutta la passione che aveva, in quella strofa, esprimendo tutta la disperazione di un uomo che teme di essere abbandonato.


If that's the way it must be, okay
I guess I'll go on home, it's late
There'll be tomorrow night, but wait
What do I see
Is she walking back to me
Yeah, she's walking back to me
Oh, oh, pretty woman

Quando finì, il professore gli fece le sue congratulazioni e anche gli altri ragazzi del club scoppiarono in apprezzamenti rumorosi. Il ragazzo arrossì leggermente, prima di tornare a sedersi, dove Rachel lo accolse con un complimento: «Garfield, sei un genio del canto.»

«Mi stai prendendo in giro?» le chiese lui. Era raro che Rachel Roth si abbassasse al livello dei comuni mortali per fare loro dei complimenti.

«Non lo farei mai. Non quando si tratta del canto» replicò lei dura, fissandolo con occhi severi.

«Allora… Bè, grazie» rispose il ragazzo, imbarazzato.

«Mi piacerebbe riuscire a cantare questa canzone come hai fatto tu. Era davvero… Sentita» continuò la ragazza. Garfield la guardò come se le fossero cresciute due teste: Rachel Roth che conversava. Pensava che non avrebbe mai visto quel giorno…

«Effettivamente ci tengo molto, al suo significato» disse, recuperando un minimo di controllo.

«Davvero? Come mai?»

«Ecco, in un certo senso rappresenta i miei sentimenti per una persona che conosco. Anzi, una ragazza, che conosco.»

«Una ragazza? Ma del club?» chiese lei, sgranando gli occhi e guardandosi attorno, cercando di capire chi fosse la misteriosa ragazza di cui parlava il suo amico.

«Sì, una ragazza. E sì, fa parte di questo club» ammise lui, un po’ a disagio. Non poteva fare una cosa del genere. Non poteva rivelare a Rachel Roth della sua cotta per lei, in un momento come quello. Era per caso masochista?

«La conosco?» chiese lei, incuriosita.

«Ehm…» fu la brillante risposta del ragazzo.

In quel momento prese la parola l’insegnante: «Ragazzi, per oggi può bastare. Quelli di voi che oggi non hanno cantato lo faranno domani, inoltre, quando avrò finito con le improvvisazioni, vorrei che preparaste una canzone, facente parte della colonna sonora di un film, che rappresenti qualcosa per voi. Buona giornata.»

Garfield sospirò, prima di voltarsi verso Rachel, per trovarla sparita nel corridoio alla velocità della luce. Sospirò ancora più profondamente, poi si alzò con calma dalla sedia. Rachel non aveva capito cosa aveva voluto dirle con quello sguardo, durante la canzone…

  
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