Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Readme    21/06/2013    7 recensioni
"Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perchè a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perchè tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena".
Taylor lascia il mondo della musica dopo lo SNT. Non è la ragazza forte che tutti si aspettavano. Non dopo averle fatto sanguinare il cuore fino ad ucciderla.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Undicesimo capitolo.










Sbatte le palpebre due volte, i suoi occhi verdi mi fissano, li vedo così bene. Pensavo fossero cambiati, invece sono sempre loro, brillanti e con un tocco di luce che rispecchia la mia anima. Mi stanno guardando dentro. Ho sempre avuto paura dei suoi sguardi, anzi, ne ero intimorita. Ricordo che ogni volta che i suoi occhi sfioravano i miei, i muri che ci dividevano crollavano e mi ritrovavo tra le sue braccia, ancora una volta. Cercai di liberarmi dalla sua presa, ma fu inutile, credo che il mio corpo non ascoltasse il mio cervello, riuscivo a sentirmi al sicuro lì. Finalmente. Il suo naso sfiorava il mio, la colonia che indossava da anni ormai, penetrava le mie narici, socchiusi gli occhi immaginando la stessa scena da un angolo più lontano. Avevo sognato di sentire il suo profumo sul mio cuscino, risvegliarmi con il suo odore sul mio corpo per poi abbracciarmi e non sentire la sua assenza finché non fosse tornato dal'ennesimo viaggio. - “Ti ho visto..” - sussurrò, i miei sensi erano ormai paralizzati. Non riuscivo a muovermi, avevo paura che mi avrebbe lasciato andare ancora una volta. - “Hai visto male.” - avrei dovuto continuare, spiegargli che mi ero semplicemente sentita male, ma la mia gola si era seccata improvvisamente. Continuavo a pensare che se non avesse avuto modo di credermi in pericolo, mi avrebbe lasciata. - “Taylor” - mi chiamò. Le sue labbra si erano mosse velocemente ed il mio nome risuonava nella mia testa. Trattenni il respiro. Da quando non mi chiamava per nome? - “Cosa ci fai qui?” - chiesi di punto in bianco. Non si aspettava una domanda del genere, si morse le labbra ed in seguito le inumidì con la sua lingua. Trattenni un sorriso, storcendo le mie labbra in una smorfia. Si allontanò da me di qualche centimetro e con le stesse mani con le quali avevo cercato di liberarmi qualche minuto prima, strinsi le maniche della sua giacca. Lui se ne accorse immediatamente e fissò le mie mani. Lo smalto trasparente, seppur invisibile, era stato rosicchiato quasi tutto dai miei denti, le unghie spezzate ne erano la prova. - “Sei sempre la stessa” - lo disse con sorpresa. Allentai la presa sulle sue maniche e cercai di non apparire mortificata o semplicemente disperata. Abbassai lo sguardo. Continuava a scavare dentro di me, ciò mi feriva. Si staccò definitivamente da me, mi diede le spalle e toccò indifferente la spalliera del divanetto ocra. - “Louis ha esagerato” - cominciò a dire sospirando, come se non ne fosse dispiaciuto. - “Cioè, sa come funzionano queste cose, non doveva...” - non terminò la frase, al contrario si girò nuovamente verso la mia direzione. - “Lui era importante” - non sembrava una domanda, ma una vera affermazione.

 

Io restavo come in trans, attaccata al muro, con la bocca che ancora dava alla mia lingua un retrogusto amaro, dovuto al vomito di prima. Mi mossi quasi silenziosa, per rientrare in bagno e sciacquarmi la bocca un'altra volta. Sentii i passi di Harry, ma rimaneva fuori. Mi seguiva perlopiù con i suoi occhi. Uscii dal bagno, mi avvicinai alla piccola valigia rosa posta in un angolo della stanza, mi madre era ossessionata da questi piccoli dettagli, dovevo sempre portarmi una valigia, ad ogni awards, per qualsiasi evenienza. Lì mi infilava vestiti di ricambio ed altre cose personali. Cercai per qualche minuto, finché non trovai la bustina con all'interno il mio spazzolino rosa da viaggio ed il dentifricio. Harry rimaneva lì, dietro di me, quasi potevo non sentire la sua presenza. Ritornai in bagno e mi lavai i denti con aggressività, quando finii, notai che dalle gengive era fuoriuscito un filo di sangue, sciacquai la bocca ma sentii comunque il sapore ferroso del sangue in bocca. Nascosi il disgusto e misi in valigia le mie cose. Chiamai Abigail, ricordatami solo ora del fatto che lei mi stava aspettando. - “Abi, scusa, ero bloccata in un'intervista, ora sono in camerino” - dissi cercando di concentrarmi e mantenere un tono di voce calmo. - “Mi stavi facendo preoccupare, allora, quando arrivi?” - Abigail non nascose la sua impazienza ed io non sapevo cosa rispondere. Harry mi fissava e voleva sicuramente continuare il discorso di prima. La domanda era, volevo io parlare con lui? Si dannazione, si. Harry fece qualche passo nella mia direzione, mi prese con la forza il telefono e parlò al mio posto. - “Ciao Abigail, si, sono Harry Styles, accompagno io a casa Taylor, non preoccuparti, ti faccio richiamare quando arriviamo” - non diede tempo ad Abigail di rispondere che attaccò la chiamata ed invece di restituirmi il telefono, se lo infilò in tasca. Dalla stessa tasca prese il suo telefono, inviò qualche messaggio ed infine si accomodò sul divanetto. - “Come ti sei permesso Harry? Abigail mi uccide!” - alzai il mio tono di voce, digrignai i denti e lo raggiunsi er poi cercare di infilare le mani nelle sue tasche e quindi riprendermi il telefono. Harry era più veloce di me, riusciva sempre a schivarmi, così mi buttai su di lui e per schivarmi ancora una volta rotolò per terra. Io mi strinsi a lui, presa un po' dalla troppa velocità della sua azione. Cademmo entrambi sul pavimento. Io mi ritrovai su di lui, mi reggevo sulle sue spalle, le gambe sui suoi fianchi. Arrossii alzando gli occhi al cielo. Harry sorrideva come un bambino, gli occhi verdi brillavano, anche le sue gote erano rosse, ma pensai che non fosse arrossito per l'imbarazzo, ma perché si stava divertendo, stava giocando con me. Aggrottai la fronte irritata e cominciai a cercare il telefono nelle sue tasche, lui mi fece fare, finché come se si fosse appena risvegliato, ritornò all'azione e mi bloccò afferrando il polso della mia mano sinistra e stringendo la mano destra. Gemetti silenziosa. Rimasi in silenzio assieme a lui. Guardai le nostre mani unite o perlomeno la sua mano unita la mia. Incoscientemente ricambiai la sua stretta e riempii i vuoti della sua mano con le mie dita. Mi stava completando. Harry libero lentamente il mio polso, troppo impegnato a fissare anche lui le nostre mani unite. Non so con quale coraggio distolsi lo sguardo e riuscii a non piangere. Era tutto così giusto, ma questo tutto è così sbagliato. Vidi il rigonfiamento sulla tasca sinistra, capii che lì c'era il mio cellulare, così, prendendolo di sorpresa, lo recuperai. Harry scattò immediatamente, ma fu troppo tardi, mi rialzai e aggiustai velocemente la gonna rialzata che faceva intravedere la mia biancheria. - “Ho vinto io” - dissi rompendo il ghiaccio, mentre Harry rimaneva per terra, con solo la schiena rialzata, reggendosi con le mani sul pavimento. Lui sorrise come un bambino ed io gli tesi la mano. Lui sembrò accettarla, finché, dopo avermela stretta, non mi tirò a sé e cademmo entrambi come prima.

 

Cominciai a ridere, mi ritrovai con la fronte sul suo petto, le nostre gambe erano quasi intrecciate ed entrambi non sapevamo come muoverci. Sentii che stava trattenendo le risate, posai il mio orecchio sul suo petto, quasi vicino a dove batteva il suo cuore. Ripresi a ridere istericamente ed a questo punto, anche lui non si trattenne. Boccheggiai per ritrovare l'aria ed infine, mi rigirai per potermi poggiare sul pavimento, accanto a lui. Guardavo il soffitto, riuscivo a vedere le crepe agli angoli ed il lampadario bianco. - “Credo che abbiamo perso entrambi” - disse Harry, mentre rideva tra una parola e l'altra. - “Ricordi? Mi sono ripresa il telefono” - specificai prendendo il telefono e mostrandoglielo. - “Sicura che sia il tuo?” - girò il viso verso di me. Fissai il telefono e notai che non era il mio. - “Ti sei presa il mio telefono, quindi, siamo pari” - concluse. Aprii la bocca sorpresa e poi ricominciai a ridere. Lui mi guardava sbigottito. Mi rialzai con la schiena e rimasi seduta sul pavimento. Giocherellai con il menù del suo cellulare, finché non arrivai nella sezione 'Messaggi', pensai ci sarebbe stata una password a fermarmi, ma non fu così. - “Quindi non ti dispiacerà se leggo alcuni messaggi, giusto?” - mi morsi le labbra. Harry si rialzò di scatto. - “Andiamo Taylor, non credo sia opportuno” - cercò di riprendersi il cellulare, mentre io gli davo le spalle. Lessi l'ultimo messaggio che aveva inviato, quello che aveva scritto dopo aver risposto ad Abigail.

 

Da : Cara

 

I love u too. Xx

 

I miei occhi si inumidirono, li rigirai e riuscii a trattenere le lacrime. Aveva scritto di amarla mentre era con me. Harry prese il telefono dalle mie mani. Non lo guardai, ma capii che avevo letto il messaggio quando sussurrò il mio nome malinconico. - “E' la ragazza con cui ti sei baciato oggi?” - chiesi con tenerezza, mentre strisciavo sul pavimento per poggiarmi al divano. - “Si chiama Cara” - confermò. Non so se un cuore potesse spezzarsi più volte. Quindi quando mi si mozzò il fiato fino a farmi venire mal di testa, pensai subito che i cocci del mio cuore si fossero rotti una terza volta. - “Bel nome, è italiana?” - chiesi trattenendo ogni emozione. - “Non lo so. Senti, Taylor, non cambiare discorso. Non devi mai più fare quello che hai fatto in bagno. Ti vedevo così magra ultimamente, ma pensavo che, che fosse il tuo nuovo look..” - lo fermai. - “Harry, non stavo bene di stomaco, per questo si vomita, è vero, sono dimagrita, ma non sono sottopeso, calmati” - notai una certa irritazione mista alla rabbia nel mio tono di voce. Non ce l'avevo con Harry, come potevo? Lui era venuto lì, per me. - “Non hai ancora risposto alla mia domanda, cosa ci facevi qui? Perché mi hai seguita?” -

 

-“Volevo vedere solo se stavi bene, per Louis” - disse perentorio. - “Vedere? Vuol dire che se non mi avessi sentito rimettere, non mi avresti parlato? Ti sei interessato a me solo perché ti facevo pena Harry? Ti importa solo ora di me? Bene. Non sono bulimica, non ho nessun problema, puoi andartene.” - dissi velocemente mentre mi rialzavo in piedi. Si rialzò anche lui. - “Taylor, cosa dici?” - chiese confuso ed anche lui alzò la voce. - “Dico che potevi avere la decenza di non aprire il tuo cuore a Cara davanti ai miei occhi!” - mi riferii esplicitamente al messaggio di prima e mi girai disperata per non dover guardare la sua reazione alle mie parole. - “Taylor, cosa ti interessa?” - chiese deluso. - “Non mi interessa, infatti, è una questione di decenza” - dissi rimanendo girata. - “Non ti interessa?” - chiese ancora. - “No” - risposi con lo stesso tono di prima. - “L'auto ci sta aspettando fuori, usciamo dall'altra parte, non ci sono i paparazzi.” -

 

Mi girai confusa e lo fissai. - “Ho promesso ad Abigail di riportarti a casa, giusto?” - annuii sconcertata, presi le mie cose, ma Harry mi tolse dalle mani la valigia rosa - “Ricordi? E' questione di decenza” - mi aprì la porta e continuò fino a fuori a non guardarmi. Evitò perennemente i miei occhi e ne fui felice. Se solo avesse voluto, ora, in quel momento stesso, sarei caduta tra le sue braccia. Tutto ciò con un solo sguardo. Mi fece accomodare dentro la vettura nera e capii che avrebbe guidato lui. Sistemò le mie cose nei sedili posteriori. Il silenzio era assordante. - “Posso accendere la radio?” - chiesi timida. Lui non mi guardò, fissava la strada con occhi gelidi. Annuì soltanto. Così accesi la radio e mi fermai su una stazione. Nemmeno il tempo di rilassarmi, che 'Begin again' cominciò a risuonare dalle casse. Pensai di cambiare stazione radio, ma ripensandoci, forse avrei fatto bene a riflettere sulla mia canzone e su Louis. Mi ero completamente scordata di lui. Il che poteva essere fantastico, se non fosse che a rimpiazzarlo fosse giunto Harry, mettendo più confusione nella mia testa. “I think it’s strange that you think I’m funny ’cause he never did”. Vidi la mascella di Harry irrigidirsi immediatamente. Avevo messo a confronto il mio ex fidanzato ed il suo migliore amico. Dalla sua espressione ebbi la conferma che lo aveva capito. Sospirai. Decisi di cambiare stazione radio, ma le mani di Harry furono più veloci e spense la radio. L'aria caldi di Maggio cominciava a farsi sentire, Giugno era ormai alle porte, sorrisi un secondo pensando che l'estate sarebbe giunta da lì a poco. L'anno dopo, forse sarei stata dietro le quinte del mio palcoscenico, a preparare la prossima tappa del Red Tour. Appoggiai la testa sul finestrino e cominciai a fantasticare mentre il mio sorriso si allargava.

 

Quando l'auto si era fermata, avevo ancora gli occhi chiusi, non mi ero addormentata, ma non ero di certo sveglia. -”Taylor?” - qualcuno mi chiamò e dopo qualche secondo, sentii l'aria fresca della notte sfiorarmi la faccia. Aprii gli occhi infastidita ed incontrai quelli di Harry, non verdi come al solito, né freddi come prima, ma docili. - “Perché mi guardi dentro?” - chiesi assonnata, Harry mi guardò spaesata ed aggrottò le sopracciglia, prima di stendere i suoi lineamenti e sorridere. - Devo trascinarti o portarti in braccio?” - cercai di rispondere sarcasticamente, ma la mia voce era ancora impastata dal sonno. Così mi aggrappai a lui. Allacciai le braccia dietro il suo collo e cercai di uscire dalla macchina senza inciampare. Mi strinsi a lui, gli diedi le chiavi della mia camera in albero e mi aiutò ad arrivarci.

 

-“Credo che siamo arrivati al nostro capolinea” - disse sarcastico, mentre cercava gentilmente di slegarsi dalla mia stretta ed io sorrisi. Cercai di infilare più volte la chiava all'interno della serratura, ma era inutile, non riuscivo a vedere nulla. Così, Harry, smise di ridere e mise una mano sopra la mia per mandarla nella giusta direzione. Infilata la chiave nella toppa, la girai finché la porta non si aprì. Entrata vidi che era tutto buio, riuscivo solo a vedere Aigail stesa sul divano ed addormentata, con la televisione accesa. Mi stava sicuramente aspettando. Ridacchiai isterica e prima di cadere mi aggrappai di nuovo ad Harry – Non lasciarmi andare” - dissi. Mi morsi la lingua. Vidi il suo sguardo confuso, forse imbarazzato, non riuscivo a leggerlo bene. Mi allontanai da lui e mi stiracchiai prima di sbattere gli occhi un centinaio di volte. Credo di essere lucida adesso. - “Mh, si, grazie per avermi accompagnata..” - lasciai la frase in sospeso, guardando la porta mezza aperta. - “Si, di niente, dovrei andare” - annuii e lo accompagnai verso la porta. Stavo per richiuderla, quando mi fermò. Lo guardai confusa. - “E' solo pubblicità, lei pensa il contrario, ma è solo pubblicità per la band.” - sorrise malinconico. Io lo fissavo incredula. - “So che non ti interessa, ma per decenza, dovevo dirtelo” - Rimasi spiazzata. Non dissi nulla e richiusi la porta.

 

Non sapevo cosa pensare. Corsi da Abigail e la strattonai forte, finché non si svegliò spaventata. - “oddio, Yay, mi hai spaventato!” - non la feci parlare. - “E' solo pubblicità, è solo pubblicità, lui non sta con lei!” - dissi quasi trattenendo le urla. Cominciai a saltellare sul divano, mentre Abigail mi guardava stralunata. - “Non puoi capire” - dissi ridendo. Afferrai il cellulare che mi aveva ridato durante il tragitto in macchina.

 

Da : Taylor

Per : Harry

Comunque, non mi interessa :)

 

Inviai il messaggio e pochi secondi dopo mi arrivò la risposta.

 

Da : Harry

Per : Taylor

Comunque, non sembrava :)

 

Socchiusi le labbra sorpresa dalla sua risposta. Due minuti dopo il mio cellulare squillò ancora.

 

Da : Harry

Per : Taylor

Facciamo colazione insieme domani? X

 

Sorrisi. Sorrisi davvero. E questo, questo non andava per niente bene.






















Angolo dell'autrice :

Sei recensione? State scherzando? Grazie, siete fantastici! Cosa avevo detto? Questo capitolo sarebbe stato 'Haylor'. Cioè, è molto confuso, non so nemmeno cosa dire. Ho dovuto riscriverlo due volte perchè mi si era spento il computer. Stavo morendo cc

Comunque. Mh, questo. Ditemi cosa ne pensate, ci vediamo alla prossima? :)

  
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