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Autore: the princess    06/01/2008    4 recensioni
Forse sono troppo cattiva? La verità… è che sono stati loro a ridurmi in questo stato… mi chiamano “Faccia da Carlino”, mi insultano, e a volte quando a qualcuno viene ripetuto di esser cattivo… quello lo diventa… Prima Fanfiction Harry/Pansy spero vi piaccia ^^
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Pansy Parkinson | Coppie: Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8 giorni.

 

Il sole sta sorgendo… ed io sono seduta su un giaciglio vicino alla finestra per vedere tutto ciò.

La luce inizia ad essere sempre più forte, e tutta la scuola, compresa la mia camera ne è invasa.

Socchiudo gli occhi leggermente per farli abituare a questo cambiamento.

Mi guardo intorno: il letto di Emily è ancora vuoto…. La mia compagna ha deciso di trattenersi un altro po’ di giorni in infermeria… non che mi dispiaccia non poter godere della sua compagnia.

Allungo le mani per prendere la bacchetta che avevo appoggiato prima ai miei piedi, e facendole fare un ampio movimento faccio apparire un foglio di pergamena.

Lascio scivolare la bacchetta vicino al mio fianco, e riappoggiò la testa alla parete.

Avvicino agli occhi il foglio.

L’inchiostro nero pece era sbavato in alcuni punti.

Ormai la conoscevo quasi a memoria, e sapevo benissimo che il rileggerla mille volte non avrebbe avvicinato quel momento, ma ero comunque lì a leggerla per l’ennesima volta.

Forse quelle cattiverie che gli altri mi sputano addosso, hanno un fondo di verità.

Strofinando il braccio sinistro, torno a guardare quell’astro che rischiara l’etere scuro.

Faccio passare due ore nel più totale e assoluto silenzio, fino a quando le sveglie delle mie altre compagnie di stanza trillano.

Heather e Christine si alzano.

La prima, nel vedermi sveglia a quell’ora sussulta leggermente, ma preferisce non chiedermi nulla e continuare a fare quello che stava facendo.

Christine invece, la docile Serpeverde dai capelli d’orati mi si affianca.

-Pansy tutto bene?- domanda, buttando un occhio fuori, quasi a cercare ciò che mi aveva fatto destare così presto.

-Tutto benissimo, boccoli d’oro…- rispondo, ghignando, senza rivolgerle uno sguardo.

Quella capisce l’antifona, e inizia a vestirsi.

Aspetto che entrambe spariscano dalla stanza senza salutare, e mi inizio a vestire.

Sbadiglio vigorosamente, sono notti ormai che non chiudo occhio…

Ieri il mio adorato Malfoy e venuto a farmi visita come promesso.

Una notte simile a molte altre.

Come al solito l’unica ad essere sveglia ero io, apro la porta della stanza, cercando di non fare eccessivo rumore.

Lui era lì ad aspettarmi, con indosso ancora la divisa.

Né una parola, né un sorriso e alcune ore dopo rieccolo sullo stipite pronto per riuscire dalla stanza senza dire nulla.

Non so il perché, ma dopo che uscì mi venne una grande voglia di piangere, e alcune lacrime riuscirono a sgorgare vergognosamente contro il mio volere.

In questi giorni non riesco quasi più a riconoscermi… la vecchia Pansy non avrebbe mai fatto uscire una lacrima per una faccenda del genere, e la vecchia Pansy, non avrebbe permesso a Potter di avvicinarsi così a lei.

Se chiunque, solo alcuni mesi fa mi avesse raccontato ciò sono sicura che avrei riso di gusto, prima di infliggergli atroci dolori.

È arrivato il momento di scendere sotto.

Lentamente, arrivo nei grandi corridoi illuminati.

Mentre scendo le scale, riesco ad intravedere la testa della piccola Weasley che controlla alcuni libri.

Non riesco a trattenere un sorriso nel pensare che lei e il suo dolce Harrino si siano lasciati circa un mese fa.

Erano una coppia così estremamente… patetica.

Lei avvolta nel suo lurido vestiario, e lui avvolto nell’ego smisurato e nella fama.

Ricordo di averla vista piangere il giorno della loro “separazione”, mi trattenni dal scoppiarle a ridere in faccia, e mi limitai a qualche frecciatina… di pessimo gusto, devo ammettere… ma che mi rallegrarono un po’.

-Weasley…- la chiamo, scendendo gli ultimi gradini.

Quella si volta, e chiude il libro che teneva tra le braccia.

-Sai che passerò il mio pomeriggio col tuo adorato Harry…-.

Noto immediatamente che il suo colorito cambia decisamente.

-Saremo soli… io e lui…- mi avvicino, sottolineando le ultime parole.

Vedo che gli occhi le guance diventano sempre più rosse, e che la rabbia la sta facendo infuriare.

-Beh che è successo? Niente da ridire zecca?- le chiedo, amabilmente, avvicinando le dita al suo viso.

Quella si sposta all’istante, per evitare il contatto.

-Che sgarbata… non ti mangio mica… comunque ora vado…-.

Prima di iniziare a camminare, le scocco un bacio da lontano dicendo: -Ti saluterò il tuo amato!-.

Ed ecco varcata la porta della sala grande.

Noto molti sguardi voltarsi e fermarsi su di me, a quanto pare la sfuriata con la McGranitt si è diffusa.

Senza darci molto peso, mi siedo al mio posto, dove nessuno si gira a degnarmi di un saluto.

-Salve, comunque…- pronuncio, versandomi un po’ di aranciata.

Blaise, che era del tutto concentrato nella lettura, mi bofonchia un –ciao-.

Draco, si gira e mi fissa per qualche secondo.

Io lo guardo stranita finché  lui non si avvicina velocemente e mi bacia.

-‘he fai?- chiedo, staccandomi.

-Non volevi che io ti salutassi? Beh ti ho salutato…- rispose, ribaciandomi.

Mentre Draco ritorna alle sue occupazioni, io rimango immobile a chiedermi cosa fosse successo.

Avevo perso sicuramente qualche passaggio… non era possibile che il signor Malfoy, mi avesse baciato senza alcun motivo… solo per baciarmi…

Tamburello sulla spalla di Zabini.

-Che c’è?- mi domanda lui scocciato.

-Che gli è preso al tuo amico qua?- domando, come se fossimo soli.

-Perché mi chiedi questo?- ride Blaise… come se non sapessi che aveva osservato tutta la scena.

-Zabini, evita di farmi innervosire di prima mattina…- lo fisso, e quello scuote la testa.

-Il proprio ragazzo non può essere tenero con la propria ragazza?- mi chiede.

-Certo, se non stessimo parlando di me e di Draco…-.

-Eh?- il biondino si voltò, sentendomi chiamarlo.

-Niente…- dico, guardarlo.

-E con te… ne riparleremo…- continuò rivolta all’altro Serpeverde al mio fianco.

 

*

 

-Beh io è meglio che vada…- le due stressanti ore di “Storia della Magia” sono finalmente finite.

Mancano solo pochi minuti all’inizio della mia insulsa punizione.

-Okay… ma fammi il favore di comportarti bene questa volta…- sospira Teodore.

-Certo papy!- lo schernisco io, per poi voltarmi e andare verso la mia strada.

L’unica vera cosa che potrebbe mai pesarmi di questa punizione è che ci sarà quell’insulso coglione a rompermi le palle... ma dovrò solo cercare di non calcolarlo più di tanto… i tipi come lui, credono di avere il diritto di comportarsi così solo perché qualche ragazzina sussulta al suono del suo nome.

Ma dopo tutto è questa la fama… anche io non potrei comportarmi come mi comporto nel sapere che non ci sono più ragazzini che mi temono, ma per fortuna non devo preoccuparmi di ciò… a conferma di questa ipotesi al mio passaggio due Tassorosso chinano il capo, evitando quasi di respirare.

-5 punti in meno a Tassorosso…- pronuncio calma, continuando a camminare.

-Perché??- sbraita uno dei due.

Io mi volto, speravo che rispondesse.

-Cosa… mi sembra di aver capito male… tu hai osato replicare la mia decisione?- mentre torno indietro, noto che l’amico di questo gli tira una potente gomitata.

-Mi scusi signorina Parkinson… ma non capisco cos’è che abbiamo fatto…- continua quello.

Mentre io mi preparavo a rispondere la voce della Granger mi fa voltare.

-Parkinson, ho visto quello che hai fatto… 5 punti in più a Tassorosso…- dice. I due del primo anno, annuiscono soddisfatti.

-Oddio l’eroina dei poveri…!.- la prendo in giro, sorridendo.

-A quanto pare il privilegio di essere Prefetto lo danno ormai a chiunque…- insinua.

-Infatti… lo penso anche io… non credevo che anche gli sporchi Mezzosangue potessero occupare ruoli rispettosi…-.

La vedo sussultare.

-Ed ora che vuoi fare? Chiamare a Lenticchia? Se vuoi lo faccio io…- avvicinò le mani ai lati della bocca e urlo: Lenticchia, ho chiamato la tua fidanzata mezzosangue… sono qui!! Aspetto la tua furia…!- scoppio a ridere, prima di allontanarmi.

-Mi fai schifo, Parkinson…- la sento inveire alle mie spalle.

-Oh, non farmi arrossire…!-.

 

Arrivo davanti all’ufficio della McGranitt con qualche secondo d’anticipo.

Mentre mi sistemo la cravatta verde e argentata, la porta dell’ufficio si spalanca, prendendomi quasi in volto.

-Ah, eccola…non speravo di trovarla qui in anticipo, per giunta…-.

-Sto cercando di rimettermi dai miei peccati…- alzo le sopracciglia ed entro.

Potter è già lì, seduto su una sedia, e mi saluta chinando il capo.

-Allora… vedete questi scaffali…?- ciò che lei indicava erano più di 150 mensole colme di fascicoli di tutte le misure.

Io e il Grifondoro annuiamo all’unisono…

-Beh sono vostri… avete tutto il pomeriggio, e se servirà tutta la notte, per sistemarli in ordine di anno e per ogni anno, in ordine alfabetico…- un sorriso si fa spazio tra tutte quelle rughe.

Io , scrollando le spalle, prendo dalla tasca la mia bacchetta.

-Molto divertente signorina Parkinson, molto divertente… l’uso della magia è vietato…- detto ciò mi sfila dalla mano la bacchetta.

-Potter mi dia la sua…- Harry gliela consegna senza fiatare e si alza per avvicinarsi alla prima scaffalatura.

-Anche se il vedervi occupati per ore mi avrebbe molto divertito… ho delle cose da fare.. quindi, buon lavoro…-.

La vecchia megera usce dalla porta, sbattendola.

-Beh io direi prima di raggrupparli tutti in anno…- inizia Potter.

-Sfregiato lascia fare a me, qui non si tratta di combattere contro signori oscuri, quindi credo che tu ne sia incapace…- comincio a leggere gli anni sui libricini.

-Ma posso chiederti il perché sei così scontrosa?-.

-Se io posso chiederti il perché sei cosi rompipalle…-.

Al sentire quelle parole, San Potter evita di rivolgermi altre esclamazioni e si volta a fare il suo lavoro.

Io non riesco ad evitare di buttargli gli occhi addosso.

Il corpo evidentemente cresciuto si vede perfettamente sotto la divisa da grifone.

Si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli più di quanto non lo siano già.

Ride silenziosamente.

-Guarda che ti vedo…- mi dice.

Io repentinamente mi giro rossa.

-Con questo non intendo dire che mi dava fastidio essere fissato da te… anche se sarebbe meglio se potessi ricambiare il favore…-.

Sembrava così strano il tono di quelle frasi, uscito dalla sua bocca.

Non avevo mai visto questo lato di Potter.

-Potter da quando sei così…- inizio.

-Così…?-.

-Espansivo…- faccio per dire, facendogli apparire un sorriso.

-Io sono sempre stato così, mia cara Pansy…-.

Quel cara mi rimbomba in testa… un brivido mi attraversa la schiena a sentire pronunciare il mio nome da quelle labbra.

Per tutto il resto della punizione ci rivolgemmo solo poche parole… niente di più.

Ormai era calata la sera e avevamo finalmente concluso.

-Non ci credo che abbiamo finito… - esclamo, asciugandomi la fronte.

-Certo un po’ mi dispiace che questa punizione sia terminata…-.

-Lo so dove vuoi arrivare quattrocchi… ti consiglio di rinunciarci…- mentre pronuncio ciò, noto che il Grifondoro mi si è affiancato.

-Non credo che lo farò…- mi sussurra, per poi appoggiare le labbra alla mia guancia.

In quell’istante la porta si spalanca.

-Harry..!- la Mezzosangue e il portatore di pulci entrarono nella stanza.

Io divenni fucsia in volto, e mi staccai da Harry… quel semplice bacio mi ha mandato nel pallone.

-Oh…- sospirò Ron, guardando shockato la scena.

-Pinco Panco e Panco Pinco avete l’intenzione di stare qui a fissarmi finché l’inferno non si geli o possiamo tornare a farci ognuno i cavoli nostri…-.

-Emh… Harry… la McGranitt ci ha detto di dirvi che la punizione è finita, e le vostre bacchette sono tra i vostri effetti personali nei dormitori…-.

-Okay, grazie Herm…-.

-Beh…- continuò Potter rivolto a me –Io vado… ci vediamo…-.

Non lo guardo neanche e aspetto che il trio delle meraviglie sparisca dietro la porta.

Mi accascio sulla sedia, e mi sfioro la guancia destra.

-Ma che sto facendo?- mi chiedo, sentendo bruciare il punto dove quelle labbra si erano appoggiate con delicatezza.

Fra la rabbia e lo stupore, il desiderio che quel momento si ripetesse non perse tempo ad emergere.

Scuoto la testa.

 

Mancano solo otto stupidi giorni…

 

 

  
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