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Autore: ValeA    22/06/2013    2 recensioni
«La faccio breve...» Sperava che lui le dicesse che provava qualcosa per lei ma non se ne rendeva conto quanto fosse lontana dalla verità. Si stava sbagliando troppo.
«Tre mesi fa mi sono accorto che mi seguivi ovunque andassi, pensavo che fosse finita prima o poi ma vedendoti ancora qui...» sospirò. «Non lo è. Sono qui per dirti che sono stanco di non poter uscire tranquillamente senza che ci sia tu e ti conviene non farti più vedere perchè a me non piaci e non potrai mai piacermi!» La guardò per circa dieci secondi e poi riprese il suo discorso «Guardami e guardati... Siamo troppo diversi!»
Si era mai vista una storia tra un ragazzo popolare e una ragazza ''sfigata''? Forse sì, nelle trame dei film o dei libri ma quella era la vita reale e non sarebbe mai potuto succedere anche perchè dopo due settimane quel ragazzino dovette trasferirsi con i suoi familiari in America per il loro lavoro.
Lei non lo vide più dopo quella volta.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26

Pov Joyce

«Non puoi evitarlo per sempre, Joyce.» evitarlo per sempre? Era un'idea da prendere in considerazione.
Anche se la mia, ovvero di far finta che non ci fosse, cosa che a lui sembrava non disturbare, era finchè non finisse l'imbarazzo della situazione in cui ci stavamo cacciando.
Ma di chi stavamo parlando? Di Zayn Malik.
«E poi chi ti aiuterà in matematica?» ero disposta anche a prendere una F, però se davvero l'avessi presa, potevo considerarmi bocciata in quella materia. Mi serviva almeno una C- per recuperare, cosa molto impossibile che succeda senza nessun aiuto.
«Julie...» la interruppi, non la smetteva più di parlare. «Ho deciso così.» non le diedi il tempo di aggiungere altro perchè a passo spedito mi diressi verso il mio armadietto.
Presi i due libri che mi servivano per le prime due ore.
«Non puoi andartene, lasciandomi sola come un pesce lesso!» mi rimproverò.
Che dovevo fare, dovevo sentire ciò che minimamente non mi interessava?
Non le diedi retta e facendole un sorriso di circostanza, mi allontanai di nuovo.
Da lontando vidi Zayn, era diretto verso il suo armadietto che si trovava circa tre metri lontano dal mio.
Per fortuna non fece caso a me, inserì la combinazione e prese svogliatamente dei libri.
Suonò la campana, avendo biologia con il mio amato Thompson, dovevo scappare in classe il più presto possibile.
Arrivai prima del professore, mi sedetti al mio solito posto e di Harry non c'era nessuna traccia. Arriverà in ritardo.
Il professore si accomodò e si sedette, sicuramente non aveva notato la mia puntualità.
«Harrison, ha comprato una nuova sveglia?» ritiro tutto, ci aveva fatto caso e non si era risparmiato battutine.
«Sì, l'ho comprata solo per lei.» non avevo neanche tanta voglia di fare lezione, mi poteva anche buttare fuori.
La lezione senza Harry era una noia mortale.
«Bene, mi fa piacere.» lui non sembrava in vena di mandarmi via.
Dopo ciò, iniziò a spiegare per la millesima volta la funzione del DNA e del RNA, ero stanca di sentire sempre le stesse cose.
Così cercai di pensare ad altro, l'unica cosa che mi veniva in mente? Il bacio mancato.
Mi sentì troppo in colpa nei confronti di Liam, non lo vedevo da ieri in palestra.
Stamattina avevo cercato di evitarlo il più possibile, addirittura non eravamo riusciti neanche a darci il buongiorno.
Non sapevo se la mia scelta sul non rivelare nulla fosse una buona idea ma se dicessi qualcosa, lui potrebbe interpretare tutto male. Era del tutto meglio evitare.
Ieri presa così tanto dai pensieri, non ero riuscita a cenare ed ora al mio stomaco urgeva del cibo. Maledetti pensieri!
«Harrison, sta ascoltando?» mi richiamò Thompson, non perdeva mai l'occasione di ripetere il mio cognome anche per le cose più banali come una distrazione, secondo me provava molto divertimento a rimproverare me o Styles.
«No, mi sono distratta.» risposi sincera. «Questi argomenti li ha spiegati già altre venti volte.» 
Lui mi guardò accigliato. «Se è così brava, venga che la interrogo!» 
«No, non mi va.» speravo solo che mi mandasse fuori da quell'aula, già mi ero stufata di tutto ma soprattutto di lui e della sua antipatia nei miei confronti.
«Allora si faccia piacere quello che spiego.» cazzo, ma perchè non mi faceva uscire?
Così potevo non solo far visita al preside ma anche un salto alla mensa per prendere qualcosa. 
Poi mi chiedevo se il preside sentisse mai la nostra mancanza, cioè quella mia e di Harry. Era da qualche mese che non andavamo a finire da lui. Speravo solo che non stesse facendo le ragnatele rinchiuso lì dentro!
Mi chiedevo anche che fine avesse fatto Kate, non la vedevo da qualche settimana.
Basta, mi ero scocciata di restare lì. Mi alzai non curante di cosa potessero pensare gli altri e me ne andai.
«Vado dal preside!» mi autocacciai dall'aula.
Quale persona sana di mente lo farebbe mai? Io ero un'eccezione.
Thompson mi guardò sconvolto ma non disse nulla, mi lasciò andare tranquillamente.
Mentre mi dirigevo in mensa e scroccare qualcosa da Thea, la cuoca della scuola, mandai un messaggio al mio amico riccio, era strano che ancora non si fosse presentato.
*Hazza, dove sei?* subito dritta al punto.
La risposta non tardò ad arrivare. *Sotto una miriade di coperte, ho la febbre e mia madre mi vuole far prendere il brodino di pollo :S*
Scoppiai a ridere all'immagine di Harry che si lamentava con la madre, implorandola di lasciarlo dormire mentre lei cercava in tutti i modi di imboccarlo.
Adoravo Anne, era una delle mamme migliori al mondo e con Styles aveva molta pazienza.
*Ascoltala, lo dice per il tuo bene!* inviai subito dopo.
*Ti allei con lei? o.O
*Sempre :)* chiusa la conversazione, arrivai a destinazione.
Cercai di non farmi vedere da Wilma, la cuoca antipatica e mi diressi in cucina dove sicuramente c'era Thea.
Infatti eccola lì.
«Thea!» lei stava tagliando della carne, si voltò verso di me non appena la chiamai.
«Oh ciao, Joyce.» inutile dire che in quella scuola chiunque lavorasse là, già mi conosceva bene. «Che ci fai qui?» era stanca.
La capivo, Wilma oltre ad essere antipatica è anche molto scansafatiche e lascia tutto il lavoro agli altri. 
In tutti questi anni che sono in questa scuola, non l'ho mai vista lavorare.
«Non ho fatto colazione ed ora ho un po' di fame.» ammisi, lei mi sorrise.
Si diresse verso un contenitore enorme e ne estrasse una mela rossa.
«Le hanno portate qualche minuto fa, non ti fare vedere da nessuno.» lo sapevo che non dovevo camminare per i corridoi con il cibo, era assolutamente vietato dal preside. La ringraziai e me ne andai facendo molta attenzione che nessuno potesse vedermi.
Thea era un po' la mamma di tutti, si preoccupava che ci fosse abbastanza cibo per gli studenti e ci teneva che mangiassero tutti la stessa dose ci cibo ed era contenta quando qualcuno chiedeva il bis, tipo Niall.
Iniziai a mangiucchiare la mela e mentre camminavo per i corridoi, ero intenzionata ad andare da Kate.
Mi fermai un attimo davanti la bacheca della scuola per vedere i vari progetti ed eventi.
Iscrizioni per la classe di matematica e fisica avanzata, non era di certo per me.
Partita di calcio giovedì, ci sarei sicuramente andata. Giocavano i ragazzi e dovevo sostenere la Julie cheerleader che ci teneva che andassi a vederla.
Aperti i casting per il teatro scolastico, ero intenzionata ad andarci.
Facevo pena come attrice ma mi accontentavo anche di fare una piccola comparsa, mi serivano i crediti e il laboratorio ne forniva uno a chiunque partecipasse allo spettacolo di fine anno come attore.
L'insegnante che se ne occupa è Miss Hale, amava lavorare con gli studenti e non si arrabbiava mai, un buon motivo per partecipare.
E poi l'ultimo annuncio richiedeva agli studenti che sapessero cantare di esibirsi al ballo, c'erano un po' di nomi e tra quelli lessi anche quello di Brianne. Ma era seria?
Pensai al giorno prima quando l'avevo sentita cantare, i ragazzi stavano intonando Gotta Feeling e lei aveva rovinato tutto.
Aspetta... i ragazzi ieri stavano cantando! Ed erano anche bravi.
Ricontrollai nella lista i nomi e decisi di iscriverli, presi la penna che si trovava accanto alla bacheca e che avevo già usato poco prima per me e scrissi i nomi dei quattro più Louis, misi tra parentesi Band.
Mi avrebbero ammazzata ma ne sarebbe valsa la pena.
Appena finì, me ne andai nell'ufficio della rossa Kate. Bussai e fui invitata ad entrare subito dopo.
«Joyce!» fu sorpresa della mia presenza. Evidentemente non mi vedeva da troppo tempo. «Che hai combinato?»
Ma dovevo per forza mettermi nei guai per trovarmi fuori dalla classe?
«Niente, mi annoiavo e me ne sono andata.» dissi accomodandomi tranquillamente nella poltrona del suo ufficio.
Mi guardò sconvolta. «Te ne sei andata?» sì, che c'era di male?
«Thompson sta rispiegando sempre le stesse cose ultimamente...» quando rivelai chi avevo in classe sembrò comprendere, solo con lui facevo certe cose.
Con la professoressa di Letteratura inglese o di spagnolo o di qualunque altra materia, non mi sarei mai permessa di fare una cosa del genere, Kate Nolan lo sapeva bene.
«Ma non sei autorizzata ad andartene.» mi rispose in tono severo, non le riusciva molto bene.
«Non ha fatto obiezioni.» era ovvio che non le facesse, andandomene gli avevo fatto un enorme piacere.
Eravamo contenti entrambi, io non assistevo alle sue lezioni e lui svolgeva il suo lavoro più serenamente senza di me.
«Penso che non ci sia nulla di strano se non le faccia.» infatti non c'era, il mondo stava girando per il verso giusto.
Ritornò a digitare le sue dita veloci nella tastiera del computer.
«Ma Sophie come sta? Non viene a scuola da un paio di giorni...» ovviamente lei non ne sapeva nulla della partenza anticipata. 
Doveva partire il martedì della prossima settimana e invece era partito in quello di questa, quattro giorni dopo il suo compleanno.
«Si trova in America.» avrebbe giustificato le assenze per malattia, anche se era a spassarsela per Los Angeles. «Poi ti spiego.» aggiunsi vedendo il suo volto confuso.
«Hai visto ultimamente Julie?» domandò sempre Kate.
«Sì, ogni giorno.» ma che domande mi poneva?
«Non ti sembra strana?» Julie era sempre strana, qual era la stranezza? Che gioco di parole... «Le è successo qualcosa?» ah, in quel senso.
Le spiegai che era lo stress per la festa e che non faceva altro che prendersela con il mondo intero quando qualcosa non le quadrava, voleva un risultato strepitoso.
«So che c'è anche Brianne Jenkins tra gli aiutanti.» ma se io non l'avevo informata e Julie nemmeno, lei tutte queste cose come faceva a saperle? Da chi si era informata?
«Sì, si evitano.» non si erano completamente parlate durante tutto il lavoro dell'organizzazione, ciò che doveva svolgere gliel'aveva spiegato Eleonor, l'unica che ha un po' di pazienza con lei.
«Per Niall?» Oh, allora davvero le avevo messo in testa certe idee. 
«Ti giuro che non lo so. Quando penso che sia così, tutto dimostra il contrario...» lei annuiva interessata. «Ed invece quando non lo penso, sembra che sia così.» avevo perso le speranze ormai sul capirci qualcosa.
Lei sorrise. «Vorrei tornare giovane.» aveva solo trentaquattro anni, era giovanissima ancora.
«Ma tu lo sei, dovresti solo uscire un po' di più.» le consigliai.
Nel frattempo avevo anche finito di mangiare la mela.
 
 
*******
Ero appena uscita dall'ufficio di Kate, dopo una bella chiacchierata.
Ora mi ritrovavo di nuovo nei corridoi, mancavano ancora dieci minuti prima che suonasse la campana della fine della prima ora.
Sembrava che il tempo non potesse passare mai.
«Joyce...» sentì qualcuno urlare il mio nome, mi voltai verso la voce che aveva appena parlato. Era Zayn.
Che cosa ci faceva lui lì? Non aveva lezione?
«Scusa ma devo andare, devo prendere i libri che mi servono per la prossima lezione.» dissi allontanandomi, i libri li avevo già presi e si trovavano nell'aula di Thompson, nel mio banco.
«Tipo questi?» aveva tra le mani il mio libro di storia ed anche quello di Biologia. Ma...?
«Ti stavo cercando per tutta la scuola. Ma dove ti eri cacciata?» e cosa doveva importare a lui sul dove mi trovassi? 
Neanche mio padre usava quel tono autorevole!
«In giro...» non era di certo tenuto a saperlo. Il mio tono fu sprezzante, dovevo usarlo per forza se volevo che ci allontanassimo.
Era più giusto così, almeno non ci saremmo mai più trovati in situazioni ambigue.
«Non usare quel tono, non so perchè mi eviti volutamente...» come faceva a non capirlo? «Ma immagino che sia per ieri.» immaginava bene. «Non è successo niente di irriparabile. Dove sta il problema?» il problema era che noi stavamo oltrepassando il limite di amicizia, stavamo per fare un grosso sbaglio.
«E comunque non ti stavo cercando io ma il preside... ha saputo da Thompson che ti sei allontanata dalla classe.» Thompson non era cambiato neanche un po', la sua tranquillità in quel momento era perchè poi avrebbe informato dopo il preside. C'era d'aspettarselo.
«Ok.» non sapevo che altro dire, mi allontanai solamente ma prima presi i miei libri dalle sue mani.
Sicuramente gliel'aveva dati il mio caro professore.
Perchè proprio Malik? Perchè sicuramente l'avevano beccato fumare da qualche parte e l'avevano mandato in presidenza.
 
 
*****
«Mi scusi.» mi scusai per la centesima volta col preside, ero nel suo ufficio da almeno un quarto d'ora e mi ero dovuta sorbire una ramanzina infinita e anche un'ora in detenzione.
«Che non accada mai più Harrison.» a quelle parole non ci credeva neanche lui, per un motivo o un altro sarei andata a finire prima o poi di nuovo nel suo ufficio.
Annuì, che altro potevo fare?
«Ora vada...» mi dileguò, mi alzai dalla poltrona di fronte la scrivania. Non vedevo l'ora di trovarmi fuori da lì. «Harrison?»
Che voleva ancora? Mi voltai verso di lui. «In classe.» annuì di nuovo.
Dove voleva che andassi? Ora avevo un'ora di Storia, non era la mia materia preferita ma la professoressa sapeva rendere piacevole la lezione, almeno non avrei dormito.
Camminai per i corridoi, erano vuoti. 
Tutti erano nelle proprie classi a svolgere lezione, io oggi era meglio se non mi alzavo dal letto.
Una giornata peggiore di questa non esisteva, al massimo poteva equivalere con le altre.
Entrai in classe e spiegai alla professoressa il motivo del mio ritardo, lei molto comprensiva mi mandò al posto.
Neanche a lei andava a genio Thompson, lei era l'opposto perchè sapeva rendere una materia noiosa abbastanza interessante.
Il tempo stava passando abbastanza in fretta tra annedoti, giochi per farci ricordare le date e spiegazioni.
«Quando avvenne la scoperta dell'America?» mi domandò, semplice.
«12 Ottobre 1492.» risposi prontamente, quella era una delle domande più semplici che potesse mai farmi.
Subito dopo di me, continuò con le domande con il resto della classe.
Bussarono alla porta, la prof diede il permesso di entrare e dalla porta sbucò la testa di Julie e Eleonor.
Che ci facevano loro lì? Ma oggi nessuno aveva lezioni da seguire?
Prima per i corridoi incontrai Zayn, ora loro. 
«La signorina Harrison può uscire? Abbiamo il permesso per essere esonerata dalle lezioni.» permesso? Allora, qualcosa di buono accade ogni tanto. Ormai avevo perso anche le speranze.
«Chi l'ha firmato?» Julie glielo fece vedere.
«La signorina Nolan, la segretaria.» Kate e la professoressa erano molto amiche, avevano all'incirca la stessa età e ogni tanto capitava che le incontravo insieme a parlare del più e del meno.
«Va bene, Harrison puoi andare.» è da quando sono entrata in questo edificio che non faccio altro che sentire pronunciare il mio cognome. Presi i miei libri, la matita e mi alzai. 
Cercavo lo sguardo di entrambe le mie amiche per avere spiegazioni, nessuno delle due però mi guardava in quel momento.
Appena mi trovai fuori dalla classe, chiesi il motivo.
«Oggi abbiamo i provini, dobbiamo preparare tutto e Kate mi ha dato l'ok all'ennesimo "Ti prego!"» Julie riusciva ad essere anche molto convincente. Aveva detto che avevamo i provini oggi? Ma non erano giovedì?
Chiesi delucidazioni. «Sì, ma c'è la partita.» e quindi? «E noi dobbiamo provare la coreografia prima.» mi informò la bionda.
Ah ecco, ma c'era un problema! Io oggi non potevo, ero in punizione.
«Devo farmi un'ora con Durbey.» Durbey era il professore che si occupava delle detenzioni, insegnava matematica ed era molto noioso.
Però in confronto alla mia professoressa di matematica, era più preparato e metteva voti più alti.
«Che hai fatto?» mi guardò sconvolta Eleonor, si ci doveva ancora abituare.
«Me ne sono andata dalla classe.» era molto più sconvolta di prima.
«Va bene, faremo la prima mezz'ora senza te.» pensavo che l'avrebbe spostato, ma lei non aveva letto gli ultimi candidati? «Poi allora tu e Zayn ci raggiungete in palestra.» ok. Zayn? Che c'entrava lui? «Anche lui ha un'ora con Durbey.» mi battei una mano abbastanza forte sulla fronte. Anche lui era dal preside, ci aveva dato le stesse punizioni.
Tra una chiacchera e l'altra, eravamo già arrivati alla bacheca scolastica. C'erano una trentina di nomi.
La presero per vedere chi dovevamo provinare, non si aspettavano di certo gli ultimi cinque nomi.
«Si sono iscritti?» domandò confusa Eleonor.
Dovevo dirlo che ero stata io? Sì, tanto uscirà la verità prima o poi, era tanto meglio fin da subito.
«Sono stata io. Sono bravi e potrebbero alternarsi con i Red Fire.» quest'ultimi erano un gruppo di quattro studenti che suonavano bene e che si erano guadagnati un po' di popolarità con la loro musica nelle feste.
«Non ne saranno d'accordo.» disse Julie, speravo solo che non se la prendessero più di tanto.
«Forse dovevi chiedere prima cosa ne pensavano.» le diede ragione Eleonor.
«Ormai sono iscritti, non possiamo cancellare i loro nomi.» confermò Julie i miei pensieri.
Non si poteva tornare indietro.
«C'è un problema.» mi ricordai in quel momento che qualcuno non poteva cantare oggi. «Harry sta male.»
«Non arriveremo a fare tutti oggi, loro essendo gli ultimi nella lista lo faranno domani. Ora andiamo a preparare tutto e dobbiamo informare i primi quindici della lista.» Harry doveva mangiare quel brodo a qualunque costo, lo imboccherò io se sarà necessario.
 

 

Pov Julie

«Ehi.» sobbalzai per lo spavento, chi cavolo era? 
Quando mi voltai, trovai una testa bionda che si beffeggiava di me. Ma perchè me lo ritrovavo ovunque?
«Horan, non rompere le balle.» ero irritata. «E non prendermi per il culo!» non sopportavo chiunque lo facesse.
«Che fai qui?» ignorò tutto ciò che gli avevo detto, rompendomi le balle appunto.
Se facevo finta di non sentirlo, se ne sarebbe andato? No, lui ripetè la domanda con lo stesso tono calmo di prima. 
Dovevo rispondere oppure me l'avrebbe chiesto all'infinito. «Cerco delle cose per il ballo.» cosa potevo cercare in uno sgabuzzino? «E tu?» lui non doveva essere lì, doveva avere trigonometria, non che sapessi il suo orario.
«Ti cercavo.» mi aspettavo mille risposte diverse ma non quella.
Perchè mi stava cercando? Io non potevo perdere tempo inutilmente.
«Mi hai trovata.» gli feci un applauso. «Ora puoi andare.» sapevo di risultare scontrosa ma non avevo voglia di parlare con lui.
«Secondo te ti cercavo solo perchè avevo voglia di vederti?» domandò divertito.
Scossi la testa. «No, perchè ti piace farmi perdere tempo... ma io ho un'organizzazione da portare avanti e tempo non ne posso perdere.» presi degli addobbi degli anni precedenti e iniziai a scartare quelli che potevano andare bene a quelli che assolutamente erano da richiudere dentro la scatola.
«Ti devo parlare.» disse dopo qualche minuto.
Gli feci segno di continuare. Che aveva da dirmi da non poter rimandare?
«Io non canterò, da quella lista puoi pure togliere il mio nome.» come aveva saputo? Ancora non era stato annunciato nulla.
«Ormai è stata ritirata.» era intonato, qual era il problema?
«Non mi presenterò.» non faceva di certo un dispetto a me, non ero stata io a mettere il suo nome e quello degli altri quattro su quella lista. 
«Non mi fai un dispetto, anzi almeno non dovrò sentire la tua voce per tutta la sera.» per orgoglio avrebbe anche potuto accettare. «Joyce ci teneva e per questo vi ha iscritti.» Joyce era anche un suo punto debole, a quel nome sembrò convincersi almeno un po'.
Mi dava fastidio la sua reazione appena sentì il nome della mia amica.
Presi tutto ciò che mi serviva e me ne ritornai in palestra, sapevo che si sarebbe presentato.




Note dell'autrice super-ritardataria:
Ciaooo *si va a nascondere* vorrei scusarmi per il ritardo enorme, è quasi un mese che non aggiorno. I motivi sono due:
-La scuola fino alla fine mi ha tolto tutto il tempo a disposizione
-La connessione internet se n'è andata in vacanza, non so neanche dove o.O (oggi mi si è accesa la lampadina e grazie al mio cellulare ho internet sul computer) xD
Maaa comunque, non so quando ritornerò con il prossimo, sempre colpa della connessione .-. però lascerò uno spoiler!
Joyce evita Zayn, geniale questa ragazza? ahahahahahha purtroppo non sa che fare, non vuole fare un torto al suo ragazzo oltrepassando i limiti con il migliore amico di lui! :D
Niall e Julie che si punzecchiano, quanto sono adorabili?! Lei pur di convincerlo, tira in ballo Joyce ahahahahha astuta lei :P

Ringrazio tutte le persone che hanno inserito questa storia tra le seguite/preferite/ricordate e
Vale_lightblue che recensisce sempre. La ringrazio soprattutto perchè mi ha ascoltata in questo periodo che non è stato particolarmente bello per me.

 
GRAZIE VALE, TI VOGLIO BENE <3

 
Spoiler:
«Jacob mi ha invitata ad andare al ballo.» rispose la bionda.
Lo sguardo di Niall era indecifrabile, non riuscivo a captare neanche cosa stesse provando. Però ero sicura che non ne fosse contento, anzi il contrario.
«Ah. Mi sta sulle palle, quello.» Zayn sapeva dire qualcosa di giusto ogni tanto. 
«Vi siete messi tutti d'accordo contro di me?» beh, in effetti eravamo in due.
«Io non ho ancora espresso il mio parere.» rispose prontamente El. «Ma secondo me hanno ragione.» 
Julie fulminò a tutti e tre. «Lo diciamo per il tuo bene.» continuò El.
«Se non ricordo male...» Zayn si interruppe subito dopo per pensare. «Niall, ma una volta non avete litigato per Meagan Tyler?» 
Meagan Tyler, tasto dolente per Julie.



Piaciuto lo spoiler? Che significa? 
Me lo dite tramite una recensionina? :')

Abbigliamento: http://www.polyvore.com/capitolo_26/set?id=74365820 (Joyce-Julie)
 
  
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