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Autore: ParalyzedArtwork    23/06/2013    1 recensioni
”Cosa volete?”
“Quello che continua a dividerci e continua a tenerci uniti. L’odio verso di voi, quello che continua a gettarci nel caos ed ha farci risorgere.”
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le porte centrali della chiesetta erano ormai aperte. La bara era sollevata e portata dall’ingresso all’altare, da sei mastini; dietro a chiudere la fine i tre mastini più vecchi e come capo fila Cassidy accanto al Santo Padre; il Capo dei Mastini. Le avevano detto che ancora una volta avrebbe dovuto introdurre lei la messa, aveva accettato, da quella sera era diventata quasi apatica, senz’anima, senza più un briciolo di spirito. Indossava come tutti i suoi compagni la veste funebre; essa era composta da una maglietta senza maniche a collo alto, con una fascia metallica  color blu e bianco molto sottile che terminava al centro del seno con due riccioli e dei pantaloncini neri, molto attillati. Sopra i pantaloncini una lunga gonna nera  con due spacchi in corrispondenza dei fianchi, con sotto delle parigine fino al ginocchio nere e dei stivaletti rigorosamente neri a punta con un’apertura a coda di rondine. Anche il mantello era rigorosamente nero ed indossavano tutti il cappuccio con le mani intrappolate l’una nell’altra. L’unica cosa che contrastava il nero e distingueva i vari Mastini erano le varie rifiniture sulle calze, la fine della gonna, i stivaletti e soprattutto il mantello. Nei primi tre casi erano solamente riccioli, figure floreali quasi a simboleggiare la creazione mentre sul mantello  era inciso sempre a colori blu scintillante il cerchio di Rune, con al centro la runa simbolo del Mastino stesso, dipinta di bianco, e dello stesso colore erano le altre due rune minori che lo rappresentavano. Al centro del mantello di Cassidy c’era Algiz, raffigurata come un bastoncino con ai lati due piccole ramificazioni, simbolo di purezza, protezione e preghiera, mentre le altre due rune evidenziate erano Vunjo, rappresentata come una “pì” con linee spezzate simbolo gioia, illuminazione, preghiera e grazia, e Naudiz, una “ics” a 45° simbolo di spiritualità, fuoco interiore sempre acceso e ricerca. Queste Rune minori poste al contrario erano segno di grande sfortuna e cattivissimi presagi. Avanzarono fino all’altare, qui Cassidy si sporse in avanti si inginocchiò per ricevere la toga bianca e blu dal Signore e mentre tutti i mastini posizionavano la bara e ognuno si disponeva ai propri posti, la messa iniziò. Cassidy la condusse con serietà e professione e un briciolo di distacco molto visibile, anche nella predica che fece per prima si avvertiva questa sua poca voglia e questo trasandato interesse. Alla fine della cerimonia i Mastini si ricomposero e varcando le porte laterali dell’altare e scendendo i corridoi di solamente un piano arrivarono alla cappella. Qui venivano murate le bare di ogni Mastino, ogni bara aveva avanti una lastra di vetro che permettesse di rendere ancora visibile il contenitore funebre, il lato della bara visibile era coperto da una targhetta che indicava i dati del Mastino ed i vari ringraziamenti. Alla fine della cerimonia tutti rimasero in silenzio, tutti erano in preghiera ma verso la fine fu Amy, uno dei mastini più vecchi seconda ad Antony, a rompere il silenzio con il permesso del Santo Padre e avvicinandosi verso Cassidy ed al suo compagno Joe.


“La perdita che abbiamo avuto è stata devastante, anche per il popolo, i Ghoul stanno diventando molto velocemente più forti e cercano di attaccarci direttamente, anche se in primis sono loro a perdere uomini. Non sappiamo ancora la causa di questa forza da dove sia scaturita, ed escludiamo dalla morte di numerose genti, visto i nostri grandi controlli. Adesso dobbiamo pensare a rinforzarci, a non aver paura ed andare avanti. Ci sono due grandi compiti da occupare la proclamazione di un nuovo Mastino della casata Anziani e un Mastino Allevatore del nuovo Mastino Giovane. Purtroppo non abbiamo tempo da perdere e già il dover allevare un Mastino piccolo rappresenta una difficoltà abbastanza eccessiva per i nostri tempi. Prego ognuno di voi di svolgere i propri compiti al massimo e farsi carico anche di qualcuno altrui. I Mastini in carica saranno Joe e Cassidy.”

Tutti sapevano da tempo che sarebbe aspettato a loro questo ruolo, nessuno stupore.

“L’annuncio verrà posto come di consono all’esterno della piazza nel cerchio Runale, con il consueto giuramento. Per il momento vi prego di continuare a svolgere le vostre mansioni. Verranno riprese numerose lezioni di potenziamento. Arrivedervi.”

Adesso tutti i Mastini si dileguarono e lasciarono parlare i gradi alti tra di loro. Gli ultimi ad essere congedati furono appunto i due ragazzi.

“Non abbiamo tempo per aspettare un’incoronazione ufficiale. Mi dispiace dover infrangere le regole così.”

Aveva proclamato Amy, dolcemente.

 “Uno di voi si meriterebbe entrambi i ruoli e lo sa, ma tutto ciò non è possibile anche per antichi fattori non dipesi da lui, e per le capacità discordanti l’uno dall’altro. Joe congratulazioni”


cercò di fare un dolce sorriso, come Cassidy del resto. Avevano entrambi capito che Joe sarebbe diventato il Mastino della casata degli Anziani e Cassidy la giovane Allevatrice. Tutti i Mastini Anziani e la ragazza si congratularono col ragazzo e piano piano anche loro uscirono dalla cripta.


”Allora a quando le nozze”

scherzò Joe.


“A mai tesoro.”

Si conoscevano da quando erano piccoli e Joe aveva sempre manifestato un certo interesse verso la ragazza, sarebbero dovuti finire spostati ma Cassidy voleva a tutti i costi diventare un Mastino. Lui ancora sperava in questa remota possibilità, ma per lei nel peggiore dei casi voleva dire lasciare la Confraternita ed il suo cuore era preso da un’altra persone ed ormai quasi tutti lo avevano capito. Usciti dalla chiesa dalla parte continuando il loro battibecchi si salutarono e girandosi, lei trovò un’amara sorpresa. Era accanto alla balconata dell’entrata del palazzo dei Mastini, lo aveva notato con la coda dell’occhio ed aveva capito subito di chi si trattava. Capelli lunghi fino alle spalle, con la riga in mezzo, grigi, occhi color ghiaccio quasi trasparenti, fisico poco robusto, altro e magro, vestiva indumenti verde spento e nocciola con un arco sulla spalla sinistra. Lo raggiunge immediatamente.

“Cosa ci fai qui?”
 “L’ho portato io.”
“Tu eri lì con loro?”
 “Mi trovavo lì per una missione.”


 Sembrava che non si vedessero da cinque minuti mentre invece era un’eternità.


 “Grazie dei saluti. Comunque rechiamoci alla cella.”
 “Perché hanno imprigionato un bambino?!”

si diresse per primo dentro la casa dei Mastini, di lì per la chiesa e poi giù per le segrete. Esse erano il ultimo piano dopo quello dei Sacrifici. Nel tragitto avevano smesso di parlare, arrivati alla porta si erano scambiati delle occhiate.

“Bryan..”
“Ti spieherò tutto dopo. Lui è il ragazzo che diventerà il futuro Mastino. Sei all’altezza più di chiunque altro. E’ innocente ed innocuo, non conosco nulla di lui, dopo parleremo. Prendi”

le diete un fagotto con dentro un panino e scomparve per la grande scalinata a chiocciola. Era ormai demoralizzata del tutto. Entrò nella stanza della prigione. Era un piano molto vasto più di quanto si potesse pensare. Celle spaziose, chiuse con delle sbarre poco distanti di ferro, su di una sbarra, in alto dalla parte esterna,  c’era una piccolissima serratura che permetteva di aprire la gabbia. Le celle erano vuote, ma non fu difficile trovare il ragazzo. Mugugnava, sembrava piangesse oppure che si stesse lamentando. Il suo sguardo era mutato e si avvicinava furtiva. Scostò il mantello all’indietro. Il bimbo era sdraiato di schiena appoggiato alle inferiate ed appena la sentì arrivare saltò in piedi all’allerta. Cercò di sorridere un po’ preoccupata ed ancora triste.

“Ciao, anzi Piacere”

 il bambino era molto restio nel parlare, aveva iniziato a presentarsi ma lui non le degnava interesse fino a quando non pronunciò la parola Mastino. Lì il ragazzo scattò ed urlò

 “Tu sei un Mastino?! Allora esistono veramente?! Sapevo che papà non mi mentiva, sapevo che esistevano, portatemi via!”

La ragazza iniziò a sorridere e aprì la gabbia, che si sollevò automaticamente. Si era accovacciata a terra e stava offrendo il panino al bambino.

“Non so cosa sia, io lo chiamo panino, probabilmente al prosciutto, poi non so te. Me l’ha dato un signore gentile dai capelli grigi. E’ buono, credo.”

Sorrideva.

“Lo conosci?” annuì e poi continuò

“Mi ha salvato e dato a dei signori vestiti di bianco cattivi”

 stava ridendo

“Mangia”

il bambino prese il panino e stava per morderlo, poi si ricordò che era stato catturato e non doveva fidarsi troppo.

 “Puoi fidarti.”

Aveva fame e lentamente provò a mangiare.


“E’ buono..”
“Visto? Massimo morirai tra qualche ora quando il veleno farà effetto”


 il bambino di paralizzò e lei gli scompigliò i lunghi capelli color castano d’orato. Adesso i suoi grandi verde petrolio la fissavano. Doveva avere sui dodici anni. Era ancora troppo piccolo. Iniziarono a parlare e lei gli spiegò che si trovava in un mondo alternativo al suo, che viveva ancora con delle regole medievali ma migliorate, comandato dai Mastini che si assicuravano di proteggere anche il suo popolo dalla minaccia dei Ghoul, utilizzando le rune per purificarli. Gli fece vedere il mantello e disse che questa non era la veste ufficiale e che se avrebbe voluto avrebbe potuto imparare a padroneggiare le rune e avrebbe avuto una veste tutta sua, per non parlare dei combattimenti con arco, spade ed i vari pugnali e lame. Ascoltava entusiasto ed affascinato, tutto e sembrava ben predisposto.

“Ma un ragazzo come te non sarebbe dovuto entrare in questo mondo, lo sai? I tuoi genitori di dove sono?”

fece spallucce.

“Mamma mi ha sempre raccontato che papà se n’era andato via perché non poteva più occuparsi della famiglia, causa il suo lavoro ed ogni tanto un uomo dai capelli brizzolati e con una strana uniforme veniva a farci visita. Una volta mi disse che forse sì, quello poteva essere papà, mi raccontava storie su questo grande mondo e mi parlava dei Mastini dicendo che anche io ne avrei potuto far parte. Non ne sapeva molto ma le sue storie erano sempre eroiche. Mi aveva raccontato della loro città e di come arrivarci.”

La ragazza aveva avuto un tuffo al cuore sentendo parlare di quell’uomo, forse aveva capito di chi si trattasse e tutto ciò la inquietava, mentre il ragazzo continuò il suo racconto.


 “Un giorno quel signore venne a trovarmi e lo seguì e mi ritrovai in una città gigantesca. Si era accorto di me e cercò di farmi andar via ma in quel momento..”
“.. Le fiamme divamparono. Tua mamma è all’oscuro di tutto?”
“No gli lasciai un bigliettino con scritto che andavo a diventare un Mastino!”

Le campane risuonarono forti per il paese fin sotto alla prigione.

“Bene, pare bisogni andare all’incoronazione del Nuovo mastino Anziano e della tua come Apprendista. Diventerai un Mastino, che tu lo voglia o no, purtroppo. Apprenderai ogni cosa col tempo.. Ragazzo mio.”

Tutti i Mastini indossavano la veste ufficiale e circondavano la piazza  delle rune con al centro Joe. Cassidy era al proprio posto mente l’arciere insieme ad una vecchia nutrice di nome Margherita, assistevano da lontano. Laggiù si potevano scorgere anche delle ombre. Il rituale iniziò ognuno macchiò le sue rune ed anche Joe fece così, e macchiò il centro, le rune si sprigionarono ed ognuno gridò la sua. Ci fu un bagliore e Joe pronunciò l’ultima runa, senza numero e senza forma, il Karma. Il Santo Padre mise il suo mantello sopra quello del ragazzo e tutti applaudirono, poi iniziarono gli elogi e l’acclamazione per il nuovo Mastino e per il suo Allevatore. Cassidy prese il bambino e si mise al centro, posò la sua veste sopra il ragazzo, Frà Cliff indossando lei ancora quella funebre gliela aveva porta poco prima, insieme a quella del santo Padre. Da quel girono iniziava un nuovo giorno.  Tutti applaudirono e lentamente la folla iniziò a cantare. Iniziarono i festeggiamenti per i nuovi Mastini di lì a poco. Musica, danzatori, giocolieri. Cassidy cercò di raggiungere il giovane Gaunt della Notte che si trovava infondo alla gente insieme all’arciere ed alla nutrice, ma la folla che li precedeva la stava portando via. Era ormai notte e tutti ballavano e cantavano, avevano consumato al cena e Cassidy aveva già iniziato ad illustrare al giovane ragazzo di nome Klaus i vari balli ed usanze. Ad un certo punto il giovane arciere la rapì per ballare ed iniziarono gli scambi di coppie, c’era un’atmosfera di gioia nell’aria e pura felicità, che cercava di cancellare quei brutti ricordi o almeno questo era ciò che sembrava. Mentre ballavano iniziarono i fuochi d’artificio e Cassidy si girò rapita da quello spettacolo, ma il suo accompagnatore, questa volta, non la seguì. Aprì le zanne ed iniziò ad avvicinarsi al collo della giovane. Sentendo la bava calare la ragazza si girò e vide la pelle dell’uomo diventare osso e liberare la sua vera forma.  Cassidy ebbe la prontezza di spostare il braccio dalla spalla del Ghoul al collo di quest’ultimo e buttarlo a terra  girandoglielo poi di lato e provò a bloccarlo premendo con il piede sulla sua pancia. Il Ghoul emettè dei gemiti di dolore e provò a dimenarsi
   
 
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