Nascondere il blu
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sservava il suo volto con
enorme stupore, ma non riusciva a rendersi conto di quanto bello in realtà
fosse. D’altronde era comprensibile, dato che la povera ragazza non aveva alcun
termine di paragone con cui confrontare la sua bellezza. Capelli biondi, guance
pallide, labbra rosse come il sangue che spiccavano su una pelle tanto candida,
e occhi… blu! Nonostante Alice non lo avesse mai visto, sapeva che era
confinato nelle sue iridi, perché era un colore fresco, tranquillo, e soprattutto
meraviglioso. Fu però inevitabile per la giovane chiedersi perché quella
maledizione non aveva privato anche i suoi occhi del blu, ma ovviamente, questa
domanda sarebbe rimasta priva di risposta. Guardò poi la grande porta d’ingresso, e
nonostante le imprimesse dentro l’animo un gran terrore, Alice pretendeva la
libertà. Si sentiva pronta a lottare contro la sua paura, a lottare contro un
mondo a cui apparteneva, ma che ne era stata allontanata senza permesso.
“Blu!” chiamò Alice. Il micio
si gettò tra le gambe della padrona, facendo cadere, forse intenzionalmente,
altri oggetti dal tavolo sul quale nel frattempo era salito. Stavolta Alice non
lo rimproverò, non le importava nemmeno, ma avanzò al gatto una richiesta, con
la certezza che il micio avrebbe capito.
“Blu, ti prego, aiutami a
trovare qualcosa che riesca a coprirmi gli occhi”
Il gatto la squadrò un attimo,
e poi balzò via, in cerca di qualcosa che potesse aiutare la ragazza. Anche lei
stessa iniziò a cercare, ma poi vide una piccola sacca e pensò che sarebbe
stato folle evadere dalla sua prigionia senza munirsi di qualche utile risorsa.
Prese dunque la sacca, la mise a tracolla, e la riempì con gli oggetti più
utili che riuscì a trovare, finché questa non fu del tutto piena.
“Pronta!” esclamò Alice,
cercando più che altro di convincere se stessa. Intanto Blu era tornato
indietro, col suo bottino che consegnò altezzosamente alla padrona. Quest’ultima
lo prese dalle fauci del felino,e lo esaminò con attenzione. Sapeva cosa
fossero, non ne aveva dubbi, e sarebbero stati perfetti.
“Miaooo” fece Blu, aspettando
impaziente le lodi mancate.
“Bravissimo Blu, sei un genio”
si complimentò lei, facendogli una lunga carezza. Poi si mise gli occhiali
scuri sopra il naso, e la stanza divenne ancor più tetra di quanto non fosse.
La notte era sopraggiunta da poco, forse sarebbe stato più prudente uscire alla
luce del sole, ma ormai la curiosità di Alice aveva preso il sopravvento sulla
paura di affrontare il mondo. E dunque, con grande risolutezza, fece
esattamente sette passi prima di giungere di fronte alla porta, per poi spalancarla.
Non era però a conoscenza, purtroppo, che tra quella porta e la libertà vi era
un’immensa voragine di sofferenza…
Okay… Tenere sulle spine non mi piace per niente!
Soprattutto quando ci va di mezzo la scrittura! Con Alice e il blu avevo in
mente di scrivere poco alla volta, ma non è stile che mi appartiene… Vi avviso
che sarà l’ultima volta che scrivo così poche righe, alla prossima qualcosa di
più sostanzioso! Parola mia!