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Autore: aki_penn    24/06/2013    7 recensioni
Maka Albarn ha come unico scopo quello di partecipare ai regionali di nuoto, per poi passare ai nazionali e magari alle Olimpiadi; Soul Eater, nel suo completo rosso di bagnino, è dell’idea che ci siano cose migliori che fissare tutto il giorno una linea di piastrelle blu infondo alla vasca della piscina olimpionica.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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   04.There’s something in the water that makes me love you like I do
Soul si chinò sulle piastrelle della piscina per guardare Thunder che sguazzava. “Ecco, questa te la presto io, ma portatela da casa la prossima volta, il regolamento della piscina è molto rigido riguardo alle cuffie, la signorina Azusa ha anche messo delle multe per i trasgressori” spiegò, mentre più in là, il direttore, il signor Shinigami, insisteva per lanciarsi in piscina vestito “Almeno le scarpe se le tolga” chiese gentilmente il signor Sid, che teneva le redini della piscina al posto dello scalcinato direttore mascherato.
“Non mi piace la cuffia” replicò Thunder “E vorrei provare a fare il bagno con le scarpe strane di Crona!” fece il bambino, imbronciandosi. Soul scosse la testa “Quelle sono pinne, e te le faranno usare solo nel corso avanzato” ribatté Soul, cercando di non mettersi a litigare, tra l’altro quello era il fratellino del secondo bagnino, Kirikou.
“Ma Crona non sa neanche nuotare! Ha il salvagente!” ribatté, a ragione, il ragazzino. Soul alzò gli occhi al cielo “Questa è una questione più delicata” fece poi lui “parlane con tuo fratello” concluse, sbolognando ogni responsabilità al povero Kirikou.
Maka entrò in piscina zoppicando, accompagnata da Tsubaki, che guardava con apprensione la stampella “Dici che sia il caso di usarla qui? E’ tutto bagnato…” fece, premurosa. “Magari se mi stai di fianco e mi tieni un po’ va tutto bene” fece lei, con un sorriso. Tsubaki annuì e l’afferrò senza troppa decisione per un gomito.
Una delle due gambe era molto più magra dell’altra e Maka non si azzardava ancora ad appoggiarla per terra.
“Non vedo l’ora di fare un tuffo!” esclamò poi, con gli occhi che le brillavano, mentre Soul continuava a discutere con Thunder in lontananza, e non dava segno di averle viste.
“Noi non li batteremo! Li uccideremo! E faremo vedere chi sono gli Dei della pallanuoto!!” strillava Black*Star dall’altra parte della piscina, Tsubaki si coprì la faccia, fingendo di non conoscerlo, mentre gli altri giocatori alzavano le braccia e applaudivano. Il signor Stein fumava seduto su una seggiolina di plastica, in barba al divieto.
“Allora Thunder, vai e nuota…mi sembra che la tua insegnante ti stia aspettando, no?” continuò Soul, indicando Jacqueline che salutava Thunder dall’altra parte della vasca. Thunder sbuffò e si infilò la cuffia, prima di partire a nuotare a dorso in quella direzione. 
Soul sbuffò e si rialzò, a stare chinato in quella posizione gli era venuto male alle gambe.  Si voltò, deciso a tornare al suo posto di bagnino, ma si ritrovò occhi negli occhi con una biondina che pareva proprio Maka “Bù!”
Sobbalzò sbilanciandosi all’indietro e l’unica cosa che gli venne da fare fu allungare il braccio verso Maka e portarsi dietro anche a lei, sul fondo della piscina.
L’impatto della schiena con l’acqua fu doloroso, morbido quello di Maka col suo petto, mentre affondavano nel blu.
Soul aprì gli occhi, non lo faceva mai in piscina, tutto quel cloro gli dava un fastidio assurdo, Maka era sfocata e bionda, addosso a lui. Si avvicinò a baciarla, chiuse gli occhi e non seppe dove, forse sul collo, forse sulla guancia, forse sulla bocca, premette le labbra contro la sua pelle e quando riaffiorarono si erano già staccati, anche se lui continuava a tenerla stretta, in modo che non fosse lei a dover muovere le gambe per stare a galla. Maka tossicchiò e ridacchiò tenendosi stretta al suo collo, per non affondare. Gli anni di nuoto gli avevano dato addominali e gambe abbastanza sviluppati da tenere a galla entrambi senza troppa fatica.
“Ehi, da quando si sta in piscina senza cuffia?” esclamò Kirikou, che era arrivato proprio in quel momento per il cambio di turno. Tsubaki pareva in preda al panico “Maka? E’ tutto a posto? La gamba?”
Kirikou soffiò nel fischietto facendo portare a chiunque potesse le mani sulle orecchie, per difendersi da quel frastuono.
“Soul…sei anche il bagnino…” aggiunse sconsolato.
“Kirikou…dai, siamo caduti…non dirlo ad Azusa…che non ce ne liberiamo più” e così dicendo allungò Maka verso il bordo che di si appoggiò con la schiena e con un colpo di reni ci si issò, seguita da Soul, ginocchio dopo ginocchio.
Tsubaki aiutò l’amica a tirarsi su, senza dover appoggiare il piede per terra “Stai bene?”
Maka sorrise a annuì, fradicia, la schiena era percorsa da un brivido. “Sono solo caduta in acqua” e sembrava molto più contenta di quanto non fosse stata nell’ultimo mese.
“Ti sei tolta il gesso” constatò Soul, seduto a gambe incrociate per terra, intento a strizzarsi i bermuda. Maka lo guardò sottecchi “Questa mattina”
Kirikou diede uno sguardo veloce alla piscina “Lui è entrato senza cuffia, non la voglio nemmeno io!” sbraitò Thunder, lanciando via il proprio copricapo.
Il ragazzo sospirò, sarebbe stato un turno estenuante “Soul…vai ormai tocca a me, arriverai un quarto d’ora in anticipo la prossima volta…va bene?” disse Kirikou, che era in vena di far del bene. Soul ghignò alzandosi e diede una manata sulla spalla all’amico “Grazie”
“Credo che dovresti andare ad asciugarti. O vuoi sguazzare con Liz nella vasca dei piccoli? Non ti faccio nuotare in quella dove non tocchi” fece lui, con aria da despota.
“Tanto è meglio che col piede non tocchi niente” ribatté lei, mostrandogli la lingua, stando in piedi su una gamba, come un fenicottero.
Soul alzò le sopracciglia “Beh, allora non ti farò toccare per terra con nessuno dei due piedi” fece lui a mo’ di sfida e si avvicinò prendendola in braccio, mentre lei si dimenava.
“Piantala!” sbottò Maka mettendogli una mano in faccia, nel disperato tentativo di liberarsi “Questo è il tipo di cose che fa Black*Star quando è in vena!” sbottò, arrossendo, adirata. Un’altra che arrossì  fu Tsubaki, che si coprì prontamente la faccia con le mani. Soul attraversò tutta la piscina con una scalpitante Maka in braccio, che gli tirava i capelli e che cercava di colpirlo in tutti i modi.
Andò dritto fino agli spogliatoi, indugiando nella zona delle docce, prima di depositarla a terra.  Maka zampettò su un piede solo, come un buffo pennuto.
Si grattò la testa, imbarazzata “Brutto cretino” esclamò, mentre lui rideva “E dai! Black*Star lo fa sempre!”
“Appunto per questo!”  ribatté lei, tonalità pomodoro. Non ebbe modo di dire altro perché lui le prese il viso tra le mani e la baciò con impeto. Maka boccheggiò a occhi chiusi, quando lui si allontanò sempre tenendole il viso tra le mani.
Fece un sorrisetto, Maka amava e odiava quei suoi maledetti sorrisini da saputello. “Non è un po’ scomodo stare su una gamba sola?” chiese, languido.
Maka lo guardò male “Vuoi che appoggi quella rotta?” fece lei, indispettita.  Soul sbuffò, con aria di superiorità “Figurati! Non sai cosa si dice di noi bagnini?”
Maka gonfiò le guance, stizzita “Di sicuro so che tu sei un deficiente!” sbottò lei, mentre lui rideva e l’afferrava per le gambe, sollevandola di nuovo da terra. La schiena di Maka cozzò con malagrazia contro il muro piastrellato. E la lingua di Soul andò subito a lambire il suo collo.
“Sono felice che ti sia messa il costume a due pezzi, finalmente si vede qualche cosa di un po’ meno serioso” disse a bassa voce, spingendosi contro di lei. Maka gli mordicchiò il labbro, appena lo ebbe di nuovo davanti “Non vedo cosa ti cambi. E smettila di giocare coi laccetti dei costume, che, se non mi tieni su, casco per terra!” disse, con voce stridula, affondando di nuovo il volto nell’incavo del collo. Soul ridacchiò, ma un secondo dopo urlarono entrambi, e non di gioia. Per poco Soul non fece cadere Maka per terra, mentre l’acqua gelida della doccia, che sembrava essersi aperta come per magia, scrosciava su di loro. Maka spense il getto con un colpo secco ed entrambi guardarono il corridoio delle docce comuni, dove stava in piedi un tranquillissimo Stein, in bermuda e sigaretta “Sono sicuro che il tritone e la sirenetta abbiano una vasca da bagno anche a casa, se vogliono provare il brivido di amoreggiare in un posto bagnato e pieno di piastrelle che provino in un bagno privato” e così dicendo se ne andò divertito.
Nessuno dei due ebbe la forza di ribattere, ma Maka voltò di nuovo lo sguardo verso Soul e scoppiò a ridere “Oh…devi  essere proprio un bel tritone…molto virile, con il tuo tridente e la coda di pesce!” disse passando distrattamente la mano sopra l’ombelico di lui, la imbarazzava anche solo pensare il fatto che le piacessero i suoi addominali appena accennati, era una cosa da ragazzina scema, ma si sentiva bollire quando li toccava, e Soul lo sapeva.
Soul arrossì “Ma smettila…”
“Allora era questo che si dice dei bagnini…beh, dove hai messo il tuo tridente?”
“Lo vuoi sapere?”
“Oh, cavolo…Soul…” sbottò stufa, non aspettandosi che lui rigirasse la presa in giro contro di lei, mentre lui la rimetteva per terra. “No, non lo vuoi sapere, lo sai già” e Maka gli tirò un pugno nello stomaco.
 

 
 
   
 
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