Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Grotesque    25/06/2013    0 recensioni
Aveva appena piovuto e l'aria era impregnata dall'odore di terra bagnata, così rilassante, eppure così triste e malinconico per un bambino delle terre assolate spagnole trasferitosi in un posto dal cielo perennemente plumbeo come l'Inghilterra.
Genere: Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II Arc ~ Sculptura
 
Arrivarono a piedi di fronte alla casa di Antonio. Normalmente, quando si incontravano o uscivano insieme, non andavano a casa sua dato che non ci fosse molto da fare se non chiedersi a cosa servisse una stanza o l'altra. In sostanza, era un posto abbastanza noioso, anche perchè, con tutto il fango che si veniva a formare nel cortile, era anche impossibile giocare a calcio. Dunque in realtà, era la prima volta che i due amici la vedevano dal vivo invece che dalle descrizioni di Antonio -che per lo più si lamentava per il malfunzionamento delle vecchie tubature o dei rumori fastidiosissimi della casa.

Come al solito, anche quel giorno il tempo era deludentemente nuvoloso ma, stranamente,
accennava ad un qualche miglioramento. Chissà, magari...

-Beh, entriamo oppure rimaniamo a fissarla?- chiese, in tono di scherno, Romano.
-Quanto siamo impazienti, eh, mon chèr?- ridacchiò invece il biondo.
-Guardate che siamo soli. I miei sono ancora a lavoro.- affermò, serio, Antonio.
Sebbene gli altri due fossero tranquilli, lui era ancora sinceramente terrorizzato dalla prospettiva dell'avvenimento di un qualche cosa di sinistro.
Certo, i compagni lo avevano tranquillizzato, ma ora che doveva rimettere piede nella soffitta,
non lo era per niente.
Alla fine entrarono.

Françis dal canto suo non riusciva a distogliere lo sguardo dal mobilio raffinato e antico, soprattutto da uno specchio posto al di sopra di una toletta subito dopo l'entrata. Le mani dell'artigiano lo avevano forgiato con estrema cura, era evidente, tanto era delicato ed elegante. Posava lo sguardo su ogni oggetto come fosse un tesoro. Invece Romano, comprensibilmente, era molto più concentrato a borbottare su quanto la vecchia televisione che stava trasportando -per iniziare la costruzione del loro covo prettamente maschile- fosse pesante e scomoda da trasportare.

-Cazzo, la prossima volta se ne occupa qualcun'altro, razza di bastardi!- sentenziò, per poi ricominciare a sbottare e borbottare imprecazioni.

Antonio invece non riusciva a distogliere il pensiero da cosa li aspettasse in soffitta; la sua mente creava immagini che mai avrebbe voluto vedere, le sue orecchie udivano voci che mai avrebbe voluto sentire. E soprattutto, non riusciva a non pensare a quell'uomo e ai suoi occhi, quei due profondi pozzi verdi e cristallini, che sembravano splendere persino all'ombra. Durante le ore in cui avrebbe dovuto studiare -ma che lui spesso dedicava ad altre attività ben più interessanti- ci aveva pensato spesso, senza riuscire a tirare conclusioni. Quegli occhi erano enigmatici, in un qualche modo misteriosi. Non capiva perchè gli causassero questi sentimenti ma, per quanto lui preferisse non incontrarli, dentro di sè sentiva anche il desiderio di scoprire il mistero celato dietro ad essi, a quello sguardo intriso di emozioni indecifrabili.

Si trovarono davanti alle scale che portavano alla porta dietro la quale gli incubi di Antonio si cristallizzavano e materializzavano. I passi del ragazzo si fecero più lenti ed incerti, e le sue orecchie mute alle imprecazioni di Romano che gli intimava di accellerare, data l'impazienza di appoggiare quella 'fottuta televisione'-a parole sue.

Davanti alla porta d'ebano il biondo, notata l'ansia dell'amico, lo rassicurò con una pacca sulla spalla e delle parole, sicuramente dolci, che arrivavano ovattate e distanti allo spagnolo. E poi l'aprì.

-Ah! Il tempo sta migliorando. Chi l'avrebbe detto che in questo schifosissimo posto qualche volta c'è il sole.- osservò Romano, appoggiando la fantomatica televisione su uno scatolone vicino alla finestra, aprendo le tende.

-Non è poi tanto male.- Osservò Françis, guardandosi intorno. L'ambiente era, in qualche modo, magico. La polvere sospesa danzava davanti ai loro occhi, in modo dolce e aggrazziato. Accarezzò uno scatolone con le dita, ritrovandosi ad aggrottare la fronte subito dopo.

-Tranne che per le condizioni igieniche, ovviamente. Puah. Dovremmo dare una pulita!-
-...A partire dallo smontare questi scatoloni.- disse Romano, sbriciando dentro uno di essi. 
-Già, sono molto ingombranti. E poi chissà cosa c'è dentro!- rispose impaziente il biondo. -Intrigante!-
Antonio, che si era limitato a guardarsi intorno in religioso silenzio fino a quel momento, parlò per la prima volta.
-N-no, lasciamo stare gli scatoloni.-
-Mh? Perchè?- chiese di rimando l'amico.
-A... a lui non piace che vi si guardi dentro.- rispose tremante.

Romano intanto cercava una presa per attaccare la Tv, ignorando il discorso degli altri due, se non per una risatina, dovuta all'affermazione di Antonio.

-Aaaah, il fantomatico intruso?- disse Françis. -Non mi pare di averlo incontrato.-
-Beh, anche l'ultima volta è spuntato fuori dal nulla. Davvero!- si lamentò convinto Antonio.
-Mh...- fece Françis, guardandosi intorno. Ma, dopo aver osservato un poco la stanza, scorse il soggetto che Antonio avrebbe potuto scambiare per il misterioso individuo, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi di scherno.

-Non è che per caso hai scambiato quella graziosa signorina per un brutto ceffo venuto qua a spaventarti?- ghignò.
-Eh?- chiese perplesso l'altro di rimando.

Françis si mosse fra gli scatoloni, accopagnando Antonio di fronte ad un misterioso oggetto. Un manichino spoglio si presentò agli occhi di Antonio. Era stranamente accurato. Infatti questo aveva anche braccia e gambe, con tanto di dettagli quali le unghie. Il materiale era liscio e brillante, e anche i seni erano realizzati nel dettaglio.

Solo un qualcosa mancava.

Nonostante fosse perfetto in ogni suo particolare, al manichino mancava la testa.

E non era di certo questo ciò di più strano in quella situazione.

La cosa più strana e innaturale risiedeva in un semplice e concreto fatto.

Nonostante Antonio avesse visitato la soffitta ben due volte, e in ogni occasione, soprattutto la più recente, l'avesse scrutata da capo a fondo...

-Hey, Françis...-

...lui...

-Oui?-

...non aveva mai visto quel manichino.

-Veramente io questo non l'avevo mai visto.- disse, spallidendo.

Si chiusero in pochi attimi di silenzio.




Finalmente si è aperto il secondo arco della storia!
Vi ringrazio per aver aspettato pazientemente che io scrivessi questo nuovo capitolo, ma non temete!
Per il prossimo manca poco, e stavolta sul serio, dato che l'ho già scritto e salvato nel mio computer.
Infatti in realtà questo capitolo doveva essere molto più lungo, ma, proprio per questo, mi sono ritrovata a doverlo dividere in due per dare più suspance e per darvi il tempo di assimilare e mettere insieme alcuni elementi per farvi capire che pieghe prenderà la storia.
Avete domande? Non avete capito qualcosa? Avete delle ipotesi? Fatemelo sapere! \(>w<)/
In ogni caso ringrazio tutti coloro che seguono la storia; non pensavo che avrebbe avuto questa fama! *commossa*
E vi assicuro che, ora che è Estate, avrò più rispetto verso di voi che volete sapere come continua!
A presto, Grot
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Grotesque