Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: _fighter    26/06/2013    4 recensioni
Venezia, Italia.
Lei è una bellissima ragazza di vent'anni, dolce e gentile con tutti che dopo il liceo si trasferisce a Venezia, per andare all'Università.
Lui è un ragazzo di quasi ventidue anni, dolce e sicuro di se stesso ma irritante e irrimediabilmente bello, che a volte gira su Chatroulette.
"Se la prima è stata un caso, la seconda una coincidenza, la terza sarà destino?" scoppiammo entrambi a ridere.
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
SALVE ANCORA A TUTTI.
Le recensioni, come visto, sono aumentate di uno, due? non lo so, ma sono pochissime.
Penso che dopo il quarto capitolo, se non avrò abbastanza recensioni, cancello la storia.
Ho detto dopo il quarto perché questo terzo è di passaggio ma di una importanza diciamo.
Azzurra conosce il famoso ragazzo di Anya.
E il ragazzo di Anya è Daniel Sharman, aw, lo amo tanto lol
Qui entra in ballo anche un altro personaggio interpretato da Drew Van Acker.

In ogni caso. I capitoli sono abbastanza lunghi, cioè non sono cortissimi quindi bho, non lo so.
QUESTO E' UN ALTRO DI PASSAGGIO, DOMANI SE AVRO' QUALCHE RECENSIONE, PUBBLICO IL QUARTO, DIRETTAMENTE.
IL QUARTO E' DI IMPORTANTE DICIAMO, E METTERO' ANCHE IL VIDEO DEI PROTAGONISTI SDKJFHJBGGHG.



Ora, ehm, recensite ahahah e spero che vi piaccia.
Accetto critiche e tutto, almeno ditemi come scrivo e se vi piace la storia, non lo so..

Un bacio, anna (:

 

                                                                           3. Marco.



Era passata quasi una settimana da quel lunedì felice. E si sa che la felicità dura poco. 
Il martedì successivo il professore di Inglese mi aveva inviato un'email (era un compito per casa) e specificava di voler il lavoro pronto per lunedì mattina alle 9:10.
Ma la mia sfiga non la si poteva paragonare a quella di nessuno.
Il mio amato internet mi aveva mollata per tre giorni ed ero riuscita a leggere l'email soltanto venerdì sera. Non ce l'avrei mai fatta, potevo farcela se non avessi dormito, se non fossi andata all'Università e se non avessi avuto un lavoro un lavoro.
Ma la realtà chiamava e mi stava dando una bella botta nel didietro.
Avevo iniziato alle otto di sera chiudendomi in camera e portando con me computer, dizionario, libri, fogli, penne e cibo spazzatura.
Avevo continuato fino alle cinque di mattina poi mi ero addormentata, stremata.
Erano quindi le otto e io dovevo alzarmi per andare all'Università, era sabato mattina.
Non so con quale forza sovrumana riuscii ad alzarmi e andare in bagno per lavarmi e vestirmi.
Non notai nemmeno cosa avessi messo, forse avevo messo due colori diversi tra di loro o forse ero ancora in pigiama, non aveva importanza, dovevo prepararmi la borsa e uscire subito perché era tardi.
Preparai la borsa e uscii dalla camera.
"Azzurra, siamo ad Ottobre ed esci con una canottiera?" mi guardò stranita Anya.
"Io... Scuola... Compito... Tardi, devo andare" avevo gli occhi socchiusi, non riuscivo ad aprirli del tutto, mi bruciavano.
"Aspetta," mi fermò Anya "vengo con te e metti il giubbetto" mi mise il giubbetto di jeans come fossi stata una bambola.
Non avevo la forza di alzare un muscolo. Erano solo quattro ore di lezione. 
"Dai, Azzurra, ce la puoi fare" mi diceva la coscienza. 
"Forza, andiamo, che dici se chiamo Gianluca per farci venire a prendere?" mi chiese poi preoccupata.
"SCHERZI? Non ho ancora visto il fidanzato della mia migliore amica e lui ora dovrebbe vedermi in queste condizioni da zombie?" sbottai aprendo gli occhi. Ero inacidita. "Ma anche no!" continuai.
Rise lievemente "È la volta buona per conoscerlo! Dai, ora lo chiamo" e prese il telefono.
"NO, NO, NO, NO, NO..." 
"Pronto? Gianlu?" parlò a telefono.
"Cazzo!" mi buttai su un gradino delle scale.
Ma come mi ero vestita?
Leggings neri a fiori rossi, canottiera rossa e converse rosse. L'abbinamento era perfetto, anche se non ero lucida riuscivo a vestirmi con stile, il problema era che in strada c'erano 10 gradi e io avevo un misero giubbetto di jeans messo da Anya.
"Hey Anya, amore, che succede?" potei giurare che questo Gianluca era preoccupato.
"Ohw, tranquillo, non è successo nulla, solo... potresti venire a prendere con l'auto me e Azzurra, la mia amica?" chiese sperando che lui non la deludesse.
"Ma certo, il mio amico non si muove quindi resta a piedi oppure resta a casa. Arrivo subito, dammi cinque minuti" 
"Aw, grazie mille amore, ci vediamo tra poco" e Anya chiuse la chiamata con una vocina morbida da dolce innamorata qual era.
Ero felice per Anya, fin troppo.
"Visto? Sta venendo, molla il suo amico e viene a prendere noi" rise sedendosi accanto a me.
"Ma povero, sarà il suo migliore amico e lo molla per te. Tu non mi molli per lui, vero?" mi lamentai. Sembravo brilla, il non dormire mi faceva malissimo.
Sparavo parole a caso, avevo paura di dire qualcosa di sbagliato quando Gianluca sarebbe venuto.
"Ma certo che non ti mollo, un ragazzo non può dividerci" mi abbracciò.
"Questa frase funzionava a sedici anni, ne abbiamo venti e ventuno, non possiamo negarlo, mi abbandonerai..." abbassai la testa.
"Azzurra. Non lo dire nemmeno per scherzo, aspetta... Stai insinuando che io potrei andare a vivere con Gianluca?"
Non potei rispondere perché un'auto suonò.
 Era Gianluca, da quello che mi aveva detto Anya, che si era affacciata al portone.
Sorrideva contenta dopo aver salutato Giovanni. Io feci lo stesso e mi avvicinai all'auto con Anya. Notai il ragazzo. 
Ah però, se l'era scelto Anya, era alto con i capelli castani ricciolini e gli occhi blu chiaro, era stupendo.
"Bel figo" le sussurrai prima di arrivare da lui.
Anya scoppiò a ridere e poi saltò addosso a Gianluca per abbracciarlo e per baciarlo,  erano così carini. Le loro fronti si toccarono e si sussurrarono qualcosa come "Ciao e buon giorno". Quando ripresero fiato si resero conto di me.
"Oddio scusa, piacere Gianluca" mi porse la mano sorridendo.
"Azzurra" la strinsi e sorrisi di rimando.
"Scusami se ti ha chiamato, forse lo ha fatto per me, non sono del tutto lucida stamattina, guarda solo come mi sono vestita" feci un giro su me stessa con tanto di braccia aperte.
I due scoppiarono in una risata naturale.
"Cosa ridete? Povero il tuo amico, per colpa mia è rimasto a piedi" assunsi una faccia triste.
"Oh, tranquilla, ci è abituato. Gli dico sempre di far presto, se non si muove va a piedi" disse continuando a ridere.
"Okay, allora montiamo questo cavallo. Che macchina figa che hai, Gianluca, credo di potermici abituare" sorrisi entrando in macchina.
Anya e Gianluca erano rimasti fuori a ridere e poi anche loro entrarono.
Partimmo per l'Università e manco a dirlo ci impiegammo tre minuti, potevamo farcela benissimo a piedi.
"Scusami, anzi scusaci, per tre minuti di macchina potevamo farcela a piedi" dissi appena scesa.
"Azzurra, tranquilla, come hai detto tu, abituatici. Non farti problemi a chiedermi qualcosa" sorrise poi cingendo la vita di Anya.
Quello sì che era un bravo ragazzo. Anya se lo meritava e lui meritava Anya.
Risi. "Grazie, Gianluca. Anya, a mezzogiorno torno a casa, sono stanca morta, devo dormire, continuare il lavoro e poi andare in caffetteria alle sei" mi voltai poi verso Anya.
"Sì, certo, tranquilla, io oggi devo restare fino alle due, ti raggiungo a casa e continuiamo il discorso di prima" mi rispose con uno sguardo di chi la sa lunga.
"Te la riporto a casa alle due e tre minuti, giuro" fece Gianluca.
Risi di gusto. "Grazie ancora, ci vediamo alle due" salutai entrambi con un cenno della mano e poi li lasciai da soli correndo verso l'entrata dell'Università.
Andai a sbattere contro qualcosa di duro.
Cazzo, che dolore alla testa, abbassai il capo e chiusi gli occhi.
Mi guadai ai lati, che figura di merda, speravo che nessuno mi avesse visto.
Andare a sbattere contro un muro, che razza di cogliona.
"Scusami" disse il muro.
Ora immaginavo anche che i muri parlavano? La notte dovevo dormire e non studiare.
Stare sveglia non mi faceva affatto bene.
"Hey, stai bene?" richiese ancora il muro.
Mi decisi ad alzare la testa e riaprii gli occhi lentamente.
"Sì-ì, ma siete umani e quanti siete?" vedevo più ragazzi davanti a me.
"Oh mio Dio, ti sei fatta così male? Vuoi che ti porti in infermeria?" chiesero i ragazzi o il ragazzo.
"No, credo che la notte dovrei dormire al posto di studiare" riuscii a mettere a fuoco meglio chi avevo davanti. Oh, ma era...
Iniziò a sorridere.
"Ciao, bellissima Azzurra" era il ragazzo del bar. Cos'era, fatto di roccia?
"Sei fatto di roccia? Ciccio, mi hai mischiato i pensieri" risposi, aggiustandomi i capelli.
Scoppiò a ridere. "No, è la palestra, Azzurra" sottolineò il mio nome in modo molto sensuale.
"Mhh, e sentiamo, tu come ti chiami?" chiesi poi, lui sapeva il mio nome, volevo sapere il suo.
"Marco" mi alzò la mano e io poi la strinsi.
"Sai già come mi chiamo, ci si vede Roccia" lo sorpassai per andare nella mia classe.
Prima ora: Russo.
Che trauma.
Anche quel sabato le quattro ore passarono velocemente, avevo bisogno di casa mia, del mio divano, del mio letto.
Tornai a casa stanca morta, tanto stanca da non aver salutato nemmeno Giovanni.
Mi buttai sul letto e in meno di due minuti caddi in un sonno profondo.

Sognai un ragazzo, non era Marco, era biondo ma non aveva i suoi capelli ed aveva gli occhi azzurri, non poteva essere Marco, lui li aveva verdi.
Il ragazzo era seduto e notandomi, mi sorrise: quel sorriso, così perfetto.
Poi mi chiamò.
"Azzurra?" però io non riuscivo a rispondere, come faceva a sapere il mio nome?
"Azzurra?" sorrideva, volevo rispondere ma perché non ci riuscivo?
"AZZURRAAAA?" qualcuno mi spintonò, il ragazzo non c'era più e io ero ai piedi del letto in camera mia.
"Cosa è successo? Chi è morto? Dov'è?" alzai la testa con gli occhi chiusi.
"Non è morto nessuno, apri gli occhi" mi ritrovai una bellissima Anya sorridente ad aspettarmi.
"Che ore sono?" mi alzai, ero ancora vestita.
"Sono le cinque, ho voluto farti dormire un po' di più, ma hai mangiato qualcosa?" mi chiese premurosa.
"In realtà no, mi sono buttata subito sul letto, dovevo alzarmi all'una per... IL COMPITO, OH MIO DIO, DEVO STUDIARE" corsi in salone per recuperare gli appunti del giorno precedente. Ero a buon punto, dovevo continuare.
"Hey, no. Stai calma, tu prima mangi e poi studi" era seria.
"Okay, ma qualcosa veloce" mi arresi, andando in cucina.
"Ti ho fatto l'insalata di riso come piace a te" mi passò un piatto pieno di riso.
"Grazie" le sorrisi grata. Meno male che lei c'era.
A proposito...
"Rispondi ora, davvero pensi che io possa andare a vivere con Gianluca?" mi chiese, leggendomi il pensiero.
"Certo che no, è troppo presto"
"E allora perché hai detto quelle cose stamattina?" 
"Perché di solito quando qualcuno è fidanzato si dimentica degli amici e non voglio restare sola e ancor di più non voglio perderti.
Anche se, se fossi in te, mi mollerei, Gianluca è davvero un bravo ragazzo. Te lo sei scelto bene e poi è carino ed infine mi ha detto anche che posso usare la sua macchina" finii con un sorriso.
"Cosa? Non è vero" rispose stridula. "Ti ha detto che ti dà qualche passaggio, ma non che te la dà" concluse ridendo.
"Sì, d'accordo, quella cosa lì" feci un gesto della mano come a non andare nei dettagli.
"E comunque stai certa che non mi dimentico della mia migliore amica visto che ci vivo insieme e senza sarei persa." avevo gli occhi lucidi, adoravo Anya.
Quasi piangendo con tanto di riso in bocca potevo essere divertente.
"Sei buffa" disse infatti ridendo.
"Ti voglio bene, davvero, tu sei la mia seconda famiglia" le dissi, dopo aver ingoiato il boccone di riso.
"Per me è lo stesso, cucciola" si alzò per abbracciarmi.
"Dai, alle sei devi andare a lavoro. Fatti una doccia, si studia stasera, tanto domani è domenica, ora vado a lavoro!" si allontanò e mi scoccò un bacio sulla fronte.
Anya lavorava nella libreria vicino all'Università e il suo turno era dalle sei alle otto, come il mio.
"Vai prima?" chiesi mangiando ancora.
"Sì, Costanza è dovuta andare via prima per il suo turno e quindi mi ha chiesto se potevo sostituirla visto che subito dopo iniziava il mio" mi disse, aprendo la porta.
"Ci vediamo stasera, cucciola" e con un sorriso dolce chiuse la porta. 
Finii di mangiare e poi mi buttai subito nella doccia.
Una doccia calda, proprio quello ci voleva.
Mi cambiai, faceva fin troppo freddo con quella canottiera rossa, e indossai quindi un pantalone stretto nero e un maglioncino beige con converse bianche.
Dall'armadio presi uno dei giubbotti invernali, ormai faceva freddo.
Era nero e corto, li odiavo i lunghi.
Presi la tracolla e uscii di casa per andare a lavoro.
Salutai Giovanni e mi scusai per prima che non ero stata educata.
"Non preoccuparti" mi disse ridendo.
Arrivai in caffetteria alle sei in punto. Puntuale come sempre.
"'Sera, Giorgio" salutai, per andare poi dietro al bancone e mettere il grembiule.
C'erano già abbastanza clienti quindi mi misi subito all'opera.

Le due ore passarono molto velocemente e avevo anche avuto modo di parlare con il Signor Claudio.
"Azzurra, sai che c'è un ragazzo seduto in un angolino da quando sono arrivato, se non prima, che ti fissa come un babbeo?" mi sussurrò il Signor Claudio sorridente.
"Cosa? Dove?" 
Mi indicò un tavolo in fondo al locale e vi vidi Marco.
Non lo avevo visto prima, quella non era la mia parte di locale da servire.
Mi sorrise continuando a bere la sua Coca Cola. 
Mi scusai con il Signor Claudio per avvicinarmi.
"Ciao Marco" sorrisi.
"Ciao Azzurra, sai che sono qua dalle sette?"
"Dalle sette?!" dissi un po' forte. "E che ci fai dalle sette per una Coca Cola?" continuai più tranquilla.
I clienti erano pochi e Giorgio era al bancone annoiato, cinque minuti per sedermi non avrebbero fatto male a nessuno.
"Non ero qui per la Coca Cola, ero qui per te" fece con un sorriso.
"Che cosa inquietante..." dissi con una smorfia.
"No, no, non capire male, non sono un maniaco" rise gesticolando.
"E allora che ci fai qui?" feci curiosa.
"Vorresti uscire con me?" 
Rimasi di stucco, da quanto non uscivo con un ragazzo?
Beh, era parecchio, quindi che succedeva se uscivo con un ragazzo all'apparenza simpatico?
"Ehm... okay, facciamo venerdì prossimo?" dissi sincera.
"Come vuoi tu, pranzo o cena? Il venerdì a che ora esci dall'Università?" sorrise gentile.
"All'una."
"Anche io, facciamo pranzo? Ci vediamo al muretto fuori l'Università venerdì. Per te va bene?" chiese poi alzandosi.
Mi alzai anche io. "Certo, va benissimo, a venerdì allora" sorrisi.
Lui si avvicinò e mi lasciò un bacio leggero sulla guancia. Diventai rossa come un peperone, sicuro.
Sorrise e uscì salutandomi con un gesto della mano.
"Ahhh, l'Amore" urlò il signor Claudio.
Ma quale Amore e Amore, io nemmeno lo conoscevo questo Marco.
Poteva essere anche uno stalker o un maniaco, anche se mi aveva detto il contrario.
Salutai frettolosa il signor Claudio e poi Giorgio per andare a casa e studiare.
Mi mancava poco per completare ma sentivo che qualcosa mancava, non so perché.
Avevo la sensazione che mancasse qualche pezzo del puzzle. 
Tornai a casa e vi trovai una Anya con un vestito azzurro corto fino al ginocchio, calze nere e ballerine dello stesso colore del vestito.
E in più una maglietta nera aperta per ripararsi dal freddo anche se il vestito era invernale.
"Hey, dove vai?" chiesi, chiudendomi la porta alle spalle.
Urlò felice: "Gianluca mi porta a cena, è una sorpresa, non so dove" finì euforica.
L'abbracciai forte forte.
"Beata te, io devo studiare" mi scrollai da dosso.
"Arrivo per le undici e mezza e tu starai ancora studiando quindi ti aiuto, te lo prometto. Anche se non capisco un tubo di inglese" mi accarezzò la guancia.
Anya era sempre dolce e disponibile.
"Vai e divertiti ci vediamo dopo." le baciai la guancia e poi lei uscì dall'appartamento.
"Studio, siamo solo io e te ora, forza e coraggio." dissi tra me e me.
Presi tutto l'occorrente e presi patatine, biscotti, gelato e Coca Cola sottobraccio per andare direttamente nella mia camera da letto.
Sarebbe stata una lunga notte.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: _fighter