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Autore: Rosmary    27/06/2013    2 recensioni
Dopoguerra: ogni cosa tenta di tornare alla normalità. La spensieratezza s'insinua nelle vite dei vittoriosi sopravvissuti.
Tutto procede nel migliore dei modi e poi, d'improvviso, un buffo esperimento dei gemelli più scapestrati di Londra scaraventa sette maghi in mondi paralleli. Quello che si prospetta essere un viaggio nei meandri della fantasia, a causa di assurdi effetti collaterali, si rivela essere un gioco che rimescola tutte le carte già estratte dal mazzo, costringendo Hermione a interrogare ancora una volta il proprio cuore. Ed è così che, tra antichi dissapori, ritrovata routine, insospettabili attrazioni e un improbabile scambio di corpi, tutto ciò che è stato narrato potrebbe essere riscritto.
«Ti piace la mia ragazza?»
«No! No! Non gli piaccio! Sarà qualche magia venuta male… oh, Ron, calmati!»
«No che non mi calmo. Io gli spacco la faccia»
«Spaccamela pure, tanto non cambia niente»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo XII



In circostanze come queste, o spunta un baro o la Vita interviene.
Il nostro è il secondo caso. La Vita, stanca, ha messo via dadi e carte.
Niente più giochi e strategie. Chi vuole il premio, che agisca da sé.



 

 

«Ehi, avete visto quella?»
 
«Chi, Dean?»
 
«Quella» Afferma Dean con tono malizioso, indicando una ragazza dai capelli neri e corti «Quella che parla con Hannah ed Ernie»
 
«È Susan» Chiarisce Neville «Susan Bones. E non fare quella faccia da pesce lesso» Sbotta il giovane, notando l’espressione allibita di Thomas, che, va detto, è molto simile a quella di Seamus e Ron.
 
«È molto diversa» Riesce a commentare Seamus e nessuno solleva obiezioni.
 
In effetti, Susan Bones appare molto diversa: i suoi bei lineamenti sembrano aver perso ogni dolcezza, lasciando spazio ad un’espressione dura e ad uno sguardo sprezzante. I capelli rossi e lunghi sono ora corti e neri ed anche i modi gentili sembrano essere spariti. Ron la osserva per un po’, cercando di immaginare chi o cosa possa averla ridotta in quello stato, ma non riesce ad essere lucido, non oggi, non con la commemorazione e con Hermione sempre più distante. Così, congedandosi dai tre amici, si dirige rapido alla Sala Comune, voglioso di scappare dalle lacrime e dal ricordo dei defunti. Ancora non si è abituato all’assenza di Remus, la guida per antonomasia, e della vitale Tonks. In realtà, ancora non si è abituato, come tutti, all’idea che vi siano state altre perdite. Durante la guerra, mentre si lottava con la morte, tutto sembrava sopportabile, ma ora, che la vita riprende il suo corso, tutto ciò che era sopportabile è diventato ingiusto e inconcepibile. È con questi pensieri che il componente del trio giunge dinanzi alla Signora Grassa.
 
«Non conosco la parola d’ordine»
 
«Poco male. Oggi, ogni valoroso Grifondoro può entrare»
 
Ron abbozza un sorriso, oltrepassando il ritratto. Nell’immediato, un’ondata di allegria lo invade. Rivedere gli stendardi rosso e oro, i divanetti e il camino, anche se spento, lo riporta indietro nel tempo. Hanno lavorato sodo tutti i Grifondoro per ricostruire l’ambiente e spazzare via l’alone tetro lasciato dalla dittatura dei Mangiamorte. Con ancora il volto sorridente, fa qualche passo in avanti, notando la presenza di un’altra figura. Non trascorrono molti secondi prima che Ron identifichi la ragazza.
 
«Che ci fai qui?»
 
Hermione si alza in piedi, voltandosi «Ron… ciao» Ha gli occhi gonfi e arrossati, sintomo di chi ha appena pianto e lui sembra notare il dettaglio.
 
«Hai litigato con George?» Il tono è a metà tra il preoccupato e l’infastidito.
 
«Quante volte devo dirtelo? Tra me e George non c’è niente! Non c’è mai stato niente!»
 
Arrabbiata, torna a sedersi, portando le mani al volto. L’ultima cosa di cui ha bisogno, dopo lo scontro con Fred, è la rabbia di Ron mista alle accuse infondate.
 
«Allora… cosa ti è successo?» Tenta incerto il ragazzo, sedendosi timidamente accanto a lei. È buffo, ma il vederla scossa riesce a quietare anche la gelosia.
 
«È tutto sbagliato, Ron. Tutto sbagliato. Non so cosa mi succede, sul serio»
 
Ron l’osserva, rimproverandosi perché incapace di essere perennemente in collera con lei «Perché non provi a raccontarmi?»
 
Hermione sbotta in una risatina isterica «A te? Non è proprio il caso. Mi odieresti ancora di più»
 
«Io non ti odio e sei una stupida se l’hai pensato»
 
«Per favore…»
 
«Voglio sapere, Hermione. Voglio sapere cosa sta succedendo. Ti prometto che non farò scenate»
 
Promessa da marinaio quella del giovane Weasley, Hermione lo sa bene, ma sente di dovergli almeno una spiegazione. È così che, fissando un punto indistinto del pavimento, inizia a raccontargli tutto, senza tralasciare nulla. Gli racconta di come George non c’entri nulla, catalogando lo strano atteggiamento come una conseguenza dell’esperimento. Gli racconta delle proprie sensazioni e di come un altro sia riuscito a far nascere qualcosa in lei. Preoccupandosi della reazione di Ron, omette volutamente l’identità dell’altro.
 
«Ron? Ron?»
 
«Sì?»
 
«Non dici niente?»
 
La guarda. Avrebbe molto da dirle, ma tutto ciò che riesce a fare è alzarsi, fare qualche passo e scaraventare una poltrona a terra. Hermione sussulta, alzandosi immediatamente, timorosa d’essere la prossima poltrona.
 
«Ron, per favore…»
 
«Per favore? Mi hai appena detto che sei stata con un altro e mi dici per favore
 
«Sei stato tu a chiedermi la verità»
 
«Solo perché non pensavo facesse tanto schifo»
 
Colpita, irrigidisce i lineamenti. Insomma, va bene sentirsi in colpa e confusa. Va bene che lui sia arrabbiato e risentito, ma questo è davvero troppo agli occhi della strega «Ora basta»
 
«Come?»
 
«Hai capito benissimo: ora basta. Non mi sono giustificata e non pretendo la tua benedizione, ma stai esagerando. Se avessi avuto un briciolo di maturità in più e mi avresti creduta quando ti smentivo su George, anziché aggredirmi e lasciarmi, forse non saremmo a questo punto»
 
«Stai dicendo che è colpa mia?!»
 
«No. Sto dicendo che né io, né tu siamo esenti da colpe. La verità è che il nostro rapporto è crollato al primo problema»
 
«Allora va’ da quell’altro! Che aspetti? C’è lui che è tanto perfetto, no?»
 
«No» China il capo, sconfitta. Non è con l’altro che devo stare, continua a ripetersi, è con Ron che vanno ricostruiti i pezzi.
 
«Chi è?» La voce arrochita del mago riesce a destarla. È ormai di fronte a lei, scrutandola con attenzione.
 
«Non ha importanza»
 
Ron sbuffa, stremato dalla situazione. Si allontana, facendo su e giù per la Sala, come se la stesse perlustrando. Hermione  lo guarda, rendendosi conto che, in fondo, le è mancato quell’atteggiamento timido e insicuro proprio di Ron. Ciononostante, si rende anche conto che sono esattamente un’ora e trentasette minuti che non ha contatti con Fred, il che è indice o di pazzia o di altro.
 
«Gli hai davvero detto che tra noi non è finita? Che è con me che vuoi stare?» Chiede Ron improvvisamente, spezzando il silenzio. Lei riesce solo ad annuire «E tu credi ci sia ancora una possibilità?»
 
«Non lo so»
 
«Sei innamorata?»
 
«Di chi?» Lei sgrana gli occhi alla propria domanda e lui ride amaro.
 
«Wow. Anche un no sarebbe stato meglio di un di chi»
 
«Mi dispiace» Biascica colpevole, riuscendo solo a raccattare la propria borsa e a dirigersi verso il buco del ritratto.
 
«Esci con me?» Chiede d’improvviso Ron, bloccando la fuga della ragazza «Esci con me?» Ripete ancora, dandosi mentalmente dello stupido.
 
«Vieni a prendermi domani»
 
«Non mancherò»
 

****

 
«Stai sbagliando»
 
«Grazie, mamma»
 
«Stai sbagliando sul serio. Sei troppo cerebrale e stai buttando via qualcosa che potrebbe farti star bene. Senza parlare di quel povero ragazzo, che stai illudendo»
 
«Non sto illudendo nessuno, a Ron ho spiegato tutto» Ultime parole, una porta che sbatte e la mamma di Hermione è costretta alla resa.
 
Hermione, finalmente sola in camera propria, si specchia, come a ricercare certezze nella propria immagine. È stanca di sentirsi dire d’essere in errore. Gliel’ha detto Fred e persino Harry, che ha compreso senza spiegazioni. Deglutisce, sistemando il vestitino viola. Non sa cosa aspettarsi dall’appuntamento con Ron. Non sa neanche cosa abbia convinto il ragazzo a darle un’occasione. Avrebbe bisogno di riflettere, organizzare e analizzare ogni cosa, ma, ancora abituata ai ritmi frenetici della guerra, sente di non aver tempo, sente che tutto deve tornare al proprio posto il più rapidamente possibile. È con questi pensieri che raggiunge Ron nel giardino di casa propria. Gli sorride con incertezza, temendo che sia lì solo per insultarla o aggredirla, ma il giovane mago confuta queste ipotesi, poiché le sorride di rimando, tendendole la mano destra.
 
«Sei bellissima»
 
«Grazie»
 
«Dove vuoi andare?»
 
«Non so, c’è un parco qui vicino, se vuoi…»
 
«Va benissimo»
 
Lei annuisce e lui le sorride. Camminano fianco a fianco, ostentando un silenzio imbarazzante, che vede entrambi assorti in ragionamenti. Lui, che riflette sulla discussione avuta con Harry, contrario all’appuntamento poiché convinto che i due amici si ostinino a portare avanti qualcosa che, al momento attuale, ha bisogno di tempo. E lei, che è concentrata, suo malgrado, sul rintracciare le differenze tra l’atteggiamento di Fred e quello di Ron, conscia che il suo cuore continui a prediligere il primo.
 
«Perché hai voluto vedermi?» Chiede improvvisamente la strega.
 
Ron arrossisce, colto alla sprovvista «È stupido, credo, ma ho pensato che ricominciando tutto da capo, con calma, magari potevamo sistemare tutto… Tu hai detto che ci sono solo io ora, no?»
 
Lei dà immediatamente il suo assenso, eludendo gli indugi. Ron, non molto convinto, decide di ignorare le remore e provare a riconquistarla. Il lato più impulsivo e geloso di lui gli ordina di setacciare tutta Londra e trovare l’altro, picchiarlo, tornare da lei, farle una sfuriata e lasciarla per sempre. Peccato che il lato predominante sia quello innamorato e flessibile, che gli intima di non lasciarla fuggire ancora, di combattere e convincerla che sono fatti per stare insieme.
 
«Ti va un gelato?»
 
«Babbano?»
 
«Babbano. Non l’hai mai provato?»
 
«No, certo che no, dove lo mangiavo?»
 
«Hai ragione! Vieni, qui hanno tanti gusti»
 

****

 
«Ehi, Fred, guarda chi è tornata!» Sussurra George al gemello, adocchiando una ragazza appena entrata.
 
 
«Abbiamo già finito le Merendine Marinare. Vanno via come il pane!»
 
«Non ci vorrà molto a rifornirci» Sentenzia Fred «Stasera mi metto a lavoro»
 
«Dai, c’è già stata la commemorazione, non è il caso. Vieni con me, no?»
 
«Non ci penso proprio! Angelina mi sbrana, se mi vede!»
 
George assume un’aria maliziosa, dando una spallata al gemello «Già! Immagino si aspetti qualcosa stasera» Commenta allusivo.
 
«Fortuna che ti piaceva la Granger»
 
«Ah, acqua passata. Non può dirsi lo stesso di te»
 
«Ti sbagli, è acqua passata anche per me»
 
George si limita ad inarcare le sopracciglia, scettico «Se lo dici tu»
 
 
Fred indirizza lo sguardo all’ingresso e George abbozza un sorrisetto malizioso «Ti sta proprio puntando, io andrei da lei»
 
«Anch’io!» Afferma ghignando, dirigendosi allo scaffale dei Filtri d’Amore, dove la giovane sosta «Posso aiutarti?»
 
«Direi di sì» Commenta prontamente lei, come se non aspettasse altro «Ho sentito molto parlare di te, Fred Weasley»
 
«Succede quando si è una celebrità! Mi spiace solo non poter dire altrettanto»
 
«Si può sempre rimediare» Afferma con tono malizioso «Sono Rita e stasera non ho impegni»
 
«Stasera non avevi impegni» Corregge Fred, assumendo il medesimo tono della strega.
 

****

 
«Poi è venuto, cioè, sono venuti e mi dicono che hanno fondato il C.R.E.D.O!»
 
«Il cosa? Non sarà una caricatura del C.R.E.P.A, vero? Ron, tu sai quanto il Comitato sia importante. Anzi, appena tornerò a scuola, farò una chiacchierata con la professoressa McGranitt, almeno lei dovrà ascoltarmi!»
 
Sono seduti su una panchina del parco, parlando e mangiando gelato. L’atmosfera iniziale, imbarazzata e risentita, sembra aver lasciato posto ad un’aria amichevole, tanto da spingere Ron a confidarsi con Hermione sul periodo appena trascorso.
 
«Aspetta, hai… hai una cosa qui» Afferma Ron, portando un dito alla labbra di Hermione.
 
«Cos’è?»
 
«Non lo so, aspetta, non muoverti»
 
Le si avvicina, con lo sguardo chiaro sempre rivolto al qualcosa sulle labbra di Hermione, è questione d’istinto: pochi secondi e le labbra di Ron sono contro quelle di Hermione, pochissimi altri secondi e il corpo di Hermione si ritrae, balzando in piedi.
Si osservano in silenzio, entrambi consapevoli di cos’abbia significato il rifiuto. Eppure nessuno ha il coraggio di dar voce ai propri pensieri, come se il mettere la parola fine alla relazione sia in realtà sinonimo di una fine più grande, la fine di tutto ciò che è stato nei sette anni precedenti. Chiudere una storia importante, è risaputo, esige coraggio.
 
«Scusami» Ron, troppo costernato per arrabbiarsi ancora «Sono innamorato di te» Ammette, scaraventando un fardello sullo stomaco di Hermione «Ma non è abbastanza»
 
«Io… ho solo bisogno di tempo» Ma il tono è arrendevole, ormai non crede più alla propria ostinazione.
 
«Mamma mi ha obbligato a portarti a casa stasera, vuole vederti e poi non sa quasi niente, credo abbia intuito, però, che abbiamo dei problemi» Afferma distrattamente, eludendo il commento precedente della ragazza «Stasera è perfetta per dirle tutto»
 
Il consenso di Hermione è tacito, seppure non abbia voglia di andare alla Tana e tema la presenza di Fred, le è impossibile rifiutare sia l’invito che l’occasione per chiarire a tutti la situazione.
Nuovamente in silenzio, i due ragazzi tornano a casa della strega, dove avvisano Jean della cena dai Weasley. La donna, scettica, riesce solo a lanciare uno sguardo di rimprovero alla figlia, la quale si contenta di Smaterializzarsi il più rapidamente possibile. Quando raggiungono la Tana, Molly è già pronta per mettere la cena in tavola e Arthur intrattiene Harry e Ginny con simpatici racconti sui colleghi del Ministero.
 
«Aspettavamo solo voi!» Molly, allegra.
 
«Siamo solo noi, Molly? I ragazzi non vengono?»
 
«Non a cena, Arthur. Passano più tardi per portarmi delle camice da cucire. Non so come facciano a distruggerne una a settimana, ah, benedetti ragazzi! Già è tanto che non li abbiano ancora arrestati» Farnetica la donna, servendo in tavola con l’aiuto di Hermione e Ginny.
 
«Oh, mamma, devi rassegnarti! Fred e George sono geniali e nessuno potrebbe mai arrestarli!»
 
«Ha ragione Ginny, quei due riuscirebbero a rigirarsi pure il Wizengamot!»
 
Le ilari parole di Ron fanno ridere i presenti, eccezion fatta per Hermione, la quale riesce solo a sentirsi in trappola, visto che di lì a poco sarebbe arrivato Fred. Di male in peggio, decisamente. Le ore trascorrono rapidamente, ore in cui gli sguardi di Harry e Ginny hanno più volte insistito su Hermione e Ron, entrambi sin troppo rigidi nel relazionarsi e sempre più tesi; è cristallino che debbano dire o fare qualcosa. Peccato che l’arrivo degli annunciati gemelli spezzi l’atmosfera e impedisca ai non fidanzatini di comunicare la triste novella.
 
«Ma salve, parenti!»
 
«Ciao, George» Ron, imbarazzato, saluta il fratello dopo giorni e giorni di assoluto silenzio. Finalmente, crede all’innocenza di George.
 
«Mi stai salutando?! Fred, Ronnino mi saluta di nuovo!»
 
«Non fare l’imbecille, Hermione mi ha detto tutto. Mi dispiace» Afferma di malavoglia, appartandosi assieme ai gemelli e Harry.
 
«Hermione ti ha detto tutto?» Chiede Harry allibito.
 
«Beh, sì. E non ero un visionario, un altro c’era sul serio»
 
«Un altro?» Harry.
 
«C’era? Ti ha detto c’era?» Fred, mantenendo a stento la calma.
 
Fortuna che Ron sia troppo concentrato sul proprio racconto per notare l’espressione apparsa sul volto di Fred, il quale, seguito dall’occhio clinico di George, si allontana dal gruppetto, conscio di non voler ascoltare il racconto della – secondo lui – riappacificazione tra il fratello e Hermione.
 

****

 
«Hermione, ma ti rendi conto di cosa stai combinando?»
 
«Ginny, per favore, non giudicarmi anche tu»
 
Sono in salotto, lontane dal chiacchiericcio dei signori Weasley e dei ragazzi. Ginny, infatti, appena ne ha avuto l’occasione, ha trascinato Hermione lontano dagli altri, pretendendo che le raccontasse tutto. E a Ginny è stata rivelata effettivamente ogni cosa, compresa l’identità del terzo incomodo.
 
«Non voglio giudicarti, ma posso dirti che sei una stupida! Merlino, sembri me quando mi ostinavo a stare con Dean»
 
«Non è la stessa cosa»
 
«Sì che lo è e poi…»
 
«Ginny, ci lasceresti soli un momento?»
 
«No, stiamo parlando!»
 
«Andiamo, sorellina, non costringermi a caricarti di peso e portarti altrove!»
 
Hermione è leggermente allibita, ma si limita ad osservare la scena. Ginny, portando le braccia conserte e il naso all’insù, biascica epiteti a denti stretti, uscendo dal salotto. Il ragazzo, soddisfatto, si apre in un sorriso, che sa tanto di commiserazione, verso Hermione.
 
«Ma pensavi sul serio di risolvere tutto con Ron?»
 
«Senti, con tutto il rispetto, non sono affari tuoi»
 
«Ti sbagli. Sono affari miei, eccome! Per colpa tua, Fred esce con Rita stasera e con lei volevo uscirci io!»
 
«Cosa? Chi è Rita?»
 
George ghigna, consapevole d’aver attirato l’attenzione della ragazza «È una. Senti, con Fred hai tirato sin troppo la corda e lui non è mai stato molto paziente. Anzi, con te è anche durata tanto la sua pazienza. Ricordo quando voleva minacciare Bagman dopo solo cinque giorni! Beh, alla fine, sempre l’abbiamo minacciato, anche se non ero molto convinto, sai…»
 
«George» Chiama Hermione, vogliosa d’interrompere quel flusso di commoventi ricordi.
 
«Ah, giusto! Dicevo, la corda, l’hai tirata. Quindi, ti volevo solo avvertire che domani sono fuori con Angelina, me ne vado anche prima dal negozio. Chiude Fred e, se esce, è sempre verso le dieci»
 
«Cosa mi stai dicendo?»
 
«Dimenticavo, non farti sfuggire con nessuno quella cosa di Rita, Angelina prima ammazza lei, poi me e poi brucia i nostri cadaveri in un allegro falò!»
 
«George, ma cosa…?» Ma è tutto inutile. Non solo George non le dà uno straccio di spiegazione decente, ma la lascia anche lì a parlare da sola. Quando riesce a scuotersi, è Harry a dirle che Fred e George sono già andati via. Troppo tardi.

 

   
 
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