In danger,

Capitolo uno.

Guardai quel ragazzo da lontano,era lui ne ero sicura.
Poi si girò e i suoi occhi verdi si specchiarono nei miei,azzurri.
Un brivido mi percosse tutto lungo la schiena.
Voltai lo sguardo mentre lui spegneva la sigaretta che stava fumando.
Era bellissimo,non potevo dire di no.
Scossì la testa smettendo di guardarlo e ricominciai a camminare con Sam,andammo a mangiare in un piccolo pub londinese.
Ma come mia fortuna era cosi pieno che il mio stomaco dovette aspettare alle tre per poter mangiare.
Non riuscivo a smettere di pensare a lui,a quel ragazzo.
Quello sguardo mi era rimasto nell'anima.
Riuscivo ancora a vedere il suo sguardo complice su di me.
Riuscivo ancora a vedere il movimento delle sue labbra mentre cacciava il fumo,riesco ancora a vedere tutto come se lo stessi vivendo di nuovo.
-Bella addormentata,ci sei,ti sto parlando da cinque minuti-
-Si scusa Sam,mi ero davvero..Addormentata..-
-Pensi ancora al sogno?-
-Forse..-
-Clare mi guardi..E' un sogno.Non pensarci okay,e starai meglio.Io adesso devo scappare perché sono già le quattro e mezza-
-E io devo tornare a lavoro sennò addio festa di diciotto anni-
-Ecco brava..Ci sentiamo stasera,un bacio-
La salutai,e decisi di ritornare al mio lavoro.
Eppure lui mi tormentava ancora,era ancora qui,nella mente,non riuscivo a liberarmene.
Era presente,non se ne andava,non l'avrei dimenticato.
Forse era davvero una stupida coincidenza,e dovevo smetterla di pensarci.
Avrei voluto rivederlo,forse solo una volta per rendermi conto che non era la mia immaginazione.
Ma credo non lo rivedrò più.
Così i pensieri scivolavano via mentre camminavo.
Arrivai a lavoro precisa come un orologio svizzero,e chiariamoci,io non ero mai precisa.
-Clare è un miracolo che tu sia in orario-
Eccola,la ragazza più odiosa di tutta la città.
Jasmine.
Solo lei poteva capitarmi come collega di lavoro,ovviamente.
-Visto,peccato che il Signore non abbia ancora fatto un miracolo per trovarti dei vestiti meno scollati-
Dissi con lo stesso tono di voce acido che aveva usato lei.
Come al solito si limitò alle sue guardate storte e se ne andò.
E finalmente potevo respirare aria buona.
A volte mi ritenevo come Cenerentola nella casa delle sorellastre.
E il mio principe,però,non era ancora venuto.
Ho sempre amato le favole,fin da piccola.
Immaginare quegli amore che dicevano che sarebbero durati per sempre,credere nel bene,nel principe azzurro e nella magia,però,non mi è servito a molto nella vita.
Mi sembrava come se la mia scarpetta di Cristallo non fosse mai arrivata,come se nessuno mi sarebbe venuta a svegliare con un dolce bacio dal mio sogno eterno.
Ma forse io non ero destinata a essere una principessa,ma lo so che da qualche parte esistono,ma io non sono una di quelle.
Fra vecchiette impacciate,giovani rincoglioniti e grandi studentesse,anche il mio pomeriggio passò.
Chiamai Oliver,mio cugino per farmi venire a prendere:
-Ehi Oliver,sono Clare..Puoi passare a prendermi?-
-Cazzo Clare mi sono proprio dimenticato,sono fuori dalla zona,dai torna a piedi-
Sbuffai ma non potevo insistere.
Odiavo l'idea di tornare a piedi,e quella sera avevo un brutto presentimento.
Ma ero più forte,cosi con le mie cuffiette e la mia camminata sicura mi avviai sicura di dove andare.
Ma la musica non era più forte degli urli che sentivo.
Mi tolsi le cuffie e mi voltai intorno,quasi spaventata,la strada era era buia,illuminata da qualche piccolo lumicino sparso,e i vicoli restavano al buio.
Ma il buio sembrava impossessarsi di me.
BOOM.
Uno sparo,urlai di scatto,e notai degli occhi verdi nel buio vedermi.
Panico,paura,terrore,ansia mi fecero correre più forte come non mai.
Nella mia mente si fecero avanti i più paurosi pensieri:un assassino,un ladro,un maniaco,un serial killer ricercato.
Mi voltai un secondo per vedere se mi seguiva,ma non avrei dovuto farlo che qualcosa davanti a me mi prese per le spalle,trascinandomi nel buio:
-Se non vuoi morire,è meglio che stai zitta-
Ero morta me lo sentivo.Iniziai a piangere ad immaginare quando avrebbero saputo la notizia i miei genitori.
-Ti prego prenditi tutto ma non mi uccidere..Ti prego,non dirò nulla alla polizia,ne a nessuno-
Lui rise:
-Ti sto proteggendo,non voglio farti del male-
Mi trovai a guardarlo negli occhi,gli stessi occhi verdi di oggi,ne ero sicura,anche se nel buio l'unica cosa che riuscivo a vedere erano gli occhi ero sicura fosse Harry.Qualcosa in me,me lo stava sussurrando
-Ho paura..-
Sentì che mi guardo:
-Non averne,se ne sono andati,vieni-
-Ma chi sei,vattene..LASCIAMI!-
Mi prese per il braccio costringendomi a guardarlo.
-Ti riaccompagno a casa,vieni-
-No,torno a piedi grazie..-
Lui mi fece un sorrisetto,e mi lasciò la presa.
Corsi via,spaventata a morte.
Mi sedetti su una panchina avevo bisogno d'aria.
-Fa un po' freddo in questo periodo,vuoi il mio giubbino?-
Cristo santo,era ancora quel ragazzo,Harry,sempre se era quello il suo nome.
-Ancora tu?!Lasciami in pace-
Lui scoppiò a ridere
-Non sono ne un pazzo,ne un serial killer,non c'entro niente con quelli.-
Scrollai le spalle.
Non ero la tipa da fidarsi al primo incontro.
Lui mi venne incontro prendendomi a un passo dalla mia bocca:
-Tanto tu sarai MIA,piccola..-
Mi lasciò un bacio sull'angolo della bocca,e io rimasi pietrificata.
Non lo so se avevo paura,se non ne avevo,o se volevo addirittura provarci.
Ma quel ragazzo,mi stava cambiando.