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Autore: larryuntilwedie    01/07/2013    1 recensioni
[Larry!] Recensite, perché se vi piace posso continuarla!
"A quel punto, avevo terminato le scuse. Slacciai la mia cintura di sicurezza e mi misi a cavalcioni su di lui. Lo baciai con delicatezza, poi sempre con maggiore impeto e passione. Oh, piccolo Harry! In che guaio mi hai cacciato!"
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane più tardi ero di nuovo lì.
Harry aveva chiamato Jake, il barman dello Shining Star, e gli aveva chiesto di lasciarmi il suo numero di cellulare. Ragazzino intraprendente, non c’è che dire.
“Harry, sono Louis. Ciao” gli avevo scritto.
Qualche minuto più tardi, lui aveva risposto: “Louis, finalmente!”.
E qualche messaggio più tardi avevamo deciso che, non appena i suoi fosse stati nuovamente fuori città, avremmo dovuto rivederci. Anche solo per una chiacchierata.
Ma sì, dopo la settimana che avevo dovuto affrontare all’università, avevo proprio bisogno di svagarmi un po’.
Ero in piedi sulla sua porta, e non ero certo di come sarebbero andate le cose. Tuttavia, suonai il campanello con un bel sorriso stampato in volto.
Harry corse – letteralmente – ad aprirmi: indossava un paio di jeans piuttosto consumati ed una felpa dei Nirvana, mentre i capelli erano più scompigliati dei peli dello spinone di mio cugino George.

Niente a che vedere con l’Harry dello Shining Star, che indossava un paio di nuovissimi jeans neri ed una camicia azzurra che aderiva perfettamente alla sua figura alta e snella.
Così abbigliato, sembrava veramente ancor più piccolo della sua età. Il cuore prese a battermi sempre più forte.
“Louis! Ciao” mi accolse con uno dei suoi splendidi sorrisi.
“Ciao, Harry. Posso entrare?” domandai cortesemente.
“Ma certo! Vieni, vieni” si fece da parte, ed io entrai.
Il salone era veramente ben arredato, il ragazzo doveva essere decisamente di buona famiglia.
“Siediti, Louis, ti preparo qualunque cosa tu voglia!” Oh, cielo, non stava più nella pelle dall’emozione! Sembrava una ragazzina delle medie al suo primo concerto. Adorabile.
“Non ti preoccupare, Harry, vieni qui. E siediti con me” lo esortai.
Il suo sorriso vacillò un tantino. Era preoccupato che dovessi dirgli qualcosa di spiacevole, ed era evidente.
Quando entrambi ci fummo sistemati sul divano, mi abbracciò stretto. Così, di getto!
“Louis, quanto ho sentito la tua mancanza!”
Oh, mio dio. Dio mio. Mio dio. Dio. Mio. Si era forse innamorato di me? No, no, no. No, no. No. Non poteva essere. Respira, Lou, respira. Andrà tutto bene.
“Davvero?” riuscii a rispondere, improvvisamente troppo rigido per poter ricambiare il suo abbraccio.
“Certo!” esclamò, e mi baciò la guancia.
Oh, dio buono.
“Ehm, anche tu” balbettai.

“Grazie. Ci vediamo un film, ti va? Ho Resident Evil 4, se vuoi. O Harry Potter e i Doni della Morte, parte due!”
“Vada per Harry Potter” acconsentii.
Inserì il dvd nel lettore e venne a sedersi accanto a me, accoccolandosi sul mio braccio destro. I suoi ricci mi sfioravano il collo, e a tratti avevo veramente voglia di ridere.
Hogwarts era ormai sotto assedio quando il mio Harry, e non il maghetto, decise di sdraiarsi e poggiare la testa sulle mie gambe. Così sembrava quasi che stesse dormendo, e non riuscii a trattenermi dall’accarezzargli quei bei riccioli castano scuro.
Lui mugolò appena, e la cosa mi fece sorridere. Tutto ciò mi dava l’idea di avere a che fare con un gattino.
“Miao” mi lasciai sfuggire.
Lui si voltò, colto di sorpresa. Poi mi diede un bacino sulla gamba destra, dove fino a qualche secondo fa aveva tenuto la propria testa, e si girò di nuovo verso la tv.
Oh, no. Non poteva essere così tenero. Non era umanamente possibile.
Voldemort era stato finalmente sconfitto, ma Harry non se ne era accorto. Dormiva, e sulle mie ginocchia!
“Harry? Harry, sei sveglio? Hey!” sussurrai.
Lui mugolò piano.
“Harry?” insistetti.

Allora riemerse dal mondo dei sogni mi lanciò un’occhiataccia, che nel giro di un secondo si trasformò in uno dei suoi larghi sorrisi.
“Mi ero dimenticato che fossi qui! Perdonami per aver dormito, Louis” si scusò, la voce tremolante di chi si è appena svegliato.
“Niente. Andiamo a letto, ti va?”
Woh, che seratona.

“No, non sono mica un ragazzino. Posso restare sveglio un altro po’”
“Harry, sei esausto. Dai, ti accompagno” proposi.
Mentre salivamo le scale che ci avrebbero portati alla sua camera, notai quanto bello fosse il suo sedere nonostante i jeans leggermente larghi.
“LOUIS! Riprenditi, ha solo 16 anni!” mi rimproverai.
Una volta nella sua camera, capii che era proprio come me l’ero immaginata: poster ovunque, letto disfatto, una chitarra e tante, tantissime foto raffiguranti Harry e i suoi amici.
Harry andò dritto verso l’armadio e vi estrasse una maglietta.
Si sfilò i jeans e, con mia grande sorpresa, rimase in mutande di fronte a me. Deglutii a vuoto, imbarazzato.
Quant’era bello.
Poi, sostituì la sua felpa dei Nirvana con la maglietta che aveva preso e rimase lì in piedi, con gli slip e la maglia raffigurante la Torre Eiffel.
“Beh, buonanotte” dissi, imbarazzato come non mai.
“Hey, non me lo dai un bacino prima di andar via?” rispose Harry, imbronciato.
“Ma sì”
Mi avvicinai, presi la sua testa fra le mani e gli baciai la fronte. “Sogni d’oro”, sussurrai.
Per tutta risposta, lui mi lasciò un bacino sul collo. “Buonanotte, Louis. Torna presto” e mi abbracciò stretto, proprio come aveva fatto poche ore prima.
 

 
  
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