Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: nephylim88    01/07/2013    1 recensioni
Giorgia Casiraghi non può essere definita fortunata. a diciassette anni è stata rapita e stuprata. Quindici anni dopo, dopo tutti gli sforzi fatti per lasciarsi tutto alle spalle, si ritrova con sua figlia in ospedale, malmenata e stuprata anche lei...
ogni riferimento a fatti e persone esistenti è puramente casuale.
Spero che la storia vi piaccia! Come ho promesso ne "la cacciatrice di anime", la storia qui presente è già completa. Pubblicherò in capitoli ogni due o tre giorni al massimo! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quindici anni dopo

“È lei la madre di Greta?” un dottore mi venne incontro non appena misi piede nella sala d'attesa della terapia intensiva. Annuii, tendendogli la mano.

“Giorgia Casiraghi, piacere. Cos'è successo?” chiesi poi, tremando. La migliore amica di mia figlia, Lisa, mi aveva chiamato, in lacrime. Non ero riuscita a capire molto, ma avevo interpretato i suoi singhiozzi come un segno che a mia figlia era successo qualcosa di estremamente grave.

“Venga. C'è la polizia.”

Con la tentazione di mandare al diavolo quel dottorino idiota, lo seguii. Ero spaventata non poco. Cos'era successo alla mia piccola? Ci fermammo davanti ad una finestrella, da cui vidi Greta stesa su un letto, completamente priva di sensi, il volto pieno di lividi, un occhio gonfio, la testa bendata. Mi sentii mancare.

“Dottore, cos'è successo a mia figlia?” la mia voce, remota alle mie stesse orecchie, era come spezzata.

Il dottore respirò a fondo. Era evidente che avrebbe tanto voluto scaricare quella patata bollente ai poliziotti, ma il referto medico lo doveva fare lui per forza. “Signora” esordì, guardando ostinatamente il pavimento “sua figlia è ferita gravemente. Presenta ecchimosi in varie parti del corpo, ha una costola fratturata e un brutto trauma cranico...” si interruppe, come indeciso se andare avanti oppure no.

“Continui, dannazione!”

“Abbiamo eseguito un kit stupro. Le analisi mostrano che è stata violentata, presenta lesioni nella zona genitale e anale...”

Sentii le mie gambe cedere. Mi rimisi in piedi quasi subito, ma dovetti cercare un posto dove vomitare. La prima cosa che trovai fu un cestino, in cui rigettai anche l'anima, piangendo disperata.

“Signora?” alzai la testa, ansimando pesantemente. Era stato un poliziotto a parlarmi. Lo guardai attraverso il velo delle lacrime.

“So che è un brutto momento, ma devo parlare con lei.”

Lentamente, mi tirai in piedi. Barcollavo come se avessi bevuto. Mi aggrappai al braccio del poliziotto, che mi scortò fino a una poltroncina. Per un quarto d'ora lo ascoltai inebetita.


Era andata così. Greta, come io sapevo, era andata dalla sua migliore amica per un pigiama party. Prima di andare a letto, le ragazze, cinque in tutto, avevano deciso di andare a prendere un gelato alla gelateria del quartiere. Non era un giro così pericoloso, la zona era piuttosto tranquilla, e la gelateria era ad un chilometro scarso da casa di Lisa. Tornando verso casa, ad un certo punto si erano accorte che Greta era scomparsa. Non sapevano dire esattamente da quanto mancasse, Greta ogni tanto si isolava dal gruppo, restando indietro. Era tipico del suo carattere, ma questo isolamento durava non più di due minuti. Si erano rese immediatamente conto che qualcosa non quadrava, non era da Greta nascondersi e fare scherzi cretini. L'avevano cercata per mezz'ora, prima di arrendersi e tornare a casa di Lisa per dare l'allarme. Lisa e suo padre avevano girato il quartiere in lungo e in largo con l'auto, mentre la madre di Lisa chiamava la polizia, e alcuni vicini la cercavano girando a piedi nei dintorni. Era stato uno dei vicini a trovarla, lasciata per terra come un mucchio di stracci, in un praticello incolto. Avevano chiamato immediatamente un'ambulanza e l'avevano portata al pronto soccorso. Poi mi avevano cercato.

Ora ero lì, a guardare la mia bambina in coma su quel letto di ospedale. Sembrava così piccola... mi ricordava molto quando era nata... era altrettanto fragile, e io avevo giurato di proteggerla a tutti i costi. All'idea di non aver tenuto fede alla mia promessa, mi si spezzò il cuore. Scoppiai in singhiozzi disperati. Perché mia figlia aveva dovuto subire la mia stessa sorte? Che cosa avevano di così marcio, gli uomini, da volersela prendere in modo così brutale con delle ragazzine? Io avevo diciassette anni, quando tre ragazzi mi avevano rapita e stuprata per dieci giorni. Lei ne aveva appena quattordici. Avevo forse attaccato una maledizione a mia figlia?

Strinsi i pugni. Le nocche scrocchiarono. Le cicatrici sui dorsi delle mie mani si tesero. Chiunque avesse fatto questo a mia figlia, l'avrebbe pagata cara e salata!

“Signora Casiraghi?” alzai la testa. Un'infermiera mi guardava con aria comprensiva.

“Sì?”

“Sono arrivati i suoi genitori.”

Feci un cenno con la testa. Non volevo lasciare Greta lì da sola, ma dovevo rassicurarli. Già... ma rassicurarli di cosa? Mi alzai. Strinsi la mano di mia figlia. Poi mi avviai verso la porta.

“Signora...” la voce dell'infermiera era titubante. La guardai. Sollevai leggermente il mento per spingerla a parlare.

“Mi perdoni la domanda, ma suo marito non è stato avvisato?”

Mi si indurì lo sguardo. “Non sono sposata. Mia figlia non ha un padre.”

Feci per uscire. Poi mi bloccai. “Le avete somministrato la pillola del giorno dopo?”

L'espressione mortificata dell'infermiera si attenuò solo un pochino. “Stavo giusto venendo a chiederle l'autorizzazione per somministrarla.”

“Fatelo.”

Poi uscii.


“Come sta?” mia madre. Tremendamente ansiosa. Giustamente. Si parlava di sua nipote, giusto?

“Coma. È stata malmenata e stuprata.” curioso come riuscissi a dirlo così tranquillamente...

Mamma e papà impallidirono. Suppongo fosse normale. Prima la figlia passa l'inferno a causa del sadismo umano. Poi la stessa cosa succede alla nipote neanche vent'anni dopo. Quanto a me... la rabbia era talmente tanta che aveva cancellato ogni singola emozione che potevo provare. Persino l'angoscia per la sorte di mia figlia era un'eco remoto nella mia mente. Anzi, erano proprio le sue condizioni a mettermi addosso quella furia quasi incontenibile. Che, a quanto pareva, era destinata ad aumentare.

“Signora Casiraghi?” mi voltai. Era l'agente di polizia che mi aveva soccorso poche ore prima.

“Sì?”

“Abbiamo i risultati del test del DNA effettuato sui liquidi trovati col kit stupro.”

“Quindi?”

“Il DNA corrisponde esattamente a quello di un pregiudicato, arrestato per violenza quindici anni fa, e rilasciato il mese scorso: Samuele Leto.”

Il mondo intorno a me si fermò. Sentii la testa girare da una parte e lo stomaco dall'altra. Mi misi la mano sulla fronte e respirai profondamente. Mia madre stava singhiozzando disperatamente alle mie spalle, potevo sentire i suoi singhiozzi soffocati contro la spalla di mio padre.

“Signora Casiraghi? Tutto bene?”

Ci misi un po', prima di rispondere, con voce mortifera: “Mi sta dicendo che il bastardo che ha violentato mia figlia è il suo stesso padre biologico?”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: nephylim88