Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Ehybastaldo_    01/07/2013    8 recensioni
"Voglio organizzare questa piccola gita di sette giorni, visto che la scuola è anche finita. Diamo inizio alle nostre vacanze estive tutti insieme!" strillò felice, e lì mi bloccai.
"Tutti insieme, chi?" chiesi assottigliando gli occhi a due fessure e guardandolo storto.
Lui ridacchiò in risposta, grattandosi il collo in modo nervoso "Amici" sussurrò preoccupato.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

AVETE USATO PRECAUZIONE, ALMENO?
 
 
 
"Cazzo Simone! Smettila di fare la bambina, hai diciotto anni, dimostra di essere matura!" mi rimproverò Rob.
Per tutta risposta, mi aggrappai forte alla testiera del mio letto, rannicchiandomi di più.
"No" piagnucolai, disperata.
Sentii Sophy sbuffare, mentre si apprestava a prendere il mio piede, obbligandomi a distendere la gambe.
Urlai, spaventata.
Rob sbattè le mani sulle gambe, alzandosi dalla sedia e mormorando "Io ci rinuncio! Ogni volta è la stessa storia" urlò, furibonda.
Al suo fianco, Sophy, la tirò per un braccio, facendola sedere sul letto "No, farà questa maledetta ceretta, al costo di doverla legare al letto!" la rassicurò, facendomi però lamentare di dolore al solo pensiero.
Avevo dimenticato il mio fottuto rasoio elettrico a casa, e l'unica soluzione per non sembrare una scimmia scappata dallo zoo alla festa della sera dopo, era quella di farmi fare una ceretta.
Ma io e la ceretta non siamo mai andati d'accordo! Quando provai la prima volta, le mie gambe rimasero rosse per almeno una settimana, strani puntini segnarono la mia pelle e il dolore che provai mi portò ad un pianto isterico per tutta la durata dell'atto.
Chissà cosa aveva pensato l'estetista di me.
Rob si alzò "Io vado a scaldare la ceretta, tu legala per bene, se c'è bisogno" suggerì all'altra, che annuì convinta.
Quando Rob uscì dalla stanza, Sophy mi guardò, sorridente.
"Avanti Simone, non costringermi ad usare le maniere forti" disse con voce pacata.
Ritirai di nuovo la mia gamba, stringendola al petto "NO!" risposi secca.
Sophy sbuffò, alzandosi dal letto e camminando verso la porta della stanza, aprendola.
"L'hai voluto tu" disse sottovoce, prima di girarsi verso il corridoio e urlare "SIMONE E LIAM SI SONO BACIATI".
Scattai dal letto, salendo sulle spalle della mia amica e facendola atterrare a terra con un tonfo "Ma sei cretina?!" strillai, inconscia di quello che avevo appena sentito.
"Ti avevo detto di non farmi usare le maniere forti" sghignazzò, tranquilla.
"Sì, ma non mi avevi detto cosa avresti fatto!" la rimproverai, ancora seduta sul suo sedere. Mi aspettavo di essere attaccata al letto, ma non questo!
"Non mi avresti creduto comunque" sottolineò lei.
Beh, forse non le avrei creduto davvero. Ma se mi avesse avvisata, avrei avuto un pò di paura, sul serio.
"Beh..." non riuscii a terminare la frase, che qualcuno mi interruppe.
"Avete usato precauzioni, almeno?" alzai lo sguardo, trovandomi un fangirlante Harry Styles al fondo del corridoio venire verso noi con un sorriso stampato sulle labbra. Ma qual era il suo problema?
"Precauzioni? Per un bacio?" mi anticipò Sophy, confusa, forse più di me.
"Sì, dai. Non ci si può fermare solo ad un semplice bacio" continuò la sua teoria, Harry.
Alzai gli occhi al cielo, tappando la bocca alla mia amica, pronta a dargli ragione. Ne ero sicura.
"Scusate, ma io sono ancora qui. E no! Non siamo andati oltre il bacio, se ve lo state chiedendo!" mi alzai, lasciando lì, sul pavimento, Sophy che però venne aiutata da Harry.
Scesi velocemente le scale, arrivando nella zona giorno e vedendo Rob aspettare bollire il pentolino con la ceretta dentro.
"Ma dico...L'hai sentita?" più che altro, speravo mi dicesse no. Che Sophy non avesse urlato così tanto da farlo sentire al resto del gruppo.
Ma con mio dispiacere la mia amica annuì "Credo l'abbiano sentito anche quelli del paese vicino" m'informò.
Sentii le guance colorarsi di rosso, presa da uno strano calore che percorse il mio corpo. Sbuffai.
"E SOPHY HA SCOPATO CON NIALL!" urlai d'al canto mio, sorridendo per la mia vendetta, arrivata anche molto prima di quanto pensassi.
Sentii come un trottare provenire dalle scale, e un Harry seguito da Sophy arrivarono davanti a me in pochi secondi.
"Davvero? -chiese Harry- Hanno preso precauzioni, loro?" domandò sconcertato.
Forse nemmeno lui si aspettava una cosa del genere da parte del biondino, che tanto calmo non era alla fine.
"Ma che ne so io! Mi ci sono ritrovata in mezzo per casualità!" dissi, quando sentii urlare Rob, alle mie spalle. Mi voltai automaticamente, vedendola leccarsi un dito.
"Che avete fatto?" commentò poi, schioccando il dito che evidentemente si era bruciata per la notizia improvvisa "Voglio dire...Una cosa a tre?" spiegò.
Per poco non mi strozzai con la mia saliva, mentre le risate di Sophy inondarono la stanza.
"Oh mio Dio! Davvero pensate questo?" ero sempre più sconvolta "Ero in stanza di Sophy solo per prendere un vestitino e questi mi sono entrati l'uno con la lingua conficcata nella gola dell'altro" sbottai, allontanandomi dai tre.
"E brava la mia sorellina. Adesso si guarda anche gli amatoriali live" evitai di rispondere a quel cretino di Harry, decidendo di uscire e prendere una boccata d'aria e liberare un pò la mia mente.
Era strano, perchè nè in casa nè fuori c'era traccia del resto del gruppo. Ma allora dov'erano?
"Ti ricordi quando l'abbiamo dipinta?" per poco non urlai, spaventata.
Devo ammettere che sono davvero una checca. Mi spavento pure del vento.
"Liam, Dio mio. Avvisami però!" lo rimproverai, spingendolo. Lui rise, avvicinandosi di nuovo.
"Però non mi hai risposto" insistette.
Spostai lo sguardo sul capanno che in poco tempo avevamo sistemato, congratulandomi mentalmente per il bel lavoro che avevamo fatto. Eravamo stati, come dire...Una squadra.
Se fino a poco tempo prima qualcuno mi avesse chiesto cosa avremmo portato insieme tutti e sette, avrei risposto solo danni. Invece, adesso, potevo benissimo ricredermi perchè in brevissimo tempo avevamo fatto qualcosa che perfino mio padre non aveva saputo fare chissà in quanto tempo.
"Simone?" mi sentii richiamare da Liam, ancora al mio fianco.
"Sì. Ci siamo divertiti anche tanto" risposi, vaga.
Liam sembrò cogliere la mia nota di tristezza e sospirò "Mi mancheranno questi giorni di relax. Credo mi mancherà anche questo posto, ma soprattutto, tu".
Come se avessi preso una leggera scossa, mi voltai di scatto "Che?" chiesi confusa.
Liam ridacchiò, sedendosi sul portico della casa. Lo seguii a ruota, ancora curiosa di sapere dove volesse andare a parare con quella frase.
"Voglio dire...In questi giorni ci siamo conosciuti un pò meglio. Pensavo fossi una rompi-coglioni perenne, ed invece..." lasciò la frase in aria, facendo crescere in me la voglia di conoscere cosa pensava di me, adesso.
"Ed invece cosa?" infatti, chiesi.
"Ed invece sei una rompi-coglioni a momenti" rise della mia faccia, leggermente sconvolta da quello che aveva detto.
Lo sapevo benissimo che non ero la solita ragazza perfettina, indole di un vocabolario formato da frasi dolci e zuccherose. Ma nemmeno mi potevo definire una scaricatrice di porto o stronza nata. Ero stronza, si, ma solo con chi pareva.
Ed era evidente che lui faceva parte di quel gruppo di persone che mi stava altamente sulle ovaie, fino alla radice dei capelli, per essere trattato in un certo modo.
"Ti ricordi quando ti diedi un pugno?" chiesi, cambiando discorso.
Con la coda dell'occhio lo notai accigliato "No! -squittì- Quando?" domandò curioso.
Non persi tempo per chiudere la mano a pugno e stamparglielo sul braccio, facendolo traballare di poco, quasi a farlo cadere "Adesso" risposi, ridendo.
Il ragazzo si massaggiò la parte lesa, mormorando qualcosa di incomprensibile.
"La ceretta è pronta!" scattai come una molla, non sapendo dove andare a nascondermi.
"Ehm...Se mi cercano, tu non mi hai visto" infomai Liam, scappando dentro la struttura posta a pochi passi da noi.
Mi richiusi dentro col fiatone, appoggiandomi a quella che era una delle finestre, ascoltando in silenzio.
"E' dentro il gazebo" vidi Liam indicarmi dal porticciolo, mentre Rob e Sophy mi vennero in contro con tra le mani quella che era la ceretta.
Aiuto.
 
* * *
 
"Louis, lì c'è un posto!" urlai, indicandogli un fottuto parcheggio.
Fottuto perchè era praticamente quasi un'ora che giravamo per quel maledetto paese alla ricerca di un buco per parcheggiare. E finalmente l'avevamo trovato.
"Scendi e tienilo occupato. Dammi il tempo di girare!" mi ordinò, incitandomi a muovere le chiappe.
Sbuffando, eseguii l'ordine, piantandomi nell'esatto posto in cui doveva esserci il parcheggio libero.
Mi guardai in giro, cercando con lo sguardo dove fosse finito Louis e la macchina. Ma sembravano essere scomparsi.
"Ehy dolcezza! -mi girai di scatto verso un auto ferma al mio fianco -Che ne dici di spostarti e farci parcheggiare?" chiese, sorridendo.
Era un ragazzo carino, all'incirca sui venti anni. Al suo fianco, un altro ragazzo, moro come il primo, mi fece l'occhiolino, malizioso.
"Ehy coglione! -cercai di usare il suo stesso tono, a presa per il culo- Che ne dici di sloggiare da qui? Il mio amico sta girando per parcheggiare" lo informai, scettica.
Ma quello non sembrò darmela vinta.
"Non ci sono altri parcheggi oltre questo. Spostati" cercò di intimarmi.
Maledii mentalmente Louis che non fosse più arrivato. Che si fosse perso come il giorno prima?
Mi grattai il mento, come a pensarci "No" risposi poi, sincera.
Vidi alzare gli occhi al cielo quello alla guida, schiacciando un poco il pedale dell'accelleratore e venirmi in contro. Pensava di mettermi paura in quel modo?
Mi sarei buttata a terra da un momento all'altro, chiedendo aiuto a quei passanti che ci guardavano curiosi, ficcando il naso in faccende non loro. Così facendo, mi avrebbero dovuto pure pagare. Mi sarei anche rotta un braccio da sola per far credere alla mia innocenza.
"Dolcezza, sul serio, non voglio farti del male" insistette quello.
"Se non la smetti di chiamarmi dolcezza, sarai tu a sentire del male" ringhiai a denti stretti.
I due scoppiarono a ridere, nemmeno avessi raccontato la barzelletta più divertente di questo mondo. Poi tornarono seri, si scambiarono due parole sottovoce e quello al posto passeggero, scese dall'auto.
Merda. Ora mi avrebbe preso, stuprata, uccisa, data a fuoco e infine mi avrebbe usato come brace per arrostire la carne. Che fame che ho!
"Non farmi usare le maniere forti" era a pochissimi passi da me.
Era un pò alto, i capelli portati in una cresta alta, facendo concorrenza a quella di Zayn, muscoloso e indossava una di quelle giacche tipiche da bulletto da liceo.
"Non toccarmi" allontanai il mio braccio, prima che lui potesse afferrarlo.
"Dai..." rise ancora, facendomi salire di più i nervi.
"Non hai sentito?" ci voltammo insieme nella direzione da cui avevamo sentito quella voce che io, per fortuna, conoscevo fin troppo bene.
"Liam" sussurrai, finalmente sentendomi anche un pò confortata.
"E tu chi saresti? Il suo eroino?" scoppiò a ridere quello.
Liam mi tirò per una mano, nascondendomi dietro le sue spalle quando ormai era vicino "Il suo ragazzo, problemi?" sbarrai gli occhi.
Ok Simone, respira come si deve. Ha solo detto in quel modo per far allontanare il tipo.
Ma quello non sembrò farsi nessun scrupolo, anzi diede delle pacche a Liam.
"Complimenti, bella ragazza" sentii Liam irrigidirsi.
"Non toccarmi" sputò a denti stretti.
"Oppure?" lo provocò quello.
Per fortuna qualcuno li interruppe "Tutto bene qui, ragazzi?" un signore sulla cinquantina, s'intromise.
Lo ringraziai di cuore mentalmente per aver messo fine a quella che, secondo me, sarebbe diventata qualcosa di più serio.
Insomma, i ragazzi risolvevano le cose in un solo modo. E non intendevo pari o dispari, come facevo io.
"Sì, signor Gullingam. Stavamo facendo solo due chiacchiere come buoni amici" lo rassicurò il ragazzo, sorridendogli.
Presi nuovamente la mano di Liam, pregandolo con lo sguardo di andarcene e di finirla lì.
"Ok, mi raccomando, vi ricordo che oggi è festa e non deve succedere nulla" continuò l'anziano.
"Stia tranquillo, sindaco. Stavano solo spiegando le nostre leggi a questi stranieri" Liam mi guardò, mentre finalmente capii perchè quell'uomo aveva avuto il coraggio di chiederci qualcosa.
"E noi abbiamo pure capito" presi parola io, tirando Liam dall'altra parte "Buona giornata" salutai per tutti e due, costringendo Liam a seguirmi nella stradella.
"Ci vedremo presto" ricambiò il ragazzo, dandosi delle arie.
 
"Hai visto come ti guardava, quello?" spezzò il silenzio poco dopo, Liam.
"Gli occhi sono fatti per guardare, Liam" non so perchè, ma dal suo tono avevo notato una nota di gelosia. Ma di sicuro stavo immaginando tutto, come sempre.
"E le mani per prendere a pugni!"
"Liam!" lo rimproverai. Lui sembrò non darmi retta, continuando a fissare le sua scarpe, diventate forse più importanti di tutt'altro.
"Comunque, l'unica cosa che mi ha dato fastidio è che si è preso il nostro parcheggio" mormorai, pensierosa.
"Louis ne ha trovato un altro, per questo sono venuto a chiamarti" rispose al mio fianco.
Oh.
Lo seguii in silenzio, continuando a guardarlo con la coda dell'occhio, sperando che avesse interrotto quel silenzio con una delle sue solite sparate. Ma mi alludevo.
"Finalmente! Pensavo di andare alla polizia per denunciare la vostra scomparsa!" disse Niall, alzando le mani a mezz'aria.
"Sì, però hai anche aggiunto 'Dopo aver mangiato qualcosa'" lo riprese Sophy, scendendo dal muretto su cui si era seduta.
Scoppiammo a ridere, mentre Horan si lamentò, farfugliando qualcosa.
 
Dopo aver mangiato un panino al volo, con l'eccezione di Niall che ne ingurgidò tre, ci ritrovammo al centro della festa a guardarci intorno per capire cosa fare sin da subito. Non potevamo perdere ancora tempo.
"Andiamo sulle montagne russe?" chiese Harry, indicando la struttura alle nostre spalle.
Già, perchè per quanto potesse essere piccolo quel paese, ci avevano messo anche delle giostre, tra cui, appunto, le montagne russe.
"No, io ho paura" lo avvisò Zayn, guardando attentamente quei ragazzi urlare spaventati e divertiti allo stesso tempo.
"Allora facciamo uno di quei giochi al bancone, tipo quello" ci indicò Rob alla sua destra, facendoci notare uno di quei camioncini disposti per lanciare delle palline su delle lattine, per poi vincere un inutile pupazzo.
"Waaa, sì. Vieni con me, tanto tu hai mangiato troppo per salire sulle montagne russe" Sophy tirò per un braccio Niall, intento a chiederci aiuto con il labbiale.
Ridacchiammo.
"Bene, allora facciamo così: ognuno fa quello che le pare e ci ritroviamo qui tra qualche ora. Abbiamo tutti un cellulare, no?" chiese Louis, facendo il punto della situazione.
Dopo aver annuito, ognuno prese la sua strada.
Io mi ritrovai insieme a Zayn, avvicinandomi ad un gioco particolare: un signore in carne stava seduto su una piattaforma applicata a mezz'aria proprio sopra una piscinetta.
Urlava di sfidarlo, ovvero di lanciare una palla al bersaglio, facendolo cadere.
Zayn, capendomi al volo, pagò per una partita e mi passò una delle tre palle. Come previsto, il primo lancio fu penoso. Per non parlare del secondo.
L'uomo seduto mi prese in giro, dicendo qualche frasetta senza senso, giusto per farmi innervosire di più.
"Liam, vieni qui!" mi voltai verso Zayn, bloccandomi appena in tempo prima di fare il mio ultimo lancio.
"Uuuh, vi state divertendo?" chiese il castano, quando ci affiancò.
Zayn scosse la testa, indicandomi come se io non l'avessi visto. 
Liam mi guardò attentamente, poi osservò il ciccione sulla pedana che sghignazzava.
"Ma è facile! Posso provarci io?" chiese, incitandomi a passargli la mia ultima munizione.
Con fare gelosa me la strinsi al petto, dicendo un secco "No" e facendolo ridere.
"Arrivo subito, Rob mi chiama" ci avvisò Zayn, correndo in contro alla mora posizionata davanti a quella che era una palla da calcio.
Rimasti soli, Liam tese una mano a mezz'aria incitandomi a dargli la palla.
Scossi di nuovo la testa. Volevo farlo cadere io, quel cretino!
"Allora fammi spiegare un trucchetto" mi rassegnai a quelle parole. Di testa mia, non sarei riuscita a farlo cadere. Quindi, perchè non ascoltare un consiglio?
Annuii, vedendolo poi passare dietro le mie spalle. La sua mano sfiorò tutta la lunghezza del mio braccio, fino a costringermi ad alzarlo.
"E' molto semplice" sussurrò al mio orecchio.
Non so per quale assurdo motivo, ma un brivido percorse la mia schiena. Eppure era strano, perchè in cielo non c'era nemmeno una nuvola e il sole era abbastanza caldo.
"Pensa al bersaglio come qualcosa che odi" continuò, sicuro.
Deglutii a vuoto, cercando di immaginare qualcosa che mi urtava talmente tanto le ovaie da farmi stritolare perfino la palla. Peccato che il mio bersaglio era proprio quello che mi stava tenendo stretta al suo petto, aiutandomi.
Come potevo pensare a Liam al posto del bersaglio, se proprio lui mi stava aiutando e nello stesso tempo mi stava, come dire...Abbracciando? La posizione di certo non aiutava a tenere la mia mente lucida.
"Trovata?" insistette, smuovendomi di poco.
Scossi la testa, cercando di pensare ad altro. Ma la mia bocca parlò in automatico.
"Stavo pensando a te e alla tua teoria sulle femmine" lo avvertii con voce tremante.
Lo sentii ridacchiare, una risata bella e vera. Una di quelle che mi fece sorridere solo sentendola. Poi tornai seria.
"Non sto scherzando!" e mi voltai verso lui, ritrovandomi vicino al suo viso più di quanto avessi immaginato.
Il suo respiro sbatteva sul mio volto, e mentre i miei occhi scendevano verso le sue labbra, lui parlò.
"Se vuoi, mi metto io su quella pedana" scherzò. Le sue labbra si curvarono in un sorriso.
Distolsi lo sguardo immediatamente, puntandolo su quello che era il mio vero obiettivo. Io dovevo far annegare quel ciccione.
"Comunque, pensa a me e fammi vedere cosa sai fare" si allontanò, lasciandomi andare.
Sospirai rilassata qualche secondo, poi decisi di mettere tutta la forza che avevo nel mio lancio.
Talmente era tanto il peso dell'uomo, che tanta acqua uscì perfino dalla piscinetta.
Saltai sul posto, felice, girandomi ad abbracciare Liam che mi aveva aiutato.
Agganciai le mie braccia al suo collo, incrociando le gambe dietro le sue spalle. Sentii le sue braccia tenermi appena in tempo alla base della schiena, ridendo al mio orecchio.
"Simone, non sei leggera" e solo a quelle parole, mi resi conto cosa avevo appena fatto.
Mi distanziai dal suo corpo, rimanendo comunque tra le sue braccia "Io...Scusa, è stata una cosa non voluta, ero felice" ammisi, rossa in viso. Ma erano aumentate le temperature?
Lui si limitò a ridere, mentre mi sentii richiamare.
"Signorina, questo è il suo premio" l'anziano signore da cui avevo fatto il biglietto per il gioco, mi stava passando un leone tre volte la mia taglia, con un sorriso stampato sulle labbra.
Guardai il pupazzo per una manciata di secondi, per poi prenderlo ancora sconvolta. Di solito vincevo un porta-chiavi.
"Finalmente qualcuno che lo faccia stare zitto" ammiccò l'uomo, indicandomi la mia vittima zuppa.
Ridacchiai, salutandolo e mettendomi al fianco di Liam. E ora che si faceva?
"Noooo, voglio lo zucchero filato!" intravidi il banchetto del dolce, indicandolo a Liam che però alzò gli occhi al cielo.
"Non hai tre anni, Simone" mi rimproverò.
"Zitto che tu oggi hai fatto la spia" gli ricordai, tirandolo verso il bancone.
"Salve ragazzi, quanti?" ci chiese gentile la donna dietro il bancone.
Mi girai verso Liam che sbuffò.
"Uno rosa grande" dissi eccitata.
La donna mi sorrise e si mise subito all'ora. Non ebbi tempo, e nemmeno forse col pupazzo che avevo tra le mani, di prendere qualche soldo che Liam mi anticipò, pagando.
 
"Non dovevi" lo avvisai, strappando un altro pezzo di zucchero filato.
"Mi dava fastidio il modo in cui sorrideva. E poi...Mi puoi ripagare dandomene un pezzetto" squittì, abbracciandosi il pupazzo che mi aveva strappato di mano per evitare che lo mollassi su qualche panchina per mangiare il mio tanto bramato zucchero filato.
Ridacchiai, strappando un pezzo di quella nuvola colorata e mettendola in bocca a Liam in malo modo. Infatti ci litigò per un attimo per farlo entrare bene.
Risi, seguita da Liam.
"Sarà meglio rintracciare Louis così da recuperare le chiavi e posare questo in auto" mi mostrò il leone.
Finsi di mettere un broncio "Ma gli animali devono essere liberi. Perchè rinchiuderlo in auto con questo caldo? E se chiamano il WWF?" chiesi con voce da bambina.
Liam scosse la testa, facendo per sorridere "Sei sempre la solita".
Sempre la solita? Ma se ci stavamo parlando solo da sei giorni, 128 ore e 46 minuti, come faceva a sapere com'ero il resto dei giorni?
La cosa che mi stupii di più fu il fatto che sapevo anche da quanto tempo ci parlavamo. Mi facevo sempre più paura.
 
Louis ci raggiunse per darci le chiavi, tornando con Harry al martello. Chi era più forte tra i due?
Ci avviammo all'auto, non molto distante da dove ci trovavamo, posando il pupazzo sui sedili posteriori.
"Dormi bene, piccolino. Se muori, denuncio tuo padre" parlai con il leoncino.
Sentii la risata di Liam "Il padre sarei io?" chiese poi.
Annuii, chiudendo lo sportello "Prenditi le tue responsabilità, Payne" scherzai, richiudendo l'auto.
"Payne... -sussurrò- Perchè chiamarmi così è più sexy" mi fermai pochi passi dopo, girandomi verso Liam che si era fermato dove l'auto. Non voleva tornare alla festa?
Ritornai al suo fianco, appoggiandomi all'auto "Quel giorno mi è scappato di bocca. Ma trovo davvero sexy chiamare le persone per cognome" lo avvisai. Ed in parte era vero!
Giocò nervosamente con un piede sul brecciolino della strada, rimanendo in silenzio.
"E io sono sexy, per te?" chiese dopo. 
Risi nervosa; perchè voleva mettermi a disagio?
"Ma che c'entra?" me ne uscii alzando gli occhi al cielo.
Per tutta risposta, Liam si mise di fronte a me, intrappolandomi tra le sue braccia, appoggiate all'auto. Ero praticamente bloccata tra il suo corpo e la macchina.
Deglutii di nuovo, la gola si era seccata.
"Liam..." sussurrai.
"No Simone! Sono serio...Io ti piaccio, almeno un pochino?" fu una domanda strana quanto imbarazzante.
Liam non era un brutto ragazzo, anzi...Tutto l'opposto. Ma io non l'avevo mai visto sotto quell'aspetto, forse troppo intenta ad odiare alcune sue idee.
Forse era proprio quello che mi bloccava di vedere qualcos'altro in Liam.
"Certo che sei carino, non posso non ammetterlo" dissi sicura. Poi alzai lo sguardo, abbassato per la vergogna, e notai Liam sorridere soddisfatto.
"Anche tu lo sei, l'ho sempre pensato...Ma la verità è che solo in questi giorni ho aperto gli occhi, ho conosciuto la vera Simone e, in poche parole, mi sono pentito di averti detto quelle parole" riprese fiato piano piano.
"Quali parole?" aggrottai la fronte, confusa.
"Le donne sono belle da vedere in cucina, ma sono più belle quando sono tra le tue braccia".
Oh mio Dio. Questo sole mi stava letteralmente sciogliendo.
"Liam..." ma non ebbi tempo di dire altro, zittita dalle labbra di Liam posate sulle mie. Perfino quello che rimaneva del mio zucchero filato, mi cadde di mano, tanto era la sorpresa.
E dopo un attimo di esitazione, decisi di assecondare il bacio, approfondendolo con la lingua.
Le nostre lingue si attorcigliarono, si inseguirono e si cercarono, mentre le nostre labbra si stuzzicavano provocando dei leggeri brividi ai nostri corpi. Almeno, al mio sì.
Le sue mani scesero sui fianchi, attirandomi di più a sè e facendo scontrare i nostri bacini. Alzai le braccia, infilando le mie dita tra i suoi capelli. Era strano non impiastricciarli di qualcosa.
Erano morbidi, lisci e infilavo le dita con nessun problema. Le sue dita si strinsero di più ai miei fianchi, facendomi leggermente male tanto da farmi schiudere la bocca e riaprire gli occhi. Le cose belle si gustano ad occhi chiusi.
Liam prese il mio labbro inferiore tra i denti, lasciandolo andare con un sonoro schiocco. Forse si era reso conto di non essersi misurato con la forza, facendomi leggermente male. Sarebbe stato un livido che avrei portato con piacere.
"Scusa" sussurrò, appoggiando la sua fronte sulla mia. Il suo petto si alzava e abbassava ad un ritmo irregolare, mentre mille dubbi riaffiorarono nella mia testa.
"Cosa succederà ora?" chiesi. Avevo un pò paura della sua risposta, ma la voglia di sapere cosa volesse fare adesso, era troppa!
"Ci rimane stasere e domani per divertirci insieme. L'indomani, vedremo come fare" sorrise, cercando di infondermi sicurezza.
"Mi lascerai sola?" evidentemente la mia bocca a volte non si collegava al cervello prima di aprirsi.
Lui sorrise, staccandosi e prendendomi per una mano. Fece, poi, qualche passo indietro, costringendomi a seguirlo.
"N..." qualcunò fischiò alle spalle di Liam.
Entrambi spostammo lo sguardo su quelli che avevano attirato la nostra attenzione: i stessi ragazzi del parcheggio di quella mattina.
"Eccoli qui i nostri amici" sghignazzò quello che era alla guida.
Liam mi si parò davanti, quasi a farmi da scudo.
"Liam..." sussurrai preoccupata, appoggiando una mano sulla sua spalla e facendogli capire di andarcene, che sarebbe stato meglio.
L'altro rise, avvicinandosi tranquillamente con le mani nelle tasche del jeans.
"Non facciamo spettacoli" ringhiò Liam. Sapevo, dalle voci di corridoio, che Liam col gruppo di mio fratello, erano abbastanza popolari a scuola per il semplice fatto che non si facevano mettere i piedi in testa. Ma non volevo peggiorare la situazione.
"Tranquillo amico. Qui nessuno ha voglia di fare teatrini" ridacchiò, dando una spallata all'altro.
Il suo amico piegò leggermente la testa, come a cercarmi dietro le spalle di Liam "Ciao dolcezza" mi salutò, alzando una mano.
Strinsi la maglia di Liam, che aveva preso a fare un passo in avanti, bloccandolo.
"Ti prego..." sussurrai, davvero spaventata.
Purtroppo era quasi notte, buio. Nessuno più si trovava nei parcheggi. C'eravamo noi e quelli lì.
Ma che volevano?
"Stamattina abbiamo lasciato qualcosa per metà" continuò il primo.
"Veramente vi abbiamo anche lasciato il posto per il parcheggio" mi feci avanti io, prima che potesse parlare Liam al mio posto.
Quello che la mattina aveva cercato di toccarmi, allungò una mano, cercando di accarezzarmi il viso. Ma la mano di Liam, non so come, riuscì ad intercetterla e afferrarla prima ancora che potesse anche minimamente sfiorarmi.
"Non toccarla" urlò, prima si sferrare un pugno sulla mascella del tizio, facendolo barcollare sul suolo.
Merda.
 
*  *  *
 
"Non dovevi fingerti un eroino" passai del cotone con del disinfettante sull'occhio scheggiato.
Liam si morse il labbro inferiore per mostrarsi forte. Continuai il mio lavoro, sorridendo.
Dopo che il ragazzo si era rimesso in piedi, avevano preso di botte Liam senza risparmiarlo. Con mia grande sorpresa, però, Liam si era riuscito ad alzarsi, prendere un pezzo di ferro a pochi centimetri da noi e, ordinandomi di rinchiudermi in auto, intimò i due di sbatterglielo in faccia senza problemi. I due, per fortuna, si allontanarono rapidamente, sentendo comunque delle voci venire nella nostra direzione.
Ed ora eravamo lì, seduti su una delle tante panchine di un parco del paesino, mentre cercavo di disinfettargli le ferite, grazie al materiale prestato da un signore delle giostre. Erano ben preparati per l'occasione.
"Hanno sbagliato a parlare" mormorò solamente.
Gettai il cotone impregnato di qualche goccia di sangue nel cestino dell'immondiazia, prendendone un pezzo nuovo e cospargendolo di disinfettante.
"E tu hai sbagliato a dargli il pugno" insistii.
Posai il batuffolo bagnato sul labbro, sentendo un gemito di dolore da parte di Liam.
"Ti voleva toccare" disse serio.
Lo guardai dall'alto, bloccando tutto quello che stavo facendo. In faccia era terribilmente serio, non trapelava nemmeno un filo di insicurezza dal suo sguardo.
"E quindi? A te che importa?" tornai al mio lavoro, forse picchiettando sul labbro con più forza, perchè lo vidi lamentarsi e allontanare prontamente la mia mano.
"Sono il migliore amico di tuo fratello, è come se fossi una di famiglia anche per me" mi spiazzò con una semplice frase.
Lo fissai negli occhi, per poi lasciarmi cadere sulla panchina, al suo fianco, stanca.
"Una sorella minore, va" pensai a voce alta.
La mano di Liam si posò sulla mia gamba, prendendo a massaggiarla.
Sentivo che stava per dire qualcosa, ma un boato nel cielo ci fece sussultare entrambi.
Avevano appena sparato il primo colpo dei giochi d'artificio.
"Sarà meglio andare dagli altri" lo avvisai, rialzandomi. Ma non mi tenni in piedi per più di qualche secondo.
La mano di Liam mi costrinse a risedermi al suo fianco "Prima guardiamoci questo spettacolo" alzò lo sguardo al cielo, guardando i vari colori riempire la notte buia.
Lo fissai per qualche secondo, poi anche io spostai lo sguardo al cielo. Cosa sarebbe successo ora?
Sentii la mano di Liam circondarmi il bacino, attirandomi di più a sè "Così sei al sicuro" sussurrò poi, senza nemmeno voltarsi verso di me.
La voglia di chiedergli spiegazioni era troppa; ma mi limitai ad appoggiare la testa alla sua spalla e guardare quello spettacolo colorato.
Liam...Che ci sta succedendo?
 

  
 
O EMME GI(?)
Allora, premetto che questo capitolo NON era così.
Non so perchè ieri l'ho cambiato e stravolto tutto.
Non c'erano quei due ragazzi a rompere le ovaie a Simone e Liam,
tantomeno la scena delle botte (Liam è un bad boy eh eh).
Quindi bo, spero che non ne sia uscita una cacchetta ewe
 
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche perchè.....il prossimo è l'ultimo capitolo,
seguito, poi, dall'epilogo shdaks
Ok, non vedo l'ora di leggere cosa ne pensate di questo penoso capitolo,
giusto per tirarmi su (o buttarmi giù di più, dipende dai casi)
e dire 'Ma Sofia! Ritirati!'
 
Anyway, visto che sta già finendo, purtroppo, che ne dite di passare
dalla mia nuova mini long? E' scritta a quattro mani (con Simona, appunto ahah)
e vi assicuro che leggerete i capitoli rischiando di farvela addosso...Non 
perchè faccia defecare(?)...credo.
Ma ok, oggi non la smetto più di parlare..Questo è il link:
 
GRAZIE A TUTTE, PER LE RECENSIONI, PER AVER MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE,
PREFERITE O RICORDATE. SIETE TROPPO SDHKAS OK? OK.
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ehybastaldo_