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Autore: Draco    22/09/2004    2 recensioni
Una piccola raccolta di oneshot sullo stesso argomento: cosa staranno pensando Harry, Hermione e gli altri, durante il viaggio verso il loro ultimo anno a Hogwarts?
Un capitolo per personaggio!
Ok, ci ho messo anche qualcuno non proprio del settimo anno, ma ci stava a pennello ^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione salì sul treno insieme ai suoi amici, sistemando il suo baule e prendendo posto vicino al finestrino. Alcuni studenti stavano ancora salutando i genitori sul binario, affrettandosi per non perdere l'unico treno diretto ad Hogwarts.

"...nze, Hermione?" La ragazza si voltò verso Ron come svegliandosi da un sogno."Come?"
"E a te come sono andate le vacanze, Hermione?" Ron ripetè con un piccolo sbuffo.
Lei iniziò quindi a raccontare di come era stata in giro per la Francia con i suoi genitori, descrivendogli accuratamente ogni monumento che aveva visitato e spiegandogliene la storia nei minimi particolari, tanto che Ron si pentì presto di averle ripetuto la domanda. Harry invece la fissava ridacchiando. "Hermione, volevamo solo sapere se ti sei divertita"
Hermione si interruppe con un'aria un po' offesa, poi alzò gli occhi pensando mentalmente che non valeva la pena spiegare la bellezza dell'arco di Trionfo a due che pensavano solo alle figurine delle Cioccorane.

Il paesaggio scorreva velocissimo e il tempo passava allo stesso modo; il treno colse alla sprovvista tutti e tre, quando si fermò.
Hermione scese subito dietro Harry, e salì con lui e Ron su una carrozza vuota.
La serata non era delle più belle e iniziava a sentire davvero freddo. Ma il viaggio verso il castello di Hogwarts era piuttosto corto, così Hermione non arrivò totalmente assiderata.
Prese posto nella Sala Grande, sempre vicino ai suoi migliori amici, continuando a chiacchierare allegramente. Era così felice di rivederli.

La porta della sala si aprì e i nuovi studenti entrarono spaventati ed emozionati esattamente quanto lo era stata lei anni prima.
Era in qualche modo confortante constatare come certe cose non cambiano mai. Hagrid attendeva gli studenti del primo anno al binario, li portava ad Hogwarts attraverso il lago. La McGranitt li raccoglieva davanti alla scalinata e li portava nella Sala Grande, dove il Cappello Parlante, dopo la canzone, li assegnava alle case alle quali sarebbero stati fedeli per i seguenti 7 anni, se non per tutta la vita.
C'era qualcosa in questo susseguirsi di azioni anno dopo anno che sembrava dirle "Ehi, non preoccuparti, qualsiasi cosa succederà, qualsiasi scelta farai nella tua vita, queste cose continueranno sempre a esserci così come tu le hai conosciute".

Chissà quali avventure avrebbero aspettato quei ragazzini che stavano iniziando lo stesso viaggio che, prima o poi, avevano intrapreso tutti i presenti in quella grande, grandissima sala?
Hermione riusciva a percepire il cambiamento avvenuto in lei quasi come se fosse qualcosa di concreto, di reale, qualcosa che chiunque avrebbe potuto toccare se solo avesse allungato la mano.

Era arrivata piena di speranze, di dubbi, di paure in quella scuola. Aveva vissuto nel mondo babbano ed era così terrorizzata all'idea di essere inferiore a tutti gli altri ragazzi che si era sempre impegnata oltre le sue forze per dimostrare a tutti che lei, Hermione Granger, non era inferiore a nessuno.
Che non aveva bisogno di aiuto, che nonostante fosse una "sporca mezzosangue" poteva tenere testa a tutti loro.
Sapeva che Malfoy aveva ragione, ed era per questo che lui le faceva ogni volta così male.
Sapeva che lei non era uguale a loro. Era per questo che doveva essere migliore in tutto. Per poter essere accettata dagli altri come loro pari nonostante le sue origini.
Era intenzionata ad assorbire fin dentro le ossa ogni aspetto di quel posto così affascinante, ed era per questo che le riusciva così facile passare ore ed ore sui libri, ognuno dei quali poteva svelarle un altro dei piccoli misteri che permeavano quel mondo.

Ma piano piano le cose erano cambiate, ed era grazie ad Harry e Ron che era successo. Loro le volevano bene, la avevano accettata in tutto e per tutto: le sue origini, la sua parlantina, la sua presunzione e la sua mano sempre alzata quando un professore rivolgeva una domanda alla classe.
Così, piano piano, lei si era sentita sicura, non aveva più bisogno di dimostrare al mondo che sapeva farcela da sola meglio di chiunque altro. Poteva permettersi di sbagliare, qualche volta, poteva permettersi di infrangere qualche regola..

"Terra chiama Hermione, Terra chiama Hermione" Ron le stava sventolando una mano davanti agli occhi con aria preoccupata "Hermione sei tra noi?"
Lei si riscosse dai suoi pensieri e gli sorrise "si, certo, scusa!"
"E' ottima questa carne, 'mione, prendine un po' anche tu! Oh, non vedo l'ora di sapere quando comincerà il torneo di Quidditch, gliela faremo vedere anche quest'anno, ai Serpeverde!" Harry stava agitando il pugno in aria con fare convinto.
"Già! E io non vedo l'ora di partire per la prima gita ad Hogsmeade, devo proprio fare un giro da Zonko per conto di Fred e George, sai, vogliono essere ben informati sulla concorrenza!" Ron stava ghignando con un luccichio maligno negli occhi.
"Oh, io mi chiedo quale sarà la nostra prima materia, domani mattina!" Esordì Hermione con aria sognante.
Beh, forse non era cambiata poi così tanto.
  
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