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Autore: angej    02/07/2013    1 recensioni
Una volta mi hanno detto che dentro di noi vi è una luce. Se fosse così, l'oscurità sarebbe capace di travolgerla?
Dietro ogni luce c'è un'oscurità. Siamo davvero disposti a scoprire di cosa siamo fatti fino in fondo? Oltre la pelle, oltre le ossa, oltre un cuore infranto, oltre l'anima. Se dentro di noi, ci fosse qualcosa di tremendamente spaventoso e contorto, saremmo disposti a scoprire cosa è? Ad accettare qualcosa che, magari, nessuno ha mai saputo controllare?
Tutti abbiamo una parte oscura. A volte, viene mostrata con: rabbia, dolore, suicidio. [...]
A volte invece, la nascondiamo respingendola: tanto da accumulare così tanto buio da non vedere più niente.
Tutti abbiamo una parte oscura. Anche gli angeli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Feci scivolare la maglietta lungo le braccia. Indossai velocemente le scarpe e mi portai alla spalla la tracolla della borsa che aperta, poco fa sostava davanti all'uscio . Presi le chiavi di casa sopra la credenza. Chiusi la porta portandola verso di me e sigillai la serratura. Mi avviai verso il vialetto prendendo la strada giusta, svoltando, dopo pochi metri, a destra. Le scarpe strisciavano sull'asfalto, senza lasciare tracce. Sfilai dalla borsa, ancora aperta, il mio mp3, mettendomi le cuffiette nelle orecchie. Feci scorrere la playlist con il dito, schiacciando poi play su una delle tante canzoni dei Sum 41. Scelsi 'Speak Of The Devil”. Ondeggiai a ritmo di musica, mentre anche la larga maglietta dei Ramones aveva iniziato a muoversi sotto la tracolla della borsa. Adoravo quella canzone, aveva un suo sound e tutto il merito nel testo. Questo mondo malato non lasciava spazio a buone speranze, ma solo a anime tormentate e a volte, distrutte. Beh, è la morte che pone fine alla schiavitù, diceva la canzone.
I miei giorni non erano pieni di sostanza o avventure di una notte, eppure, oggi mi sentivo stanca. O forse era l'ennesima scusa di chi non ha voglia di vivere ogni momento. 
Arrivai davanti al Josh's, il negozio di musica. La campanella tintinnò sulla mia testa quando entrai nel negozio, mentre l'odore metallico degli strumenti e della polvere sui CD mi travolse. Amavo quel posto, nonostante fosse solo un anno di conoscenza con la confortante presenza della musica intorno a me. Era come una rifugio. Ognuno ha un posto speciale dove potersi rilassare. Quello era il luogo dove potevo staccarmi da tutto, sebbene fosse un negozio. L'ambiente era confortante, come una canzone che descrive a pieno le tue emozioni del momento. 
“Buongiorno Semionova, aspira ancora al successo?” sorrise Josh salutandomi mentre sistemava alcuni libri di musica sugli scaffali. 
“Si va avanti.” risposi indifferente al sarcasmo. “Hai gi&aimo centesimo. Questo lavoro era, in parte, di aiuto.
“Buon lavoro.” disse Josh, “io tornerò tra un ora. Devo fare delle commissioni.” constatò prima di uscire dal negozio infilandosi il cappello grigio di lana con dei buffi pon pon.
Josh per essere il mio capo, era un ragazzo gentile e simpatico. Lo conoscevo e lavoravo per lui da un anno e non avevo mai avuto problemi. Nonostante la evidente differenza di età, ci eravamo da subito adattati l'uno dell'altro. Io avevo i miei pensieri e obbiettivi, lui i suoi. 
Presi con grave; prezzato i CD?” chiesi mentre entravo nella stanza sul retro per lasciare la borsa e cambiarmi la maglietta. 
“Ho già iniziato ma tu devi finire, mia cara.” urlò dall'altra stanza.
Sfilai la maglietta dei Ramones dall'alto e indossai la t-shirt da lavoro verde con in alto a destra la scritta in oro Josh's. Tornai in negozio imbronciata per il duro lavoro che mi aspettava. Era mattina perciò i clienti sarebbero arrivati più sul tardi, ciò voleva dire riordinare, prezzare e sistemare articoli. Amavo il mio lavoro e amavo avere a che fare con la musica, ma stancava. Almeno ero invogliata dalla mio costante pensiero di voler frequentare una buona Accademia di danza. Tutti i miei risparmi li avrei spesi solo per quell'obbiettivo che mi ero fissata di voler raggiungere. Fino all'ultfatica uno scatolone e mi avviai verso gli scaffali dei CD per prezzarli e aggiungere i nuovi. Aprii lo scatolone e iniziai a prezzarli mentre, leggendo il nome dell'artista li disponevo in ordine alfabetico. Presi dalla pila un CD di Lights, una cantante canadese. Lo collocai nella lettera L. Lights. Luci. Una volta mi hanno detto che dentro di noi vi è una luce. Se fosse così, l'oscurità sarebbe capace di travolgerla?
Dietro ogni luce c'è un'oscurità. Siamo davvero disposti a scoprire di cosa siamo fatti fino in fondo? Oltre la pelle, oltre le ossa, oltre un cuore infranto, oltre l'anima. Se dentro di noi, ci fosse qualcosa di tremendamente spaventoso e contorto, saremmo disposti a scoprire cosa è? Ad accettare qualcosa che, magari, nessuno ha mai saputo controllare? 
Tutti abbiamo una parte oscura. A volte, viene mostrata con: rabbia, dolore, suicidio. 
Scorsi nello scatolone un CD di Michael Jackson: Bad.
A volte invece, la nascondiamo respingendola: tanto da accumulare così tanto buio da non vedere più niente. 
Tutti abbiamo una parte oscura. Anche gli angeli. 
Sentii la campanella suonare, facendomi tornare tra i vivi e lasciare i miei pensieri in un angolo remoto della mia mente. Mi voltai scorgendo un cliente che incuriosito, si guardava attorno. Lo raggiunsi fingendo il miglior sorriso fedele e confortante che potessi sfoggiare. 
“Posso esserle di aiuto?” chiesi sistemandomi la maglietta. 
“Avrei bisogno di una chitarra classica, grazie.” rispose raggiante il ragazzo. 
“Certo, mi segua.” lo avvisai avviandomi verso le chitarre, “quanto è alto?” domandai.
“1.71.” constatò sicuro mentre io prendevo una chitarra marrone chiaro. 
“Che ne dice di una Harley Benton, ha un buon suono e una costruzione confortevole..” appurai ripetendo a memoria discorsi già fatti. 
“Va bene, può andare.” si convinse subito. Mi sorpresi della velocità di quella vendita. Avrei sicuramente chiesto a Josh un aumento.
La afferrai e la portai verso la cassa porgendola al cliente. Un ragazzo biondo con stupendi occhi azzurri e un forte accento irlandese. 
“Sono 70.00 £ per la Harley Benton.” constatai, “è molto bella.” aggiunsi sincera.
“Si, molto.” disse prendendo il portafoglio, “tu suoni?” chiese porgendomi i contanti con uno splendido sorriso.
“No, io ascolto.” sorrisi guardandolo.
“E cosa ascolti?” domandò dolcemente appoggiandosi al balcone.
“La mia playlist è molto varia, spazia dal pop al rock.” affermai guardandomi le mani.
Sentii la campanella tintinnare nuovamente e mi voltai di scatto. Ecco che entrava un angelo. Tolse il berretto bagnato, lasciando che i capelli ondeggiassero mentre, sicuro, si avvicinava a noi. I suoi occhi erano di un colore indefinito: misto tra il verde e l'azzurro; incorniciati da lunghe ciglia nere. Si morse il labbro corrugando le sopracciglia in un cipiglio. Ci raggiunse in un attimo, nonostante mi sembrò un eternità, a rallentatore. 
“Buongiorno.” proferì guardandomi per poi spostare gli occhi sul biondo cliente irlandese. Lo guardava con sfida, il peggior modo per salutare un compratore. 
“Credo sia l'ora di andare. Posso avere la custodia?” chiese il biondo serio, mentre io annuivo. Cercai velocemente la custodia di quella Harley, che però sembrava essere sparita. Andai verso le chitarre e finalmente la trovai, vicino una Stagg 6300. Mi affrettai a tornare alla cassa, notando i due ragazzi che si guardavano in cagnesco. Scossi la testa intromettendomi per porgere la custodia al biondo. 
“È stato un piacere.” sorrisi preoccupata.
“Arrivederci.” disse l'irlandese sorridendo, per poco, mentre si avviava verso l'uscita. Lanciò un ultimo sguardo serio verso di noi, per poi lasciare il negozio.
“C-che ci fai qui?” sbottai balbettando.
“Passavo di qui.” sibilò mentre guardava i CD uno ad uno.
“Non puoi farmi scappare i clienti, Harry.” quasi sussurrai incrociando le braccia al petto. 
“È stato lui ad andarsene.” proferì senza staccare gli occhi dai CD. 
“Se ti regalo un CD, te ne vai?” chiesi incerta. Mi sembrava l'unica scappatoia data la sua attrazione verso quei CD.
In realtà, avrei voluto rimanesse. Volevo che mi guardasse. Mi stringesse. Lo avrei voluto al mio fianco tutto il giorno. Ma non andavano così le cose.
“Okay.” sorrise mostrando la sua dentatura perfetta. I suoi denti erano bianchi come tanti piccoli gessetti. Accennai un leggero sorriso.
Mi avvicinai a lui. Presi dallo scatolone un album dei Ramones: Pleasant Dreams. Lo diedi a Harry e lui sorrise riconoscendo che mancava tra le sue pile di CD.
Mi abbracciò e rimasi sorpresa, quasi impassibile. Non mi mossi. Rimasi ferma lasciando che lui mi stringesse. Non volevo dare a vedere quanto fossi felice di quell'inaspettato gesto. Il suo profumo mi inebriò le narici. Sapeva di buono. Profumo da uomo o qualcosa del genere. Non lo riconobbi. 
“Grazie Lia.” sussurrò al mio orecchio prima di staccarsi da me provocandomi brividi lungo la schiena. Cercai di fingere un espressione indifferente mentre il mio cuore mi martellava nel petto. 
“Ci vediamo stasera.” enunciò avviandosi verso la porta per uscire dal negozio indossando nuovamente il suo cappellino nero di lana, lasciando che schiacciasse debolmente i ricci ribelli. 
Non ebbi il tempo di obbiettare, lui scomparì nel buio di quella mattina di inverno.

notes:
Questa è la mia prima storia e spero che vi piaccia :) Fatemi sapere cosa ne pensate, potete contattarmi qui su efp o sotto ci sono tutti i miei account su twitter, facebook e ask. Accetto anche le critiche e i consigli. Nei prossimi capitoli la storia si farà più intrigante e movimentata, spero vivamente di non deludere nessuno dato che ho già in mente più o meno il proseguimento verso la fine della storia e spero piacerà. Comunque, questo è il primo capitolo e non si capisce ancora molto dei personaggi, già dal secondo si avrà una prospettiva migliore. 
E' tutto. 


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