Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: gloriabarilaro    02/07/2013    3 recensioni
Dalla storia:
Certo, era premeditato che la nascita di quella piccola avrebbe cambiato la mia vita, ma non mi era importato se in meglio o in peggio quando avevo deciso di tenere il bambino. La strinsi forte nell’abbraccio, chiudendo gli occhi: non mi sarebbe mai importato, perché Betrayal era la miglior cosa che avessi mai potuto avere.
                           * * *                        
«Crederai in me, un'altra volta?»
«Sì, lo farò.»
__________________
è una fan fiction che avevo già scritto, ma per vari motivi non ho potuto continuare. Ecco una nuova versione, che spero possa continuare senza intoppi. Ringrazio ancora le mie lettrici per la pazienza, e scusatemi ancora.
Glo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Capitolo 1.



 

Betrayal aveva tre anni. Li aveva compiuti da poco. Ma nonostante questo, ne aveva sempre dimostrati di più. Le persone, quando la vedevano, le davano circa quattro anni, e quando scoprivano che ero io sua madre, una ragazza appena ventenne, strabuzzavano gli occhi, increduli. Era già abbastanza difficile per me accettare il fatto che l’avessi concepita che ancora non avevo diciassette anni, ma il loro sguardo critico che mi rivolgevano ogni volta faceva ancora più male.
La sua storia iniziava da molto prima che nascesse. Comprendeva una parte della mia storia, come una parte di quella di lui. Al solo pensarlo mille brividi mi salirono lungo la schiena, scuotendomi leggermente. Strinsi ancora di più al petto la mia bambina, che si era addormentata tra le mie braccia. Mi alzai, e con un passo barcollante mi incamminai verso casa. 
  Mi era difficile rivivere ciò che avevo passato anni prima, ripensare a cos’era accaduto quella sera... Era un peso enorme da sopportare. Ma era proprio Betrayal che mi ricordava tutto. La guardavo, magari mentre dormiva, e mi ritrovavo rannicchiata in un angolo della casa a piangere a dirotto, cercando di non gridare per non svegliarla; ma nonostante questo non l’avrei mai abbandonata. Non avrei permesso a nessuno di farle del male. Non l’avrei per nulla al mondo messa nelle mani sbagliate. Lei era mia, una parte di me. Era essenziale, oramai, vedere il suo sorriso ogni mattina e sentirla muoversi nel suo lettino durante la notte, mentre dormiva.
Per quanto mi ricordasse quella notte, per quanto mi ricordasse lui, era pur sempre mia figlia.
E non avrei permesso a Lui di vincere un’altra volta. Avere di nuovo la meglio. Sapevo che in qualche modo sapere dell’esistenza della piccola lo uccideva. Era uno dei motivi per cui l’avevo tenuta. Una mia vendetta, ecco, anche se odiavo pensarla così.
Una volta in casa, misi Betray nella sua stanzetta, e io mi buttai sul divano. Mi addormentai di botto, sfiancata dalle ore arretrate di sonno.
 
Tutto questo mi metteva i brividi. Nonostante fossi mezza ubriaca, capivo quasi perfettamente cosa stesse succedendo. Cercai per l’ennesima volta di scrollare via il braccio dalla sua presa, ma era inutile: oltre al fatto che lui era più forte di me, annebbiato dall’alcool com’era credeva che tutti i miei tentativi di fuggire fossero solo un gioco.
Si arrestò di colpo, facendomi andare a sbattere contro la sua schiena. Non mi lasciò neppure il tempo di allontanarmi, che strinse il mio corpo contro il suo, cingendomi la vita con un braccio.
Alzai la testa e, nell’oscurità, vidi i suoi occhi color caramello brillare. Era più sbronzo di quanto credessi, constatai, mentre mi rivolgeva un sorriso sghembo e mi accarezzava la guancia con due dita.
 ‹‹Come hai detto che ti chiami?›› sussurrò, guardandosi la mano con la quale mi aveva appena accarezzato: sulle dita gli erano rimasti i brillantini che mi ero spruzzata sulle guance per quella sera.
‹‹Katherine›› risposi piano, abbagliata dalla sua bellezza. Era difficile ragionare avendocelo così vicino, il suo odore mi confondeva. Lui avvicinò il suo viso al mio, mostrandomi ancora quel sorriso traballante. Un brivido mi corse lungo la schiena, sia perché era bello da mozzare il fiato, sia per il fatto che tutte quelle carezze  e quei sorrisi ammiccanti non predicevano nulla di buono.
‹‹Sapevi di essere bellissima, Katherine?›› mi chiese lui, avvicinando la bocca al mio orecchio. Chiusi gli occhi, sentendo le labbra tremare quando le sue mani, posate sui miei fianchi, salirono un po’ più in su.
‹‹Grazie...›› mormorai senza fiato, guardandomi attorno con la coda dell’occhio: Era tutto in penombra, riconobbi a malapena le due pareti strette ai nostri lati. Eravamo un corridoio, di sicuro, sul quale alcune porte bianche si affacciavano. Non riuscivo a capire da dove venisse la luce fioca che c’era, era già abbastanza difficile identificare ciò che avevo intorno con il giramento di testa che avevo, dovuto a quello che mi ero bevuta.
‹‹Non te l’ha mai detto nessuno?›› sussurrò lui al mio orecchio, prima che sentissi il suo fiato sul collo. Rabbrividii quando lasciò un bacio umido appena sotto l’orecchio. Cercai di divincolarmi, posando le mani sul suo petto per allontanarlo, ma nonostante i miei deboli tentativi fossero inutili, lui aumentò la stretta. Lo sentii ridacchiare sommessamente al mio orecchio.
‹‹Justin, sei ubriaco›› biascicai, cercando di lottare contro l’alcool che mi stava pian piano mettendo k.o. Per quanto poco lucida fossi, sapevo quali erano le sue intenzioni. Ma era ubriaco, non riusciva a rifletterci sopra e a capire che erano sbagliate. Così mi ritrovai a lottare contro di lui e quella sensazione di annebbiamento che mi invogliava ad arrendermi.
‹‹Non mi importa...›› sussurrò lui, smettendo di accarezzarmi la pelle del collo con le labbra e allontanandosi. Prendendomi il mento, mi fece alzare lo sguardo verso di lui: la sua testa era inclinata da  un lato, i suoi occhi ispezionavano ogni parte del mio viso, brillando nell’oscurità. Rimasi abbagliata un’altra volta, e smisi per un attimo di divincolarmi.
‹‹Io voglio averti, piccola.›› disse soltanto, prima di riaffondare il viso nell’incavo del mio collo. Avrei voluto gridare un “no” e spingerlo via, ma le mie gambe non fecero altro che tremare e infine cedere, costringendomi ad aggrapparmi a lui che barcollò leggermente, mentre rideva.
‹‹Andiamo dolcezza, vieni con me…›› mi sussurrò all’orecchio ammiccante, aprendo una porta dietro di noi. Le gambe non rispondevano ai miei comandi, e per quanto cercassi di rimettermi in piedi, l’unico appoggio che avevo era Justin, che in quel momento mi guidava dentro la stanza dietro alla porta che aveva aperto, lasciandomi dei baci sul collo a ognuno dei quali rabbrividivo.
Quando  chiuse la porta alle spalle, capii che non sarei più riuscita a sfuggire. Gemetti di disapprovazione quando lo sentii sfiorare con le dita fredde la mia pelle sotto il top.
‹‹Justin, lasciami, ti prego...›› mormorai, lottando a ogni parola.
‹‹So che non lo vuoi davvero›› sussurrò in risposta lui tra un bacio e l’altro, salendo verso il mio viso. Cercai di ribattere, ma in quel momento lui premette le labbra sulle mie, mandandomi in subbuglio il cervello. La testa prese a vorticarmi più forte,mentre serravo le labbra per impedirgli di entrare. Lui rise: stava prendendo tutto come un gioco, mentre io avevo sempre più paura. Le gambe mi cedettero un’altra volta, ma al posto di aggrapparmi a Justin, mi buttai all’indietro. Atterrai su qualcosa di morbido, senza fiato: per un attimo credetti per davvero che tutto fosse finito, che lui avesse capito cosa stava facendo.
Ma poco dopo, sentii di nuovo le sue labbra sulle mie. Avendo esaurito le forze per lottare, cedetti, chiudendo gli occhi.
 
Mi svegliai con la scimmietta viola di Betrayal che mi solleticava il naso. Aprendo gli occhi, mi ritrovai a pochi centimetri di distanza i bottoncini neri di due dimensioni diverse che mia madre era stata costretta a cucirgli al posto degli occhi dopo che Bet l’aveva fatta diventare cieca.
‹‹Mamma! Dally vuole fare merenda!›› proclamò la bambina, togliendomi dalla vista il pupazzetto di pezza e guardandomi. Mi stropicciai gli occhi e cercai di alzarmi goffamente dal divano, rotolando giù e finendo sul pavimento con un tonfo. La testa mi faceva così male che avevo paura mi potesse scoppiare, e la voce squillante di Betrayal non aiutava per niente. La sentii scoppiare a ridere, reggendosi la pancia e piegandosi in due.
Sbuffai e mi alzai dal pavimento. Bet smise di ridere e, quando fui in piedi, mi tese una mano, sorridendomi.
Non la calcolai e mi diressi in cucina spedita, mentre lei mi saltellava dietro con uno sguardo interrogativo in volto, non capendo la mia reazione e la mia espressione dura.
Le preparai frettolosamente una fetta di pane con un po’ di marmellata e gliela porsi. Lei la prese e saltellò via, macchiando con la marmellata il povero pupazzetto di pezza che teneva stretto e che ballonzolava a ogni suo saltello.
Misi la caffettiera sul fuoco prima di appoggiarmi sul ripiano della microscopica cucina. Aver sognato un’ennesima volta cosa era successo quella sera di più di tre anni fa mi rendeva nervosa, e spesso quella che ci rimetteva di più era proprio Betrayal.
Sognare quella sera, Lui, ciò che era successo, ciò che mi aveva sussurrato... Mi faceva sentire a pezzi ogni volta. E sognavo quella sera ogni volta che ci pensavo, che pensavo a cosa era successo anni fa, a quale segreto la star mondiale del pop Justin Bieber si portava dietro.
A dirla tutta non sapevo neanche se Justin si ricordasse di avere una figlia da qualche parte per il mondo, se si ricordasse cosa avesse fatto quella sera; Feci una smorfia schifata al solo pensiero, mentre la caffettiera iniziava a gorgogliare, segno che il caffè era pronto. Senza pensarci, la presi a mani nude dal manico, ma me ne pentii subito, perché urlai disumanamente per il dolore.
Betrayal spuntò sulla porta della cucina, con gli occhi spalancati e sul viso un’espressione preoccupata, mentre io imprecavo e mi bagnavo l’ustione con l’acqua fredda del rubinetto.
‹‹Mamma! Ti sei fatta la bua? Vuoi un cerotto?›› mi chiese allarmata, buttando la scimmietta a terra e saltellando per vedere la mia mano oltre il lavandino. Le sorrisi forzatamente: ‹‹Non ti preoccupare tesoro, puoi tornare a giocare, non mi sono fatta niente.››
Mi guardò per qualche secondo fissa, forse per capire se stavo dicendo la verità. Cercai di rendere il mio falso sorriso il più convincente possibile, finché lei non riprese il suo pupazzetto e tornò nell’altra stanza, canticchiando una canzone.
Rimasi immobile nel sentirla cantare. La sua voce ricordava molto quella di Justin quando era ancora un quindicenne in erba, ma non solo perché era sua figlia: perché stava proprio canticchiando Baby, una sua canzone. 


 

You know you love me,
I know you care.

[J.Bieber, Baby]




________________________________________
 

Per vorstra (s)fortuna non sono morta, ed eccomi qui con il primo capitolo. 
Le vecchie lettrici avranno notato che alcune cose sono cambiate... è così.
Nella scorsa versione era un personaggio della ff anche Selena Gomez, la fidanzata di Justin. Dopo chesi son lasciati, ho decisodi toglierla e modificare leggermente la trama, in modo che nessun altra rottura possa compromettere l'andamento della storia. Ora, quindi, non avrò altro motivo per cancellare la storia all'improvviso, a meno che non mi convinca più e non sia più capace di continuarla.
Non ho ancora finito di modificare il vecchio testo, ma l'estate è appena cominciata, tempo ne ho - anche se i miei parenti si aspettano tutti che finisca di scrivere il libro che ho iniziato l'anno scorso, ma dettagli.
Questa ff non hasuccesso come le altre che ho scritto, e sinceramente questo mi amareggia un po': ci tengo molto, anche se non credo entrerà mai tra le più popolari.
Volevo ringraziarvi per la pazienzacon cui avete atteso questo capitolo, e spero di non avere più ripensamenti e di continuarla, stavolta, fino alla fine.
Alcuni di voi giàlo sanno, ma sto scrivendo un'altra ff su Justin: vi avviso, non hointenzione di prolungarla tanto, erasolo una piccola idea chemi era venuta ascoltando la musica, ma non è una di quelle 'serie', non come questa.
vi lascio il link, nel caso vi interessasse:


 

Grazie ancora per aver ascoltato i miei discorsi inutili e aver letto il capitolo.
Ringrazio di cuore le persone che hanno aggiunto questa storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi ha recensito lo scorso capitolo, che mi hanno convinto ad aggiornare.
Spero di poter sentire alcuni pareri anche su questo capitolo :)

Baci,
Glo.

I link per contattarmi li trovate sulla mia pagina di efp.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: gloriabarilaro