Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: shining leviathan    02/07/2013    2 recensioni
A quanto pare non solo il reparto Soldier vanta delle avventure al limite della follia.
Verdot, comandante dei Turks, in seguito ad un episodio di palese ignoranza è costretto a portare i suoi Turks a farsi una cultura al nuovo museo di Midagr.
Ma le cose non andranno come aveva previsto, e i guai sono giusto dietro l'angolo.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena, Reno, Rude, Tseng, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Before Crisis
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Final Fantasy -Madness is here- dEmEnTiA'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Un’ora dopo, Verdot stava ancora aspettando. Con la schiena poggiata sulla porta automatica del pullman finì per battere la testa sugli scalini quando l’autista gli aprì per farlo salire.

Verdot: Ahi!!!

Autista del pullman: Scusa, amico. Fatto male?

Verdot: No, no… auch!

Si massaggiò la nuca, e vide Tseng arrivare trafelato.

Indossava una camicia hawaiana su shorts di jeans decisamente troppo larghi. L’orribile tocco finale furono le calze rosse coi sandali infradito.

Verdot: Tseng?

Tseng: Sì, signore?

Verdot: I tuoi abiti sono molto…

Si morse la lingua per non dire “ spaventosi”.

Verdot:… Originali.

Tseng: Non sono nemmeno miei. Li ho racimolati qua e la.

Verdot: Cosa?

Tseng: Er, io possiedo solo la divisa da Turk. Nient’altro.

Cissnei apparì da dietro le sue spalle.

Cissnei: Questo spiega perché in spiaggia non ti sei messo in costume.

Tseng: Mi vergognavo.

Verdot: E di cosa?

Tseng: Nemmeno il costume era mio.

Cissnei: (addolcendo il tono) Oh, Tseng. Che sciocco a farti questi problemi.

Tseng: (Asciutto) Era il bikini smesso di Rose.

Sia Verdot che Cissnei finsero di accogliere con calore Reno, cercando di sopprimere l’immagine di Tseng con un perizoma leopardato.

Reno: Che c’è? Perché mi guardate così??

Cissnei: (Stringendogli il braccio fino a stritolarlo, fingendo un sorriso) Te lo dico dopo.

La giovane Turk indossava un abito color pesca, abbinato ad una giacca in pelle beige. Reno sembrava un boscaiolo con la camicia a quadri e i jeans strappati.

Un gruppetto di Soldier si sporse dal ventesimo piano, ridendo e fischiando in direzione dei Turk.

Phil: Ehi, bella!

Kevin: Lascia il nonno e vieni su da noi!

Verdot: Nonno a chi??

Jon: Bella camicia, Reno. Vai a fare legna per l’inverno?

Reno: Avvedi sto’stronzo è_é

Kevin: Shiva, Tseng, non ti si può proprio vedere. Hai visto che razza di camicia, Jon? E quelle calze…

Tseng: (Strilla) Sono un tocco di classe!

Phil: Si vede! ^^

Dal cinquantesimo piano, una finestra si aprì, e il gruppetto si affrettò a rientrare. Il Direttore di Soldier non li aveva beccati per un pelo.

Lazard: Cos’è questo casino??

Reno: I tuoi Soldier delle balle!

Dal nulla si levò un coro di “ Spione!”

Verdot in quel momento si accorse di essersi dimenticato il registro dell’appello proprio nell’ufficio del Direttore.

Verdot: Sii gentile, Lazard. Ho dimenticato il registro dell’appello da te e…

Lazard: (Lo mostra) Questo?

Verdot: Sì, proprio. Buttalo giù, lo prendo al volo.

Lazard: Ma sono al cinquantesimo piano!

Tutti: ( Compresi i Soldier che si affacciano di nuovo alla finestra) FALLO E BASTA!

Lazard: O-Ok…

Lo lasciò andare, e il quaderno fece qualche capogiro, spandendo fogli ovunque. Mentre si avvicinava al suolo, le mani di Verdot pronte ad afferrarlo, cadde con un tonfo sul balcone del settimo piano.

Silenzio.

Lazard: Ehm… (Corre a rovistare nella scrivania) Buone notizie! Ne hai lasciati altri due.

Verdot: Bene, ma stavolta lancialo un po’ più distante.

Così fece.

Al parco, un uomo fu colpito alla testa dal registro e cadde a terra con un urlo.

Cid: Porca di quella tr…!!

Verdot: Non così distante!

Lazard: Mica è facile, sai??

Il terzo che Lazard lanciò sembrò destinato ad arrivare a destinazione, ma un braccio spuntò all’improvviso dal piano Soldier.

Kunsel: MIO! (Richiude la finestra dopo aver acchiappato il registro).

Un nuovo silenzio, saturo di irritazione, spinse Verdot sull’orlo della sopportazione.

Verdot: ( Calmo) Scusate un attimo…

Si diresse all’entrata. Pochi secondi dopo delle urla e degli spari risuonarono all’interno dell’edificio. Verdot riapparve fischiettando, il registro finalmente fra le sue mani.

Reno: Ora mancano solo gli altri.

Come per magia fece il suo ingresso il reparto Turk al completo, illuminati da una luce accecante, col sottofondo di Odissea 2001 nello spazio. Erano una visione così fulgida da dare l’impressione di vedere una scena al rallentatore.

Verdot: Fate meno i cretini e camminate ad una velocità normale!

Knife: (Spegne la radio) Che guastafeste!

Katana: (Si guarda attorno, stordito) Come sono arrivato qui?( Vede Verdot e si butta in ginocchio) Signore della Luce, mi inchino a te!

Verdot: E’ ancora convinto che io…?

Rod: Sì, ha tappezzato la sua camera di tue fotografie.

Two Gun: E ha costruito un altare.

Rude: (Estremamente contrariato) Ha cercato di sacrificare il mio gatto!

Reno: Ah, Piscio.

Rude: Louise Mountbatten!

Elena: Micino! (Si fa timida) a me piacciono molto i gatti, senpai.

Verdot: Lo so, Elena.

Elena: Ma io non mi stavo riferendo a… lasciamo perdere. -.-

Reno: Come sta Piscio?

Rude: LOUIS MOU….!!

Shotgun: (Lo interrompe) Che è sta storia? Perché se ha già un nome lo chiami Piscio?

Reno: Gli ho regalato io quel gatto e portandolo a casa ha cominciato a pisciare su tutti i sedili della mia macchina… si adatta molto di più, come nome, rispetto a Louis Battachio. U-U

Nunchaku: Mountbatten… -.-

Reno: Ma la pianti?? Cos’è, vi siete alleati voi due?

Nunchaku: Villano! Codesta accusa non mi tocca affatto!

Rod: Affettati? Mh, in effetti ho un certo languorino. ^^

Shotgun: Sei davvero un caso perso, ragazzo mio…

Rod: ( Si acciglia, mettendosi sulla difensiva) Strano che tu mi dica la stessa cosa che ti ho detto io prima di mollarti!

Una scarica di proiettili lo zittì di colpo, qualche ciuffo di capelli cadde a terra. Impallidì. Non era stata Shotgun a sparare, ma Katana, anche se il fucile apparteneva alla ragazza. L’uomo abbassò la canna, ancora fumante.

Katana: ( Porta un dito alle labbra, l’espressione spiritata) SHHHHH!!! Non riesco a sentire i messaggi cifrati degli alieni!

I messaggi in questione, forse, erano solamente il crepitio della centralina elettrica alla loro destra. Cissnei batté le mani, accennando un sorriso nervoso.

 Cissnei: Direi che possiamo andare!

Verdot: ( Controlla il registro) Sì, ci siamo tutti. Cominciamo a salir…

Elena: Ehi, no, un momento! Manca mia sorella.

Knife: E’ vero. Non ho ancora sentito il suo passettino leggero.

Come per incanto il terreno tremò.

Katana: Eccola che arriva, Signore della Luce!

Verdot: * Questa faccenda inizia a diventare inquietante… O-o*

La ragazza, vestita interamente in tuta di jeans, avanzava con una camminata scimmiesca. I Soldier di prima, essendo un po’ babbei, non riconobbero il pericolo e proferirono qualche commentino deficiente, ridacchiando.

Phil: Beccati sta’burza!

Jon: Minchia!

Kevin: Sembra che allo zoo abbiano bisogno di un nuovo gorilla. Perché non provi a farti avanti, bella gioia? XD

Rose sollevò lo sguardo, gli occhi accesi dall’ira e pervasi delle fiamme dell’inferno.

Rose: EH?? VEDETE DI SPARIRE BRUTTI STRONZI, SE NON VOLETE FINIRE MALE!!!! ( Imbraccia il lanciafiamme, bellicosa.)

Phil: Ahhhh! O-o”

Kevin e Jon: Noi non c’entriamo niente, è stato Phil a cominciare. Pietàààà! TOT

Si dileguarono più veloci della luce e Rose sembrò calmarsi.

Rose: Scusate il ritardo, possiamo andare.

Tutti: O_____________O

Verdot: Ah-ehm... molto bene.

Autista: Ma chi me lo ha fatto fare? O.O

Poco dopo, tagliando la strada a un’intera famiglia di Moguri su un motorino scassato ed evitando le provocazioni di uno scienziato su una Ferrari, il pullman si immise sulla strada per il Settore 5.

Rude notò una figura che attraversava sulle strisce e pur essendo molto lontani da essa disse all’autista, che aveva scoperto decisamente isterico alla guida, di fare attenzione.

Rude: Occhio che sta attraversando una vecchietta, laggiù.

Autista: DOVE????????? ( Pianta tutti e due i piedi sul freno)

Rude andò a sbattere la faccia sul parabrezza, dato che si trovava in piedi accanto al posto del guidatore. Qualche strillo si levò nell’abitacolo.

Cissnei: Ehi!!

Nunchaku: Pofarre!! Voleva forse ucciderci??

La figura stava tranquillamente, lentissimamente, attraversando. Ed era abbastanza lontana dal pullman, per dire.

Autista:  E’ sto’ scemo che mi ha detto di frenare!

Rude si massaggiò il naso, sostituendo gli occhiali rotti nell’impatto con un paio estratto dalla tasca.

Rude: Io ti ho solo detto di fare attenzione dato che arrivavi a forte velocità! Mica di inchiodare come un pirla! Ce li hai gli occhi per guardare, no?? È_é

Verdot: Buono, Rude, buono. Non è successo niente, possiamo andare.

Il pullman rimase fermo un secondo.

Uno. Entrambi i piedi piantati sull’acceleratore e partì immediatamente ai trecentocinquanta all’ora, cilindrando ovviamente la povera figura attraversante.

SBAM!

Knife: Oddio...

Katana: ( Estatico) quanto sangue...

Rod: Copritegli gli occhi, presto, prima che vada in frenesia alimentare!

Two Gun: Chee??

Rod: Non ti piacerebbe saperlo.

Nunchaku: O-o”

Intanto, quella che sembrava un’innocua vecchiettina, si rialzò con una mossa di break- dance, roteando su se stessa e balzando in piedi. E ringhiò.

Kadaj: E cazzo!! Ma a Midgar sapete guidare? È la seconda volta che vengo investito sulle strisce!

Autista: Colpa del pelato che non mi ha avvertito!

Rude: Ma io…! Gha, lasciamo perdere -.-

Dopo un breve battibecco e assicuratesi che il ragazzo stesse bene – le ragazze gli chiesero di fare di nuovo quella mossa, Katana per esprimere l’apprezzamento batteva la fronte sul vetro- ripartirono. Kadaj socchiuse gli occhi, minaccioso.

Kadaj: Turk, eh? Me ne ricorderò in futuro.

 

Il pullman parcheggiò nel piazzale e tutti scesero barcollanti, ringraziando di essere vivi e più o meno indenni.

Rude: ( Naso fasciato) E’ qui il museo?

Reno: Però! Che posticino!

La zona era malfamata. Facce truci, strade ingombre di rifiuti e negozi dalle insegne ingannevoli, spacci illegali.

Elena: Ma siamo nei bassifondi?

Cissnei: E’ assurdo! Cosa se ne fanno di un museo, qui?

Two Gun: ( Rimugina fra se e se) Centro commerciale di lusso nella mia zona. E chi ci sperava più? La sicurezza non sarà nemmeno così attiva…

Knife: Che hai detto , scusa? Stai ghignando?

Two: Noooo. Io? ^^

Nunchaku: Che località amena…

Katana: ( Blandisce una grossa pantegana che gli sta ringhiando contro) Ciao, bel gattino!

Cissnei: Forse è meglio entrare.

Si trovarono davanti una brutta – si fa per dire- sorpresa: era chiuso.

Verdot controllò gli orari appesi alla porta.

Verdot: Apre fra una mezz’ora. Andate pure a divertirvi, intanto.

Le ragazze, lamentandosi della sporcizia e del luogo, preferirono stare lì. Reno allora si fece avanti, alzando platealmente le braccia.

Reno: Io ho una proposta! Facciamo un gioco.

Rod: Conoscendoti sarà una stronzata o una porcata. Oppure una porca stronzata. ( Shotgun lo guarda come un povero idiota) Ma che vuoi??

Reno: Nha! Ciò che vi propongo è un gioco altamente educativo, che valuta i riflessi e la velocità.

Fece una pausa, consapevole di avere l’attenzione di tutti su di se. Dopo un attimo di silenzio il suo urlo riverberò per tutti i bassifondi.

Reno: L’ULTIMO CHE ARRIVA AL PARCHEGGIO DI WALL MARKET E’ UN PIRLAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!

Quello che vide fu solo un’ondata di urla, braccia, gambe che si precipitavano verso il parcheggio. La sfida era aperta, nessuna pietà. La frenesia del gioco si impossessò di loro.

Rude si ritrovò placcato: Elena era attaccata alla sua gamba e la mordeva con la ferocia del giaguaro, sua sorella Rose si era arrampicata sulle sue spalle e gli graffiava la testa con le unghie acuminate.

Rude: Ahiaaa!! Ma che cazzo fate??

Gli altri non si comportavano di certo più sportivamente. Si spintonavano, insultandosi a vicenda, correndo a più non posso.

Two Gun subì lo sgambetto di Knife e finì con la faccia in una pozzanghera melmosa. Cissnei aveva qualche problemino a correre sui tacchetti.

Cissnei: Uffa! ( Si libera delle scarpe) Molto meglio! ^^

Verdot: Cissnei, no! Chissà cosa c’è per terra, potresti mettere i piedi su vetri rotti!

Cissnei: No, problem.

E passò trullera trullera sopra il corpo di Two Gun, affondandogli la testa nel fango quando ci saltò sopra per darsi lo slancio. Nunchaku tirava patetici schiaffetti per allontanare Knife e ad un certo punto Shotgun sparò nella gamba a Rod.

BAM!

Rod: AAAAAARGHHHHHH!!!  XoX

Tutti si bloccarono. Verdot pensò con sollievo che forse avevano capito di aver esagerato.

Speranza vana.

Reno: (Ghigno) Bene, adesso tutto è lecito!

Tirò fuori il teser, fulminando Nunchaku che stava passando avanti, per poi beccarsi una coltellata nella schiena da Knife e lo shuriken di Cissnei nelle scapole.

Verdot: Ragazzi, smettetela!! Tseng, fa qualcosa!

Solo in quel momento di accorse che Tseng stava partecipando a quegli pseudo Hunger Games.

Tseng: (Spara un colpo con la pistola) Io ( Spara di nuovo) sono ( BAM! Katana evita la pallottola) il vice capo ( BAM!) dei Turks! ( BAM! BAM!) e io vinco!!

Reno: Beccati questo!

E gli infilò il teser su nella narice, attivando al massimo il voltaggio.

Un gran polverone si sollevò. Gli abitanti degli slums inizialmente diffidenti, cominciarono a fare il tifo e ad acclamare quella carneficina gratuita, istituendo pure un giro si scommesse. Dopo quella che parve un’eternità una vocina si levò alta.

???: Ho vinto!

Una compiaciuta Elena sventolava trionfale la mano, saltellando sul posto. Fra i denti aveva un pezzo della stoffa dei pantaloni di Rude.

Verdot si batté una manata sulla fronte.

Verdot: Ragazzi sono veramente disgustato dal vostro comportamento! Rod è addirittura ferito a morte! Shotgun, per la miseria, perché gli hai sparato nella gamba??

Shotgun: Colpa sua che si è mosso. Io miravo alla testa. U_U

Verdot: Ah, bhè, in questo cas…(Si rende conto di dire una stronzata) NO! Non dovevi farlo e basta!

Elena: C’è un premio per il vincitore? ^^

Reno: Un calcio nei denti se non ti levi dal mio piede, porca putt…!

???: Scusate…

Si voltarono. Dalla porta del museo faceva capolino una giovane dai capelli castani e gli occhiali. La ragazza guardò il macello al di fuori dell’edificio con orripilato interesse, facendo poi cenno al gruppo di entrare.

Gli abitanti degli slums si dispersero rapidamente, non volendo arrivare tardi all’appuntamento col talk-show del momento: Cade la Piastra.

 Approfittiamo che i Turks stiano entrando al museo per dare un’occhiata al nostro stacco pubblicitario!

 

È una bella giornata alla fucina Tuesti: il sole splende, gli uccellini cinguettano, e un invitante odore di pneumatici bruciati desta Reeve dal suo scomodo giaciglio.

Reeve: Buongiorno, vecchio mio! ^^

Caith Sith lo fulmina con un’occhiataccia. Insomma, un gatto vestito da gallina dove si è mai visto? Ma il buon Reeve non si scompone. Balza giù dal letto e va immediatamente al forno.

Caith Sith: Non era una fucina?

Io: A dire subito“ forno” si capiva benissimo di cosa stavo parlando. Vero Ant… ehm, Reeve?

Reeve: Giusto, mia cara. D’altronde qui non facciamo biscotti o pane. O meglio, li facciamo ma di ferro e acciaio.

Caith Sith: -.-

Io: Scusa, ma allora cosa te ne fai di tutta quella farina?

Reeve: Quale farina? O-O

Io: Quella! ( Indico tre grossi sacchi contenenti polvere bianca)

Reeve tira un telo divisorio, sudando. Ridacchia nervosamente.

Reeve: Ehhhh… quella mi serve per lavorare anche di notte. Solo i fornai esperti lo sanno, ma la farina ci vuole un po’ dappertutto! ^^”

Io: (Insisto) e allora le galline, le mucche, e tutti i macchinari per fare prodotti del panificio?

Caith Sith: Le macchine stavano già qui. Gli animali sono entrati di straforo l’altra notte e non ho idea di chi siano, ma tanto Reeve non si accorge mai niente tanto è fuma…

Reeve gli lancia “per sbaglio” uno stivale, e la “gallinella” corre via soffiando. In quel momento entrano Rufus e Tseng.

Rufus: Vorrei assaggiare il tuo famoso pane.

Io: No! O-O

Tseng: Taci!

Io: Come si dice??

Tseng: Taci, troiett…!

Un altro stivale, appartenente all’autrice, arriva nuovamente “per sbaglio” a fracassare la faccia di Tseng. Rufus intanto prova le delizia della fucina.

KRONCK!

Rufus: Ahiaaaaaaaaa!!! Ma è durissimo!

Reeve: Certo, è di puro acciaio inox ^^

Io: Uomo avvisato mezzo salvato. Adesso sono cazzi tuoi -.- ( se ne va)

 

Fucina della Shinra Company. Un mondo… di dolore!

Rufus: E di conti salati col dentista. Tuesti, considerati licenziato!!

 

 

 

 

 

Vi chiedo scusa, sul serio! O_o

Il punto è che ho avuto delle settimane davvero incasinate con gli esami, e adesso mi accorgo che dovrò dividere il capitolo in un’altra parte perché viene lunghissimo. Portate pazienza, la prossima parte è veramente l’ultima. Mi spiace, io a dosare i capitoli sono un disastro.

Certo che è strano: anche per la fic con cui avevo inaugurato la saga sulla demenza dei Soldiers ero stata costretta a dividerla in tre capitoli. Ora coi Turks è lo stesso, tutto ritorna! O____O

Spero vi sia piaciuto, vi ringrazio molto per le recensioni e vi prometto che risponderò ad ognuno di voi il più presto possibile. ^^

Ciaoooooo!!!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: shining leviathan