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Autore: Ilarix96    03/07/2013    1 recensioni
Seconda parte. Le pagine sono tratte dal punto di vista di Erika, che vive in una situazione differente da quella di Andry, ma con un unico punto in comune: essere costretti a fare qualcosa che non vogliono.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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7 maggio
Caro Andry
Oggi è stata una giornata bellissima! É il mio compleanno! Ho ricevuto e-mail e telefonate da tutti i conoscenti e i miei mi hanno portato a Londra per festeggiare. Infine, oggi mentre eravamo a cena mio padre mi ha sorriso e mi ha detto che aveva qualcosa di speciale per me. I miei genitori si sono scambiati uno sguardo d’intesa e lui ha tirato fuori un pacco regalo avvolto con carta celeste (se non si è capito l’azzurro è il mio colore preferito).
L’ho aperto ed era un computer portatile! Così posso chattare con i miei 3 amici anche quando sarò in Afghanistan.
L’ho detto alla mia amica che c’è rimasta un po’ male ma mi ha incoraggiato dicendomi che può resistere e che ce la potevo fare anche io.
E così se me ne vado almeno potrò parlare con i miei amici e con te ovviamente, ti porterò con me e ti spiegherò tutto.
Sarah, è cosi che si chiama una delle mie tre amiche, è praticamente il tramite tra me e il resto del mondo. É lei che mi racconta tutti i cosiddetti “gossip”.
Lei va alla scuola pubblica, ed è per questo che è sempre informata. Io ci ho provato a chiedere ai miei se potevo frecuentare la stessa scuola e loro o non mi rispondevano mai oppure si limitavano a sospirare, mi guardavano oppure mio padre mi diceva :”Ma non sei contenta così? Te l’ho raccontato mille volte quello  che mi è successo. Non voglio che si ripeta anche per te.”
Devi sapere che mio padre ha avuto un’esperienza terribile quando andava a scuola.
I suoi genitori l’hanno costretto a mettersi gli occhiali e l’apparecchio. Solo che gli  occhiali erano giganteschi e rotondi e l’apparecchio gli impediva di parlare bene  quindi sputacchiava sempre e non riusciva a dire la “S” e la “R”.
I suoi vecchi compagni gliene hanno fatte di tutti i colori. Una volta, quando aveva 8 anni l’hanno appeso a una porta e ci è rimasto due ore. Era disperato, poverino. C’è da dire anche che era piccolo di statura più degli altri e, tra le altre cose, lo prendevano in giro anche per quello. E lui ha paura che nella scuola ci siano i figli dei suoi compagni e che prendano in giro me perché sono la figlia dello “sgorbio”. Penso che siano tutte sciocchezze, perché è impossibile che si ricordino di lui, ma quando glielo dico mi risponde stizzito ”Allora? Non ti va bene così? Con tutto quello che paghiamo!”…Come non detto.
Ora è meglio che vada. Buonanotte!
Ery
 
  
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