Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ryta Holmes    16/01/2008    4 recensioni
Cosa accadrebbe se il famoso trio fosse invece un quartetto? Come cambierebbe la vita del mago più famoso? E se poi ci fosse di mezzo anche il destino?
Genere: Avventura, Azione, Drammatico, Fantasy, Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPILOGO

Splendeva il sole, sul prato tagliato da poco e l’aria frizzante del mattino era ancora lì, come se anche lei fosse stata invitata a quella festa.

Seduti, metà da una parte, metà dall’altra, gli ospiti vociavano allegramente, frementi e in attesa. Forse un po’ più numerosi di quelli che ci si aspettava, ma dopotutto un evento così non poteva non attirare tanti curiosi.

Avanti a tutti, i loro amici coi loro piccoli, si guardavano attorno, controllando di tanto in tanto l’orologio.

Lui, in piedi davanti al sacerdote, bianco come un cencio, fissava un punto imprecisato, mentre il suo migliore amico gli torturava l’orecchio e il cervello.

“Vedrai, è solo un attimo. Poi passa tutto, te lo garantisco! Non c’è bisogno che scappi via!”

I minuti scorrevano veloci per alcuni, lentissimi per altri. I bambini volevano darsi alla fuga come lo sposo, ma per loro era la bellezza del luogo ad invitarli a farlo.

Le voci continuarono ancora, ma ad un certo punto si azzittirono e un centinaio di teste, si voltarono all’indietro, tutte contemporaneamente.

Anche lo sposo, sollevò lo sguardo, incitato da una gomitata del suo testimone e nel suo campo visivo, comparve lei.

Vestita di bianco, il velo che le incorniciava il viso, gli occhi luminosi e tanto addolciti da non sembrare lei.

La sposa avanzò lentamente, accompagnata dal fratello. Piccoli passi, nelle scarpine bianche, che spuntavano dall’orlo dell’abito, accorciato senza preavviso da una meravigliosa sorpresa.

Una musica di sottofondo, riempì l’aria, una marcia nuziale e finalmente l’attenzione di tutti, persino quella dei bambini, fu catturata.

Per gli sposi, quel percorso fu eterno, tanto che quando arrivarono a sfiorarsi le mani, fu come se qualcuno avesse tolto loro un peso dal cuore e li avesse liberati da una lunga agonia.

Un po’ come era sempre stata la loro vita. Un po’ come era sempre stata la loro storia. Una lunga strada, quasi eterna e irraggiungibile, ma che ora si concludeva con un epilogo felice.

Parlò lentamente e a voce alta, il sacerdote. Scandì le parole e più volte ricordò agli invitati l’importanza di quel vincolo.

Ma i due sposi, non avevano altra attenzione che per loro due. Lui e lei… e l’amore che aveva sfidato ogni ostacolo perché si consolidasse.

Le loro promesse decise, il bacio dolcissimo alla conclusione di tutto, le mani abbellite dalle fedi, che si stringevano con forza.

Il suo matrimonio… il sogno della sua vita…

Aprì gli occhi lentamente, nello stesso istante in cui l’incoscienza divenne coscienza e lei tornò alla realtà. Si rigirò insonnolita tra le coperte, ma sorridendo come una bambina.

Di nuovo quel sogno… per quanto tempo ancora lo avrebbe fatto?

Non che le dispiacesse, per carità. Al mattino si svegliava sempre di buon umore e la giornata da affrontare diventava meno pesante.

Ma una piccola parte razionale di sé, pensava che quei sogni fossero diventati quasi una fissazione, dopo tutto quello che avevano passato; ma per lo meno, finché si limitavano ad addolcirle il sonno, solo la notte, non sembravano preoccupanti.

Dopotutto se la vita non era sempre come la fantasia lo voleva, per lo meno ogni tanto poteva smettere di pensarci… o poteva anche aiutarla a vedere le cose più importanti.

Sì stiracchiò sbadigliando, gettando dall’altro lato del letto, il braccio, come era solita fare. Non si stupì di trovarlo vuoto, le lenzuola fredde e rivoltate.

Sbuffò, imbronciandosi appena.

Non le piaceva trovare quel letto vuoto, la mattina, lei era una tipa che si viziava facilmente e poi si abituava a certe cose, come il bacio e l’abbraccio del buon giorno e tutte quelle coccole prima di alzarsi e affrontare gli impegni quotidiani.

Ma quella mattina il letto era vuoto e lei sospettava che lo fosse per quello che era accaduto la sera prima.

Non era stato un vero e proprio litigio, più uno scambio acido di battute, che poi si era concluso con una deleteria guerra fredda. Deleteria perché lei odiava, le guerre fredde, lei preferiva urlare e sbatterci la testa, contro i problemi, preferiva litigare e scannarsi… e poi fare la pace.

Quel silenzio teso e quegli sguardi glaciali, invece, la angosciavano e la innervosivano maggiormente.

Si voltò a guardare l’orologio e per poco non sbiancò. Imprecò a mezza voce, balzando giù dal letto e acchiappando la vestaglia, correndo poi verso la camera attigua, leggermente preoccupata.

E lei che perdeva tempo, coi sogni!

Si fermò sulla soglia, controllando la situazione e fu incredibile, con quale velocità riuscì a tranquillizzarsi. E per entrambi i motivi che la angustiavano, bastò quella visione a farle rilassare le spalle e a lasciarle sfuggire un sospiro quasi commosso.

Harry sedeva su quella poltrona che lui adorava tanto e che aveva piazzato in quella stanza, non appena avevano comprato quella casa. Più che seduto, ci era stravaccato sopra, profondamente addormentato, la testa reclinata sul cuscino e i gomiti sui braccioli.

Tra le braccia reggeva il suo fagotto adorato, quella che fin da quando era venuta al mondo, era stata la luce dei suoi occhi.

La piccola Lily, osservava il padre che dormiva e poi gonfiava le guanciotte tonde, in quel sorriso tipico dei bambini di appena quattro mesi. Agitava le manine grassoccie, afferrando il bavero della giacca da camera dell’uomo, senza che lui se ne accorgesse, divertita da quel gioco innocente.

Ryta posò una spalla contro la porta, incrociando le braccia. Curioso, come il padre dovesse addormentare la figlia e puntualmente, accadesse il contrario.

Come la donna fece per avvicinarsi, la piccola riconobbe la madre e sorrise maggiormente.

“Tesoro della mamma! Che hai combinato?” la richiamò a bassa voce. Posò una mano sullo schienale della poltrona e si inginocchiò per poter guardare meglio la piccola. Le accarezzò il mento con la punta del dito.

“Hai fatto addormentare di nuovo papà, vero cucciolotta?” Lily aprì la bocca, come a voler gridare la sua risata e le uscì un piccolo verso di esclamazione.

Ryta ridacchiò intenerita; quella bambina aveva il potere di scioglierla come burro… certo, mai quanto con suo padre!

Come se lo avesse richiamato, Harry si mosse nel sonno, scuotendo la testa e strizzando gli occhi. Sia la madre che la figlia, sollevarono lo sguardo su di lui, ma a Ryta sfuggì anche un brivido, mentre il pensiero sul perché non lo aveva trovato accanto a lei, quella mattina, le attraversò la mente. Non era stato perché era ancora in collera con lei, in realtà era solo andato a controllare la sua bambina.

“Ehi…” mormorò l’uomo, quando aprì gli occhi, sbattendo più volte le palpebre e riuscì a metterla a fuoco.

Ryta sorrise, accarezzandogli una tempia e sistemandogli gli occhiali che erano un po’ fuori posto. “Buongiorno…”

Harry scosse il capo per svegliarsi, ma senza mai allentare la presa della bambina. “Ero venuto a controllarla e ho visto che era sveglia e così…”

“Ti sei addormentato al suo posto.” Scherzò lei, concludendo la frase. Si alzò per mettersi a sedere sul bracciolo della poltrona, in modo da stare più comoda, il braccio che circondò le spalle del marito.

“Senti, per quella cosa…”

“Non importa.” Lo interruppe lei, piegandosi a dargli un bacio tra i capelli. “Scusami per quello che ho detto.”

“Scusami tu.”

Non serviva altro, nessuna spiegazione, nessuna posizione. Solo quelle scuse sentite… e qualche coccola in più da parte di entrambi, come pegno.

Lily si lasciò sfuggire un vagito allegro e continuò ad agitare le braccine e le gambe, assieme, come se avesse capito che i suoi genitori aveva fatto pace.

“Ehi, frugoletto! Non pensi che sia ora della pappa?”

Ryta prese in braccio la piccola, sfiorandole la punta del naso con il proprio e poi la abbracciò con trasporto. “Ma quanto sei bella?!”

La mano sinistra, andò a stringere quella del marito e il contatto con la fede, si fece sentire maggiormente.

Eccola qui, la sua felicità. Non era per niente un sogno.

Quello che lei viveva ogni giorno, era la pura e semplice realtà.

E mai come allora, si sentì veramente completa.

Ora la sua vita era ricolma di Amore.

FINE

Veramente =P

Scusate se ero sparita, ma non per mia volontà << Purtroppo il pc aveva definitivamente deciso di andare in pensione: sono partite le porte usb e non mi potevo più collegare ad internet (nonostante avessi già scritto tutto).

Cmq non mi sembra vero, aver concluso questa storia. Diciamo che sono cresciuta assieme a lei (e anche voi, considerato quanto vi ho fatto aspettare -___-).

Finalmente possiamo dire la parola fine.

Per chi però, non è ancora soddisfatto, ho in serbo qualche sorpresina ^^

Si chiama “Schegge” ed è una piccola raccolta di storie che pubblicherò via via nel tempo. Alcuni momenti futuri e altri passati, piccole schegge che completano questa lunga storia. Più o meno so già tutte quelle che posterò (metà le ho già iniziate), ma chissà che non mi venga ispirazione per qualcos’altro ^^

E ora vi lascio, con un bacio grande (in particolare a Hermy15, Christina Malfoy ed Apple che non mi hanno mai abbandonato – vi ringrazioooooooooooooo >___<) e con un arrivederci, alla prossima storia.

Ryta

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ryta Holmes