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Autore: Ryta Holmes    17/01/2008    3 recensioni
Una piccola raccolta di one-shot, tratte da "Il mio destino è qui con te". [Nella prima Harry, appena arrivato in America, dopo la fine della scuola e della storia con Ryta, riflette sul suo stato d'animo e sul suo futuro. Sulle note di "Solo ieri" di E. Ramazzotti]
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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QUELLO CHE C’ERA OLTRE

“Quando Ryta si rese conto che tutti erano in posizione, lasciò il suo angolo, dove ora Malfoy era impegnato a bloccare Voldemort e si portò al posto che era stato prima del biondino. Quindi ricominciò a recitare la formula.

Dopo aver teso le braccia in alto, il vortice grigio si creò nuovamente sul capo del signore oscuro, che continuava a dimenarsi per il dolore. Draco non gli lasciava scampo.

"Maledetto!!!" imprecava, come impazzito. "Sei un traditore proprio come tuo padre!!!"

Ron non seppe perché, o forse fece solo finta di niente, troppo impegnato com'era a mantenere integra la sua barriera, ma fu insolito il fatto che dopo quelle parole Draco Malfoy, avesse reso molto più potente la sua maledizione, quasi come se il suo odio fosse cresciuto a dismisura... chissà come mai, si ritrovò a pensare, prima di rivolgere l'attenzione verso Ryta...

La ragazza ormai doveva essere giunta al culmine del contro-incantesimo, perché il vortice grigio si era ingigantito molto di più e uno strano vento aveva iniziato a vorticare intorno al corpo di Hermione.

"No!!! Non potete farmi questo!!!" ruggì Voldemort furioso, mentre il vento lo innalzò di qualche centimetro da terra. Poco dopo un alone nero, attirato dal centro del vortice, iniziò a staccarsi dal corpo di Hermione, e man mano si allontanò da lei.

Il vento era così forte che Ron dovette coprirsi il volto con le braccia, ma la troppa curiosità lo spinse ad osservare quello che stava accadendo. Vide quell'alone nero, che altri non era che l'anima di Voldemort, venire risucchiata dentro al vortice, accompagnato dalle sue urla e dalle sue minacce ormai senza più valore.

Pochi secondi dopo tutto era finito.” [Da Il mio destino è qui con te, capitolo 22]

La voragine lo risucchiò senza che potesse fare nulla. Quella maledetta ragazzina, aveva fomentato Potter e i suoi stupidi amici e aveva rovinato tutto.

Quelli erano incantesimi oscuri, che solo lui avrebbe dovuto conoscere! Solo lui, aveva il diritto di usare!

E invece quella insulsa mezzosangue aveva osato tanto, aveva pronunciato con le sue ingrate labbra, quella formula che lui conosceva tanto bene.

E che purtroppo sapeva anche a cosa avrebbe portato.

Alla Dannazione.

Il flusso lo trascinò per diverso tempo lungo un tunnel soffocante, da cui non sembrava esserci via di uscita. Non seppe per quanto tempo vi rimase dentro, ma ormai aveva importanza più, il tempo?

La sua destinazione sarebbe stata una dimensione, dove i minuti e le ore non sono che inezie e dove la tortura e il dolore, continuano per l’eternità.

Fu quasi ironico pensare che l’unica cosa che gli era rimasta, era la curiosità di sapere cosa avrebbe trovato, sul suo cammino. Ma non rise, storse invece le labbra disgustato dal suo stesso pensiero e socchiuse gli occhi, lasciandosi trasportare.

Una volta arrivato, avrebbe scoperto tutto.

Fu sorpreso di sentire il contatto con il terreno, quando atterrò. Lui non aveva più corpo, ormai. Si era impossessato di quella sciocca Granger, dopo aver trasmutato la sua anima, dal vecchio corpo a Nagini.

Ma ora sentiva la consistenza della propria pelle e il dolore della caduta rovinosa.

“Perfetto.” La sua tortura aveva già inizio. Come uno spirito, non avrebbe mai potuto provare tutto il dolore di un corpo umano.

Quante volte aveva disprezzato quello che considerava la sua parte più vulnerabile?

Fosse stato per lui, avrebbe abbandonato il suo corpo già da molto tempo prima… ma purtroppo, questo avrebbe significato anche perdere molti dei poteri che aveva acquisito.

Constatò che mentre il corpo era tornato, la sua bacchetta era ovviamente andata sperduta.

Si alzò in piedi, guardandosi intorno e leccandosi le labbra provocatorio; qualsiasi cosa avrebbe trovato, avrebbe avuto pane per i suoi denti.

Questo perché lui era già la Dannazione in persona e niente avrebbe potuto spaventarlo.

Il luogo scarsamente illuminato, solo un fascio di luce lo circondava, come quei vecchi lampioni sulle strade londinesi, di quando era giovane. Cercò di fare alcuni passi, ma si rese subito conto che gli era impossibile muoversi.

Un vento freddo e umido si sollevò lentamente, aumentando a poco a poco e l’aria si fece più tetra.

“Ti sto aspettando…”

C’era qualcosa che si stava avvicinando, qualcosa che avanzava e che presto avrebbe iniziato a torturarlo… o ci avrebbe provato.

“Potrei torturare, io te.”

Non si sarebbe fatto prendere alla sprovvista, lui era l’Oscuro, sarebbe stato in grado di affrontare qualsiasi cosa, anche la più terribile. Era cresciuto a forza di umiliazioni e sapeva cosa significava soffrire. Ma soprattutto sapeva bene cosa fare per far soffrire.

All’improvviso una voce lontana, come un lamento. Non seppe distinguere le parole dette, sembrava una di quelle arcane formule magiche con cui spesso aveva avuto a che fare, ma di questa non ne conosceva la provenienza.

Mieeeeeeeeeeeeeeeeee…….”

Assottigliò lo sguardo, cercando di vedere per lo meno, da dove provenisse quella voce. Strinse i pugni, provando ancora una volta a smuovere i piedi, pronunciando anche qualche incantesimo senza bacchetta, ma invano.

“…luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu…”

Strinse i denti, mentre lo sguardo si incattivì maggiormente e gli occhi rossi saettarono di rabbia.

“Non farti attendere.” Il tono di minaccia, quasi di obbligo. Lui era nato per comandare e lo avrebbe fatto fino alla fine.

Mieeeeeeeeee………. Mieeeeeeeeeee…..”

Il buio si fece meno opprimente, iniziarono a comparire delle sagome, anche se ancora non erano abbastanza visibili.

“…luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu…. Mieeeeeeeeee…..”

Era sempre stato calmo, fin da quando aveva messo piede in quel posto. Arrabbiato, certo, ma non spaventato, non teso. Mai, lui avrebbe provato paura per qualcosa. Mai.

Almeno fino a che una mano non lo agguantò per la spalla con forza e quando lui si voltò di scatto, per accogliere malamente il suo aguzzino, sgranò gli occhi.

Mielu!!!”

Un viso sorridente e particolarmente felice, gli coprì interamente la visuale. Una massa di ricci, che incorniciava un volto rotondo, gli occhi socchiusi dalla smorfia e un sorriso un po’ troppo appariscente per i suoi gusti.

Qualunque cosa fosse, sorrideva troppo, parlava in modo strano e soprattutto sembrava inquietantemente troppo felice di trovare lui lì.

“Il mio Nano!!” esclamò l’essere, con voce squillante spacca timpani e senza lasciargli scampo balzò su di lui.

Si aggrappò alle spalle, cingendogli poi la vita con le gambe per potersi reggere e in questo modo avere la possibilità di acchiappargli il viso con le mani… e di iniziare a baciarlo ovunque.

Lord Voldemort, alias Tom Marvolo Riddle, alias Signore Oscuro, alias Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, strabuzzò letteralmente gli occhi di fuoco, indietreggiando per il contraccolpo e rischiando anche di cadere.

Fortunatamente barcollò soltanto e poi riuscì a riprendere l’equilibrio, quel tanto da cercare di staccarsi quella ventosa di dosso.

Era la prima volta nella sua lunga e temibile vita, che qualcuno osava tanto. Nemmeno quando da giovane era costretto a sedurre le vecchie streghe per ottenere il potere che cercava.

“Maledetta!!” esclamò Voldemort, riuscendo e scrollarsela dalle spalle con uno strattone violento.

L’essere, che effettivamente aveva le sembianze di una donna, cadde a terra di sedere, esclamando di dolore.

“Ehi! Ti sei rincoglionito?!” si alzò di scatto, assottigliando lo sguardo e buttando il labbro in fuori. “Tu non sai con chi hai a che fare, mio caro Nano!”

Il Nan-cioè… il Signore Oscuro aprì la bocca per dire qualcosa a quella, che adesso lo fissava in una strana posizione – le gambe aperte, ben piantate per terra e le braccia arrotolate sotto le ascelle – ma poi la richiuse deglutendo.

Improvvisamente si rese conto che tra le tante torture, a questa proprio non era preparato.

“Spogliati.”

“Che cos-“ Voldemort deglutì l’esclamazione. Un Signore Oscuro non si scompone. Mai. Si concesse per un piccolo schiaffo sulla pelata, giusto per rendersi conto se veramente avesse davanti un’assatanata con l’aria da pazza, oppure Minus quella sera aveva cucinato pesante.

Quando ricordò molto velocemente che Minus probabilmente era morto e che lui da mesi ormai non aveva uno stomaco, l’orrenda verità gli comparve davanti, sottoforma di quella donna che adesso gli aveva appena ripetuto di spogliarsi.

“Non osare con me. Non lo farò mai.”

Non si aspettava di averla convinta, ma sicuramente non si aspettava nemmeno quello che accadde dopo. Vide l’essere sogghignare improvvisamente e rimboccarsi le maniche.

“Meglio così. Ci penso io.”

Un incubo. Non avrebbe mai potuto immaginare cosa significasse vivere un incubo. Ora lo sapeva.

Maledisse Potter, la Holmes e tutti i loro fottutissimi amici. E sperò con tutto il cuore che non trovassero mai pace in vita loro.

Ma ora, doveva pensare a se stesso. In un improvviso barlume di follia, sgranò gli occhi e guardò oltre la creatura.

Severus! Che ci fai qui!” il tempo che questa si voltasse e prese a scappare dal lato opposto.

Il Signore Oscuro che fugge! Questa umiliazione, è la più terribile!

Forse fu questo che gli fece interrompere la corsa, si fermò di botto, scuotendo il capo inorridito. Ma cosa gli era preso?

“Ehi, dove scappi!” intanto la creatura si era accorta del tranello e lo aveva raggiunto con una corsetta indisponente. “Brutto Nano cattivo! Adesso ti faccio vedere io!”

Gli acchiappò la tunica da dietro la schiena, strappandogliela, poi ridacchiò compiaciuta.

Lord Voldemort non si mosse. Avrebbe subito a testa alta, non era un codardo lui! Lui era il Signore Oscuro!

Mielu!” forse la creatura parve felice di quella resa, perché decise di acchiapparlo con uno strattone e di prenderselo in spalla.

“Ehi., che diav-

Tentò di ribellarsi ma una strana forza lo tenne fermo e costretto sulla schiena della creatura.

“Lasciami andare! Immediatamente!”

“Scordatelo! Sono anni che attendo questo momento!”

“Io sono il Signore Oscuro, maledizione!” tuonò in un ultimo disperato tentativo.

La donna sorride a trentadue denti e gli toccò il sedere. “Appunto, mielu!” aumentò il passo, scomparendo nell’oscurità con l’ormai Nano.

“E sai qual è la parte migliore? Che qui ci siamo solo io e te, mielu! Per sempreeeeeeeeeeeeeeee

Oltre la barriera non c’è mai cosa ti aspetti. Ti prepari ad una cosa ma rischi sempre di trovarne un’altra. Non essere mai sicuro di niente... potresti trovare sul cammino anche una mielu che smania per te! =P

TBC

Secondo assaggio, ma questa volta in chiave comica XDDD

Mi spiace se non tutti hanno compreso questa cosa, la mielu di cui parlo è la mia adorata Pea, che ama alla follia il caro Voldemort, detto Nano per via di numerose elucubrazioni mentali di quell’adorabile gruppo di pazze di Chequered_RPG.

Spero di aver colpito nel segno, almeno un po’ ^^

Detto questo, alla prossimaaaaaa!!

Ryta

   
 
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