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Autore: Lui_LucyHP    04/07/2013    8 recensioni
Alla fine della Guerra contro Voldemort, le vittime sono molte.
Harry, nel tentativo di tornare a Grimmauld Place con una Passaporta, si troverà invece in un'altra dimensione, dove le cose sono andate diversamente.
James, Lily e gli altri sono tutti vivi, ma combattono una guerra che dura più di vent'anni, perché lì, Voldemort, non è mai caduto la notte del 31 Ottobre 1981, ed è più forte che mai.
Harry si troverà di nuovo ad essere l'unico in grado di sconfiggere il Mago Oscuro.
Ci riuscirà? Come sarà il suo rapporto con i genitori che non ha mai conosciuto?
E quello con tutti gli amici che aveva, ma che lì non l'hanno mai conosciuto?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Il cortile della Tana era stato preparato alla perfezione per il diciassettesimo compleanno della piccola di casa. Nonostante il poco tempo, dato che la Guerra era finita solo la mattina precedente, tutti i fratelli di Ginny e alcuni membri dell'Ordine si erano dati da fare. L'erba era stata tagliata, le siepi dei confini tagliate e alcune aree del giardino erano state riempite di fiori colorati. Un grande gazebo rosa era stato installato per garantire un riparo dal caldo sole estivo, con grande orrore di Ginny, che detestava quel colore, e di Molly, che lo aveva ordinato bianco. I due maghi della ditta che lo aveva fornito si erano scusati infinitamente, prima di cambiare il colore della struttura in quello richiesto. Numerosi festoni colorati andavano dalla casa al tetto del gazebo, fino al suo interno.
Harry arrivò assieme ai suoi genitori un po' prima dell'inizio della festa; aveva un regalo per Ginny, ma non voleva che lo aprisse davanti a tutti.
«Ben arrivati!» salutò Ron, incastrato in un lungo festone viola che lui e George stavano cercando di appendere. «Mamma è in cucina che ricontrolla il cibo, per la millesima volta, mentre Ginny non so dove sia; forse è nella sua camera con Hermione».
«Milionesima, vorrai dire» lo corresse George, che dopo aver tentato inutilmente di liberare il fratello con la magia, aveva messo da parte la bacchetta e cominciato a farlo manualmente. «Povera Ginny che voleva una piccola festicciola in famiglia... Credo che papà abbia invitato mezzo Ministero».   
Harry entrò in casa e salutò la Signora Weasley, intenta ad osservare attentamente un vassoio di tartine.
«Oh, benvenuto, Harry caro» disse, alzandosi. «Ginny è in camera sua con Hermione, sali pure. Lily, potresti aiutarmi a portare fuori tutti i vassoi? E, tu James, aiuta Arthur, per cortesia. Si è messo in testa di attaccare delle luci Babbane per quando farà buio e credo che abbia più di qualche problema con le spine mi pare le abbia chiamate».
Harry salì le scale della Tana con il cuore che batteva forte. Era così agitato che il mazzo di fiori che aveva in mano tremava.
La porta della camera di Ginny era socchiusa e due voci provenivano dal suo interno.
«Quindi, mio fratello non ti ha ancora detto niente?» stava chiedendo Ginny.
«No» rispose Hermione. «A questo punto, mi sa che non dirà nulla».
«È un idiota» fece Ginny, in tono rassegnato. «Mi dispiace, Hermione, ma vedrai che prima o poi si sveglierà... Spero».
«Non lo so... Adesso ha anche Harry. Sono contenta per lui, dato che con Neville, Dean e Seamus non ha legato più di tanto a scuola; in Harry vede un migliore amico e anche io...»
«Però vorresti che si accorgesse che non ti basta più essergli amica».
«Tu ed Harry come avete fatto esattamente?»
Sentendosi chiamato in causa e volendo evitare di sentire commenti su di sé, Harry si schiarì la voce e busso alla porta; le due ragazze ammutolirono. Lo spiraglio della porta si aprì e Ginny comparve sulla soglia.
«Harry!» esclamò, con le guance rosse. «Quanto hai sentito esattamente?»
«Oh, nulla che non sapessi già sull'idiozia di tuo fratello» rispose con un gran sorriso. Poi le porse i fiori.
«Questi sono per te. Buon compleanno!»
Ginny prese il mazzo di rose bianche e blu e lasciò entrare Harry nella sua stanza.
«Ciao Harry!» lo salutò Hermione, seduta sul letto. In una mano reggeva un vasetto, mentre con l'altra spalmava una crema dal colore rossastro tra i capelli. Metà della sua testa era la solita cespugliosa capigliatura, ma l'altra metà era perfettamente liscia.
«Io e Hermione stavamo sistemando le ultime cose prima di scendere, ma siamo un po' in ritardo...» spiegò Ginny, correndo ad aiutare l'amica con la crema. I fiori li aveva posati sul comodino, dopo aver evocato un grande vaso bianco.
«Credo che siano in ritardo anche di sotto con i preparativi del giardino» disse Harry, prendendo posto in una sedia vicino al piccolo armadio. Sentiva la piccola scatola contenente il regalo premere dentro la tasca dei jeans, ma non lo tirò fuori; quando sarebbero stati solo loro due, glielo avrebbe dato.
«Io avevo detto a mamma di non strafare» borbottò, spalmando la crema su di una ciocca particolarmente ostinata a rimanere riccia. «Ma l'ultima figlia, unica femmina, deve avere la sua festa speciale, come ha detto lei, e il fatto che la Guerra sia finita non aiuta per niente; la voglia di festeggiare è raddoppiata in tutto il mondo magico».
«Non posso dar loro torto» disse Harry. «Più di vent'anni passati con Voldemort al potere, penso che anche Piton abbia voglia di festeggiare!»
Le due ragazze scoppiarono a ridere, ma durò poco. La risata di Ginny si trasformò quasi subito in una smorfia.
«Accidenti! Mamma ha invitato anche lui. Speravo che non venisse, invece ha confermato. Che cosa ci verrà a fare alla mia festa di compleanno?»
«Grazie, Ginny» disse Hermione, una volta che la sua capigliatura fu completamente liscia. «Io scendo a vedere se serve una mano».
Harry e Ginny rimasero soli nella stanza.
«Io... Ehm... Dovrei darti il mio regalo» disse Harry, sentendosi d'un tratto di nuovo agitato. Si alzò dalla sedia e si mosse verso la ragazza; si sentiva come un bambino che muoveva i primi passi. Le gambe sembravano di piombo mentre le braccia, incollate al busto potevano benissimo essere state sostituite da due stoccafissi. Fu con enorme fatica e dopo aver mancato la tasca dei pantaloni almeno un paio di volte, riuscì ad estrarre la scatolina di velluto verde che vi aveva inserito prima di partire. Aveva il timore che non le piacesse, anche se aveva chiesto aiuto alla madre, per comperarlo.
«Ma mi hai già portato i fiori!» esclamò Ginny, guardando il mazzo di rose. «Non pensavo che mi avessi preso altro, non serviva».
«Sono i tuoi diciassette anni; non è un compleanno qualunque» disse, porgendole la scatola. «Spero che ti piaccia».
«Oh, Harry! È bellissimo! Accidenti... Grazie!» balbettò Ginny, mentre osservava il braccialetto in argento che le aveva regalato: un Boccino e un manico di scopa in miniatura pendevano alternativamente per tutta la sua lunghezza.
In un attimo, Harry si trovò travolto dall'abbraccio della ragazza e, senza riuscire a resistere, la baciò.
Non si era mai sentito meglio di allora. Niente Voldemort da temere e una vita quasi normale davanti a sé.

 

***           

«Insomma, Stevenson!» urlò Malocchio Moody, giungendo in soccorso in uno degli Auror più giovani del Ministero. «Non così piano, sono Mangiamorte, dannazione!»
«Ne ho fermato uno laggiù, ma il secondo mi è sfuggito! Mi dispiace, Malocchio» borbottò il ragazzo, rimettendosi in piedi. Puntò la bacchetta sul Mangiamorte steso a terra poco lontano da lui e gli levò il cappuccio.
«Crouch junior!» esclamò contento. «Ho preso l'ultimo pezzo grosso rimasto!»
«Il pezzo grosso non canterà» sussurrò Crouch, mentre si dimenava invano per tentare di liberarsi.
«Poco importa» gracchiò Malocchio. «Lucius Malfoy ha fatto tutti i vostri nomi; ne mancano solo due all'appello e...»
Si interruppe quando vide una pioggia di scintille verdi nel cielo della sera.
«Mi correggo, ne manca solo uno».
Il ghigno sul volto di Bartemius Crouch junior sparì in un attimo.
Non solo il loro padrone era definitivamente morto, ma ora non sarebbe rimasto neanche uno dei suoi Mangiamorte a combattere per liberare il mondo da Sanguesporco e Mezzosangue.
«Sbrighiamoci a portarlo ad Azkaban; ho una festa di compleanno che mi aspetta... E Molly cucina dannatamente bene!»

 

***    

«Tu e Ginny state combinando qualcosa» disse James, servendosi di un canapè al salmone. Harry, fermo al tavolo delle bibite poco lontano fece spallucce.
La festa di compleanno era in pieno svolgimento e aveva notato che Harry e quella che ormai doveva considerare la sua ragazza non avevano smesso di tenere d'occhio Hermione e tutti gli invitati giovani, belli e scapoli. Da almeno un'ora buona avevano cominciato a presentarla a ognuno di loro, con cui stava ballando a turno. Ron, seduto in un divanetto ai lati del tendone, non la perdeva d'occhio; l'ultimo dei bignè salati che aveva preso poco prima, era stato stritolato dalle sue mani e ora riposava in pace sul pavimento.
«Non so di che cosa tu stia parlando».
James sbuffò divertito: suo figlio non gli assomigliava molto solo fisicamente.
«Oh, andiamo... Sono stato un Malandrino, ti ricordo; per certe cose ho ancora fiuto».
Harry non riuscì a trattenere un ghigno e anche James si aprì in un sorriso.
«A Hermione piace Ron e a Ron piace Hermione, solo che lui non si decide a fare la prima mossa; Hermione, invece, gli ha lanciato più di qualche segnale, senza successo. Così io e Ginny abbiamo deciso di dare una mano...»
«Harry, posso darti un consiglio?» chiese James, che proseguì senza attendere una risposta. «Rimani fuori dalle questioni di cuore dei tuoi amici, fidati, è meglio».
«Strano che tu lo dica. A sentire Sirius, tu hai mandato più di un mazzo di fiori a nome suo a Rossana, dopo che lo avevano dimesso dal San Mungo. Non si sarebbero mai più rivisti, se non fosse stato per te...»
Farò scodinzolare Sirius per il resto della sua vita, pensò. Nel libro di Trasfigurazione del settimo anno c'era l'incantesimo per rendere permanente la forma animale di un Animagus.
«A proposito, sei sicuro di voler andare a Hogwarts il prossimo anno?» chiese, cambiando argomento. «Silente ha detto che questa mattina sono arrivati anche i risultati M.A.G.O. a nome tuo».
«Sì, è per quella cosa della fusione delle due Dimensioni: quasi tutte le persone che conosco hanno cominciato a ricordarsi di me. Prima Severus ha detto che ricorda di avermi messo in punizione almeno dieci volte, ma è convinto che fossero molte di più... Comunque, ho cominciato a comparire anche nei documenti ufficiali, tra cui quelli scolastici. Silente questa mattina ha sistemato tutto, modificando la memoria di un bel po' di gente: sono tutti convinti che io abbia saltato un anno per scampare a Voldemort».
«Mi dispiace sapere che tra poco più di due settimane partirai e Lily è davvero giù».
«Lo immagino, ma finalmente potrò avere un anno normale a Hogwarts... E poi, ci tenevo a fare gli acquisti scolastici con voi due, almeno una volta».
«Oh!»
Non sapeva davvero che cosa dire; a quello non aveva proprio pensato. Si era concentrato solamente sul fatto che Harry sarebbe andato a Hogwarts, quando lui e Lily avrebbero solo voluto tenerlo a casa per coccolarlo e viziarlo, anche se aveva già diciotto anni. Quante volte aveva pensato alle famiglie felici che facevano gli acquisti scolastici, quando lui e Lily non avrebbero mai potuto?
«Già» fece Harry, imbarazzato. Poi spostò lo sguardo vicino all'ingresso, dove Ginny stava parlando con un bel ragazzo. «Ehi, quello non era nella lista di quelli da presentare a Hermione!» esclamò, prima di marciare verso la sua ragazza, pronto a difendere il territorio.
Lo sguardo di James incrociò Ron e Hermione intenti a chiacchierare poco lontano: entrambi avevano un sorrisino ebete stampato in faccia e ogni tanto lanciavano delle occhiate a Ginny e Harry, ridacchiando.
Ho l'impressione che qualcuno qui si sia appena vendicato.

 

***          

«Sirius, dai, sediamoci vicino a Remus e Tonks; sono stanca» disse Ross trascinando il marito lontano dalla pista da ballo, dove stava per cominciare l'ennesima canzone. «Ho fatto il doppio turno al San Mungo per star dietro a tutti i feriti della battaglia».
«Va bene, andiamo a sentire che cosa stanno combinando quei due... Tonks sembra felice».
Si avvicinarono alla coppia impegnata a gustare due grosse porzioni di lasagne in un tavolo non lontano dalla zona ballo. La ragazza non riusciva a smettere di sorridere e anche Remus sembrava contento per qualcosa.
«Indovinate un po'?» disse, tutta contenta Tonks, quando Sirius e Ross presero posto al tavolo. «Io e Remus stiamo ufficialmente insieme!» esclamò, quando nessuno dei due rispose alla sua domanda.
«È meraviglioso, congratulazioni!»
Rossana si sentiva al settimo cielo per loro. Conosceva Remus ormai da molto tempo e sapeva che aveva cercato in tutti i modi di vivere una vita normale, ma non sempre era stato possibile. Molto spesso, poi, era lui stesso che limitava questa possibilità. Tutti loro gli avevano sempre detto di trovarsi una ragazza, che ne aveva ogni diritto anche lui, ma erano sempre rimasti inascoltati. La testardaggine di Remus nel credere di essere un mostro e che nessuno sano di mente avrebbe mai voluto stare con un licantropo, aveva bisogno solo di una cosa: una persona più testarda di lui, o per niente sana di mente. E Tonks, anche se nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia, era un po' tutte e due.
«Sono ancora dell'idea che stiamo facendo la cosa sbagliata, nonostante quello che mi ha detto Harry» borbottò Remus.
«Che cosa ti ha detto il mio figlioccio? Io non ne so niente».
«Ha detto che nella sua Dimensione io e Tonks ci eravamo sposati e avevamo avuto un figlio, rimasto orfano nella guerra, dato che siamo morti tutti e due... Ora Tonks si è messa in testa non solo di sposarmi, ma anche di avere un figlio!»
«Io mi ripeto» disse Ross. «È meraviglioso, tutto quanto! Inoltre, qui un eventuale bambino non correrebbe più il rischio di rimanere orfano; almeno, non per colpa di Voldemort. Già che ci siamo, anche noi potremmo...»
«No!» disse Sirius. «Noi non avremo figli».
Rossana si morse la lingua per impedirsi di rispondere al marito. Sapeva che non avrebbe mai superato il fatto di aver trovato il cadavere di Harry e, proprio per questo, non aveva voluto figli: la paura di poter trovarlo morto davanti alla porta di casa era troppo presente. Nonostante Voldemort fosse morto e non corressero più il rischio, Sirius ci avrebbe impiegato non poco tempo per capirlo e cambiare idea. Il guaio era che non aveva molto tempo. Quella mattina aveva scoperto di essere incinta di quasi due mesi e non poteva rischiare che la pancia diventasse visibile prima di averlo comunicato al marito. Non sapeva proprio come fare.

***

La festa era finita poco prima e Harry aveva seguito i suoi genitori a Godric's Hollow. Lily e James quella mattina erano tornati per controllare che fosse ancora in piedi e, tranne per la porta scardinata e qualche mobile distrutto, non avevano trovato danni ingenti. In poco meno di un'ora avevano sistemato tutto e la casa era di nuovo completamente abitabile.
«Vieni, Harry. Abbiamo una sorpresa per te» disse Lily, accompagnandolo al piano di sopra dove si trovava la zona notte.
Si fermarono davanti all'unica porta chiusa del piano, quella che Harry sapeva essere la sua camera, quella che aveva da bambino. Ma quando James la aprì, vide la camera da letto giusta per un ragazzo della sua età.
«Io avrei voluto farla tutta azzurra» disse Lily, «ma James mi ha fatto notare che sarebbe rimasta molto infantile. Alla fine l'ho lasciato fare e devo dire che non mi dispiace affatto».
Lo sguardo di Harry andava dal grosso letto matrimoniale in mezzo alla stanza, alla scrivania chiara sotto una delle finestre, cui erano appese delle tende. Era tutto nei colori di Grifondoro, tanto che sembrava di trovarsi a Hogwarts, nella Sala Comune.
«È bellissima, grazie!»
«Ho messo il letto matrimoniale, così Ginny può venire a dormire qui quando vuole...»
«James! Molly non approverebbe mai...»
Con un colpo di bacchetta, il letto matrimoniale si trasformò in due singoli.
«Insomma, mamma. Non è necessario dire alla signora Weasley che io e Ginny dividiamo lo stesso letto» disse Harry.
James gli fece l'occhiolino e fece ricomparire il letto matrimoniale.
«Oh, lasciamo perdere. Con voi è impossibile averla vinta!»
«Buonanotte» disse Harry, prima di entrare nella sua stanza.
«Buonanotte».
Si richiuse la porta alle spalle e respirò a pieni polmoni l'aria che emanava la sua camera: odore di nuovo e pulito, ma anche qualcosa di dolce.
Odore di casa e famiglia.

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Ciao a tutti!
Ecco il nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto!
Grazie a tutti quelli che leggono e a tutti quelli che recensiscono.
Grazie a chi ha messo la storia tra le Preferite(77), le Seguite(205) e le Ricordate(27).
Purtroppo, il prossimo sarà l'ultimo capitolo e poi ci sarà l'epilogo.
Mi mancherà un sacco questa storia, ma ho già un'altra bella idea in mente che va
dai Fondatori a Harry e che spero di riuscire a pubblicare presto!
Qui trovate una mia One shot, partecipante ad un contest e che entrerà anche nell'idea
che sto sviluppando: Un rubinetto che non lava le mani
Alla prossima,
Lucy

   
 
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