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Autore: Sere 98    04/07/2013    3 recensioni
Sam non è una ragazza come tutte le altre...o forse la è ma non riesce a riconoscerlo e come potrebbe del resto?
Sam è stata abbandonata quando era ancora piccolissima trascorrendo l'intera infanzia per tutti i centri d'accoglienza sparsi per il territorio Britannico finché un giorno non incontra un bambino più perseverante,testardo e comprensivo degli altri che osa entrare in contatto con la persona scossa,arrabbiata e difficile qual'è Sam, ma anche l'inserimento nella famiglia Tomlinson non l'aiuterà ad aprirsi e a fidarsi delle persone,almeno finché un ragazzo strafottente quanto affascinante non si intrometterà nel suo passato fino a riportare alla luce la parte più nascosta di lei riportandola alla vita
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La mia sveglia suona puntualmente tutti i giorni alle 7:00 di mattina e in quella mattina non c'era eccezione.
Tastai sul comodino accanto al mio letto cercando di spegnerla il più velocemente possibile,non volevo svegliare le gemelline che ancora erano nel mondo dei sogni,mi alzai stiracchiandomi, recu­perai la vestaglia che per comodità lasciavo sempre su una sedia vicino al letto,infilai le pantofole e schiacciai un pulsante a caso del mio telefono,lo schermo si illuminò e lo utilizzai come torcia per farmi largo tra vestitini, peluches o borsette abbandonate sul pavimento:
-Sam?- una vocetta roca mi richiamò dal suo letto,mi voltai intenerita:
-Phoebe...è ancora presto torna a dormire- le dissi accarezzandole i capelli
-Non ci riesco...è tornato ancora!- mi disse lei stropicciandosi un occhio
-Chi? Il mostro del tuo incubo?-
-Sì,questa notte è venuto tre volte- mi disse fissandomi con quegli occhietti languidi che le avevo sempre invidiato
-Mi dici cosa hai mangiato ieri sera prima di dormire?- le chiesi dolcemente,lei sembrò non capire inizialmente il motivo della mia richiesta ma poi imbarazzata nascosta velocemente la testa sotto le coperte rosa -Phoebe!- dissi io ridendo -Non mi sfuggi tanto! Dimmi cos'hai mangiato!-
Lei riemerse lentamente dal piumone:
-La senape che ha fatto mamma....-
-Ecco spiegato il motivo del tuo mostro- dissi io alzando gli occhi al cielo
Lei mi si avvinghiò al collo impedendomi di rialzarmi:
-Che fai? Dai Phoebe devo andare a scuola!- dissi cercando di staccare le suo braccia che circondavano il mio collo
-Ma per oggi puoi non andarci, puoi dire che ti senti male e stare qui con me...- mi disse lei pregandomi di accontentarla 
-Certo...ho già perso troppo lezioni piccola...fra due settimane finisce la scuola e sarò tutta tua ok?- le dissi mentre lei lentamente allentava la prese attorno al mio braccio,non era convintissima ma doveva esserlo per forza, non potevo permettermi di perdere altre ore di lezioni, io e Louis avevamo già fugato troppe volte:
-Ok però mi rimbocchi le coperte?- mi chiese sistemandosi meglio sul materasso.
Le accomodai il piumone e le diedi un bacio sulla fronte prima di uscire e chiudere lentamente la porta.
Scesi l'infinità di scale che la nostra casa presentava, si poteva credere di trovare San Pietro alla fine di esse visto che quella dimora era tanto piena di scale quanto piena di chiavi, entrai in sala da pranzo e poi in cucina, mia madre era già in piedi da un pezzo, sei tazze una in fila all'altra campeggiavano sul bancone, tre pentolini del latte bollivano sui fornelli e sul tavolo c'erano le nostre sei tovagliette, tutte di un colore diverso,tutte associate ad un figlio, mi piaceva tutta quella normalità anche se penso che facesse più bene a mia madre che a lei, le piaceva l'ordine e soprattutto il fatto che non ci mancasse niente, mi sedetti sullo sgabello e solo quando il mio cucchiaio sbatte violentemente contro al tavolo lei si accorse della mia presenza:
-Tesoro...mia hai spaventata...- poi mi guardò meglio -Ma che faccia!-
-E' l'unica che ho mamma- le dissi cominciando ad imburrare il toast che lei mi aveva già preparato,come al solito bruciacchiato, avrei dovuto pensarci, se c'era una cosa che non azzeccava facilmente erano i tempi di cottura:
-Lo so che non sono come...- provò a scusarsi lei vedendo che avevo notato il suo piccolo errore
-Mamma vanno benissimo così- dissi io bloccandola e azzannandone decisamente uno, lei mi sorrise accarezzando il dorso della mia mano:
-Tesoro pensavo che quest'estate potresti venire con noi in campeggio- dissi intrecciando le dita, sollevai gli occhi dalla mia tazza
-Perchè?- le chiesi senza capire
-Be probabilmente quest'anno non avrete dei corsi estivi e io ho pensato che sarebbe bellissimo passare un'estate in famiglia, tutti e otto -sapevo che stava cercando di essere il più convincente possibile
-Non l'abbiamo mai fatto- dissi io tornando a guardare il coltello che lentamente accarezzava il toast
-Lo so ma pensaci, sole,caldo,m­are....-
-Come può piacerle se non sa nuotare?!- Louis apparve nella sala da pranzo sedendosi al suo posto,a capo tavola, in mezzo a me e a mia madre
-Grazie Lou non c'era bisogno che me lo ricordassi- dissi facendo una smorfia
-Potresti insegnarle tu Louis! Dopotutto sei il fratello maggiore no?- mia madre era convintissima che la sua fosse un'idea geniale ecco da chi Louis aveva preso il suo ego esagerato.
Io e mio fratello ci guardammo negli occhi per qualche secondo prima di scoppiare a ridere,mia madre ci ammoniva severamente cercando di farci smettere perché avremmo svegliato le nostre sorelle:
-Mamma io che insegno a nuotare a Sam?- dissi Louis ripulendo il latte uscito dalla tazza
-Be io potrei darti qualche lezione di guida, penso che tu ne abbia molto bisogno- dissi ridacchiando piano.
Le frecciatine erano il sale del rapporto complice fra me e Louis, spesso facevamo battute che potevamo capire solo io e lui, mentre chiunque altro non capiva niente in merito.
Mia madre si alzò per lavare quei pochi piatti che già meritavano di essere lavati ma Louis la fermò per un polso e la costrinse a risedersi:
-Puoi rimanere seduta per piacere?- le disse con uno sguardo più dolce che intimidatorio
-Voglio solo lavare queste due cose, non ci metto molto- disse lei scompigliandogli affettuosamente i capelli
-Fra poco andremo a scuola e fino a stasera tardi non ci vedremo...non puoi rimanere qui con noi?!-
Mia madre sembrò rincuorata da quelle parole, rincuorata dal fatto che suo figlio voleva passare del tempo con lei, io lo sapevo,il tempo non era mai abbastanza,non per questo genere di cose comunque, passavano gli anni eppure Louis riusciva sempre a sorprenderla, era un fattore inevitabile del suo modo di essere, si sedette e rimase ancora a chiacchierare con noi finché io guardando l'orologio non imprecai silenziosamente. In ritardo...come al solito...
Ho sempre cercato di capire cosa fosse un ritardo, una dimenticanza? Menefreghismo?
E chi lo sa?!
Quello che importava è che la professoressa di chimica non me l'avrebbe fatta passare liscia se avessi di nuovo fatto tardi alla sua lezione. Mi vestii, lavai e raccolsi i capelli mentre decidevo se truccarmi o no... dura la vita delle donne e che faticaccia doversi rendere presentabili tutte le mattine mentre agli uomini basta lavarsi i denti e cercare una maglietta pulita; alla fine optai per della semplice matita e del mascara, presi lo zaino dirigendomi verso la porta alla velocità del suono, recuperai al volo il sacchettino del pranzo che mia madre mi porgeva dandole un bacio veloce sulla guancia:
-Louis Guarda che non ti aspetto!- gli urlai aprendo la porta.
-Arrivò!- gridò in risposta lui azzannando un altro toast e ripetendo il rituale che io stessa avevo compiuto pochi istanti prima: sacchetto del pranzo, bacio, uscita veloce...
Era un metodo semplice e sbrigativo da capire.
Io e Louis corremmo uno dietro l'altra, avevamo perso l'autobus come al solito, le volte in cui riuscivamo a prenderlo erano  talmente rare che ogni volta che succedeva mi veniva quasi da piangere, sfortunatam­ente quella non era una volta favorevole:
-Hai dei soldi?- mi chiese Louis cercando di trovare una soluzione al problema, eravamo più in ritardo del solito quindi anche se avessimo corso come degli scemi non saremmo mai arrivati in tempo
-Non molti- dissi io frugandomi in tasca e estraendo cinque dollari, lui sbuffò infastidito:
-Ho la sorella più previdente del mondo... per fortuna li ho io-
Io protestai:
-Se tu non ti fossi attardato a fare colazione avremmo preso l'autobus!-
-Certo certo dammi i tuoi cinque dollari-
-Cos'hai intenzione di fare? Noleggiare un'auto? Perché guiderei io-
-Hai finito con questa storia? Prendiamo un taxi muoviamoci-
Arrivammo a scuola appena in tempo, prima di dividerci e raggiungere le rispettive classi, Louis mi lanciò gli spiccioli avanzati dal pagamento del taxi:
-Prendili, ti ci compri il pranzo!-
-Ma io ho già il mio pranzo- dissi sistemandomi meglio la spallina dello zaino
-Ma a te viene fame più facilmente....tienil­i,me li ridarai un'altra volta!- mi disse lui correndo per il corridoio e voltandosi alla fine per salutarmi con una mano.
Raggiunsi appena in tempo l'aula di chimica, entrai in classe con il fiatone, i miei compagni si voltarono verso di me, il solito sguardo provocatorio,la gente non perde occasione per giudicare, la professoressa si abbassò i piccoli occhialetti rossicci sul lungo naso a punta, ricordava tantissimo la professoressa Mc Granit di "Harry Potter":
-Tomlinson ancora in ritardo?- la sua voce arcigna mi dava ai nervi
-Veramente non sono ancora suonate le otto prof !- protestai io rimanendo in piedi sulla porta
-Devo dissentire,sono le 8:01- disse lei con quell'odiosa aria da vincente stampata sulla faccia
Guardai l'orologio, imprecai dentro di me, cercando di trattenermi dal non spaccare tutto... le gemelle avevano ancora una volta giocato a mettere indietro l'ora sul mio orologio, ecco perché ero convinta di essere in anticipo per una volta nella vita:
-Vai a posto Tomlinson- mi disse la professoressa, contentissima di avermi ammutolita.
La lezione fu noiosissima, chissà perchè ma la cosa non mi stupì per niente, cominciai a pensare fra me e me a quello che mi aveva detto mia madre quella mattina, riguardo al campeggio, Charlotte mi diceva spesso di quanti ragazzi ci fossero ogni estate, di quanto si divertissero, in realtà da come li descriveva sembravano adolescenti normali ma la cosa mi spaventava, non ero proprio il tipo spontaneo, estroverso­ sempre pronto alle nuove amicizie, non volevo essere di nuovo a rimorchio di mio fratello, non un'altra volta:
-Tomlinson?!- la professoressa mi riportò sul pianeta Terra, peccato che io non avevo capito niente di tutto quello che aveva detto -Tomlinson mi sapresti dire cos'è un elemento? Dato che l'ho appena spiegato...-
 
Mi sentì completamente fottuta, cominciai a sudare freddo, una bella convocazione quella volta non me l'avrebbe tolta nessuno e mio padre mi avrebbe ucciso...
Un foglietto volò magicamente davanti a me:
"Sostanza che non si può scomporre ulteriormente."
 
Ecco lo spunto per andare avanti!
Fortuna che avevo già studiato quel capitolo!
Mi venne in mente tutto quello che avevo ripassato e cominciai a ripeterlo tutto fin troppo bene, la professoressa sembrò essere tanto sconvolta quanto abbattuta, ghignò rabbiosamente mentre riprendeva a spiegare la lezione, ripresi il foglietto da vincente atteggiandomi in maniera gloriosa, lo guardai meglio e notai due piccole iniziali all'estremo lato destro del foglietto "LP"
Guardai verso la sedia che avevo davanti, un ragazzo guardava verso di me facendomi l'occhiolino, io gli sorrisi scrollando la testa, sapevo che era stato lui, Liam Payne, unico amico che avevo a scuola, era molto bravo in tutte le materie e spesso veniva a casa mia per studiare insieme a me, lui e mio fratello erano molto amici e forse è questo che aveva favorito la mia amicizia con lui:
-Grazie- sussurrai io sorridendo mentre lui mi faceva un cenno di approvazione.
La lezione finì, ora del pranzo, ora di un'altra lunghissima fila prima di accaparrarsi qualcosa, fortuna che mia madre mi preparava sempre almeno un panino, non aspettai Liam, l'avrei comunque ritrovato in mensa poco dopo, entri in quel salone bianco enorme, raggiunsi il solito piccolo tavolino circolare, nell'angol­o più remoto, più nascosto ma anche più efficace, da lì si potevano tenere d'occhio tutte e tre le porte, il bancone e tutti i tavoli, liberai il mio panino dalla carta e cominciai ad osservare la gente mentre entrava e usciva dalle porte mentre mangiavo:
-Ehi grazie di avermi aspettato!- Liam si sedette di fronte a me sorridendo
-Scusa...è che volevo sedermi presto-
-Certo, non trovi interessante l'ora di chimica vero?- mi disse aprendo la confezione della sua insalata
-Si nota?-
-Stavi per finire nei guai!-
-Oh ma davvero? Strano! Non ci finisco mai nei guai!-
-Ignorerò il tuo sarcasmo....- disse lui infilzando con la forchetta una foglia di insalata per portarsela alla bocca
-Puoi anche farmi la predica Liam...tempo due settimane e sarà tutto finito e non dovrò più vedere la sua faccia orribile e perversa...-
-Nessuna predica...a proposito,quest'anno­ non avrai i corsi,che farai per tutta estate?-
Mi ammutolì per un po' disegnando dei piccoli cerchi sul tavolo:
-Sam?- Liam inclinò la testa per guardarmi in faccia
-Probabilmente andrò in campeggio con la mia famiglia-
-Davvero? WoW!Non è mai successo vero?-
-No infatti...-
-E non ci vuoi andare vero?- disse Liam ingoiando l'ultimo boccone
-Non è che non ci voglio andare è che non sono sicura che sia il posto più adatto a me-
-Se aspetti che sia il posto ad adattarsi a te, puoi benissimo rimanere chiusa in casa per il resto della tua vita, sei tu che devi adattarti al posto!- disse lui ridendo
-Già appunto questo è il problema...-
Lanciai uno sguardo sfuggente al tavolo di mio fratello, la sua popolarità mi dava ai nervi, sempre circondato da ragazze bellissime che si sentivano importanti solo se calpestavano una mattonella dove poco prima era passato a lui, non so se fosse gelosia, so solo che trovavo tutto ciò essenzialmente patetico.
Per fortuna anche le altre ore di scuola passarono in fretta, Louis mi aspettava all'uscita:
-Ciao scema,tutto bene a scuola?- mi chiese dandomi un bacio veloce sulla guancia
-Alla perfezione, a te scemo?-
-Sono il primo della classe!-
Io risi:
-E chi lo dice...tu o i prof?-
-Entrambi- mi disse lui facendomi l'occhiolino.
Arrivati a casa trovammo enormi valigione aperte, mezze piene di vestiti o altra roba da...da...da campeggio!
Buttai la cartella sul divano:
-Papà?!- chiamai io cercando mio padre ovunque per casa, non osavo pensare che la cosa fosse reale davvero -Papà dove sei?!-
Mio padre spuntò dall'enorme ripostiglio, in un braccio un salvagente, nell'altr­o un gonfiabile, mascheri­a, infradito, crema solare, scarpe da jogging:
-Papà che diavolo stai facendo?- chiesi io salvandolo da una brutta caduta
-Io e le gemelle ci prepariamo per il campeggio tesoro- disse lui uscendo seguito a ruota da Daisy e Phoebe che avevano in mano i loro asciugamani rosa e lilla, le superai velocemente bloccando mio padre a metà strada:
-Aspetta aspetta papà...ma quindi questa è una cosa seria,voglio dire andremo..-
-Andremo in campeggio Sam e tu verrai con noi,felice?- disse lui riprendendo la sua strada, anche Louis, Charlotte e Félicité, le mie altre sorelle, si diressero verso il ripostiglio-magazzino­ per scegliere le cose da portare in campeggio, io non sapevo più come comportarmi, tutti sembravano così entusiasti:
-Che fai lì Sam?! Dai aiutaci a prepararci!- disse mio padre dandomi una pacca troppo vigorosa sulla spalla, barcollai in avanti trattenendomi allo stipite della porta.
Appoggiai la fronte al braccio socchiudendo gli occhi:
-Non è possibile...non è possibile...- dicevo fra me e me
Louis mi gettò un asciugamano che io tolsi rabbiosamente dal viso:
-Be che aspetti?! Babbo Natale?-
Cominciai a preparare la mia valigia e non potevo fare altro che mostrarmi entusiasta e sperare dentro di me che Dio me la mandasse buona.




HI EVERYONE!
allora... nel primo capitolo non mi sono presentata perchè... beh .. me ne sono scordata lol
vabbeh.. rimediamo subito.. io sono Serena e ho 15 anni e sono directioner da un anno e quasi 4 mesi :)
vorrei subito precisare che non sono io che scrivo questa ff, ma una mia amica di nome Giulia, di16.. insomma.. lei scrive e io pongo rimedio ai suoi disastri mettendo a posto i capitoli lol
spero che la storia sia di vostro gradimento e vi prego... recensite dicendovi se vi piace o se c'è qualcosa da migliore. ve ne sarei molto grata :)
buona giornata x

 
  
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