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Autore: Julia Bex    04/07/2013    6 recensioni
Kate Beckett è la tata della figlia di Richard Castle, lavora e nel frattempo studia al Comunity College, nell'attesa di poter entrare in Accademia. Ad Alexis Kate piace, e il sentimento è reciproco, ma la giovane donna si renderà conto molto presto che per lei non si tratta solo di lavoro, i sentimenti per il padre della piccola vanno infatti molto oltre l'aspetto professionale e in seguito sarà proprio lui a darle man forte quando le cose con suo padre si complicheranno ancora di più.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Rick Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ho letto la versione originale di questa fan fic sul sito fanfiction.net e mi è piaciuta così tanto che ho deciso di tradurla e pubblicarla qui per voi.
Avvertimenti: più in là con la storia ci saranno scene rosse. La storie e le idee non sono mie, io mi prendo il merito solo per la traduzione, tutto il resto è sotto copyright di Cassie Bones e del sito fanfiction.net
Precisazioni: la storia è ambientata nel passato, Castle ha 28 anni, Kate 19 e Alexis appena 5. Eccetto per piccole cose (es: la morte della madre di Kate) la trama non ha niente a che fare con quella di Marlowe. La vita dei nostri personaggi si svilupperà diversamente.
E' tutto, buona lettura. xx




Capitolo 1.

“Papà!, Papà svegliati!” piccole manine accarezzavano la guancia di Rick Castle che, aprendo un occhio,  si ritrovò davanti una sorridente testolina rossa con occhi azzurri come il ghiaccio.
 
“Che?” chiese. “Hai avuto ancora incubi?” Questo sogno ricorrente in cui giganteschi orsetti gommosi la rincorrevano le aveva impedito di dormire tranquilla nel suo letto o di mangiare alcun tipo di caramelle per due settimane. “Credevo fossero finiti.”
 
“Ma lo so!” esclamò Alexis, arrampicandosi sul letto e tuffandosi sopra il padre ancora mezzo addormentato, sorridendogli. “Però ti devi svegliare ora! Hai i colloqui per le tate e sono già le dieci in punto!”
 
Castle spalancò gli occhi non appena guardò l’orologio, aveva ragione! La prima intervista della giornata era alle undici e mancava già un quarto d’ora alle dieci.
 
Si precipitò fuori dal letto, cadendo sulle ginocchia prima di tornare in piedi e schizzare verso il bagno. Alexis scese dal letto subito dopo di lui tornando in camera sua per vestirsi, scuotendo la testa. “Devi imparare a essere più puntuale, papà!” gli gridò. Puntuale era una delle nuove parole che apprendeva da suo padre. Si sentì fiera di averla usata correttamente.
 
 
Kate era in ritardo, tremendamente in ritardo. Il suo colloquio era alle undici e mezza e mancava solo un minuto. Corse per la strada, deviando tra mamme con passeggini, uomini d’ufficio e venditori ambulanti, finché non si fermò di fronte al palazzo 595 di Broome Street. Le ci volle qualche secondo per riprendere fiato prima di entrare nell’edificio.
 
Fortunatamente l’ascensore si trovava già al piano terra quando lo chiamò, e in qualche secondo si ritrovò all’ultimo piano a bussare alla porta di…
 
“Richard Rodgers,” lesse nell’annuncio del giornale che teneva in mano, parlava di un padre single in cerca di una tata per la figlia di cinque anni. Offriva cinquecento dollari a settimana, e non era niente male considerato che avrebbe comunque potuto continuare gli studi seppur lavorando come tata 24 ore su 24 a casa Castle. In più non sarebbe più stata costretta a vivere con suo padre. Si sentiva in colpa di esserne sollevata, ma dopotutto non poteva continuare a..
 
“Ciao!” Kate quasi non notò che la porta venne aperta da una piccola testolina rossa che le sorrideva smagliante. Ricambiò il sorriso, dolcemente.
 
“Ciao,” la salutò “tu devi essere Alexis, vero?” La bambina annuì. Kate sorrise e le porse la mano. “E’ un piacere conoscerti Alexis, io sono Kate.”
 
Alexis afferrò la sua mano. “Piacere mio,” disse “vuoi entrare?”
 
Kate annuì e Alexis la condusse all’interno dell’elegante salotto del loft, dove circa una dozzina di altre aspiranti tate erano sedute, coprendo ogni superficie della stanza. Kate cercò un posto a sedere ma non ne trovò nemmeno uno.
 
Alexis lo notò e la condusse nella cucina adiacente “Ti puoi sedere qui al bancone con me.” disse. Kate la ringraziò e prese posto accanto a lei, di fronte a una serie di fogli e matite colorate sparsi sul bancone.  Alexis era intenta a disegnare quando Kate arrivò, cercando di stare il più alla larga possibile da tutte le altre tate che si rivolgevano a lei come se fosse una neonata. Kate questo non lo faceva. Le chiese dei suoi disegni e sembrava anche interessata a quello che aveva da dirle. Alexis già sperava che Kate sarebbe stata la sua nuova tata, invece di tutte quelle altre che la trattavano da ignorante e parlavano con buffi accenti.
 
Kate continuava a guardare l’orologio mentre parlava e disegnava con Alexis. La piccola se ne accorse subito. “Devi andare da qualche parte?” chiese. Kate la guardò confusa.
 
“No,” disse, “perché me lo chiedi?”
 
Alexis fece spallucce. “Continui a guardare l’ora come se fossi in ritardo per qualcosa, il puto è che tu sei già qui, quindi..”
 
“Oh, è che il mio colloquio avrebbe dovuto essere dieci minuti fa; mi innervosisco quando le cose non cominciano puntuali. Ma non devo essere da nessun parte, eccetto qui.” Sorrise ad Alexis che ricambiò raggiante.
 
Improvvisamente la porta dell’ufficio di Castle si aprì. “Molte grazie Mrs. Ungermire, le farò sapere se ha ottenuto il posto. Arrivederci.”
 
“Arrivederci, Mr. Castle,” disse un’occhialuta anziana signora con un forte accento russo e un grosso neo sul mento. “Spero di ricevere sue notizie.” disse uscendo dall’ufficio.
 
Castle le sorrise educatamente. “Alexis, tesoro, accompagneresti gentilmente Mrs. Ungermire alla porta, per cortesia?”
 
Alexis annuì e saltò giù dallo sgabello per andare ad aprire la porta d’ingresso. Batté la mano sulla testolina di Alexis prima di uscire dal loft. “Grazie, signorina.” disse andandosene. Alexis mise il broncio e chiuse la porta, pregando che non sarebbe stata quella la sua nuova tata.
 
Nel frattempo Kate era rimasta scioccata. Si trovava di fronte a Richard Castle, autore di best-seller nonché di alcuni dei suoi romanzi criminali preferiti. Amava i suoi libri. Credeva di dover tenere un colloquio per un certo Richard Rodgers e invece…
 
Kate avrebbe voluto prendersi a calci da sola; il vero nome di Richard Castle era Richard Rodgers, come il teatro di Broadway. Avrebbe dovuto saperlo!
 
“Katherine Beckett?” chiamò Castle, guardandosi intorno sperando vivamente che non si trattasse dell’ennesima anziana, bisbetica signora.
 
Kate si schiarì la gola prima di alzare la mano. “Qui!” esclamò. Castle seguì la sua voce e spalancò gli occhi non appena questi si posarono sulla giovane donna che stava in piedi nella cucina, indossando un completo bianco e grigio. I suoi capelli castani erano legati in una comoda treccia da cui si potevano intravedere alcune mesh.  
 
Era assolutamente da togliere il fiato e il tacco tre che indossava le snelliva ancora di più le gambe e aggiungeva qualche centimetro alla sua già alta statura. Stava in piedi vicino ad Alexis che la indicava ripetutamente sorridendo, e alzando i pollici mentre lei camminava verso di lui. Non sapeva dire se Kate stesse arrossendo o se si trattava solo del trucco. Le sorrise ammaliato stringendole la mano. “E’ un piacere conoscerla, Miss Beckett.” disse rivolgendole uno dei suoi sorrisi più smaglianti.
 
Kate sorrise di rimando. “Piacere mio, Mr…non ho potuto fare a meno di sentire quella signora chiamarla Castle, come lo scrittore?” riuscì a dare un tono pacato alla sua voce e non a squittire come una fan davanti al proprio idolo.
 
Castle annuì. “Si esatto,” disse “non mi sembrava il caso di mettere il mio vero nome accanto all’indirizzo sull’annuncio, questo posto si sarebbe affollato nel giro di pochi secondi, non crede?!” Kate annuì e scosse la testa come per convincersi di non star sognando, prima di seguire Castle nel suo ufficio. Ce la stava mettendo tutta per contenere l’emozione.
 
Lui chiuse la porta e la fece accomodare su una sedia davanti alla sua scrivania, dietro la quale prese posto anche lui subito dopo. Osservò il curriculum che lei gli aveva inviato in risposta all’annuncio. “Qui dice che lei ha frequentato Stanford fino a poco fa, per poi trasferirsi in un Community College qui a Manhattan; come mai?”
 
“Ecco, è…sorta un’emergenza familiare che mi ha costretto a tornare qui. E il Community College è molto economico, e dopo tutti i prestiti scolastici l’economicità era la benvenuta. Sto studiando giustizia criminale ora e dovrei essere in grado di entrare nell’Accademia in un paio di anni.” Stava balbettando e se ne rendeva conto, si stava rendendo ridicola di fronte al suo scrittore preferito barra potenziale capo.
 
Castle si limitò ad annuire. “Davvero interessante,” commentò “l’accademia di polizia, suppongo?” Kate annuì e Castle sorrise calorosamente. “Sono sicuro che entrerà. Sembra una persona sveglia.” Kate arrossì e Castle tornò a leggere il curriculum. “Dice anche che ha posato che ha lavorato come modella durante l’estate per due anni e che ha fatto da babysitter per alcuni dei suoi vicini. Impressionante, qui nelle raccomandazioni dicono meraviglie di lei, Miss Beckett.”
 
“Può chiamarmi Kate, e darmi del tu.” disse piano. Castle annuì.
 
“Kate, quindi, le tue raccomandazioni sono magnifiche e sembra anche che tu sia particolarmente simpatica a mia figlia. Ho solo bisogno di un’ultima cosa.”
 
“Qualunque cosa.” Kate disse, il suo cuore che batteva all’impazzata.
 
Castle sogghignò, sporgendosi verso di lei come se dovesse confidarle un segreto.
 
“Quando puoi iniziare?” sospirò.


Eccoci qui con il primo capitolo!
Che ne pensate? Piaciuto? Ovviamente questo è solo l'inizio, il meglio deve ancora venire.
Fatemi sapere cosa ne pensate,
X
J.

 

  
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