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Autore: Bab1974    04/07/2013    1 recensioni
Donovan, principe di Kandria, e il suo valletto e amico Duligr, partono assieme a tre Sacerdoti della Confraternita dei Pugnali Splendenti, per tentare di estrarre la Spada di Smeraldo, arma elfica costruita per combattere il male.
Riuscirà Donovan ad estrarla o Duligr si dovrà sacrificare per salvare il suo signore?
Solo un guerriero dal cuore puro può riuscire nell'impresa che fino a quel momento ha causato solo vittime.
Partecipante al contest di fravgolina 'Fantasy I love U'.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una spada fatat

I-
"Donny, sei il solito scansafatiche!" esclamò un giovane cavaliere rivolto a un altro ragazzo che se ne stava in panciolle.
"Ti sembra questa la maniera di rivolgerti al tuo quasi re." disse di rimandando il suddetto Donny fingendo di fare l'offes,o ma in realtà ridendo come un matto.
"Se non fossi il mio principe, accamperesti altre scuse per non allenarti con la spada!" lo apostrofò Duligr, che si stava avventando su un pupazzo, non avendo altri avversari "E poi sono davvero stanco di coprirti le spalle. Se il re tuo zio sapesse che passi il tempo a guardare me allenarti, invece di farlo di persona, rimprovererebbe te e caccerebbe me."
"Ah sì? E se re Frantas sapesse che tu sei un sodomita ti farebbe cacciare comunque." disse Donny ridendosela.
Duligr sbuffò: Donny lo minacciava sempre così per ottenere quello che voleva. Forse se avesse evitato di dirgli delle tendenze sessuali che aveva, avrebbe potuto domarlo, ma era il suo unico amico, il solo che trattava con lui, semplice figlio di contadini trattandolo da pari, pur approfittandosi a volte del suo stato sociale. Era l'unico cui avrebbe potuto dire ciò sicuro che non lo avrebbe tradito. Più o meno.
Si conoscevano da sempre, da quando era stato accolto al castello, a soli cinque anni, per aiutare a lavorare nelle stalle reali. Era il più piccolo della sua numerosa famiglia, ventidue fratelli fra maschi e femmine, e i genitori si erano ingegnati il più possibile per accasarli prima che potevano. Le sue tredici sorelle erano andate in sposa tutte entro i quattordici anni, i maschi, esclusi i primi cinque che erano rimasti ad aiutare in casa, tutti al lavoro in età bassissima.
La sua fortuna era stata che Donny lo aveva preso in simpatia, assolutamente ricambiata. Da allora era stato il suo valletto e il suo unico amico: lui essendo il principe ereditario non aveva molte occasioni di incontrare qualcuno che lo servisse sinceramente. Ora avevano entrambi quindici anni.
Duligr era davvero irritato con Donny: anche se non era innamorato di lui, considerandolo al pari di uno dei suoi fratelli da tanto si conoscevano, doveva ammettere che il principino era davvero un bel ragazzo, moro, con un fisico tornito e asciutto, nonostante non muovesse un dito per allenarsi e mangiasse a ogni suo pasto come fosse l'ultimo.
Duligr, che invece si allenava ogni giorno con costanza, aveva un fisico più possente e portato a ingrassare, tanto che doveva stare attento a quello che ingurgitava per non rischiare di mettere su troppo peso. La marea di capelli rosso cupo e ricci non lo aiutava a sembrare più snello. Insomma alla fine non c'era molto in se stesso che gli piacesse a parte gli occhi, di un profondo blu cobalto.

Donny sentì dei passi avvicinarsi e, come accadeva ogni volta, si alzò di scatto prese la spada e invitò Duligr ad allenarsi con lui.
"Ih, ih," ridacchiò Duligr "paura che si tratti dello zietto, eh?" chiese incrociando la spada con quella del principino.
"Uff, chi accidenti sarà a quest'ora?" ribatté questo scocciato " Non viene mai nessuno fino a che non mancano dieci minuti alla fine degli allenamenti. "Ehi, sembra che mi sia dato da fare per tutto il tempo?"
Duligr scosse la testa, poi andò verso l'abbeveratoio dei cavalli, riempì un secchio e lo buttò in viso al ragazzo.
"Ecco, ora sembri sudato. Pazienza se non puzzi, ma credo che nessuno ci farà caso." disse Duligr ridendo, mentre Donny lo guardava in cagnesco. Uff, in realtà era più difficile fingere di allenarsi, che farlo sul serio.
Strinse poi la spada e la incrociò con quella di Duligr, facendo finta di stare a tirare affondi con lui. Appena i visitatori misero piede dentro l'arena smisero di 'allenarsi' per accoglierli.
-Non male,- pensò Donny -meno di un minuto di allenamento! Oggi mi sono dato da fare.-
Il suo servitore, che di solito era di guardia alla porta principale, e aveva l'ordine di fare molto rumore quando s'avvicinava qualcuno, proprio per dare al suo principe il tempo di comporsi, si scusò per l'interruzione e presentò alcune persone, tra cui re Frantas e alcuni uomini, evidentemente sacerdoti dalle vesti che portavano.
"Non importa, Linead, hai fatto quello che dovevi." concesse Donny. "Buona giornata signori e anche a voi Sire. A cosa debbo l'onore della vostra visita."
Duligr fece un inchino e salutò anche lui il suo re e gli illustri sconosciuti. Poi il re gli fece cenno di allontanarsi e lui stava per obbedire quando fu richiamato da Donny.
"Un attimo Duligr." disse Donny, poi si rivolse allo zio "Sire, lui è il mio valletto più fidato, qualsiasi cosa dobbiate dirmi sono certo che lo possa ascoltare senza problemi."
Donny vide i quattro sacerdoti confabulare tra di loro e dopo quella che sembrò un'eternità il più anziano del gruppo, si rivolse a re Frantas.
"Signore, siamo d'accordo che il servitore ascolti." accettò l'uomo di fede "Tanto crediamo che il principe non possa andare in missione da solo e il ragazzo mi sembra che possa essere adatto come accompagnatore. Però l'altro servo deve andarsene.
Re Frantas fece cenno a Linead di eclissarsi e fu quello che fece.


Appena rimasti soli, Duligr a qualche passo di distanza, Donny si era apprestato ad ascoltare quello che avevano da dirgli. Alla parola missione aveva sentito le ginocchia cedergli e non sapeva quali dei dovesse ringraziare, perché nonostante tutto fosse ancora in piedi.
"Sono pronto ad ascoltarvi." aveva detto, con voce miracolosamente ferma. Non era un fifone, forse solo un po' pigro, ma aveva una pessima sensazione.
"Anch'io sono davvero curioso." disse Frantas "Mi hanno accennato a una missione ma non hanno voluto anticiparmi nulla. Volevano che ci fosse la famiglia reale di Kandria al completo."
I sacerdoti, che erano sistemati a formare un rombo, alzarono all'unisono la testa china mostrando volti pallidi e scarni. Il portavoce continuò a parlare per tutti.
"Noi siamo gli Anziani della Confraternita dei Pugnali Splendenti e io sono Grundian il Padre Superiore. Siamo giunti qua per chiedere aiuto ai regnanti di Kandria a causa di una predizione che abbiamo avuto." cominciò l'uomo di fede "Il nostro Oracolo ci ha degnato di comunicarci notizie per il futuro che deve venire. In un domani non troppo lontano le terre di Perinia saranno ricoperte da una coltre buia di male e solo il Portatore della Spada di Smeraldo può essere in grado di affrontarlo. L'Oracolo ci ha anche dato indicazione su dove trovare colui che impugnerà la Spada. Ci ha consigliato di osservare bene la famiglia reale di Kandria, cioè voi. Perciò ora noi siamo qui a chiedere che l'erede al trono sia messo alla prova come Portatore della Spada."
Finito il discorso, durante il quale nessuno aveva fiatato, re Frantas attese un attimo, rimuginandoci sopra, sulla risposta che avrebbe dovuto dare. Doveva soppesare bene le parole: non poteva rifiutare senza rischiare di offendere i maggiori capi della loro religione, anzi non era neppure certo che avrebbe potuto rifiutare, conoscendo i Confratelli. Se percorrevano tanta strada per raggiungere un piccolo regno non era per tornare a mani vuote.
"Fratelli cari," cominciò il sovrano "quello che mi dite è estremamente grave. Avete detto che il male si sta diffondendo a Perinia e ciò significa che il Portatore della Spada di Smeraldo dovrà viaggiare in lungo e in largo e questo non è un compito affidabile a un erede al trono. Mio nipote sarà il prossimo re di Kandria, non avendo io figli ed è il mio unico parente in vita. Come potrà intraprendere i compiti affidati dal vostro Ordine se deve vegliare su Kandria? La Città dalle Bianche Torri non può rimanere senza guida e lo sarà se seguirà le vostre direttive."
I sacerdoti confabularono un attimo tra di loro, poi il portavoce continuò:
"Purtroppo mio sire non abbiamo altre alternative per scoprire chi è il Portatore." disse con voce che non ammetteva repliche "Non siamo neppure certi che si tratti di lui. Potrebbe trattarsi di lei, maestà, o semplicemente di qualcuno che è vicino alla famiglia reale. L'Oracolo a volte non è molto chiaro nelle sue predizioni. L'unica via è provare, e se il ragazzo dovesse fallire tentare con altri fino a che non abbiamo mandato allo sbaraglio tutto il palazzo o convincerci che abbiamo male interpretato le sue parole."
"Questo mi potrebbe confortare ma la missione è pericolosa?" s'informò il re "Nel caso di missione fallita Donovan ha la possibilità di tornare indietro sano e salvo?"
I sacerdoti ricominciarono il loro cicaleccio fitto. Re Frantas, per non parlare dei ragazzi, cominciavano a trovare irritante quel comportamento.
"A dire il vero nessuno è tornato vivo dalla missione," ammise infine il sacerdote "ma è proprio per tale ragione che vi abbiamo accordato il permesso di portare una compagnia. Chi ha affrontato fino ad ora il recupero della Spada era solo con se stesso, siamo certi che il servitore potrebbe trarre in salvo il suo padrone prima che sia troppo tardi, magari sacrificando la propria vita."
Alla fine di quel discorso Duligr faceva gli scongiuri, di nascosto agli altri.
"C'è comunque rischio per la vita di mio nipote." ribatté re Frantas non troppo contento "Non potete costringermi a concedere il permesso a Donovan di partecipare a questa follia."
"Invece possiamo costringervi, mio sire, mi dispiace," li minacciò il sacerdote "abbiamo il potere e lo useremo. Se il principe e il suo servitore non partiranno entro la prossima luna piena richiameremo a noi, il Guardiano della Porta dell'Inferno e vi lasceremo in preda ai Demoni."
"Voi... voi non potete fare una cosa del genere." esclamò Frantas in preda alla rabbia ma anche al panico: entro pochi giorni il Male avrebbe sommerso ogni cosa se il Sacerdote che era a guardia della Porta si fosse allontanato.
"Dobbiamo trovare il Portatore della Spada di Smeraldo ad ogni costo, altrimenti non conterà nulla. L'Oracolo ci ha detto che solo la Spada potrà sconfiggere il Male che vuole passare le Porte sparse per Perinia e se non troviamo chi la possa impugnare sarà tutto inutile." La voce del sacerdote era dura e allo stesso tempo triste: sapeva che era una scelta difficile ma necessaria.




Re Frantas era davanti a un problema da cui non aveva via d'uscita: Donovan doveva partire.
"Nipote, non posso che accordarti il permesso di partire e che tu capirai che non c'è altro da fare." aveva detto dopo un lungo attimo in cui aveva pensato a come fare.
Donny, che si sentiva rivolgere la parola direttamente dopo un bel po' di tempo, annuì come cenno d'assenso.
"Sire, anch'io credo che non ci sia altra via." accordò il giovane "Già mi consola il fatto di non essere da solo." poi si rivolse verso i sacerdoti. "Padre, deve darmi qualche informazione prima che io parta per la missione?" chiese.
Il sacerdote sorrise per la prima volta.
"Sono contento che la prendiate con spirito, miei sovrani." disse l'uomo, non senza un sospiro di sollievo "Ora vi daremo la mappa per arrivare alla foresta elfica di Brigham, dove la Spada di Smeraldo è situata, infilzata dentro il tronco dell'albero più vecchio della foresta stessa, denominata Quercia Millenaria. Neppure gli Elfi che l'hanno creata hanno il potere di toccarla, è stata incantata per combattere il Male puro e solo un cuore puro può impugnarla. Chiunque impugnasse la Spada deve poi dare la sua devozione alla Confraternita, per cui la Spada fu forgiata due millenni fa."
Alla fine della spiegazione ci fu ancora un periodo di silenzio: nessuno sapeva come commentare. Fu ancora re Frantas a rompere gli indugi.
"Giusto per specificare le cose: il vostro ordine ha obblighi di castità?" s'informò "Credo voi sappiate che un re deve avere eredi e questo anche nel caso che riesca a estrarre la vostra spada. Già il fatto che sia obbligato ad allontanarsi in missioni per combattere il male in tutta Perinia è una cosa che non si combina molto con la vita di corte, ma spero che almeno gli sia concessa una moglie."
Il sacerdote sorrise ancora.
"Sono lieto di darvi una risposta positiva." annuì con il capo "Nessuno è obbligato a unirsi a noi, nemmeno il Portatore. Si tratta solo di un'affiliazione esterna. Certo noi saremmo contenti se questa persona accettasse di unirsi a noi ma non è vitale, però dovrà essere nostro alleato. La Spada cerca un cuore puro e votato contro il Male, non uno che non abbia una vita sessuale. I cuori puri si annidano nei posti più impensati." 
A quel punto capirono che non avevano altre alternative.
"Accetto." disse semplicemente Donovan, senza aspettare il permesso definitivo del re, tanto ormai era superfluo. "Avete altre cose da dirmi prima della mia partenza?
"Un paio ma forse è meglio farlo dopo che vi sarete sistemati." disse il sacerdote, includendo anche Duligr nel discorso "Vi descriveremo meglio che possiamo quello che abbiamo imparato sulla Spada in millenni che cerchiamo di recuperarla."
Poi riabbassarono i capi incappucciati e perciò re Frantas capì che per il momento la discussione si poteva considerare conclusa.




I ragazzi furono lasciati liberi di andare a lavarsi e cambiarsi. Mentre lo facevano, discutevano su quello che era successo e Duligr prendeva in giro l'amico.
"Ti voglio proprio vedere ora!" diceva sottolineando le parole con gesti abnormi "Te l'ho sempre detto che non ti faceva male un po' di allenamento. Come farai ora a cavartela?"
Donny, che era tutt'altro che tranquillo, anche se aveva dimostrato il contrario (era il re della finzione), avrebbe voluto sfogarsi picchiandolo a sua volta ma, visto che sapeva che avrebbe avuto la peggio, decise di ribattere alla battuta sullo stesso tono.
"Di che mi devo preoccupare?" disse allora "Tanto ci sarai tu che sacrificherai la tua vita per me."
Duligr allora fece quello che gli era stato impedito dalla forma poco tempo prima e si toccò senza nascondersi i gioielli di famiglia, facendo scongiuri .
"Vorrei sapere perché tutti pensano che dovrò per forza crepare!" esclamò continuando a toccarsi impunemente. "Non c'è proprio nessuna possibilità di uscirne vivo?"
Donny rise, vedendolo irritato e scontento.
"Beh, c'è sempre la possibilità che io sia il Portatore che cercano." disse all'amico "Secondo te posso esserlo?" chiese.
Duligr, finiti i suoi riti tribali, lo osservò bene.
"Credo che tu sia troppo pigro per avere un cuore puro." disse.
"Bene, questo significa che tu sei messo male." disse Donny. Non ne era affatto contento, Duligr era il suo miglior amico ed era l'unico di cui si poteva fidare.



Durante la cena i sacerdoti chiarirono di più le idee ai due ragazzi e non diedero buone notizie. Intanto pasteggiavano a pane e acqua, come se non potessero toccare altro.
"Raccontiamo tutto da principio." cominciò il solito portavoce "Circa due millenni fa il nostro Oracolo ci disse che il Male puro alla fine sarebbe uscito dalle bocche dell'Inferno sparse per tutta Perinia. Ci consigliò due cose, da fare con largo anticipo, anticipando gli eventi.
Una, che attuammo prima possibile, fu di interpellare i Nani per costruire delle Porte, non facilmente attraversabili dai demoni e continuamente sorvegliate da noi dell'Ordine.
La seconda fu di chiedere agli Elfi di forgiare un'arma unendo la magia degli Anziani dell'epoca. Ne sarebbe dovuta uscire una Spada, costruita interamente di Smeraldo, utilizzabile solo da un essere umano con il cuore puro, la mano ferma e la mente lucida, oltre che desse la sua fedeltà all'Ordine.
Gli smeraldi furono gettati dentro un cavo di un albero all'interno della foresta elfica di Brigham e dalle magie unite dei due esseri ne uscì una Spada verde cupo che praticamente nacque dal tronco e ne rimase lì incastonata, in attesa che il Portatore arrivasse e la recasse con sé.
La Spada è ancora lì, alla vista di tutti e alla portata di chiunque voglia provare ad estrarla. Siamo stati costretti a mettere avvertimenti per evitare che ciò succeda, anche se c'è ancora qualche coraggioso, o sciocco, che tenta di prenderla. La maggior parte però ha pensieri impuri e appena sfiorata la Spada spariscono nel nulla.
Ora vi spiego che cosa accade. Siamo stati costretti a sacrificare uno dei nostri sacerdoti per saperlo, mentre un altro fratello lo osservava per accertarsi della situazione. Non è potuto intervenire per portarci queste informazioni.
Ogni volta che qualcuno tocca la Spada, l'albero in cui è incastonata si trasforma, prende vita e attacca lo sventurato fino a ridurlo in pezzetti, poi lo assorbe. Crediamo che la Spada aumenti il potere tutte le volte."
Le facce degli ascoltatori erano allibiti: Duligr, che si vedeva come una specie di agnello sacrificale, già s'immaginava destinato ad una bruttissima fine. Anche Donny pensava a Duligr e, visto che era certo di non essere il cuore puro che cercavano, anche lui vedeva la sua fine imminente. Si chiese se poteva in qualche modo evitare che questo accadesse ma non aveva il coraggio di esporre le sue perplessità. L'Ordine della Confraternita dei Pugnali Splendenti era davvero potente e se avessero attuato la loro minaccia sarebbero stati guai.
"Quindi il compito di Duligr sarebbe di evitare che il suo principe sia colpito e che lo copra nella fuga?" chiese re Frantas, avendo finalmente capito quello che sarebbe successo. Era certo che Duligr avrebbe sacrificato la sua vita per Donovan ma lo era anche che quest'ultimo non sarebbe fuggito così facilmente. Purtroppo non avevano alternative.
"A questo punto credo che prima concludiamo meglio è." disse re Frantas. "Donovan, Duligr, preparatevi. Domattina presto i sacerdoti vi accompagneranno alla foresta di Brigham.
"Solo una cosa non mi è chiara." disse Donny "perché portare un solo accompagnatore, perché non un esercito?" chiese.
I sacerdoti, che già si stavano alzando per raggiungere le proprie stanze si fermarono nello stesso momento. Il portavoce si voltò.
"La foresta di Brigham è piccola ma fatata." spiegò l'uomo con pazienza "S'ingrandisce in maniera esponenziale a ogni persona in più che vi entra. Da solo il principe si sarebbe trovato la spada a qualche metro dall'entrata, già in due dovrete viaggiare per una mezza giornata al suo interno. Se ci entrasse un esercito vi perdereste e morireste di vecchiaia prima di raggiungerla. Purtroppo non c'è altra strada." Il sacerdote si accomiatò e se ne andò a riposare con i confratelli.
Donny e Duligr dovettero fare lo stesso, mentre i servi che li avrebbero seguiti preparavano il necessario per almeno un mese di viaggio, sperando di non metterci di più.
La notte fu agitata per i ragazzi: chissà perché in entrambi gli incubi era Duligr a fare una brutta fine!
  
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