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Autore: mickimpera    05/07/2013    4 recensioni
.. Le persone non scelgono i loro profumi e per profumi non intendo l'ultima fragranza esposta negli scaffali di un negozio, per profumi intendo le milioni di particelle che si sprigionano dagli occhi delle persone e dalla loro pelle..... Racconto di una vita davvero vissuta.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno di fine estate, il calendario diceva che era il 1999 e io stavo vivendo quell'età stupida in cui ti senti onnipotente e invincibile, forte come una roccia che niente e nessuno poteva spostare o scalfire, avevo negli occhi la luce di chi si sente immortale ed eterno, perché è così che ti senti a 15 anni…..ti affacci alla vita come una specie di Higlander a cui non può succedere nulla, vivi sfrontatamente tutto, perché tanto sei un super eroe e i tuoi poteri ti faranno da scudo a tutto…quanto avevo ancora da capire…della vita, delle persone, ma soprattutto di me.

 

La busta che tutti quanti a casa mia aspettavano con ansia era arrivata, finalmente si sapeva quale sarebbe stato il mio futuro:  il secondo anno di scuola alberghiera avrei dovuto affrontarlo a 200 km da casa!!! Non ci potevo credere, avrei fatto le valige e sarei partita lontano da tutti, da amici, parenti e mi sarei trovata da sola in mezzo ad altri sconosciuti per l'intero anno scolastico…avrei condiviso con loro la stanza per dormire, la sala per mangiare, le aule dove studiare, e le cucine dove fare pratica, ma all'idea di tutto questo non ero poi così felice, gli sconosciuti mi irritavano, non ero brava nelle relazioni sociali, anzi ero una frana proprio, e se poi mi sarei trovata male che cosa avrei fatto?? 

Sono cresciuta con la libertà nelle vene, avevo sognato il giorno che avrei lasciato casa praticamente da sempre, mia madre mi aveva preparato a tutto questo fin da piccola, ma ora che stava succedendo non mi piaceva per niente…facevo la valigia ma trovavo mille altre cose da fare per non riempirla, credo che mi ci sia voluta una settimana prima di riempirla, la guardavo ci infilavo dentro qualche indumento, ma poi la svuotavo, niente andava mai bene. In tutto questo, lei guardava le mie reazioni da lontano, come faceva sempre, e quando capiva che da sola non ce la facevo, arrivava…mia madre ha sempre saputo quale fosse il momento giusto per arrivare da me. E' lei che ha messo tutti i miei vestiti dentro quella scatola con le ruote, è lei che mi ha preso per mano e mi ha detto che il grande giorno ormai era arrivato, stavo diventando grande e dovevo essere felice perché ero pronta. In verità non mi sentivo pronta, ma come ho sempre fatto, ho sfoderato il mio più bel sorriso per lei, annuendo….perché io ero e sono tutt'ora la proiezione di mia madre, mi ha cresciuta da sola, quindi non avrei mai lasciato che mia madre soffrisse per me, era il mio modo di proteggerla da sempre questo, e non avrei smesso mai di farlo. Chiusi la valigia sapendo comunque di non averci messo dentro davvero tutto.

 

C'era il sole che splendeva, la musica alta che suonava, e la mia voce che cantava…quello è stato il viaggio più lungo della mia vita e quello che ricorderò sempre nei minimi dettagli, come se fosse stato ieri….stavo andando verso l'ignoto ed ero stranamente eccitata, forse perché la mia amata musica mi sapeva dare la giusta carica, o forse perché diventare grandi era davvero bello. Ridevo perché volevo davvero ridere, e non per proteggere mia madre, ma perché stavo facendo il passo, quel passo che mi avrebbe raccontato chi ero davvero, o chi sarei diventata…….ero agitata, i viaggi mi fanno ancora quell'effetto, ma credo sia una caratteristica comune a tutti gli esseri umani, ero euforica e sicuramente spaventata, ma viva più che mai.

Salutai mia madre e mia nonna, le donne che mi avevano tirati su giorno dopo giorno, le donne che da piccola ero orgogliosa di sventolare in faccia agli altri bambini dicendo loro  - io ho 2 mamme-  e vederli morire di invidia per me, ecco quelle due donne stavano facendo la cosa più bella del mondo: un passo indietro per lasciare le mie ali libere di sbattere da sole. 

 

 

Credo di aver passato i primi 3 giorni a piangere ininterrottamente, come un fiume in piena, ovunque io fossi; dentro di me avevo le stesse sensazioni che ho sentito durante il viaggio,in realtà non ero davvero arrivata li, ero ancora in macchina, la mia mente era ancora in quella macchina….ricordo ancora gli sguardi degli altri ragazzi…mi credevano pazza forse, ma non mi importava perché dovevo piangere per far uscire l'ultima parte del cucciolo che era ancora in me. 

Era tutto così nuovo per me, non mi capacitavo che un albergo potesse fungere da scuola, era folle come idea, ti svegliavi scendevi le scale ed eri arrivato…io ero in stanza con delle oche che non sopportavo, ho smosso tutto e tutti per cambiare stanza, e ci riuscì alla grande….forse il cucciolo che era in me stava lasciando la tana…..

 

Era sera, e stavo nella sala relax con alcune persone che non mi era stato poi così difficile conoscere come credevo, e sei passata tu……ricordi? Sei venuta verso di me, hai posato i tuoi occhi sui miei, mi hai sorriso e hai detto:   -finalmente non ti vedo più piangere-       in quel preciso momento la mia mente è uscita dalla macchina che mi stava portando lì perché il viaggio era finito, ero arrivata nel posto esatto in cui dovevo stare, nei tuoi occhi.

Faticai a sostenere il tuo sguardo, perché i tuoi occhi non mi guardavano e basta, loro mi entravano dentro e si impossessavano di ogni minuscola parte di me, li sentivo girare e prendere casa dentro di me, ma io che ero onnipotente e invincibile come un super eroe come diavolo potevo permettere tutto questo? Perché i miei poteri non facevano il loro lavoro adesso? Perché non mi stavano proteggendo da quell'attacco? E perché diavolo una ragazza mi faceva quell'effetto strano???? Un miliardo di domande passarono nella mia mente in quei pochi attimi, dovevo difendermi assolutamente……ma l'unica cosa che fui capace di fare è stata quella di chiederti:  -perché non sei arrivata prima da me allora?-    Eri bella da morire, avevi quel sorriso che mi attirava come una calamita, non potevo staccarti gli occhi di dosso, il mio cuore si era fatto piccolo piccolo togliendomi il fiato per istanti che mi sembrarono eterni, per poi scoppiare dentro di me e rilasciare miriadi di emozioni che mi pervasero ovunque…dentro e fuori. Mi innamorai di te così, all'istante, quando i tuoi occhi cascarono nei miei, e da quel momento nulla si poteva più cambiare, perché loro si sono riconosciuti prima ancora che noi ce ne accorgessimo, sapevano di essere le due estremità di una tela spezzata, quando li hai posati sui miei, quella tela è diventata tutto un unico pezzo, e il disegno che ci si andava a posare era il più bel quadro che io avessi mai visto. 

 

Non osavo dare voce a tutti i miei pensieri, non osavo dirti cosa provavo per te, in fin dei conti eri una sconosciuta, e io avevo una paura folle di ciò che sarebbe successo se avessi svelato i miei sentimenti. Non sapevo nemmeno io che cosa mi stava accadendo, mi limitavo solo a conoscerti giorno dopo giorno, ogni momento libero lo passavamo assieme, io ti raccontavo le mie disavventure familiari, tu mi ascoltavi sempre senza interrompere, emanavi calore, sicurezza e fiducia, nonostante io sia sempre stata restia a parlare di me e della mia vita, con te invece mi veniva facile, sentivo il bisogno di dirti tutto, sentivo che tu dovevi sapere tutto. 

Ti stavo lentamente porgendo le mie braccia con in mano la mia anima, lo facevo a rallentatore in modo che tu fossi pronta a prenderla con una stretta forte e sicura, non potevo rischiare di coglierti impreparata e farla cadere; ma quando io iniziai il mio movimento lento verso di te, sapevo perfettamente che la tua presa era già pronta forte e sicura, ti vedevo eri perfetta,come il modo in cui mi hai aspettata, hai aspettato che le mie braccia fossero completamente tese verso di te, prima di afferrare la mia anima, prima di afferrare me.        In quel momento esatto, sapevo che il cucciolo aveva lasciato definitivamente la tana.

 

 

Una sera pioveva a dirotto, la mia stanza aveva la finestra sul tetto e vedevo le gocce che si schiantavano sul vetro facendo un rumore che sembrava musica, almeno per le mie orecchie…per te no, era solo rumore e basta, forse anche fastidioso. Mi prendevi in giro per il mio attaccamento morboso alla musica, ti divertiva il fatto che quelli che tu chiamavi rumori per me fossero semplicemente melodie, ridevi di me e te lo lasciavo fare perché era così bello vedere il tuo sorriso che per niente al mondo lo volevo spegnere, e allora imparai a ridere con te di questo. Mi stesi sul letto e guardai la finestra, e per un attimo davvero ho riso di me e della mia follia…..ti sei sdraiata vicino a me, occhi alla finestra, e non hai detto niente, ti sei semplicemente girata verso di me e hai iniziato a darmi piccoli baci sulla bocca…..che cosa stava succedendo??? Sapevo bene cosa stava succedendo, ma non ci credevo del tutto, sono stata immobile per molto tempo, ti ho lasciata fare, e se mi stavi prendendo in giro anche in quel momento? Non avrei riso con te per niente se così fosse stato! Ma presi coraggio,dovevo rischiare perciò chiusi gli occhi e ti baciai…..ti baciai davvero come non avevo mai fatto, tremavo di paura, ma tu non hai opposto alcuna resistenza, ti sei lasciata prendere da me, in quel momento era la tua anima ad essermi stata consegnata, l'ho sentita scivolare da te verso me, e l'ho stretta più forte che potevo. Quella sera ho capito per la prima volta chi io fossi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NB : sono stata giorni interi a decidere come iniziare, e quando avevo deciso cancellavo tutto. Non so se quello che ne è uscito sia una cosa buona, forse è troppo lungo, forse è troppo noioso, forse non sono arrivate le emozioni che volevo trasmettere, ma è figli del mio cuore, di ciò che ho vissuto, quindi non ho potuto fare altrimenti. 

Grazie per il vostro tempo.

  
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