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Autore: Harryette    06/07/2013    23 recensioni
Non mi avrebbe mai amata. Neanche con tutto l'amore del mondo ci sarebbe riuscito.
Eppure c'era qualcosa di estremamente perverso e masochista dentro di me.
Qualcosa che continuava ad urlarmi: ''Annega con lui, vai! Ti sta aspettando da qualche parte negli inferi, pronto a distruggerti''.
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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this.

A Jonathan. Grazie, mi manchi.
A mia madre, che mi supporta e sopporta quando sclero per i capitoli.
A mio padre. Mi manchi tanto,torna.
A mia sorella,che è la peggiore ma anche la migliore. Grazie.

 
Capitolo 26
 
ZAYN’S POV

TWO MONTH LATER

‘’Non credo di averti mai amato, Zayn’’ esclamò, portandosi le mani sui fianchi. I suoi occhi azzurri mi traforavano la pelle, e scavavano a fondo dentro di me.

Non credo che l’avessi mai guardata in quel modo da quando la conoscevo.

Non credo che lei mi avesse mai guardato in quel modo da quando mi conosceva.

Incontrarla per caso si stava rivelando un suicidio. Credevo di aver chiuso per sempre quel capitolo della mia vita, credevo non si facesse più vedere, dopo che se ne era andata dalla scuola. Eppure eccola lì, con le sue solite minigonne di pelle nera e le sue camicie di seta scollate.

Aveva sempre il solito,vecchio profumo di fragola. Sempre le unghie lunghe laccate di nero, i capelli biondo platino palesemente tinti che le ricadevano sulle spalle, con l’aggiunta di ciocche rosa.

‘Cosa?’ domandai.

‘Da quando me ne sono andata da quella maledetta scuola, che sembrava più uno zoo, ho capito cosa significa avere degli amici veri, che non stanno con te solo perché sei popolare o perché gliela dai. Ora sono fidanzata ufficialmente e ne vado fiera. Ho capito cosa significa amare una persona tanto da non riuscire a respirare, e mi sono resa conto che non ti ho mai amato ,infondo. E che ho solo fatto male a me stessa per far star bene te, e non lo meritavi.
Non sei buono, Zayn. Non lo sarai mai. E anche se sono la prima ad essere stronza, fidati, tu superi di gran lunga i miei standard’.

Mi guardava come se fossi un assassino, mentre cominciava a piovere e il parco si spopolava lentamente. C’era solo odio nei suoi occhi, non era rimasto nulla di quella ragazza che –un  giorno di tanto tempo fa- aveva pianto quando l’avevo lasciata. In modo brutale, ancora una volta.

Forse aveva ragione, non riuscivo ad essere buono. Per quel motivo non dissi nulla, non risposi, non parlai, non mi difesi neanche per un secondo. Mentre lei mi osservava, in attesa di una risposta. O magari credeva che avrei provato di nuovo a strozzarla, come quel giorno.

‘Dimmi, stai ancora con la super star che è arrivata in finale ad xfactor, o ti ha già lasciato per farsela con i suoi amici vip?’ chiese, sadica.

Allora risposi. ‘Si, sto ancora con lei. E non credo che mi lascerà per stare con i suoi amici vip’ sputai, imitando la sua voce.

Volevo solo che se ne andasse, che scomparisse, che non parlasse più.

Forse perché quello che aveva detto era la mia più grande paura, perché anche io ci avevo pensato e mi ero tormentato per giorni. Ero convinto che Melinda avrebbe vinto xfactor, non era mai andata al ballottaggio neanche una volta, e il pubblico da casa la amava. AVREBBE VINTO. Quella era una specie di certezza, e seppur non fosse stato così, sarebbe diventata famosa lo stesso perché stava già incidendo il suo primo album con la casa discografica di mio padre.

E se la ragazza davanti a me avesse avuto ragione?

Se Melinda avesse voluto davvero cambiare vita e frequentare persone famose come lei?

Se si fosse stancata di tutte quelle voci sadiche degli ‘haters’ che dicevano che era diventata qualcuno solo perché si era portata a letto il figlio del suo produttore?

Non importava cosa lei facesse, scrivesse su twitter o dicesse. Le persone che la odiavano, che poi erano quelle che odiavano anche tutti gli altri vip, non avrebbero mai cambiato idea.

Se mi avesse lasciato non solo avrebbe iniziato un nuovo capitolo della sua vita, ma avrebbe addirittura messo a tacere quelle voci.

Ed io?

‘NON DURERA’,ZAYN’ sputò lei.

Volevo seriamente ammazzarla, ora.

‘Vattene Emily, stavolta è finita per sempre’ sussurrai.

Lei mi si avvicinò. ‘Non vedevo l’ora, Malik. Seguirò la vostra vita privata sui giornali, e quando vi mollerete riderò di gusto’.

Allora non ci vidi più, e gli strinsi il polso fino quasi a stritolarlo. ‘Tu sei malata Emily. Ti diverti a vedere le persone soffrire? Fatti curare’.

Lei rise, una di quelle risate stridule adatte alle streghe nei cartoni animati, e mi strattonò la mano con un movimento rigido, liberandosi dalla mia pressione. Avrei
voluto tapparmi le orecchie per non sentirla ridere a crepapelle.

‘Zayn, non l’amerai mica?’ rise ancora, poi mi poggiò una mano viscida sulla spalla. ‘Melinda sarà famosissima, ancor di più di come già non sia, nel giro di poche settimane. Quando uscirà il suo disco la gente impazzirà ancora di più per lei, la ragazzina diciassettenne che ha conquistato il mondo. Con tutto il tuo fascino e la tua bellezza, Zayn, pensi che resterà con te? Anche quando la reclameranno da tutte le parti del mondo? Credi che ti metterà in una valigia e ti
porterà con lei in tour?’.

Quelle parole erano vere e proprie lame. E non avrei dovuto ascoltarla, perché in città giravano strane dicerie sul conto di Emily. Pareva fosse impazzita, che non fosse andata in un altro liceo ma in un ospedale psichiatrico. Pareva che neanche il fidanzato e  le amiche di cui parlava fossero mai esistite. Tutto nella sua testa bacata. Eppure era incredibile quanto le cose che avesse appena detto fossero vere.

Quanto mi incutessero un’atroce paura.

Terrore.

Tuttavia non mi mostrai scalfito minimamente da quelle parole. Spostai la sua mano dalla mia spalla con un tonfo, e mi allontanai da lei.

‘Rispondimi’ urlò, improvvisamente, attirando gli sguardi di quei pochi passanti.

Eravamo bagnati fradici entrambi ,ma non muovevamo un dito. ‘LA AMI?’ chiese.

‘Come si fa a capire di amare una persona?’domandai, a mia volta.

Lei sembrò addolcirsi. Lessi nei suoi occhi…tranquillità. Era incredibile come cambiasse umore velocemente.

‘Capisci di amare una persona quando la guardi dormire tutta la notte’ sussurò.

Guardò a terra, come se ci fosse qualcosa di interessante sul pavimento. Poi si toccò i capelli e capì di essere bagnata. I suoi occhi ingrandirono, le pupille si dilatarono, poi iniziò ad urlare.

Per strada non c’era più anima viva, altrimenti l’avrebbero presa per…pazza.

Urlava  a squarciagola, e mi spaventai non poco. ‘EMILY?’ urlavo ,anche io. Ma non mi ascoltava, continuava ad urlare, tappandosi le orecchie con le mani. Dopo un po’, si accasciò a terra ad iniziò a..singhiozzare. Urlava e piangeva come un’ossessa. Io ero ancora più spaventato. Che cazzo dovevo fare?

In un istante mi accasciai anche io a terra, di fronte a lei ,e la abbracciai forte. Lei si dimenò, fece di tutto per staccarsi da me, ma ero troppo forte per lei, così – dopo un po’- si arrese.

Iniziò a piangere sulla mia spalla, macchiandomi di mascara la maglia bianca. Sotto la pioggia, con lei tra le braccia- così debole, ed in lacrime- mi sentii…buono.

Con la mano destra gli accarezzavo la schiena, sperando di calmarla, mentre con la sinistra la tenevo stretta a me. ‘Va tutto bene Emily, ci sono io adesso’ sussurrai, al suo orecchio.

Forse era un’impressione ,ma mi sembrò che piangesse un po’ di meno. Mi strinse , ad un certo punto, così forte che ebbi paura che mi bloccasse la circolazione.

‘TOGLIMELO, STO MORENDO’ sussurrò, cominciando di nuovo a singhiozzare. ‘MI FA MALE’.

‘Cosa? Che cosa devo toglierti?’ domandai, scosso.

Lei scoprì il suo polso, alzando la camicia a maniche lunghe. Che poi, non aveva caldo?

C’era un bracciale nero. Semplice. Aveva sulla superficie due palline verdi che brillavano e ,affinando l’udito, sentii che stava vibrando. Mi ci volle poco per capire che ad ogni vibrazione di quell’aggeggio Emily saltava, o piangeva ,o si contorceva tra le mie braccia.

Dentro quel bracciale ,apparentemente normale, c’era un microcip. Che ,bagnato dal getto della pioggia, aveva iniziato ad emanare corrente. Scosse elettriche. O forse non era per la pioggia, visto che prima era coperto. Forse Emily era…

‘Sei scappata dall’ospedale?’ domandai.

Mi guardò a lungo, con il mascara e la matita colati, i capelli arruffati. Non rispose, soffiò solo un flebile ‘mi dispiace’.

Non ci pensai un attimo quando ,con tutta la forza che avevo in corpo, glielo strappai dal polso, gettandolo a terra. Vidi delle scintille su di esso, e quando si bagnò abbastanza, smise di vibrare. Come fosse morto.

Emily aveva smesso di piangere, e mi stringeva ancora. Poi sciolsi l’abbraccio ,e l’aiutai ad alzarsi ,tendendole la mano. ‘Dispiace anche a me. Per tutto quello che ti ho fatto’ risposi.

Lei si asciugò le lacrime, in un momento di lucidità, poi mi guardò. ‘Hai mai mangiato un cuore?’ mi chiese.

Sospirai. ‘No’.

‘Io si. E’ buono’.

Mi levai la giacca e gliela poggiai sulle spalle esili, avvolgendo anche un braccio su di esse. ‘Ti riaccompagno in ospedale’.

‘No ,ti prego’ urlò. ‘Non riportarmi di nuovo lì’.

‘Emily…devo’.

Lei sospirò, poi iniziò a guardare il cielo. ‘Chissà com’è vivere su di una stella’ esclamò.

La presi per mano e la trascinai fino alla mia range rover. Anche se lei non oppose resistenza.

In macchina ,mentre guidavo diretto all’ospedale psichiatrico, lei si addormentò, poggiando la testa sulla mia spalla.

Forse le voci su di lei non erano poi tanto false.

Parlò nel sonno per tutto il viaggio, e in men che non si dica si fece mezznotte. Non capii neanche un parola di quello che disse, visto che parlava a bassissima voce, e il rumore della pioggia sull’auto attutiva e  ovattava tutto il resto.

Sentii solo una frase.

‘Capisci di amare una persona quando la guardi dormire tutta la notte’.

 

°°°

 


Era l’una di notte, e stavo ritornando a casa. Non appena Emily aveva messo piede nell’ospedale, appoggiata  a me, due infermiere l’avevano riconosciuta e  portata via.

‘Grazie’ mi aveva detto una di loro. ‘Stavolta è stato semplice trovarla’.

Quella fu l’ultima volta che vidi il corpo traviato di Emily.

E non ne parlai mai con Melinda, neanche una volta.

Quando stavo per raggiungere casa mia, cambiai improvvisamente direzione. Tanto mio padre non si sarebbe accorto della mia assenza. In caso contrario ,se ne sarebbe fatta una ragione.

Arrivai, senza neanche rendermene conto, fuori casa di Melinda.

Bussai alla porta nel modo più dolce che conoscevo, per non far preoccupare nessuno. Se non mi avessero aperto ,me ne sarei andato. Ma Hannah, dopo un bel po’, aprì.

‘Zayn? Cosa diavolo ci fai qui? E’ successo qualcosa?’ mi domandò, non appena mi vide sulla soglia.

‘No, Hannah, stia pure tranquilla. Va tutto bene. Dovevo solo…vedere Melinda’.

Mi sentii uno stupido a dire quelle cose. Era l’una di notte ed io volevo vederla? Mi avrebbe sicuramente preso per pazzo, e sbattuto la porta in faccia.

‘Ti sembra l’ora?’ mi richiamò. ‘Zayn, sei come un figlio per me, e personalmente non ti farei mai uscire a quest’ora’.

‘La prego, è…importante. Credo’.

Lei sospirò, sistemandosi la camicia da notte bianca e facendomi entrare. ‘Io vado a letto, però, che domani ho un colloquio di lavoro. Comunque Melinda sta dormendo, ha avuto una giornata tremenda e non ha toccato cibo. Quel Simon Cowell del cavolo la sta facendo dannare, non gli và mai bene nulla!’ esclamò, esasperata.

Sorrisi. Amavo quando si preoccupava così della figlia.

‘Lo so, vedo anche io le puntate’ ironizzai. ‘Grazie’ soffiai poi, salendo le scale e dirigendomi verso quella stanza che conoscevo bene.

Quando aprii lentamente la porta di legno bianca, entrai silenziosamente nella sua camera, notando che i poster di Kally Clarckson –il suo idolo- erano raddoppiati.

Lei era adagiata sul letto, coperta da un lenzuolo verde. Con i capelli biondi sparsi sul cuscino, senza trucco e con le labbra a forma di cuore sembrava una dea.

E ,in quell’istante, ebbi la certezza che non mi avrebbe mai lasciato. Perché l’aveva promesso, perché ci teneva troppo a me. Tutti i miei dubbi scomparvero nel nulla quando la vidi.

Mi avvicinai a lei, sdraiandomi cautamente di fianco al suo corpo, reggendomi con il gomito, per mantenere la testa alzata.

E la osservai.

Sentivo il suo respiro come se fosse amplificato, vedevo i suoi morbidi capelli incorniciarle il volto paffuto, vedevo le sue labbra rosee, che avevo avuto la fortuna di baciare. Seguii con l’indice il profilo del suo volto, il naso piccolo, le guance rosate, la fronte larga.

Osservai le sue mani.

Pensai a quando suonava, a cosa era capace di fare con quelle mani esili. Pensai a quando l’avevo sentita suonare per la prima volta. Forse fu allora che mi innamorai di lei.

Vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi ,ritmicamente. Vedevo il suo collo sottile, che avevo accarezzato spesso. Sentivo addirittura il sangue scorrerle nelle vene.

Sentivo il battito flebile del suo cuore, avvolto dal silenzio.

Avevo una voglia matta di stringerla  a me  e non lasciarla andare mai più, ma l’avrei svegliata  e non volevo.

Così restai ad osservarla.

Per tutta la notte.

‘Rispondimi. La ami?’ mi aveva chiesto Emily.

Forse.

Forse l’amavo, magari un giorno glielo avrei detto con il cuore in mano. Ed ero certo che quel giorno sarebbe arrivato, prima o poi.

Non chiusi occhio, mi bastava guardarla per dormire con lei. 

‘Ti accorgi di amare una persona quando la guardi dormire tutta la notte’. 

 

°°°

‘’Baciami, ho voglia di scambiarci le labbra per sapere che non te ne andrai. O almeno che ritornerai’’.
 



MELINDA’S POV
 


La sveglia sul comodino mi svegliò bruscamente dal mio bellissimo sonno. Quella notte avevo dormito meglio delle altre volte, senza sognare la faccia di Simon che si divertiva a torturarmi e darmi delle canzoni impossibili. Soprattutto quella per la finale, era svenante. Mi alzai di malavoglia, spegnendo in malo modo la sveglia. Quando mi alzai, decisa  a non restare in quel letto un secondo in più o ci sarei rimasta per tutto il giorno, urlai.
Che diavolo ci faceva Zayn ,comodamente steso di fianco a me? E che cazzo aveva da ridere?

‘CHE CAZZO STAI FACENDO A CASA MIA ALLE OTTO DEL MATTINO?’ chiesi, esasperata.

‘In realtà sono venuto stanotte’ scherzò.

Sperai che scherzasse.

‘MIO DIO’ esclamai. ‘Sei fuori di testa o cosa?’.

‘Cosa’ ironizzò lui.

Gli arrivò una cuscinata in faccia. ‘Non puoi avermi vista in pigiama’ piagnucolai, indicando il mio pigiama rosa con i coniglietti. E dico: coniglietti.

‘Quante storie’ disse, stendendosi più comodamente sul letto, visto che –alzandomi- gli avevo fatto spazio. ‘Sei bellissima anche così amore’.

‘Amore?’ sorrisi.

Lui si alzò e mi raggiunse, cingendomi la vita con un braccio muscoloso. ‘SI ,AMORE’.

Sorridemmo come due cretini, poi sciolsi il nostro abbraccio, e mi recai verso l’armadio, cercando qualcosa di comodo da mettere per le prove. Mi venne l’ansia solo a pensarci.

Mi pareva ieri che avevo fatto le audizioni, ed ora ero in finale. E ,dopo xfactor, mia madre mi aveva dato il permesso di trasferirmi nella casa di Brooklyn.

‘Non ho voglia di andare negli studi televisivi e provare fino a quando non mi si spezzano le corde vocali. E non ho voglia di vedere la faccia da minchia di Cowell. Mi ha resto tutta la stagione di xfactor impossibile! Un incubo. Lo odio,seriamente. Si diverte a vedermi soffrire’ soffiai.

‘E tu non pensarlo’.

‘Sembra facile, è il mio maestro!’.

‘Allora oggi non andarci,alle prove’ mi suggerì lui.

‘Sei impazzito? Domani c’è la finale, e se non ci vado Simon mi ucciderà davvero. Sicuramente mi candiderà per l’eliminazione domani’.

‘E tu canta bene lo stesso. Dimostragli che vali anche senza di lui, non potrà eliminarti se spacchi tutto’.

‘Io non spacco nulla’ esclamai ,infilandomi il jeans scuro, e poi la maglietta grigia a pipistrello.

‘Ora vengo con te agli studi, e spacco il naso a questo coglione’ ringhiò.

‘Ti prego Zayn , non peggioriamo le cose’.

‘NON ANDARCI. FACCIAMO FILONE, MARINIAMO…LE PROVE’ sorrise.

Oh, quel sorriso! Avevo una voglia matta di passare un’intera giornata con lui, senza pensare al canto, a Simon, ad xfactor e via dicendo.

Forse… insomma, tanto Simon voleva eliminarmi ugualmente. E poi non volevo passare il compleanno con lui.

‘Dove andiamo?’ domandai, sorridendo. ‘Non passerò il mio diciottesimo compleanno con Cowell’ mi lasciai sfuggire.

Oh no.

‘IL TUO COMPLEANNO?’ urlò Zayn. ‘PERCHE’ DIAVOLO NON ME LO HAI DETTO?’.

Sapevo che avrebbe reagito così.

‘Zayn ho passato gli ultimi tre compleanni della mia vita con Liam e Devonne, mentre mio padre era in giro con la sua amata segretaria e mia madre a bere chissà quale porcheria. E ,ti ricordo, che il mio ultimo compleanno l’ho passato a piangere perché due mesi prima era morta la mia migliore amica’. Lui si incupì. Sapeva che avevo ragione a non volerlo festeggiare. E poi la reputavo una cosa estremamente materialista e stupida. Bastavano tutti gli auguri dei miei fans su twitter, e tutti i video e le lettere che mi avevano mandato.

Era anche troppo.

‘Però fai diciotto anni,Mel! E non ti ho neanche comprato un regalo’.
‘Non mi serve’.

‘Posso ,almeno, portarti in un posto?’ domandò, speranzoso, ed io sorrisi. Quanto lo amavo.

‘Sono tutta tua’.

‘TI FARO’ RICORDARE QUESTO COMPLEANNO PER SEMPRE’.

°°°

 

Nella macchina di Zayn, con gli occhiali da sole e il capello della felpa per non farmi riconoscere, stavo estremamente bene. Avevamo fatto un picnic e ci eravamo divertiti tutto il giorno. Mi aveva perfino cantato ‘tanti auguri a te’, con me che ridevo come una matta. Ma ,quando credevo che stessimo andando a casa, mi disse che voleva portarmi in un posto ‘segreto’.

‘Dove stiamo andando?’ domandai, per la 34567 volta.

‘Tanto non te lo dico’.

Sbuffai, sorridendo.

Dopo poco tempo arrivammo in un parco. Era bellissimo, non avevo mai visto tanto verde in vita mia. Sorrisi e scesi dalla macchina in sincrono con lui.

‘Che carino!’ esclamai.

‘Cretina, non è questa la sorpresa’ disse, con un ghigno sul viso.

‘Ah, no?’.

‘NO’.

Tirò fuori dalla tasca un foulard rosso, e mi bendò gli occhi, con fare teatrale.

‘Ma che..?’ iniziai a chiedere.

‘Shh’ mi zittì. ‘Non lamentarti sempre ,e seguimi’.

Mi prese di scatto la mano,e gliela strinsi forte. Mi faceva paura non riuscire a vedere nulla. Ma mi fidavo di lui, così lo seguii senza fiatare.

Camminammo per non so quanto tempo, poi ci bloccammo di colpo. Sentivo il vento che mi accarezzava la pelle del viso, caldo e silenzioso. Sentivo l’odore di..viole? rose? Non riuscivo ad identificarlo. Ma quello di Zayn era inconfondibile.

‘Siamo arrivati?’ domandai.

Lui non rispose, ma mi tolse il foulard davanti agli occhi. Quando li riaprii ci misi un po’ di tempo per riabituarmi alla luce calda del sole.

Quello che vidi dinanzi a me era…indescrivibile.

Si vedeva praticamente tutta Londra, le case, i grattacieli, le scuole. Tutto. Si vedeva tutto ,contornato dalla luce dorata del sole. il tramonto più bello che avessi mai visto. Mille sfumature di arancione si estendevano davanti ai miei occhi.

Non riuscivo a parlare, sgranai solo gli occhi.

‘Mi ci portava sempre mio fratello da piccolo, su questa collina. Era…il nostro segreto’ sussurrò,rompendo il silenzio.

‘Il vostro segreto?’ chiesi, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quel paesaggio.

‘Ora è il nostro segreto’.

Non sapevo che dire, Zayn stava condividendo con me una parte importante della sua storia. Di suo fratello. Sapevo quanto lo amasse, e leggevo nei suoi occhi quanto gli mancasse. Le nostre mani erano ancora intrecciate,così gliela strinsi.

‘E’…PRODIGIOSO’ balbettai.

Lo sentii sorridere, e lasciò la mia mano, raggiungendomi da dietro e cingendo la mia vita con entrambe le braccia. Posizionò il suo volto nell’incavo del mio collo, fra i capelli.

Sentivo il suo cuore battere all’impazzata.

‘Tanti auguri, amore mio’ mi sussurrò, nell’orecchio.

I miei occhi divennero lucidi. Perché piangevo sempre ogni volta che era dolce con me?

‘G-grazie’ sorrisi. ‘Ti amo, Zayn’.

‘Ridillo’.

‘Ti amo’.

‘Ancora Mel, ti prego’ soffiò, mentre pendeva a baciarmi il collo.

‘Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo’.

Non parlò, non disse nulla per i successivi minuti. Il mio cuore perse tantissimi battiti, mentre mi stingeva di più a sé.

‘Sai una cosa?’ disse, poi.

‘Cosa?’.

‘Diciotto anni fa, in questo giorno, nacque la ragazza che mi ha fatto dire ‘’ti amo’’.

Mi si gelò tutto.

Anche il cuore.

‘Cosa signif..?’.

‘TI AMO’  mi interruppe, intrecciando di nuovo le mie mani,e  guardando con me il tramonto.

‘Dimmelo ancora’ soffiai, incredula.

‘TI AMO. TI AMO. TI AMO’.

Stavolta piansi davvero, e mi girai improvvisamente, abbracciandolo di getto. Singhiozzando.

‘Grazie’ balbettai.

‘Non  si ringraziano mai le persone che ti amano’ rispose.

 
  ZAYN E MELINDA!
 

MELINDA E DEVONNE.

CIAO (?)

ALLORA, INIZIO CON IL DIRE CHE ALLA FINE DI QUESTO CAPITOLO VI SI ATTANAGLIERA’ LO STOMACO, MA SON DETTAGLI C’:

COME AVETE POTUTO NOTARE, CI HO MESSO UNA MAREA DI TEMPO A SCRIVERLO, NON VOLEVA PROPRIO USCIRE FUORI E MI INNERVOSIVO NON POCO.
PROBABILMENTE ,A CASA, AVREBBERO VOLUTO BRUCIARMI VIVA PER TUTTE LE VOLTE CHE LI HO ASSILLATI LOL

PER GIUNTA LA TASTIERA E’ SEMPRE PIU’ DROGATA, E MI FA PASSARE LA VOGLIA DI SCRIVERE HAHAHAHA.

COMUNQUE, HERE I’M E QUINDI…CHE NE PENSATE? SIATE CLEMENTI *FACCIA DOLCE*.

EBBENE SI, QUESTO E’ IL PENULTIMO CAPITOLO E STO SOFFRENDO COME UN CANE, O UNA CAGNA (?). CE NE SARA’ UN ALTRO E POI L’EPILOGO. IN
ENTRAMBI I CASI, MI STANNO VENENDO STRANE IDEE (?) QUINDI, SICCOME NON VOGLIO ESSERESCONTATA, POTETE DIRMI SINCERAMENTE COME FINIRA’ 
,SECONDO VOI? ANCHE SOLO DUE RIGHE <3

MI FAREBBE PIACERE FCVNDJSVNDFJ <3

ORA MI DILEGUO, IN BASSO CI SONO I MIEI CONTATTI. METTO TANTI SPOILER E SONO SEMPRE DISPONIBILE, SU FACEBOOK. E SU ASK VI RISPONDERO’
SINCERAMENTE, SE NON AVETE NULLA DQAA FARE DOMANDATE. DETTO CIO’, SE VI STUFATE DI SCRIVERE UNA RECENSIONE (SE SIETE LETTORI SILENZIOSI)
POTETE SCRIVERMI IN BACHECA, NON DISTURBATE. FA SEMPRE PIACERE <3

BACI, E MI CONSERVO IL DISCORSO STRAPPALACRIME PER L’EPILOGO çç

H.

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