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Autore: ooswin    06/07/2013    2 recensioni
Cosa succederebbe se una fangirl decisamente esaltata scoprisse che ciò in cui ha sperato tutta la vita fosse vero e potesse frequentare il sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts?
Dal testo:
«O miei dei, non ci credo, o Zeus, Merlino, Morgana, per Salazar è un mago vero, e io ce l'ho vicino.»
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Un po' di Scorily che non fa mai male ♥ e poi Paige/Albus, gnnn, nuovo pairing. AHAHAHA
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Indagini

 

Albus si materializzò addosso a Roxanne, venuta a casa Potter per un the insieme a Fred, George e Angelina, beccandosi un rimprovero dalla madre (“Al, ti è permesso esercitarti nella materializzazione proprio perché tu eviti di finire dove non dovresti”). Si sedette a tavola pescando un biscotto e sorrise. «Qualcuno ha visto Rose?» chiese. Fred gli lanciò un'occhiata interrogativa, visto e considerato che nessuno cercava Rose durante le vacanze – eccetto Albus, ma a lui questo non era dato saperlo –.

«È a casa, no? È sempre a casa, d'altronde.»

«Rox, non essere cattiva» la riprese la madre. «Leggere non è affatto una brutta cosa, e se lo faceste un po' di più anche voi due non sarebbe male.»

«Io leggo, ma-»

«Le istruzioni sulla crema di bellezza non valgono, Roxie cara» la canzonò il fratello, per poi farsi schermo con un piattino quando lei gli lanciò un tappo di bottiglia.

Albus scosse la testa, sorridendo, e se ne andò di sopra, in camera sua, mentre i due fratelli continuavano a bisticciare. Si buttò sul letto, acchiappando il libro che aveva lasciato sul comodino la sera prima, troppo stanco per continuare a leggere. Nonostante la storia tutto meno che noiosa, dopo un paio di pagine realizzò che non aveva capito una sola parola di quello che stava leggendo, troppo preso dai pensieri che stavano vertendo inesorabilmente verso Paige; insomma, era decisamente uno strano soggetto, con tutte quelle cose babbane che nominava in continuazione ed era decisamente esaltata, ma era simpatica, quando ti passava la paura di venire assalito-e-analizzato. E lo spaventava un po' che una ragazza che non aveva mai visto Hogwarts potesse conoscerla meglio di lui – che lei conoscesse suo padre meglio di lui. (Perché, in effetti, non aveva mai avuto il coraggio di leggere quei libri, gli era sempre sembrato di violare la sua privacy – Lily, invece, non aveva avuto scrupoli, e ora ogni volta che combinava qualcosa e i genitori la riprendevano, rinfacciava loro tutto quello che avevano fatto alla loro epoca.) Lui, d'altro canto, non aveva mai avuto quel tipo di problema, visto che era sempre stato uno studente modello, ligio alle regole e prefetto perfetto dall'anno precedente; questo, almeno, era quello che sembrava a tutti – tranne, in realtà, a Scorpius e Andrew, che erano responsabili insieme a lui quando nel castello di scatenava un putiferio per una ragione misteriosa che mai veniva scoperta. Perché essere un serpeverde voleva dire anche quello: combinare casini e incolpare qualcun altro, o non far trovare affatto un colpevole. In effetti, ragionò Albus, c'erano davvero un sacco di cose che lui era e che faceva, ma che quasi nessuno sapeva. Non era come suo fratello James, che doveva sventolare ai quattro venti le sue imprese per sentirsi realizzato, o come sua sorella che, sebbene la maggior parte delle volte usciva indenne dagli scherzi che la coinvolgevano come organizzatrice, a volte si lasciava un po' trascinare dalle parole, dalla rabbia o dall'impulsività e faceva crescere orecchie d'asino a tutti coloro che l'avevano provocata. Albus era più nascosto, più riservato, e decisamente meno onesto con coloro che non gli piacevano.

 

***

Quando si svegliò, con la bocca impastata e il libro spiaccicato sul naso, era quasi buio e ormai era troppo tardi per andare da Rose, quindi si rassegnò semplicemente a scendere per cena, visto che sua madre gli urlava da più o meno 10 minuti di scendere e ad andarci la mattina dopo. Rotolò giù dal letto e poi si materializzò in cucina, così, tanto per provare. Atterrò quasi nel camino, ma non si bruciò niente, e questo era già un buon inizio. Si sedette accanto a Lily, mentre Harry e Ginny portavano in tavola la cena.

«Pà» iniziò Albus «Come fanno a sapere sempre a chi mandare le lettere di Hogwarts?»

«Beh, c'è un registro, di tutti i maghi che ci sono in Gran Bretagna. Poi ovviamente se qualcuno non vuole andarci basta che mandi indietro la lettera dicendo che vogliono istruire il figlio o la figlia in casa.»

«E per i Nati Babbani?»

«C'è un registro anche per loro. Poco prima della battaglia di Hogwarts Voldemort ha bruciato parte di quei registri, ma siamo riusciti a recuperare praticamente tutti i nominativi, per fortuna.»

«Praticamente? Quindi c'è qualche Nato Babbano che non sa di essere un mago o una strega.» Allora era per quello, ragionò. Voldemort aveva bruciato i registri dei Nati Babbani e Paige era una di quelle il cui nominativo non era stato ritrovato. Che sfiga.

«In realtà no. Tutti i bambini nati in quella fascia di tempo hanno addosso una traccia, che consente al Ministero di sapere quando fanno magia accidentale per poterli riinserire nel registro e mandarli ad Hogwarts ad 11 anni.»

Oh. Allora non era quello. E cosa poteva essere? Forse era davvero il caso di andare da Rose al più presto.

«Perché, t'interessa, comunque?» chiese Harry, guardandolo incuriosito.

«Curiosità» rispose il figlio, scrollando le spalle e accingendosi a mangiare il suo petto di pollo.

 

***

Paige si stava ancora rotolando nel letto, cercando di svegliarsi – erano solo le 10 del mattino! - quando Albus comparve nella sua stanza, leggermente traballante ma tutto sommato intero. Aprì faticosamente gli occhi, sbadigliando, e si girò dall'altra parte. «Che ci fai qui all'alba?» chiese, con la voce impastata dal sonno.

«In verità sono le dieci del mattino, ma comunque..»

«Stessa cosa.» Si tirò a sedere stiracchiandosi e sistemandosi i capelli, ridotti ad una specie di nido rosso. «Allora, sei qui.. Aspetta, perché arrossisci?» poi si guardò, constatando che la sua canottiera non era proprio la cosa più coprente di questo mondo. «Oh. Per questo.» Si tirò il lenzuolo fino al mento e appoggiò il mento sulle ginocchia. «Dicevamo?» sorrise.

«Eh? Oh, ugh, sì. Allora. Ieri ho chiesto a mio padre e lui dice che tutti i Nati Babbani della nostra età hanno addosso una traccia che avverte il Ministero quando fanno magia accidentale, quindi non credo sia quello..»

«Io sono stata adottata.»

«Come?»

«Io» ripetè lei «Sono stata adottata. Non so chi siano i miei genitori naturali.»

«Oh. Questo è interessante. Senti, che ne dici se vieni con me da Rose? Così ne parlate insieme.. boh, magari capisce meglio lei, capisci meglio tu.»

A Paige brillarono gli occhi. «SIIIIIII!» urlò, alzandosi dal letto. Poi si sporse in corridoio. «NONNAAAAAA! Io esco, va bene? Tornerò, boh, nel pomeriggio penso. Comunque mangio fuori. Il tempo di prepararmi. Ciao!»


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Okay, scusate per il capitolo merdosissimo e cortissimo, ma sono di frettissima (quanti issima) perché sto per partire, D'AAAHHH.
D'ora in poi aggiornerò meno spesso visto che non ho wi-fi nè computer, scriverò dal cell, e manderò tutto ad un mio amico che poi pubblicherà - sperate che sia affidabile.


CIAAAAAAAAAO

p.s. avrei voluto mettere anche l'incontro con Rose, ma non ho avuto tempo :c

   
 
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