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Autore: Chiccablu    06/07/2013    2 recensioni
Kurt e Blaine sono ormai due adulti sposati che vivono nella Grande Mela come altre centinaia di coppie gay: Il primo è un famoso organizzatore di eventi e il secondo un abilissimo arredatore. Hanno un lavoro solido, una casa grande e perfettamente arredata ma c'è una cosa che manca nella loro vita, un sogno che vogliono realizzare.... Vecchie amicizie si rincontrano e nuove amicizie si creano.
Dal testo :“ Come sono arrivato a questo punto!?” si chiese Kurt mentre si stava addormentando sulla scrivania del suo splendido ufficio che trasuda opulenza da ogni centimetro.
“Voglio dire questa è la decisione più importante della mia vita e non mi sento ancora pronto a prenderla!”; erano due foto, due foto soltanto a metterlo in crisi. Blaine la sua scelta l'aveva fatta e adesso a lui toccava la finale. Stava per crollare quando Rachel bussò alla sua porta con due enormi bicchieri di caffè provenienti direttamente da Sturbucks dicendo -Kurt noi dobbiamo parlare!- e nel suo volto si dipinse un'espressione mista tra l'emozione più totale e la gioia di una bambina che ha appena preso di nascosto una fetta di torta.
- Allora tutto è iniziato quando....
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Si lo so sono passati due mesi dall'ultimo aggiornamento ma la scuola mi ha massacrata! Spero che vi piaccia.

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-Alex fermati un secondo!- disse Santana mentre sistemava il papillon al bambino. Quel nanerottolo non stava mai fermo, nemmeno mentre dormiva, il che rendeva sempre difficile sistemargli l’apparecchio acustico la mattina.

Quando avevano scoperto la sordità del bimbo Santana pianse un mese dicendo che era colpa sua mentre Blaine si chiuse tutta una giornata in camera sua e non volle vedere nessuno e quando uscì si mise in moto contattando tutti i migliori pediatri d’America ma tutti diedero la stessa cosa: non c’era nulla da fare se non mettere un apparecchio acustico.
Quella sera ci sarebbe stato un concerto degli ex alunni della NYADA e sia Blaine che Rachel furono chiamati ad esibirsi così Kurt ne approfittò per comprare l’ennesimo vestito alla piccola Lizzie alla quale non sembrava vero poter andare a fare spese con il suo papà; Kurt ci provava, ma non poteva fare a meno di non viziare quella bambina, era la sua piccola bambola.
Lo spettacolo si teneva in un albergo di lusso, con grandi lampadari di cristallo che pendevano elegantemente dal soffitto, rilasciando candida luce bianca sulle pareti color crema e la moquette color bordeaux.
Due gentili signori porsero sia a Kurt che a Santana il programma della serata e indicarono loro il tavolo cui erano stati assegnati, rivolgendo un sorriso smagliante ai bambini.
Al tavolo con loro c’erano anche Finn con la piccola Andrea, i signori Berry, persino Cooper aveva ricevuto l’invito.
Mentre gli artisti si preparavano fu servita una cena accompagnata da risate e riesumazione dei vecchi tempi.
Lo spettacolo stava per iniziare quando dalla porta entrò Sebastian guardandosi intorno cercando il tavolo assegnato al resto del gruppo.
-Scusate il ritardo ma sono rimasto bloccato in aula- disse sedendosi di fianco a Alex che batté un sonoro cinque allo zio acquisito.
-Perché il fringuello è qui?- domandò Santana, come faceva ad ogni compleanno, giorno del Ringraziamento, Natale e festività varie ogni volta che vedeva il ragazzo.
-Sha-queer-ah forse serviva qualcuno che ti impedisse di ubriacarti e di sventolarla ai quattro venti- disse lui col solito tono acido che usava con Santana.
-Ok bambini, discorsi da adulti!- disse Kurt lanciando occhiatacce agli estremi del tavolo.
I bambini conoscevano quel comando e saltava sempre fuori quando quei due erano nelle vicinanze e istintivamente si portarono le mani alle orecchie le bimbe per non sentire e il piccolo per togliere l’apparecchio.
-Tu non hai bisogno di sventolarlo, tanto so che ogni uomo gay in questa stanza è stato sotto le tue lenzuola cotone egiziano- disse lei sistemandosi noncurante il vestito.
-E’ qui che ti sbagli Lima Heights!- la interruppe lui.
-Ah si? E sentiamo dove è che mi sbaglio?- chiese lei curiosa.
-Che io non sono il tipo da cotone egiziano, preferisco la seta- disse lui, lanciando quasi una sfida.
-Scusateci un secondo, Sebastian puoi seguirmi un attimo- disse lei alzandosi.
-Prometti di non mangiarmi sono stato un bambino buono- disse lui con finto terrore facendole alzare gli occhi al cielo.
Mentre la seguiva non poté non notare quanto le stesse bene quel vestito, nero con la schiena scoperta che evidenziava ancora di più il fisico bellissimo della ragazza.
La ragazza arrivò alla porta che conduceva alle scale che collegavano i piani e ci si infilò dentro con l’uomo.
-Che c’è Santana? Non dirmi che vuoi farlo adesso e qui!- disse lui guardandola incredulo.
E’ risaputo che il sesso non fa litigare le persone e loro due adottarono questa tattica alcuni anni prima, per il bene dei bambini ma finirono per prenderci un po’ la mano.
Era successo circa due anni prima, alla festa di compleanno dei gemelli; una di quelle giornate piene di bambini che corrono e tu sei circondato da persone delle quali non hai mai sentito parlare che cercano di attaccare bottone e vieni ripreso se rispondi loro in modo “poco educato e rude” come lo definiva Kurt.
Sebastian arrivò in ritardo, prendendosi così l’ennesimo commento acido di Santana.
Non era una bella giornata per entrambi: Sebastian covava ancora una minuscola cotta per Blaine che sembrava prendere il sopravvento quando Kurt non era nei paraggi mentre l’ispanica vedeva soltanto la vita che avrebbe potuto avere e di come l’avrebbe emozionata poter sentire quel primo “mamma” che i suoi piccoli non avrebbero detto per ancora un bel po’ e sicuramente non a lei.
Era in cucina, cercava una birra per passare il resto del pomeriggio senza troppi problemi quando una voce dietro di lei si fece sentire.
-Una anche per me JLo- disse Sebastian appoggiato allo stipite della porta.
-Oh scusami non so se hai notato che non sono la tua cameriera portoricana Rosalita, quindi piuttosto tu aiuta me a cercare una birra- disse lei con il suo solito tono acido di quando parlava con l’avvocato.
Stettero in cucina per almeno dieci minuti prima di trovare un’unica lattina di birra.
-Cazzo!- disse Santana, imprecando perché si era versata tutta la schiuma sulla sua maglia –Non startene lì impalato prendimi un tovagliolo, qualcosa!- 
Sbuffando e alzando gli occhi al cielo le prese un tovagliolo inumidendolo con un po’ d’acqua e glielo porse.
-Perché non si pulisce cavolo!?- disse lei strofinando sempre più forte sulla macchia.
- Dio! Lascia fare a me- disse Sebastian e prese poco elegantemente il tovagliolino dalle mani e iniziando a pulire delicatamente la maglia.
-Toglitela così non riesco- disse lui prendendo altra carta da cucina sempre inumidita e, nonostante lo scetticismo, la ragazza acconsentì.
-E comunque Rosalita era domenicana ed era una maga nel levare le macchie di alcol dai vestiti- disse lui, strappando un sorriso alla ragazza.
-Ecco- disse- Come nuova- e quando si girò si ritrovò di fronte la ragazza, senza maglietta, quella ragazza che aveva tanto odiato e che adesso sembrava la cosa più bella che avesse mai visto e non resistette a baciarla.
Fu un bacio tutt’altro che casto, anzi, fu impetuoso e coinvolgente e tutti sanno cosa succede dopo un bacio del genere… beh diciamo solo che quei due tendono a mangiare il meno possibile su quel tavolo dopo quella giornata. Dopo essersi resi presentabili Kurt li chiamò per la torta e riuscirono addirittura a fare una foto insieme in qualità di madrina e padrino. 
Così da quel giorno facevano sesso per dimenticare che si odiavano reciprocamente, iniziando anche a prenderci gusto.
Se uno aveva bisogno l’altro saltava su un taxi appena poteva, senza pensarci troppo. Era una specie di routine ormai, ma entrambi erano liberissimi di frequentare altre persone quando volevano. Era solo sesso, niente di più, niente sentimenti.
Anzi forse un sentimento c’era. Si divertivano a farlo nei posti inaspettati, come il bancone del giudice dopo una vittoria legale dell’avvocato Smythe oppure in una delle camere vuote della casa di riposo dell’abuela di Santana, ma la cosa dal punto di vista sentimentale finiva lì.
-Anche se l’idea mi sembra allettante, no, non voglio fare sesso, almeno non adesso- disse lei accennando un sorriso che svanì subito, cedendo il posto alla precedente serietà.
-Si può sapere che diavolo succede allora?- chiese lui avvicinandosi alla ragazza.
-Sebastian io...io.. sono incinta- disse con le lacrime agli occhi, senza dubbio non di gioia.
Ma prima che il castano potesse ribattere una voce all’altoparlante annunciò che lo spettacolo era iniziato così i due si affrettarono a tornare ai loro posti, senza rivolgersi parola.

Rachel fu una dei primi ad esibirsi e cantò una canzone da Funny Girl e solo in quel momento Kurt scorse tra i tavoli la figura di Shelby Corcoran guardare ammaliata la figlia mentre Andrea ripeteva a memoria ogni parola della canzone mentre stava comodamente seduta sulle ginocchia di Finn.
Ogni volta che la sentivano cantare quella canzone ricordavano come al suo primo provino per Fanny Brice le dissero che avevano scelto un’altra ragazza e di come successivamente le avevano detto che era nata per quel ruolo da lei tanto agognato.
Quando fu il turno di Blaine, fra gli artisti finali i gemelli drizzarono sulle sedie iniziando a vantarsi del loro papà e già sulle prime note di Imagine di John Lennon, Kurt aveva le lacrime agli occhi, pensando che non poteva amare quell’uomo più di così.
Dopo l’ultima esibizione ci fu un discorso di Carmen Tibideaux dove presentò tutti gli artisti esibiti quando all’improvviso disse –Inrealtà c’è un’altra persona che vorrei ringraziare stasera- disse con un sorriso- Kurt Hummel è stato uno studente ambizioso per anni e anche se un incidente gli ha portato via l’abilità nella danza, la sua voce è rimasta la stessa. Quindi Signor Hummel le chiedo di deliziarci con un’esibizione lampo per concludere questa magnifica serata-
Kurt rabbrividì completamente ed era anche fermamente deciso a rimanere seduto quando una vocina accanto a lui disse- Papà vai, io credo in te- accompagnata dall’annuire della sorella.
Lentamente si alzò e si diresse a passo incerto sul palco e quando sentì gli applausi di tutta la sala si ricordò quanto amasse la vita su quel palco e quanto gli era mancato poter cantare per qualcuno che non fosse la sua famiglia.
-Quando cantai questa canzone la prima volta- disse al microfono- mio marito si innamorò di me. Spero piaccia anche a voi-
Fece un cenno all’orchestra e subito si sentì come travolto dalle note di Blackbird , mettendoci l’anima oltre che la voce.
Quella canzone sembrò finire in un battito di ciglia, ma quando Kurt alzò gli occhi vide una sala piena di persone che lo applaudivano commosse.
La serata finì così, con la consegna di premi e grandi mazzi di fiori e sorrisi sulle bocche di tutti, tranne che su quelle di Santana e Sebastian.
-Santana vuoi che ti riaccompagniamo noi a casa?- chiese Blaine mentre entrava in taxi
-No la riaccompagno io- disse subito Sebastian, senza nemmeno chiedere prima alla ragazza.
Il taxi successivo lo presero Finn e Rachel insieme ai signori Berry e Cooper, che alloggiavano allo stesso albergo.
Così rimasero solo loro due, avvolti nei loro cappotti, ad aspettare il prossimo taxi.
-Santana davvero hai intenzione di non parlare con la tua lingua biforcuta per il resto della serata? Perché mi sembra proprio che bisogna parlare della cosa che mi hai detto prima che ne pensi?- chiese lui ironicamente.
-Senti Sebastian onestamente non so che cosa dire- disse lei mentre cercava un taxi.
-Beh mi sembra una cosa di cui ci sia bisogno di parlare- disse lui alzando lievemente la voce.
-Vuoi sapere una cosa? Dopo la nascita dei gemelli mi dissero che a causa di alcuni problemi per me sarebbe stato difficile rimanere incinta un’altra volta e onestamente non so che fare- disse lei iniziando a piangere, trovando subito rifugio tra le braccia del ragazzo.
-Shh va tutto bene Santana- disse lui- Andrà tutto bene- e le diede un lieve bacio sulle labbra, quando arrivò il loro taxi Sebastian decise di portarla direttamente a casa sua.
-Tieni, dormi con questa- disse porgendole una maglietta a mezze maniche con dei fumetti stampati sopra.
-Non ti facevo un fan di Iron-Man- disse lei mentre prendeva un bicchiere dalla credenza.
-Non sai un sacco di cose su di me bellezza- disse lui, quasi amaramente.
-Senti per la storia del bambino abbiamo tempo, ma sappi fin da subito che non sei obbligato a fare nulla e..- iniziò lei ma fu zittita subito da Sebastian che la prese sottobraccio e la portò in camera.
Si sistemarono a letto, quel letto dove l’avevano fatto tante volte, senza preoccuparsi troppo dei rischi.
Ebbe solo il tempo chiedergli –Promettimi che ci penserai- 

-Prometto- rispose lui con un sussurro.


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La nostra storia è finita il che mi mette un po' tristezza ma ho già programmato il continuo (muahaahah genio del male circondato da una zanzara malvagia quanto me!) e FORSE una sebtana con sfondo particolare ma è ancora da vedere...
Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno letto,seguito,preferito e recensito la storia,la mia amica milla_ che legge i capitoli in anteprima e viene a conoscenza di spoiler segretissimi e credo di non poter fare senza di lei e le nostre lezioni di piano sclerotiche che mi ispirano profondamente e come sempre la mia beta lyubit che rende leggibili i miei lavori!
Che dire... grazie mille a tutti e speriamo a presto!
  
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