Cap
2
- Hai
intenzione
di batterti con quel tipo, quel Kakashi, vero? – le chiese
Lee Ryan,
affiancandola e scambiando un’occhiata con Baki, che scosse
lievemente la testa
come a dire di lasciar perdere.
Kestrel si
voltò verso di lui, rivolgendogli la migliore delle sue
espressioni
impassibili, - Se anche fosse, non sarebbero fatti tuoi, giusto?
–
- È
solo
che sono curioso, non l’hai mai visto prima, non puoi
già avercela con lui. –
- È
il
figlio di Zanna Bianca. – replicò, per lei questo
era un motivo più che
sufficiente per non sopportarlo.
- E quindi?
Non è colpa sua se i tuoi genitori sono morti. –
obiettò testardamente.
Aveva
appena finito di pronunciare la frase che un diretto si
abbatté sul suo naso,
mandandolo a gambe all’aria e facendolo sanguinare
copiosamente. Baki scrollò
le spalle, come a dire che lui lo aveva avvertito di lasciar perdere, e
gli
tese una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
- Ti ha
dato di volta il cervello? L’ho sempre detto che sei una
pazza furiosa. –
- Piantala
Lee, chiudi quella boccaccia larga. – intervenne, facendo una
lieve pressione
sulla spalla del compagno di squadra. Non gli era particolarmente
simpatico, ma
avevano bisogno che fosse in condizioni abbastanza buone per sostenere
l’esame,
e non aveva affatto la certezza che in quel momento Kestrel fosse
abbastanza in
sé da ricordarsi che non poteva permettersi di sfogarsi su
di lui.
- Non devi
nominare i miei genitori, mai e per nessuna ragione, o la prossima
volta a
sanguinare sarà la tua testa. È chiaro?
– soffiò avvicinandosi con aria
minacciosa.
-
Cristallino. – replicò al suo posto Baki,
rivolgendo un’occhiata significativa
al ragazzo al suo fianco, che annuì controvoglia e
borbottò qualcosa che poteva
essere inteso come un assenso.
- Adesso
che ne dite di evitare di farci fuori a vicenda e raggiungere la
maestra Ko? –
I due
annuirono, lasciando che questa volta fosse Baki a prendere il comando
del
gruppo e a indirizzarli verso il punto d’incontro che avevano
concordato con
Madame Ko.
Trovarono
ad attenderli una ninja più vicina alla quarantina che alla
trentina, il volto
delicato era solcato da una profonda cicatrice che le partiva dalla
tempia e
correva su tutto il lato destro, fino al mento.
- Ce ne
avete messo di tempo, credevo vi foste persi. –
- Ci scusi
per il ritardo, Madame, ma abbiamo incontrato dei ninja lungo la
strada. –
replicò Baki, chinando leggermente il capo in segno di
rispetto.
- Di
Konhoa? – chiese interessata.
-
Sì, c’era
Hatake tra di loro. – confermò Kestrel, prendendo
la parola e attirando
l’attenzione della ninja sull’espressione rancorosa
della sua allieva.
-
Controllati, disciplina la mente, non puoi farti prendere dal furore.
– la
redarguì.
La ragazza
annuì, chiudendo gli occhi e prendendo tre grossi respiri;
cercò di rilassarsi,
decontraendo i muscoli delle braccia e del collo. Le sembrava di fare
violenza
a se stessa reprimendo la rabbia, ma sapeva che Madame Ko aveva
ragione: non
era il momento di farsi annebbiare la mente, ci sarebbe stato tempo per
la
vendetta.
- A te cosa
è successo, Lee, ti hanno attaccato? –
continuò, rivolgendosi stavolta verso il
meno talentuoso dei suoi allievi, che compensava la scarsa
abilità di
combattente con l’innata capacità di statista;
capacità che non riusciva
comunque ad impedirgli di cacciarsi continuamente nei guai a causa
della sua
brutta abitudine di parlare senza pensare.
Il ragazzo
rivolse un’occhiata nervosa a Kestrel, evidentemente incerto
sul raccontare
come si erano svolti gli eventi o meno.
- Temo sia
colpa mia, Madame, non sono riuscita a controllarmi, anche se ormai
dovrei
sapere che ciò che dice molto spesso non passa neanche
lontanamente vicino a
quei pochi neuroni che sono rimasti in quella sua testa ad ananas.
–
Lee la
guardò in cagnesco, pronto a controbattere, ma la ninja lo
fermò con un cenno
della mano.
- Kestrel.
–
Il tono di
rimprovero con cui aveva pronunciato il suo nome la spinse ad abbassare
lo
sguardo, sforzandosi di assumere un’aria pentita che non le
riuscì per niente.
- Chiedo
scusa, Madame. –
La donna
scosse la testa, ben sapendo che il pentimento della ragazza non era
affatto
sincero, ma decise di lasciar correre; non si poteva cambiare
radicalmente il
carattere di una persona e lei non era tanto stupida da provarci,
inoltre
l’aggressività era il punto di forza di Kestrel,
sarebbe stato sciocco privarla
di un’arma come quella.
- Scuse
accettate, Kestrel, ma ora seguitemi, abbiamo perso già
abbastanza tempo. –
asserì, conducendoli in un boschetto isolato e dividendoli
in gruppi; tenne
Kestrel con sé, malgrado tutto non se la sentiva di mettere
a rischio Baki, non
prima delle selezioni.
Dopo che
Baki ebbe finito di lamentarsi per il fatto che a lui toccava
confrontarsi con
quell’inetto di Lee, l’allenamento
proseguì senza ulteriori problemi.
*******
Minato
accolse i suoi allievi con un’aria leggermente contrariata.
Quel ritardo se lo
sarebbe aspettato da Kakashi, che sembrava incapace di arrivare in
orario ad un
appuntamento, ma non da Rin e Obito che di solito arrivavano a
destinazione con
largo anticipo.
- Ci scusi
maestro, ma abbiamo avuto un contrattempo. –
esordì Rin, venendo interrotta da
Obito,
-
Sì,
abbiamo incontrato i ninja del villaggio della sabbia… e
quella Kestrel è
davvero. –
Non seppero
mai cosa fosse Kestrel secondo Obito, perché Minato lo
interruppe con tono
sorpreso.
- Avete
incontrato Kestrel e Baki, gli allievi di Madame Ko? –
Aveva
sentito parlare di quei due ragazzi, erano conosciuti in ogni villaggio
per le
loro doti eccezionali e tutti i maestri avevano detto la stessa cosa ai
loro
allievi: erano loro due gli avversari da battere.
-
Sì, e
personalmente li ho trovati degli insopportabili palloni gonfiati.
– borbottò
Rin, a cui sembrava proprio non andare giù il comportamento
di quei ninja e la
reazione che la ragazza aveva scatenato in Obito.
- State
attenti a quei due, soprattutto alla ragazza; se è vero la
metà di ciò che si
dice sul suo conto allora è bene non sottovalutarla.
– li avvisò, lo sguardo
fattosi immediatamente meditabondo. L’arrivo
dell’ultima Tanaka in circolazione
proprio durante le selezioni dei chunin non doveva essere un caso; era
abbastanza sicuro che in tutto ciò ci fosse lo zampino di Ko
e si ripromise di
tenerla d’occhio. Conoscendo la ninja, non dubitava che
avrebbe fatto ricorso a
qualsiasi stratagemma pur di fare in modo che i suoi allievi venissero
promossi
e, se in tutto ciò riusciva anche ad esaudire il desiderio
di vendetta
dell’allieva, per Kakashi si sarebbe messa decisamente male.
- Immagino
che tu non sappia perché quella ragazza ce l’ha
tanto con te, vero Kakashi? –
Il ragazzo
scosse la testa, perplesso. Aveva avuto l’impressione che
provasse del rancore
nei suoi confronti, ma aveva scartato quell’ipotesi
perché non riusciva a
trovare una ragione per ciò.
- I suoi
genitori sono stati uccisi da tuo padre durante una missione.
–
Kakashi
sgranò gli occhi, sorpreso. Non si sarebbe mai aspettato una
cosa del genere,
ma tutto sommato ora tutto aveva senso.
- In
sostanza, maestro, state dicendo che vorrà vendicarsi su di
me? –
Minato
annuì, soddisfatto per il fatto che il ragazzo avesse
centrato in pieno il
nocciolo della questione.
- Sta con
gli occhi aperti, Kakashi. So che è bella e sembra una fata,
ma quella è la
principessa delle fate tanto quanto lo sono io. –
-
Terrò gli
occhi aperti. – promise, anche se in cuor suo sapeva bene che
dopo quella
rivelazione il desiderio di affrontarla era cresciuto. Sarebbe stato
uno
scontro epico, ne era certo.
Spazio
autrice:
Eccoci con
il secondo capitolo di questa fic. Spero che vi piaccia e che mi
lasciate
qualche piccola recensione (anche semplicemente per dire che fa schifo
u.u). Al
prossimo capitolo.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt