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Autore: lups_    07/07/2013    12 recensioni
"Giocava a poker,il ragazzo. Era uno svago: gettava soldi sul tavolo con quelle piccole tessere,gettando anche la sua vita lì dentro.
Zayn Malik,era un gioco."
Genere: Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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  1. Stupid.                                                                           






Hai mai sentito il bisogno di cercare qualcosa o qualcuno?
Hai mai sentito il bisogno di cercare aiuto?
Hai mai sentito il bisogno di urlare?
Hai mai sentito il bisogno di uscire,respirare a pieni polmoni,bere qualcosa di frizzante,ridere,parlare?
Hai mai sentito il bisogno di sfogarti?
Hai mai sentito il bisogno di volerti alzare su quel muretto tanto alto e lasciarti cadere giù?
Hai mai sentito il bisogno di dare fine a qualcosa?
Hai mai sentito il bisogno di fare qualcosa?
Il bisogno di trovare uno scopo nella vita?


Zayn Malik non riusciva a spiegarselo.
Si poneva quelle domande nel pieno della notte,dove nessuno ti sentiva,dove tutti dormivano,dove eri solo,tu,la luna e il buio.
Ogni notte,quando si ritrovava stranamente a casa,si rilassava su quel letto fradicio e morbido e si lasciava andare. Chiudeva gli occhi e quelle stupide domande cominciavano a circolare nella sua testa. Non voleva problemi,non voleva crearseli,ma c’era come qualcuno dentro di lui che voleva aiutarlo. Odiava cercare risposte,odiava sforzarsi troppo,odiava trovare un senso a tutto. Voleva solo vivere di bibite fredde e ghiaccio sulle ferite,senza cerotti,senza cure,senza nessuno. Non voleva nessun aiuto. Zayn preferiva rimanere lì,solo nel letto,cercando calore nelle coperte non nelle braccia di qualcuno. L’avevano lasciato solo fin da piccolo,perché trovarsi qualcuno al proprio fianco adesso? Un’altra delusione? Sapeva che avrebbe perso anche un’altra fatidica persona,un altro dispiacere,altre lacrime,altro odio. Perché cercare del male? Perché cercare quella cosa in più che sicuramente si sarebbe dispersa di nuovo?
Continuava ad aggiustarsi quel ciuffo pazzo davanti agli occhi,mentre piano si addormentava.
Per lui era difficile farlo,quasi sempre si ritrovava quella vocina così fastidiosa nella sua testa,quasi sempre si ritrovava a dare risposte a quella vocina: era sua madre.
Sapeva maledettamente che era la voce di sua madre,anche se la ricordava male.
L’aveva persa da piccolo e gli era ancora difficile ricordare tutto: i suoi capelli,il suo viso,la sua voce,i suoi sorrisi,i suoi abbracci.
Ma spesso,quando meno se lo aspettava,lei era lì con lui. Beveva? Sentiva la sua voce,le sue urla.
Si drogava? Sentiva le sue mani attorno a lui,per sorreggerlo.
Si divertiva? Usciva fuori di casa? Lei lo accompagnava.
Sentiva sempre il suo sguardo su di lui.
E forse era l’unica cosa che amava: lei.
L’unica che gli infornava la sua torta preferita prima della buona notte,l’unica che lo accompagnava a scuola,l’unica che lo svegliava nel pomeriggio dopo il suo pisolino pomeridiano,l’unica che lo aiutava a studiare,l’unica. L’unica per lui. Non ricordava nulla di tutto ciò,ma ricordava l’odore della sua torta,ricordava la suoneria della sveglia,ricordava i 10 nei compiti,ricordava il suo letto stropicciato dopo il pisolino fatto,ricordava le minime cose. I ricordi erano pochi,ma pesanti da sorreggere. Lo portavano sempre a chiudersi in camera e piangere e lui,Zayn Malik,non voleva farlo.
Lui si riteneva forte abbastanza,lui era un uomo ormai.
Come gli ricordava il padre. Di lui non aveva nessun ricordo,nulla. Ricordava solo le sue urla e il suo viso nel momento dell’incidente. La mamma che piangeva,il padre su di lui intento a proteggerlo,lo scontro con il camion. Urla,urla,urla,sangue,sangue,buio,buio,silenzio.
Ricordava ancora il profondo silenzio che c’era mentre apriva piano gli occhi. La scena che gli si presentò davanti era peggio di un horror,peggio di uno stupido videogioco tra auto,peggio di un bagno nella lava,peggio di una coltellata nello stomaco.
Si alzò di scatto,appena cominciò a ricordare tutto. Era sudato,infreddolito e spaventato.
Le guance cominciarono a bagnarsi e odiava quella sensazione.
Quella sensazione che si ha dopo un pugno nello stomaco,che si ha dopo la sconfitta in una partita.
Come vi sentite quando capita? Lui,comincia a sentirsi un vigliacco,uno stupido. Si ripete che poteva salvarli,che poteva fare di più. Che poteva non succedere se avesse fatto qualcosa. Che non doveva piangere,che non doveva ricordare,perché gli avrebbe portato solo dolore. Velocemente si pulì il viso di quelle lacrime,come se avesse una torta spiaccicata in viso,iniziando a picchiettare sulle guance e sotto gli occhi. Odiava farlo.
Il padre,quelle poche volte che lo accompagnava ad una partita di calcio,gli ricordava sempre che anche se avesse perso non avrebbe dovuto piangere. Avrebbe dovuto dare il meglio di sé,avrebbe dovuto giocare con tutte le sue forze. Le lacrime non servono a nulla,diceva. Darai solo un’ennesima vincita alla squadra avversaria,ripeteva. E Zayn,quelle parole,non se le scordò.
E ancora oggi,infatti,rimane forte.
Ma allora perché starà piangendo sotto quelle coperte? Perché Zayn non ha mantenuto la parola.
Perché Zayn ha perso contro tutto e tutti. Perché,adesso,Zayn vuole solo dare un taglio a tutto.
Perché,adesso,Zayn non era più quello di una volta.


Megan Stewart.
Scrisse il suo nome sul compito e lo consegnò.
“Posso andare?”
“Certo Stewart.”
Ebbe una grande sollievo quando uscì dalla scuola,respirò a pieni polmoni e si avviò verso casa.
Esami,maledetti esami si ripeteva ogni pomeriggio intenta a studiare.
Era da un bel periodo che non usciva con le sue amiche (come se ne avesse),era da tanto che non si rilassava,era sempre impegnata a ripetere per gli scritti e quel giorno l’aspettava la ripetizione per l’orale. Mancavano 6 giorni al suo orale: ogni mattina si svegliava verso le nove per mettere quella crocetta rossa sul calendario e iniziare a studiare. Aveva una tremenda paura di cui non riusciva a disfarsene,ma dopotutto non poteva farci nulla,era colpa sua. Era fatta così.
Megan non era come le altre,non era neanche come le solite secchione,no. Lei studiava per poi realizzare i suoi sogni,studiava per il proprio bene,per poi avere l’estati libere senza debiti,per non ricevere cazziate dai genitori,per stare bene con se stessa,senza angoscia,paura o stress.
Era una tipa chiusa,riusciva ad aprirsi solo con persone come lei. Ecco,perché,aveva poche amiche.
Nella sua scuola erano tutte ragazze arroganti,cattive,perfide. Veniva presa,spesso,in giro. Ma lei non se ne importava,riusciva ad andare avanti.
Era forte,ma anche molto o troppo timida. Era l’opposto di tutti,era l’alternativa.
Preferiva guardare un film il sabato sera e parlare con il proprio cane,che uscire con qualcuno. Non si sfogava con nessuno,non parlava con nessuno,solo con Emy.
La sua amica d’infanzia,la figlia della migliore amica della madre. Si vedevano ogni settimana per  uscire,ma spesso lei rifiutava e allora rimediavano con un film in casa. Aveva stretto un grande legame con lei,era l’unica che la capiva e riusciva a farla divertire.
Divertire per modo di dire: una partita a pallavolo in spiaggia,un film comico,delle spinte per strada,dei pigiama party a casa sua,nient’altro.
Non ne voleva sentire di discoteche,né di uscite con tanta gente,né di cinema,né di scherzi telefonici,niente di niente. Ma per Emy,l’importante era farla sorridere,si accontentava anche lei.
Megan l’amava proprio per questo.
Ma oltre a ciò,Megan viveva bene. Non era depressa,altro che.

“sono tornata.” Urlò quando varcò la porta di casa.
Per un attimo credeva ci fosse qualcuno in casa,ma niente (come al solito).
“Piccola,siamo dagli zii. Ritorniamo la prossima settimana,divertiti.”
altro ennesimo post it,si ripeté la ragazza.
Molto spesso i genitori di Megan erano fuori e lei,non come un’altra sedicenne,era triste per questo.
Non organizzava festini,nulla. Rimaneva da sola a casa a giocare con il cane: puro divertimento,eh?
Non voleva problemi,diceva ad Emy,che invece voleva organizzare qualcosa quella sera.
“Avanti,Megan.”
le ripeteva mentre le dava qualche spinta.
“Emy,sto studiando..non rompere i coglioni.”
“Sei una palla,Megan.”
disse subito dopo essersi sdraiata sul suo letto.
Passarono vari minuti ed Emy continuava a sbadigliare.
E la cosa dava più che fastidio alla povera Megan.
“Emy,ok. Mettiamoci d’accordo. Stasera ordiniamo una pizza e ci vediamo qualcosa,ma adesso devo studiare. Non immagini per me quanto sia importante uscire con la lode,poi vedremo quando toccherà a te.”
Emy aveva solo un anno in meno della sua migliore amica,ecco perché non era indaffarata con lo studio.
A lei toccava l’anno prossimo.
“..quindi sei pregata di non infastidirmi,grazie.”
roteò gli occhi e ritornò a sottolineare sul suo libro di italiano.
“ok,ma posso chiederti una cosa?”
Megan diede un piccolo gridolino e si girò mantenuta alla sedia e solo quando guardò negli occhi l’amica, Emy notò i denti stretti e il viso rosso.
“dimmi tutto,Emy.”
ringhiò.
“Oggi ti vedo strana,t’è successo qualcosa?”
la guardò.
E solo in quel momento Megan ricordò l’episodio del giorno prima.
Spalancò gli occhi e inghiottì con difficoltà.
“Eh? a me? No,no. Niente.”
abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare con l’evidenziatore.
“Dimmi tutto,Megan.”
La povera ragazza sbuffò e si avvicinò all’amica.
“nulla di che,ma ieri ho incontrato uno strano ragazzo. Boh,mi fissava e mi inseguiva. Ma era stramaledettamente carino,ma pauroso nello stesso momento. Aveva gli occhi rossi e sembrava drogato. Sono scappata un paio di volte da lui,ma è da ieri che non lo vedo per fortuna.”
E solo quando si girò verso Emy,notò la sua espressione.
Era a bocca aperta.
“Momento,momento,momento. Megan Stewart ha un corteggiatore.”
“ma che corteggiatore!? Era un maniaco,ne sono sicura.”
“non sai la sua età?”
“ne dimostrava una 20ina.”
L’amica si sistemò meglio.
“come ti guardava?”
“boh,era strano. Guardava un punto fisso continuamente..e quel punto fisso,mi sa,che ero io. Sembrava volesse mangiarmi.”
“IO TE L’HO SEMPRE DETTO!”
“cosa?”
“CHE SEI UNA FIGONA DELLA MADONNA”
Megan si portò una mano sugli occhi.
“ohw,avanti..non hai capito,Megan? Vuole qualcosa,il ragazzo.”
la guardò maliziosamente.
“vaffanculo,Emy.”
entrambe scoppiarono a ridere,ma subito dopo Megan ritornò a studiare ed Emy a sbuffare sul letto.
La serata fu tranquilla,come al solito.
Ma fino ad un certo punto.

“questa pizza fa schifo.”
si lamentò Emy,mentre la riportava in cucina.
“In effetti.”
erano impegnate a svuotare i cartoni,mentre suonarono alla porta.
“e adesso chi è?”
disse Megan mentre andò ad aprire.
Alla porta non si presentò nessuno,solo un pacco ai suoi piedi.
Ma fu mentre si rialzava che vide qualcuno.
E quel qualcuno,era distante,ma riuscì a riconoscerlo.
Stava camminando con una sigaretta tra le mani,mentre si dirigeva verso un altro pub.
Entrambi si guardarono per un nano secondo e fu Megan a riscappare dentro.
E mentre richiudeva notò il suo tremolio alle mani e iniziò a preoccuparsi.
Era paura,per caso?
Che stupida,continuava a ripetersi.
Ritornò con i piedi a terra e corse in cucina ad aprire quel pacco.
“chi era?”
chiese Emy.
Megan si aggiustò i capelli e non rispose,mentre cercava anche di strappare le cartacce più velocemente possibile.
“Megan!”
“nessuno,oh!”
“sicura?”
“sicurissima.”
non voleva dircelo,sapeva che avrebbe fatto qualcosa o detto qualcosa che le avrebbe dato fastidio.
“e quel pacco?”
“credo sia l’ordinazione del mio nuovo libro.”
Emy roteò gli occhi quando notò l’eccitazione della amica per un semplice libro.
Hunger Games,era il nuovo libro.
La solita Megan: pazza di libri,di storie e non di ragazzi.
Che stupida.

Spazio autrice:
Allora inizio con il dire che so che fa schifo questo capitolo,però dai abbiate pietà di me:c
Cosa ne pensate,dai? Mi farebbe piacere saperlo anche in delle piccole recesioni,mi fareste felicissima. Spero che questo capitolo ne avrà molte di più del prologo,ma non credo lol
Vorrei ringraziarvi,comunque,per le 9 recesioni. Siete state dolcissime! Per me è tanto,sappiatelo.
Per quanto riguarda la storia: Zaynetto depresso,peccat:( ma mi piace ciò che sto scrivendo,ho dei scopi non preoccupatevi ouo
e Megan? na scem,praticament. HAHAHAHAHAHAHHA
le assomiglio molto,dai. (non proprio.)
Ora scappo a nascondermi,bye! vi ame peipis.
-lups.




  
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