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Autore: xzaynsvocals    08/07/2013    4 recensioni
*FAN FICTION SOSPESA*
E' possibile che ci sia qualcuno in grado di farti provare paura e sicurezza allo stesso tempo?
E' possibile amare una persona quando questa non fa altro che farti soffrire?
E' possibile innamorarsi di chi ti ha rapito, strappandoti dalla tua famiglia, dai tuoi amici, dalle tue abitudini?
Anch'io non lo credevo possibile, fino a quel giorno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quando vi svegliate, dopo aver fatto un brutto sogno, e pensare che sia veramente accaduto, ma poi vi guardate intorno e capite che non era altro che una fantasia?
Beh, è così che mi sentii, non appena aprii gli occhi. Con la sola differenza che ciò che era avvenuto quella notte non era un sogno.
MI guardai intorno per bene prima di capire di non essere nella mia camera.
Mi ritrovavo in una stanza con delle pareti grigie e macchiate. Il pavimento era di legno. Su di un lato vi era una piccola finestra dotate di sbarre ed un armadio era posto al lato opposto. Era una stanza molto piccola e a completarla vi era il letto sul quale ero stesa.
Mi alzai leggermente da esso venendo colta da un improvviso capogiro. Chiusi forte gli occhi per poi riaprirli.
Poggiai i piedi sul pavimento polveroso, mi alzai e mi diressi verso l'armadio poggiato al muro. Aprii una delle ante e vi trovai uno specchio all'interno. Guardai il mio riflesso e ne rimasi disgustata.
I miei capelli castano scuro, quasi sul nero, erano arruffati. I miei occhi verdi spenti. I vestiti del giorno prima erano spiegazzati e le scarpe mostravano piccole macchie ai lati. 
Mi diressi verso la porta ma un rumore, al di fuori di essa, mi fece scattare nuovamente verso il letto, dove mi stesi e chiusi gli occhi fingendo di dormire.
Qualcuno entrò dalla porta per poi richiuderla. Sentivo dei passi e delle voci mentre io speravo non notassero il lieve tremore delle mie palpebre.
'Non si è ancora svegliata' constatò una voce.
'Credi che dovremmo dirlo al capo?' chiese un'altra voce.
'No, lascia stare. E' già nervoso perchè sono passati tre giorni. Aspettiamo un altro po' e vediamo che succede' ripeté la prima voce. 
Un rumore di passi e poi di nuovo la porta aprirsi e chiudersi.
Tre giorni. Spalancai gli occhi. Erano davvero passati tre giorni da quando quei tizi mi avevano rapita. Iniziai ad andare nel panico e a muovermi nervosamente sul letto.
Non sapevo che fare, se non aspettare.
 
Passarono all'incirca un paio d'ore prima che io riaprissi di nuovo gli occhi. Mi ero riaddormentata dopo aver passato almeno mezz'ora a pensare a tutto quello che in una sera mi era capitato.
Questa volta, però, a differenza della prima, non ero da sola nella stanza. 
Appena voltai la testa, mi ritrovai davanti un ragazzo, all'incirca di 19 anni. I suoi capelli biondi, probabilmente tinti, erano portati su da un po' di gel. Ma ciò che attirò la mia attenzione erano i suoi occhi, di un blu così intenso che il mare, a confronto, non era nulla.
'Buongiorno' disse il ragazzo sorridendomi. 
Deglutii e poi, con una mossa fulminea, scesi immediatamente dal letto. Provai a raggiungere la porta ma lui fu molto più veloce. Corse verso di me e mi prese per un braccio.
'Uoh, calmati, bambolina. Non voglio farti del male'. E così dicendo mi riportò sul letto.
'Dove sono?' sussurrai con voce così bassa e roca che dubitai mi avesse sentita, ma sbagliavo.
'Te lo diremo a tempo debito' rispose lui. 'Ora vieni con me' mi ordinò per poi riafferrarmi per il braccio e condurmi verso l'esterno della stanza. 
Notai che il corridoio era nettamente in contrasto con la camera dove avevo riposato. Era luminoso e ben tenuto, ma non ebbi tempo di cogliere altri dettagli che la voce del ragazzo riportò la mia attenzione su di lui.
'Questo è il bagno' disse indicandomi la porta di fronte a noi due. 'Dentro troverai dei vestiti puliti. Cambiati e sistemati e poi esci. Io ti aspetterò qui fuori'.
Continuavo a non tenere lo sguardo basso. 'Mi hai capito?' disse portandomi due dita sotto il mento per farmi incontrare i suoi occhi. Strinsi i denti e spostai la sua mano dal mio viso e mi rinchiusi nel bagno.
Decisi di non farlo aspettare meglio per paura che potesse farmi qualcosa. Feci una doccia veloce e presi il cambio di cui mi aveva parlato il ragazzo dagli occhi azzurri. 
I vestiti consistevano in una maglietta nera, troppo grande per essere femminile ed un paio di jeans, anche questi troppo grandi. Decisi di rimettere almeno i miei di jeans, sicuramente molto più comodi.
Uscii dal bagno e, come immaginavo, lui era fuori.
'Andiamo' mi ordinò facendomi cenno di seguirlo.
'Comunque, io sono Niall' continuò mentre camminava.
Io continuavo a non fiatare e la cosa non passò inosservata a Niall che mi riprese immediatamente.
'Sai' iniziò. 'Solitamente, quando una persona si presenta, è buona educazione fare lo stesso' ridacchiò ma io continuai a stare zitta.
A quel punto, Niall mi spinse contro la parete bloccandomi i polsi con le mani. 
'Ascoltami bene' disse. 'O cerchi di essere accondiscendente, oppure il tuo soggiorno in questa casa non durerà molto. E no' continuò bloccando il flusso dei miei pensieri 'non sto pensando al fatto di rispedirti a casa'.
Mi lasciò i polsi e iniziò nuovamente a camminare mentre io lo seguivo.
'Carter' sussurrai.
'Come? ' fece lui non capendo le mie parole.
'Mi hai chiesto come mi chiamo' dissi interrompendomi. 'Carter'.
'Carter...?' chiese lui.
'Dawson'.
'Carino' disse lui prima di spingere un'altra porta.
Entrammo in una sorta di studio molto grande. Vi erano enormi scaffali con un gran numero di libri che ricoprivano l'intera stanza, al centro della quale vi era una scrivania. Dietro di essa, un ragazzo era piegato a scrivere su dei fogli. 
'Ti sei svegliata finalmente' esordì quello ancora intento a leggere quei fogli. La voce era la stessa che avevo sentito un paio di ore fa nella stanza, assieme a quella di Niall.
'Vi lascio da soli?' disse Niall. 
Sussultai a quelle parole. Per quanto Niall fosse dalla parte nemica, non volevo che mi lasciasse.
'Si' rispose l'altro.
Il mio cuore iniziò a battere veloce, troppo veloce dopo che Niall uscì dalla stanza. 
Rimasi lì, immobile, per circa una decina di minuti prima che lui alzasse il suo sguardo su di me. Si alzò dalla sedia e si posizionò davanti a me, iniziano a squadrarmi da capo a piedi mentre io cercavo di non piangere.
'Allora, Carter...' disse lui ma fui io ad interromperlo.
'Come... Come sai il mio nome?' balbettai.
Lui rise, come se quello che avevo appena detto fosse una cosa ridicola e scontata.
'So molte più cose di te di quanto tu possa immaginare'. Deglutii a quelle parole.
'Ma l'altro... Niall non....'provai a dire.
'Niall non lavoro a stretto contatto con il capo come me' disse semplicemente.
'Il capo?' arrischiai a chiedere.
'Sono Zayn' disse lui ignorando volutamente la mia domanda. 
Presi un bel respiro. 'No'.
'No, cosa?' disse lui sorridendo. Aveva un sorriso meraviglioso che mi impedì di parlare per qualche secondo. Scossi la testa per poi riprendere ciò che volevo dire.
'No, non ho chiesto il tuo nome. Voglio sapere cosa siete, dove mi trovo e cosa volete da me' dissi decisa. 'Per favore' terminai in maniera supplicante.
'D'accordo' disse lui scrollando le spalle. 
Aprii la bocca, come per ribattere, quando capii che aveva davvero acconsentito a tutto quello che avevo chiesto.
'Non posso ancora dirti molto ma sappi che siamo a Londra e che, molto presto, incontrerai la persona che ha voluto il tuo rapimento'.
'Aspetta, cosa? Londra?' domandai spalancando gli occhi. Com'era possibile che da New York fossimo arrivati a Londra?
'Niall' chiamò lui. Subito dalla porta comparve Niall.
'Riporta la ragazzina in camera e assicurati che ci rimanga'. Rimasi di stucco. Non aveva intenzione di darmi altre informazioni.
'A presto, ragazzina' mi salutò lui facendomi l'occhiolino e tornando alle sue scartoffie. 
Niall mi riportò subito in camera.
'Che cosa volete da me?' chiesi guardandolo.
'Presto saprai tutto. Ora, cerca di riposare' e detto ciò, si dileguò dalla stanza, che venne chiusa a chiave dall'esterno. Sprofondai la mia testa nel cuscino e gridai.
Gridai per la frustrazione, per la rabbia, per la paura.


 
CHIEDO PERDONO!

Ok, vorrei scusarmi per due cose:
1. per il ritardo nel postare il capitolo cc non cambierò mai lol
2. per la schifezza del capitolo.
Ammetto che non sapevo bene cosa scrivere. Avrei voluto far succedere più cose ma poi mi sono accorta che sarebbe uscito fuori un capitolo lunghissimo. E so che, effettivamente, non è successo chissà che, ma consideratelo un semplice capitolo di transizione. La storia in sè è abbastanza complicata quindi, con calma, vedrò di risolvere tutto (?) lol
Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni, anche se non è ancora successo nulla, quindi RECENSITE.
Un bacio c:
  
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