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Autore: Sasha Fierce    08/07/2013    0 recensioni
Sono sempre stata diversa.
Mi nascondevo.
Un giorno peró,tutta la mia vita é cambiata.
Per salvare la persona che amo,sono finita intrappolata.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Vieni qui!-Faccio segno col dito.Che stupido.
-...-Non mi risponde.Cavolo.Ho troppa fame.
 -Eddai.Devo dirti una cosa.-Si gira.Evvai lo ho in pugno.
-Sì.Bravo.Piú vicino....Ancora un pó...-Manca poco. Fatto. Gli prendo il collo e faccio in modo che mi guardi negli occhi.
 -Vedi che non sei stupido.Ora dammi la chiave...- Incerto mi consegna le chiavi senza mai staccare i suoi occhi dai miei.Non ci riuscirebbe.
Appena mi consegna le chiavi mollo la presa sul suo collo.Ormai è mio.
Apro la porta e rimango ferma per un attimo,lottando contro la fame che mi attanaglia lo stomaco. Sono tentata di azzannare quella stupida guardia,ma non posso.Quel poco di umanita che mi è ancora rimasta me lo impedisce.
Proseguo fino alla fine del corridoio appena vedo due guardie il mio cuore smette di battere per qualche secondo.Mi nascondo e per fortuna non mi hanno visto,così proseguo.
Il corridoio sembra infinito.La fame sta per uccidermi.Se non mi sbrigo perderó la ragione.
Al pensiero della mia fame che prende il sopravvento mi viene la pelle d'oca.
-Ehi TU!!-Oh cazzo.Non mi sono accorta dell'arrivo di una delle guardie.
Dalla mia gola esce fuori un ringhio.Mi stupisco,anzi,mi spavento.
So cosa vuol dire questo boato.
Torno a correre mentre la guardia mi insegue.Continuo a correre.La guardia non lo capisce,ma gli sto salvando la vita. Se dovesse trovarmisi davanti al culmine della mia fame,non risponderei delle mie azioni.
Continuo.Corro sempre piú veloce.
Ma aspetta!!Mi è venuta un idea.Mi fermo.Chiudo gli occhi e riparto. Lascio dietro di me una scia di acqua.Mentre corro sento che la guardia è scivolata.
Evvai ha funzionato.Una luce mi acceca non appena arrivo alla fine del corridoio.
Cado all'indietro e prima che riesca a mettere a fuoco qualcuno mi punta un sonorizzatore alla testa. Appena metto a fuoco vedo una trentina di cacciatori che,vedendomi hanno preso i loro sonorizzatori e me li hanno puntati contro.
Ovviamente non bado a loro.La fame mi provoco un dolore allo stomaco.
Prima di accorgermene sono in ginocchio.Un braccio sullo stomaco e l'altro che mi impedisce di cadere.Sento gli occhi prudere e una voce mi dice di tirare su le mani.Ovviamente non posso. Sputo del sangue e la vista mi si appanna.Respiro affanosamente.I suoni mi arrivano ovattati.
Tra tutti questi suoni sento una voce familiare farsi sempre piú vicina.Non capisco cosa dice.
Mi accascio a terra tremante.Ad un certo punto,sento qualcosa premere sulla mia bocca.Ha un buon odore,così la azzanno. Sento la fame placarsi.Senza staccarmi da quello che sembra un collo mi alzo in ginocchio.
La ragione torna.Gli occhi non prudono piú.
Continuo ad affondare i denti dentro quella carne invitante.Non mangiavo da una settimana.
Mi sento rinata.Apro lentamente gli occhi e mi accorgo di chi ho sotto i denti e di tutti i cacciatori che mi osservano increduli.
Oh cazzo!!No no no!!Mi stacco appena in tempo per sentire un gemito di dolore.
-Alexander!-Vedo la sua camicia piena di sangue.Mi ha sentito,ma non dice una parola.
Mi guarda freddo mentre,con uno straccio,allungatogli da un compagno si tampona il morso.
-Jordan!Ma che piacere vederti.-Prima di potermi girare ad azzannare anche quel bastardo una potente scossa mi fa accasciare,di nuovo,a terra.
La scossa non accenna a smettere e,con la poca forza rimasta,mi infilo due artigli nel collo e levo quel dannatissimo cip.
La scossa finisce.Schiaccio il cip e mi giro verso quel bastardo.
-Signore.-Lo fulmino con lo sguardo mentre mi alzo in piedi.
Non mi avvicino.E' lui a farlo,anche perchè,se anche solo ci provassi io una trentina di sonorizzatori mi spatterebbero a terra in un attimo.
-Jordan Jordan Jordan-Fa di no con la testa in segno di delusione.-Quante volte devo dirtelo che quando vieni qui,non devi uscire dalla tua cella?-
La mia mano produce una scintilla e a quella vista tutti i cacciatori,poggiano il dito sul grilletto. -Con calma.Non vi faccio saltare in aria prometto.-Durante questa affermazione li guardo tutti.Mi soffermo sul bastardo e alzo un sopracciglio come a dire "ci proveró".
-Molto gentile.Ora si puó sapere perchè non sei nella tua cella?-Mi squadra da capo a piedi.Non sembra irritato,ma il sangue sul mio camice,lo disgusta. In veritá lo disgusto io.
-Signore potrei parlare?-Mi stupisco e non sono l'unica.Alexander,che ora aveva sulla ferita una medicazione,molto sbrigativa,si era messo davanti a me.
-Consentito.-Ha un tono freddo e irritato il bastardo.Sa cosa c'è sotto la ferita.
-La ragazza aveva fame.-Anche Alexander ha un tono freddo si vede che ha preso da suo zio.
-Aveva fame?-Mi scruta,da capo a piedi,da dietro la figura di suo nipote.Dopo un sospiro,dirige il suo sguardo verso il nipote.
-D'accordo stavolta è perdonata.Ma tenerla qui non è sicuro.-Rimango incredula.
E che sono?Un oggetto?Bastardo,se ti prendo….
-Verrá riportata a New York.La voglio pronta tra un'ora!-Rimango incredula.
I cacciatori mettono via i sonorizzatori,tranne due che si affiancano a me e mi puntano i sonorizzatori alle costole,facendomi segno di proseguire.
-Tu verrai con noi.-Prima di uscire dalla stanza vedo il bastardo far segno ad Alexander di seguirci.
Ho il cuore alla gola.Proseguiamo tutti e quattro in silenzio fino ad arrivare ad una porta.
-Eccoci qua!-Alexander apre la porta mentre,una delle guardie,mi spinge dentro e se ne va,chiudendo la porta dietro di sè.
Ora nella stanza ci siamo solo io ed Alexander e come sempre,ognuno va per la sua strada,senza proferir parola.
Siamo soli nella stanza.                                                                                        
Insomma,non é strano.Non è la prima volta.Sará gia la quarta o quinta volta che si ritrovavano nella stanza.                                                                                                             Qualcosa peró è diverso stavolta.Stavolta sentivo l'odore del suo sangue.                              
Del sangue di Alexander,in modo diverso.Stavolta quell'odore mi attrae.Mi fa venire l'acquolina in bocca.  
-Ehi.Che ci fai lí impalata?Muoviti,vai a prepararti!-Mi sento come risvegliata da un sogno.Ci mancava che mi trovasse con la bava alla bocca.
-Sì.Adesso vado.-Prima che possa chiedermi a cosa sto pensando,mi fiondo nel bagno e chiudo la porta dietro di me.
Apro il rubinetto e,dopo essermi guardata allo specchio,mi lavo la faccia.Scrosto via il sangue dal contorno della bocca e dalle mani dopodichè inizio a riempire la vasca.
Mentre aspetto tiro fuori il mio accendino e giocherello un pó.
-Mi scusi signorina.Ecco qua.-Una domestica entra,interrompendo i giochini col fuoco e portandomi il cambio.
Non appena la domestica esce dal bagno,mi avvicino al vestito.Se non fosse così bello e non mi servisse a coprirmi lo avrei giá bruciato,tanto per non soddisfare quel bastardo.
Inizio a passare le dita sul pizzo.È molto bello.È di colore bianco,ha un corpetto in seta ricoperto di pizzo che si prolunga sulle maniche,completamente in pizzo,senza seta,cosí come sul decoltè.Il tutto abbellito da una scollatura sulla schiena,che termina con essa,un paio di tacchi,o trampoli,e un paio di orecchini,che,come so,contengono un cip di rintraccio,inutile e patetico.
Dopo 10 minuti la vasca è pronta.Mi ci tuffo,dopodichè inizio a rilassarmi in quel caldo abbraccio.Adoro questa vasca.È calda,grande e accogliente.Mi fa sentire protetta e protrei quasi addormentarmici.
-Ehi,dovrei entrare.-É Alexander.Mi ha quasi spaventato,ma subito rispondo.
-Sì!Un attimo.-Ad un cenno della mia mano,la vasca viene circondata da delle serrande di legno.-Ok.Ora puoi entrare.-
Sento aprirsi la porta,così alzandomi sbircio al di lá delle serrande.
La scena che vedo mi fa prudere la gola.Si sta rimedicando la ferita.
Quel odore impregna la stanza.
-Ti fa male?-Chiedo da dietro le serrande.Dopo un piccola smorfia di dolore.Penso che non mi risponderá e mi riabbasso.
-È roba da poco.-Dopo queste parole,rimette il cerotto ed esce.
Mi lascio cadere sott'acqua.Rimango lí 20 minuti dopo di che,esco e con un soffio,mi ritrovo asciutta.
Mi guardo un attimo allo specchio,ma subito mi giro verso il vestito.Lo indosso,insieme alle scarpe e gli orecchini.Come ultimo mi scuoto i capelli neri come la pece,con striature oro e mi mordo il labbro fino a farlo sanguinare.Spalmo con la lingua il sangue sulle labbra e finalmente,sono pronta.
Esco e mi ritrovo Alexander che mi fissa.
-Perfetto.Ora che sei pronta andiamo.-Mi aveva guardato freddo,ma fa niente.
Alexander è piú semplice indossava dei jeans neri e una camicia bianca.Niente di piú,se non l' orologio in argento che avevo tentato di fregargli 1 mese e mezzo fa.
Mi è costato quello stupido orologio.Mi è costato la sua libertá.
  
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