Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Melabanana_    08/07/2013    3 recensioni
Hera Tadashi è un ragazzo apparentemente indifferente a tutto, che si lascia passare accanto gli eventi senza preoccuparsene molto.
Afuro Terumi è un idol emergente, ma già molto famoso, che nasconde il suo vero carattere.
Questa fic parla di come il loro incontro abbia modificato le loro vite, e di come la loro storia sia venuta ad intrecciarsi con quella dei loro amici.
Coppie: HerAfu, DemeKiri, ArteApo, vari ed eventuali.
{dedicata a ninjagirl, che mi ha fatto scoprire e amare queste pairings.}
~Roby
---
Perché in ogni momento, il rosso e il viola sanno sempre trovarsi.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Altri, Hera Tadashi, Jonas Demetrius/Demete Yutaka
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buonasera c:
Era da un po' che non aggiornavo eh? xD
Bene, allora parto dicendovi che questo capitolo è cruciale -finalmente si inizia a parlare del passato di Hera!  Dovrei risolvere in un paio di capitoli .u.
Bacioni,     
Roby



Capitolo 25.

Il freddo della sera non era neanche lontanamente paragonabile al gelo che gli scorreva nelle vene, paralizzandogli il cuore.
Il vento gli portò via la sciarpa, e l’unica cosa che restò a fargli calore sulla nuca furono i suoi capelli rossicci.

Il bambino si portò le mani chiuse in pugni tremanti al viso, sfregando gli occhi fino a farli diventare rossi nel tentativo di asciugarsi le lacrime.
Ma queste continuavano a cadere e, guardando quel piccolo cumulo di terra che faceva da coperta ad un altrettanto piccolo corpo, ne caddero altre.
Non andare, pensò, Non lasciarmi solo anche tu…
Non andare… }

xxx

 
-Finirò per congelarmi! Non dovrebbe fare così freddo!-
Hera alzò un sopracciglio e guardò scettico Kirigakure.
-Credevo che i ninja dovessero sopportare stoicamente ogni cosa. - commentò.
Kirigakure ammutolì e mise il broncio, preso alla sprovvista.
Demete sospirò e si tolse la sciarpa per avvolgerla intorno al collo del suo ragazzo.
-Ecco; va bene?- disse. Kirigakure arrossì e gli prese la mano.
-Così è anche meglio…- rispose, facendo arrossire anche Demete.
Hera roteò gli occhi. Fantastico. Adesso doveva fare anche il terzo incomodo.
Il suo sguardo corse lungo il viale.
Il cortile era piuttosto sfollato, dal momento che molte classi erano andate in viaggio, e la sua attenzione fu subito catturata da una testa bionda.
Guardò la coppietta felice e poi il biondo, e proclamò quest’ultimo sua salvezza.
-Afuro!- esclamò accelerando il passo per scartare mamma e papà.
Si diresse dritto verso il biondino, aspettandosi che Afuro gli saltasse addosso come al solito; invece con suo grande disappunto il biondo era talmente immerso nei suoi pensieri da non notarlo nemmeno.
Hera lo squadrò bene: non ci voleva un genio per capire che qualcosa lo turbava.
Rimase in silenzio per un po’, in attesa di essere visto, ma si stancò presto di essere ignorato.
-Afuro.- disse impaziente, si chinò velocemente e gli diede un bacio sulla guancia.
Parve funzionare; Afuro alzò gli occhi di scatto, arrossendo vistosamente, sorpreso del bacio a tradimento.
-C-cosa?-
Hera si mise le mani sui fianchi, seccato. –Non ti permetto di ignorarmi dopo avermi dichiarato il tuo amore in modo tanto appassionato, biondino.- disse.
Afuro distolse lo sguardo, accennando un sorriso. –Sì, scusami, ma io…- replicò.
Hera notò una leggera esitazione nella fine della frase:-…devo dirti una cosa importante.-
-Dimmi.- rispose sorpreso, e curioso di sapere cosa turbasse tanto l’idol. Che fosse di nuovo successo qualcosa a suo padre?
-Io…- Afuro cominciò, ma Kirigakure e Demete lo interruppero con delle grida.
-Ommioddio! Ommioddio! Cosa vedono i miei occhi innocenti!- strillò Kirigakure.
Hera e Afuro spostarono perplessi lo sguardo da lui (occhi innocenti?, si chiese Hera) a Demete, il quale fissava con una faccia da pesce lesso qualcosa di fronte a lui.
Entrambi seguirono il suo sguardo, solo per trovarsi davanti Artemis e Aporo insolitamente attaccati l’uno all’altro; le braccia di Aporo erano avvinghiate al collo di Artemis, costringendolo a scendere alla sua altezza, le mani di Artemis sparivano sotto la maglietta dell’altro, e le loro labbra erano unite in un bacio tutt’altro che casto.
L’urlo di Kirigakure, comunque, sembrò disturbarli. Non appena Aporo aprì gli occhi e li vide, si staccò precipitosamente da Artemis, rosso in volto per l’imbarazzo, ma anche per la mancanza di fiato. Il suo partner si limitò a sbuffare, scocciato dell’interruzione.
–E così, c’è stata qualche novità interessante nel weekend?- esclamò Kirigakure con malizia.
-No!- gridò Aporo di riflesso. Artemis lo abbracciò da dietro.
-Sei il solito cattivone, Hikaru. Allora non siamo fidanzati? Credevo fosse ufficiale ormai.-
-Z-zitto, scemo.- replicò il ragazzino, e Artemis lo baciò di nuovo nonostante lui si divincolasse.
-Io e Hikaru ci siamo messi insieme.- annunciò Artemis una volta staccatosi.
-Wow! Congratulazioni!- esclamò Kirigakure.
Demete sospirò. -Se sta bene a Hikaru, sta bene anche a me.- dichiarò tranquillamente, e Aporo gli lanciò un’occhiata grata.
-Non me lo sarei aspettato… e tu, Tadashi?- commentò Afuro a bassa voce, e si girò verso Hera per cercare conferma, ma ciò che vide lo sorprese.
Il ragazzo fissava Artemis, silenzioso.
La notizia sembrava averlo sconvolto non poco, aveva cancellato la sua solita aurea di irraggiungibilità… Tadashi appariva fragile come un bambino. 
-Artemaniaco del cavolo! Non mettermi le mani addosso in pubblico!- strillò Hikaru.
–Quando non siamo in pubblico invece posso…?- disse Artemis malizioso.
Mentre Hikaru boccheggiava (ma non era mai stato di battuta pronta) Artemis rise.
-E’ suonata la campanella, entriamo, entriamo.- canticchiò allegro.
-Vado da solo! Anzi, andiamo, Yutaka!- esclamò Hikaru.
-Fanno anche più casino del solito.- commentò Demete seguendolo.
-Aspettateci!- Kirigakure prese per un braccio Afuro e cominciò a trascinarlo con sé.
-Saiji… aspetta un attimo, io…- balbettò il biondo, con lo sguardo fisso su Hera, l’unico a non essersi mosso da dov’era.
- Hikaru, ti raggiungo!- esclamò Artemis, decidendo finalmente di muoversi.
Fece un paio di passi, poi fu trattenuto e la risata gli morì in gola.
Sia lui che Afuro sgranarono gli occhi, sorpresi.
-Arute.- disse Hera con voce insolitamente insicura. Le sue braccia erano tese verso Arute, le sue mani strette intorno al suo braccio, lo sguardo rivolto verso il basso.
Artemis si girò, incerto. –Hecchan? Cos’hai?- chiese preoccupato.
Il ragazzo dai capelli rossicci esitò, e tacque.
-Hecchan?- insistette Artemis.
-Arute… anche se adesso stai con Hikaru…- Hera si morse il labbro e la sua voce divenne un sussurro. -…resterai il mio migliore amico…?-
Artemis sussultò, guardando Hera con un’espressione incredula e commossa.
-Sì.- sussurrò. –Certo.-
Hera alzò lo sguardo, guardandolo finalmente negli occhi, e sorrise.
Afuro arrossì, anche se quel sorriso non era rivolto a lui era così pieno di dolcezza e tristezza da fargli amare Tadashi ancora di più; era così bello…
Chissà se avrebbe rivolto un sorriso così anche lui, dopo quello che aveva da dirgli?
Artemis ricambiò il sorriso, mentre lentamente le mani di Hera lo lasciavano andare. 

xxx

Certo non si poteva dire che non contribuissero alla confusione che animava il locale, anche perché da soli Hikaru e Kirigakure urlavano più delle fan di Artemis in gruppo.
Hera si premette le dita sulle tempie.
-Mi state facendo venire il mal di testa.- disse Demete al posto suo.
-Dev’essere perché il rumore rimbomba, nel tuo stupido elmo.- fece notare Kirigakure.
Demete gli fece la linguaccia e gli rubò le patatine fritte dal piatto, sotto il suo sguardo torvo.
Hera sperava vivamente che non li cacciassero dal pub.
Da quando quei quattro si erano “accoppiati” sembravano ancora più esuberanti.
L’unico che non stava urlando era Afuro. Hera gli rivolse uno sguardo di sottecchi: il biondino era insolitamente tranquillo da quella mattina, non faceva che mugugnare fra sé e sé e sospirare.
-Ehi.- mormorò avvicinandosi di un paio di spanne. –Tu non dovevi dirmi qualcosa stamattina…?-
Lasciò cadere la domanda quando vide che Afuro era impallidito: dunque aveva centrato il punto.
-Hai ragione…- disse il ragazzino. Dopo alcuni attimi di esitazione si alzò in piedi, sbattendo le mani sul tavolo e facendo saltare di conseguenza la bibita di Hera.
-Devo dirvi una cosa importante…!- annunciò.
Tutti i volti si girarono verso di lui sorpresi meno Kirigakure, notò Hera. Che il ninja già sapesse cosa stava per dire? Alzò un sopracciglio e incrociò le braccia, in attesa.
-Hitomiko…- disse Afuro, e si fermò. Il suo sguardo vagò su Hera per un istante, poi strizzò gli occhi e disse tutto d’un fiato:- Hitomiko mi ha organizzato un tour che partirà dal prossimo mese e io forse vorrei partire! Potrebbe essere importante per il mio futuro di idol!-
Un silenzio di sorpresa accolse queste parole.
-Wow.- Artemis fu il primo a parlare. –Beh, congratulazioni.-
-Sì, infatti. Hai lavorato sodo vero? Te lo meriti!- esclamò Aporo raggiante.
Kirigakure annuì e abbracciò il biondino. –Sai che io appoggerò ogni tua scelta.-
-M-ma… è meraviglioso, però… questo vuol dire che non ci vedremo per un sacco di tempo!- boccheggiò Demete, già con le lacrime agli occhi.
Afuro accennò un sorriso di assenso e Saiji scosse il capo.
-Ti avevo detto che piange come una fontana. Tiè, Dem.- disse il ninja porgendogli un fazzoletto, con cui l’altro si soffiò rumorosamente il naso.
-Aphrodi! Pensami spesso mi raccomando, mi mancherai tanto!- gridò il gladiatore in lacrime.
-Come sarebbe “pensami spesso”?! Mi stai forse tradendo, Yutaka?!- si lamentò Kirigakure.
Afuro accennò un risata, ma si vedeva che era nervoso.
La cosa che più lo turbava era la reazione di Tadashi… ma essa non ci fu.
Il biondino cercò in lui anche solo un minimo sussulto, ma Hera rimase impassibile, con lo sguardo distratto dal paesaggio fuori dalla finestra. E allora, come molte altre volte, il suo sguardo distante lo ferì più di ogni altra cosa.
“Io sono qui, Tadashi…” pensò con gli occhi velati di lacrime. “Perché tu guardi sempre oltre? Guardami, dannazione… perché non guardi me per una volta?!”
Avrebbe voluto urlarglielo in faccia, invece gli uscirono parole molto più amare.
-Perché non mi dici nulla?- disse arrabbiato. Hera si girò, senza mutare espressione.
-Non ho il diritto di dirti nulla.- rispose tranquillamente. –E’ una tua scelta.-
Negli attimi di silenzio che seguirono la tensione era palpabile. Demete e Kirigakure smisero di litigare per osservarli, e anche Aporo e Artemis li fissavano sorpresi.
Afuro iniziò a tremare, a pugni chiusi, e gli uscì un sorriso cattivo.
-E’ sempre stato così, vero? A te non importa niente di me!- lo accusò, sperando che Hera negasse, o almeno assentisse. Ma il ragazzo non disse nulla e questo lo fece arrabbiare di più.
-Non merito neanche una risposta? Ma chi ti credi di essere?- gridò Afuro furioso.
Le lacrime ormai gli scorrevano lungo le guance, infrenabili.
-Sei uno stupido, Tadashi… solo uno stupido!- concluse, quindi si voltò e scappò fuori dal locale.
-Afuro! Aspetta!- esclamarono Aporo e Demete mentre si alzavano e lo inseguivano.
Kirigakure li imitò, ma prima di andarsene fulminò Hera con lo sguardo in un chiaro segno di rimprovero. –Ti odio quando sei così debole.- commentò, e uscì anche lui.
Solo Artemis rimase a fare compagnia ad Hera… solo Artemis, il suo compagno di sempre.
-Hecchan…- disse, incerto. –Sicuro di volerlo lasciar andare?-
Hera scosse il capo e con una mano si coprì il volto, fra le sue dita s’intravedeva il fantasma di una risata. -“Non andare”… parole significative vero? Non le ho mai dette nemmeno ai miei genitori…-
Artemis conosceva troppo bene Hera per non sapere che il sorriso impresso sulle sue labbra smorte era un sorriso costruito, comprimendo lacrima dopo lacrima.
-Hecchan…- mormorò, ma si fermò, incapace di dire altro.
Hera continuava a ridere, e a ridere di se stesso.
-Quelle parole… le ho dette solo ad una persona… - mormorò. -Le ho dette ad una bambina, tanto tempo fa… e non voglio dirle… mai più.-

xxx 

{ Non andare… queste parole avrebbe voluto dirgliele prima.
Ma ormai era tardi, e allora le avrebbe rinchiuse dentro se stesso.
Non doveva mai più dirle, si ripromise, erano solo per lei.
Non andare significava addio. }




---


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Melabanana_