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Autore: BlueWhatsername    08/07/2013    5 recensioni
Non chiedetemi di spiegarmi, non sono la persona più adatta.
Commetto errori, non me ne accorgo, ferisco le persone e dopo le rimpiango.
Non sono cattiva no, solo tendo a dimenticarmene.
Ma il tempo, quello mi martella nel cervello.
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Raccolta di OS, scritte con la più totale libertà e senza una scadenza precisa.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi è successa una cosa strana.
Tanto strana sei sempre stata’ diresti tu.
Quindi nessuno problema, no?
Beh, no.
A dir la verità, se ci ripenso, mi viene pure da ridere.
Ma possibile che quando parlo con te, io debba sempre ridere?
Vabbeh, sarà normale ‘sta cosa…
… Comunque, sì.
Insomma, è successa un cosa strana.
No, dai, smettila di fare quel sorrisetto scemo – perché lo so che stai sorridendo da solo! Lo so! – e ascoltami, ok?
Però ascoltami davvero.
Non come quando ti parlavo e tu puntualmente eri troppo impegnato a non ascoltarmi.
O a controllare che avessi i capelli in ordine.
(Ancora mi infastidisco se qualcuno mi tocca i capelli, pensa un po’, mi incazzo come una iena solo perché… Beh, non lo so, ma mi dà fastidio.)
O a pensare ai fattacci tuoi.
Come se io fossi invisibile, giusto?
Come se non ci fossi, come se… Beh, come dicevi? ‘Come se questa pulce davanti a me non fosse davvero dotata del dono della parola’.
Che stronzo.
Ed io penso, in tutta sincerità, che un pugno del genere sulla spalla non te l’abbia più dato nessuno.
Ammettilo, sapevo darli bene, i pugni.
Sapevo far male, anche.
Perché – sempre per citarti: ‘Sai esattamente dove colpire e questo è il più grande pericolo con te, che capisci sempre come fare’.
No, beh, la realtà è che io non c’ho mai capito un cazzo, con te.
O non sarei qui a… Cosa sto facendo, poi?
Parlarti? Scriverti? Sfogarmi con te? Incazzarmi?
Non lo so, non lo sai nemmeno te, immagino.
Ti sfido a dirmi cosa sto facendo.
Di solito eri bravo a capire le mie mosse, a capirle meglio della sottoscritta.
No, aspetta, prima che ti racconti questa cosa strana che mi è successa, lascia che ti dica una cosa.
(Se non la pianto di ridere a questo volume, penso che mi cacceranno presto.)
Insomma…
… Tipo, ti ricordi quando mi chiedesti se volevo provare a fumare?
Serio, te lo ricordi?
(E no, non è una delle mie solite stronzate, come ti piaceva tanto dire)
È una cosa seria, giuro.
Seria? Come no…
Che tono del cazzo, t’avrei volentieri mandato con la testa sotto un getto d’acqua gelata solo per il modo che avevi di guardarmi.
Insomma, vabbeh, te lo ricordi o no?
E ricordi anche cosa ti dissi?
Che io, sostanzialmente – scusa tanto, sai che non resisto! – non mi faccio tanto abbindolare, sia una persona a tentarci, sia una qualche strana dipendenza esterna.
E tu mi prendesti in giro, dicendo che era solo una sigaretta, e che provare non sarebbe costato nulla.
Beh, vedi, è qui che non hai mai capito un cazzo.
Capisci?
Anche provare una volta crea dipendenza, da qualsiasi cosa, anche solo… Volerlo fare ti porta a volerne ancora e ancora e ancora.
Perché si sa, il cervello umano è un gran casino, ma se c’è una cosa che sa fare bene, è proprio gettarsi sulle braci ardenti da solo.
E insomma, capisci?
Respingere era già come attirare, eri già dipendenza prima ancora di essere il mio primo tentativo.
Che poi io quella sigaretta non l’ho manco mai fumata, l’ho vista consumarsi tra le tue dita, ma non l’ho toccata.
Mi piaceva guardarti mentre fumavi, mi piaceva un casino, te lo giuro.
(Prima o poi c’arrivo alla cosa strana che m’è successa, giuro!)
Boh, mi piaceva come il fumo saliva e… Sembrava che ti risucchiasse la faccia.
Che poi detta così fa anche schifo – no? – ma a me è sempre piaciuto il profilo che si scontrava con gli occhi chiari e incasinati che avevi.
Incasinati perché incasinavano.
A parlare di te, pare quasi che io stia parlando di un grande eroe da romanzo, quando in realtà sei solo lo stronzo che porta la bandiera.
‘I was a good girl till I found the bad boy who made me the worst one ever.’
Me lo hai detto tu, te lo ricordi?
Non so se fossi solo cretino, o stronzo, o forse un po’ brillo, quella volta.
Ma tipo ti sei avvicinato e me lo hai detto – ed avevi pure una buona pronuncia, dai.
Che presuntuoso del cazzo.
Hai sempre pensato di sapere tutto di me.
Ed il brutto è che avevi pure ragione.
Insomma…
… La cosa strana?
Ma ci credi se ti dico che ho sognato di baciare uno?
Giuro.
L’ho sognato davvero.
Che poi ‘sto qua è anche un tipo strano, insomma… Ho la vaga idea che se lo vedessi mi misureresti la febbre e poi mi manderesti a fanculo.
Probabile.
Insomma, ho sognato di baciarlo.
O forse era lui che baciava me, chi se lo ricorda?
Ma la cosa strana non sta tanto nel bacio – che poi era anche un bel bacio, appuntatelo, tanto lo so che la cosa ti dà ai nervi, quindi non fingere di ignorare le fitte allo stomaco – quanto nel fatto che, quando mi sono svegliata, ho pensato che un bacio del genere non me lo avevi mai dato.
E non fare quella faccia assurda come a dire che ti senti offeso.
Che tanto poi lo so che non te ne frega un beneamato nulla, ok?
E non mettere su nemmeno quello sguardo scemo.
Che tanto poi… Insomma, basta.
Insomma… Dicevo, questo bacio.
Dio, che cosa stupida.
Vedi quant’è stupido?
Nel mio cervello questa cosa aveva un senso, giuro.
Nel mio cervello era tutto un gran discorso, pieno di frasi ad effetto e fraseggi e non so che altra diavoleria – come quelle che tu mi dicevi che ero brava ad inserire per far sempre quadrare le cose – e invece…
… Arrivo qui e mi trovo a scrivere un mucchio di stronzate che non hanno né capo né coda.
Ci capiamo?
Capisci che dico?
No, non ha senso questa cosa.
Che poi perché te lo vengo a raccontare?
Dio Santo, che stronzata.
A parte che sto ridendo come una povera pazza, rischio di essere cacciata di casa e…
… Che altro?
Ah già, ho anche scritto una cosa totalmente priva di senso logico e direi anche scoordinata dal punto di vista dei contenuti.
Meno paroloni e più fatti’, dicevi sempre.
Forse è stato proprio quello il problema, non lo so.
Sinceramente e fondamentalmente le domande non me le pongo più.
Non mi interessano.
Però, insomma, sai… Quel bacio m’è piaciuto, alla fin fine.
Era intenso, pareva vero.
Giuro, quando mi sono svegliata mi sono dovuta toccare la bocca per sincerarmi che non mi si fosse staccata.
E, ci posso scommettere, non stai ridendo.
E so anche che mi diresti, sai?
Il tuo orgoglio fa così drasticamente schifo che non te ne frega nemmeno niente di sembrare stupida.
Beh, probabile.
Che sembri stupida, dico.
E anche un po’ infantile.
E scema.
Ma beh, parli proprio tu?
E sai, non credere che io stia scrivendo tutto questo mucchio di stronzate solo perché voglio sfogarmi o dirti che sei stronzo.
Cioè, che sei stronzo già lo sai, e già te l’ho detto.
E non pensare nemmeno a cose sceme tipo che tornerei volentieri a provare se davvero sai dare un bacio del genere.
(Mi devo spiegare? Direi di no.)
E non ridere, per l’amor di Dio, non riderei, dai.
Lo so che lo stai facendo.
Spero tanto che quei capelli alla ben’e meglio che ti piaceva portare ti accechino.
E no, non sto facendo la scema, dico davvero.
E sai cosa?
Era solo un sogno, è vero, ma non è stato davvero male come bacio.
Avrei la presunzione di dirti che vorresti strangolarmi per questo – cosa che poi ho fatto qualche riga sopra, ma dettagli – ma non lo farò.
No, lascerò semplicemente che le cosa vadano.
Come hai sempre fatto tu.
Ho imparato dal migliore, no?
Impari in fretta, c’è da aver paura seriamente.
Appunto.
 
 
P.s.: e no, non ricordo d’aver stretto le mani a quel tipo là come facevo con te, appuntati anche questo.
  
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