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Autore: Dira    22/01/2008    12 recensioni
"Era buffo;Silente non aveva fatto altro che ripeterci che l’amore sarebbe dovuto essere la nostra forza,l’arma che ci avrebbe portato alla vittoria,che ci avrebbe resi più forti di qualsiasi magia nera, ma il mio amore per Hermione si era più volte rivelato un punto debole,la cosa che fra tutte,mi dava più alla testa, che mi aveva spinto a fare cazzate di proporzioni ippogrifiche. Niente,neanche la Maledizione Imperius, avrebbe potuto mettermi contro Harry, se il timore che lei potesse preferirlo non mi avesse logorato il cuore e le mente,perché non c’era in me un desiderio più intenso e doloroso che averla."
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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The Other Side of the Story

The Other Side of the Story

(Hermione)

 

Non riuscivo a dormire.

Me ne stavo sdraiata ad ascoltare il cuore battere non solo nel petto,ma anche nella testa e nelle orecchie.

Il suo respiro,la sua presenza,il suo odore:era come se i miei sensi si fossero acuiti ma non riuscissero a percepire altro che lui,nel letto appena sotto il mio.

E mi odiavo perché ,nonostante la rabbia ,il dolore,nonostante il muro che mi ero imposta di innalzare ,ognuna di quelle piccole cose riusciva ancora a sconvolgermi.

Mi rigirai fra le coperte per l’ennesima volta. Mi veniva da piangere. Di nuovo.

 

Poi,lo sentii schiarirsi la gola.

“Hermione?...Vuoi…parlare?”

 

Le sue parole mi paralizzarono, per un momento.

Poteva davvero essere così presuntuoso da credere che avrei lasciato correre anche questa volta?Che mi sarebbe bastato un sorriso, una gentilezza in più per dimenticare?Che mi sarei accontentata di scuse smozzicate,mormorate con le orecchie in fiamme?

Be’,questo poteva bastare per aver preso a calci il mio gatto,per avermi chiamato Secchiona o SoTuttoIo ;me l’ero fatto bastare persino per aver avuto un'altra ragazza.

 

Ma questa volta non sarebbe bastato.

 

“Hermione?”

 

Balzai giù dal letto;non potevo sopportare un secondo di più.

Corsi a rifugiarmi in bagno:lì,mi dissi,non avrebbe avuto la faccia di raggiungermi. E poi il bagno era davvero minuscolo,per starci in due.

 

La porta cigolò in modo strano  mentre si apriva lentamente.

“Posso?”

 

No,non puoi. Non più.

 

Aveva i capelli tutti scarmigliati e il naso arrossato,che spiccava contro il pallore del suo viso.

Doveva essersi preso un raffreddore,buttandosi in quel lago gelato.

Non stava bene?Forse aveva la febbre. O peggio. Le temperature molto basse possono danneggiare gli organi interni.

 

Avrei dovuto chiedergli come stava appena l’ho visto,anziché aggredirlo.

Adesso dovrei baciarlo sulla fronte per sapere se scotta.

Forse ha riportato davvero qualche danno agli organi interni. Avrei dovuto preoccuparmene subito. Avrei…

 

Quando mi si avvicinò stavo tremando,per il freddo e per molto altro.

 

E all’improvviso mi sentii incredibilmente a disagio perché indossavo un pigiamone di flanella ,di un orrendo verde fango,e probabilmente avevo i capelli tutti scarmigliati ,e la sera prima ero così stanca che non  mi ero nemmeno lavata i denti.

Be’, che me ne importa?

Me ne importava,eccome.

Guardandomi con un espressione che avrei imparato a conoscere,ma che in quel momento mi strizzò lo stomaco, Ron mi appoggiò le mani sulla vita,facendo aderire la maglia del pigiama sui miei fianchi .

“Sei così magra”disse.

 

Mi divincolai ,con uno scatto ,dalla sua presa “Oh ,deve farti schifo .A te piacciono belle formose. Tranquillo ,non ci sarà bisogno che mi tocchi ,in futuro.”

 

Volevo ferirlo ,e non mi importava che quelle parole stessero tagliando dentro anche me.

 

Mi voltai,dandogli le spalle,perché non si accorgesse che stavo per piangere.

 

Sentivo i suoi occhi accarezzarmi e mi chiesi cosa stesse guardando,cosa stesse vedendo,in quel momento.

E poi,mi si avvicinò di nuovo,e mi avvolse con le braccia,poggiando il mento nell’incavo della mia spalla. Questa volta,non trovai la forza di respingerlo,ma rimasi immobile,probabilmente smisi anche di respirare. La sua pelle era ruvida di barba non fatta ,e mi pizzicava sul collo.

 

Si staccò dopo un tempo che mi parve infinitamente lungo,ma comunque troppo breve,ed uscì .

 

Ormai non avevo più motivo per trattenermi e mi inginocchiai per terra,piangendo il più silenziosamente possibile,come avevo imparato a fare benissimo nelle ultime settimane.

 

“Hermione…”

 

Trasalii,voltandomi di scatto verso la porta:Ron stava sulla soglia con in mano il suo zaino.

I suoi occhi continuavano a supplicarmi,mentre si sedeva per terra con me,ma rimase in silenzio,cominciando a frugare nello zaino.

 

Mentre mi chiedevo se fosse possibile tirare su col naso in maniera delicata e femminile(perché,ahimè,continuava a importarmene) ,tirò fuori un piccolo involto e me lo posò in grembo ,sorridendo appena ,timidamente.

 

Erano piume di zucchero,di Mielandia. Io adoravo i dolci,ed in particolare le piume di zucchero,perché potevo mangiarle mentre studiavo,senza interrompermi o distrarmi.

 

“Tu adori le piume di zucchero”

 

Non basta,non può bastare.

Ci aveva lasciati. Mi aveva lasciata.

Se ero così magra non era solo per la mancanza di cibo.

 

“Vuoi mettermi all’ingrasso,per rimediare ,non avendo altro a portata di mano?”

 

Si arrabbiò,gli  occhi azzurri non più imploranti ,mentre me li puntava addosso.

 

“Smettila. Lo sai che mi….”arrossì sul collo e le orecchie,e la sua furia parve sgonfiarsi di botto “…e molto,anche. Così come sei. Comunque tu sia.”concluse ,gli occhi di nuovo bassi.

 

Non permisi alle sua parole di commuovermi o lusingarmi.

“Smettila tu. Credi che basti venire qui con degli stupidi dolci a farfugliare quanto sono magra e quanto ti…” - quanto ti piaccio - “ …. dispiace di essertene andato, per sistemare le cose?”

Gli scagliai contro il suo pacchetto,le piume caddero scomposte sul pavimento.

 

“Sarebbe stato un pensiero carino se fossi andato a fare una dannata gita,ma tu ci hai abbandonati, Ron!”

“Hermione,per favore. Sapevi bene con quale angoscia…”

 

“Oh , lo sapevo?A quanto pare avrei dovuto sapere un bel po’ di cose,che non mi sono mai state dette o dimostrate. D’altronde ,sono una SoTuttoIo,come hai provveduto ricordarmi per tutto il periodo che siamo stati a scuola.” Scossi la testa a amaramente. “Ma stavolta io non so niente.”

 

“Hermione…”mormorò,sorridendomi con dolcezza ,“Come puoi dirmi questo?Hai dimenticato la prima sera a Grimmauld Place?Hai dimenticato il Ballo del Ceppo?Hai dimenticato l’incantesimo VomitaLumache?”

 

Non avevo dimenticato nemmeno un minuscolo particolare di ciascuna di quelle situazioni, e di molte altre ancora.

 

“Non ho mai detto che tu  non abbia provato un sentimento di amicizia ,nei miei confronti.”

“Amicizia?Merda!Amicizia?”

Incrociaci le braccia guardandolo con aria di sfida. “Esatto. E non dire parolacce, per cortesia.”

 

Esasperato,nascose il volto fra le mani.

 

“Perché l’hai fatto,Ron?”sussurrai,la voce spezzata.“Dammi un motivo valido!Un solo motivo, e ti giuro che non dirò mai più una parola su questa cosa.”

 

Avrei voluto che non avesse gli occhi lucidi,avrei voluto non avere gli occhi lucidi.

Ebbi l’impressione che sapesse cosa dire,ma che non riuscisse a farlo.

 

E,all’improvviso,mi balenò l’immagine di lui dall’altro lato dell’incantesimo Scudo,da solo.

Mi chiesi cosa vedeva,mentre guardava me ed Harry dall’altro lato,insieme.

 

Il suo viso….ma no,non poteva averlo pensato sul serio.

L’avevano pensato in molti,è vero,ma solo chi non ci conosceva bene. Chi non mi conosceva bene.

 

E poi, mi tornarono in mente Oh,sembri molto più appetitoso  di Tiger e Goyle,Harry.

Non sei mai stato così interessante come ora, e nemmeno così attraente, a dirtela tutta.

Harry…tu sei un mago bravissimo,lo sai?

 

Quanto bene gli avevo permesso di conoscermi?

 

Hai scelto lui.

 

“Ron,” sussurrai, “cosa ti faceva pensare quel medaglione?”

 

“Dimentica il medaglione.”La sua espressione era indecifrabile,e se me l’avessero detto prima, che Ron potesse essere indecifrabile, non ci avrei creduto,visto che di solito ce l’aveva stampato in fronte quello che pensava.

 

 Hai scelto lui.

 

O no?

Quanto bene mi aveva permesso di conoscerlo?

 

“Ti ho chiesto,un motivo, Ron. Non uno che mi piaccia,non uno che condividerei,ma uno che possa capire. Uno solo.”

 

Si chinò a raccogliere le piume di zucchero che avevo buttato per terra,e le riavvolse nell’incarto,torcendoselo fra le mani. Guardava ovunque tranne che verso di me “Non posso darti un motivo,Hermione. Capisco che ce l’hai con me. Non avrei dovuto farlo,e ci sono stato male sin dal primo secondo.”respirò a fondo,come per darsi coraggio e proseguì “Mi sei mancata sin dal primo secondo. Ma mi è servito di lezione,e ora sono pronto ad affrontare quello che ci aspetta, niente più tentennamenti. Vorrei  che questo ti bastasse per perdonarmi.”

 

“Ti sono mancata anche l’anno scorso, quando non ci siamo rivolti la parola per mesi?”

 

Lo vidi vacillare,mentre posava di nuovo gli occhi su di me,sul mio pigiama troppo largo,i miei capelli scombinati,le mie lacrime.

 

“Quante altre volte dovrò perdonarti, Ron?Quante altre ragazze,quanti altri colpi di testa?

 

“Hermione…”mi supplicò,ma io avevo intenzione di parlare chiaro.

 

“Quante altre notti dovrò piangere per te?”

 

Cosa ti faceva pensare quel medaglione?

 

Mi faceva pensare che eravamo entrambi amici di Harry ma che l’uno per altra non eravamo nulla. Amici?

No,decisamente. Essere amici significava che Harry poteva parlarmi di Cho e che ,se avesse voluto, avrebbe potuto parlarmi di Ginny.

Innamorati?

Non ne ero sicura:non avevo mai scavato a fondo per capirlo, in realtà,temendo di stracciare anche quel brandello di amicizia zoppicante che ci legava.

Ci legava davvero,poi?

 

E sentivo una voce sussurrare,ed era come se mi venisse da dentro,e diceva Te lo ricordi,continuamente fra le braccia di un'altra?Cos’altro dovrà fare per farti capire che non ti vuole?

A volte era la voce di Ron e diceva Non c’è da stupirsi che nessuno la sopporti,quella ragazza è un incubo,parola mia!

 

Mi faceva pensare che non ero abbastanza bella,che in fondo non lo ero affatto:troppo magra,troppo piatta, troppo bassa,troppi capelli. Che non ero desiderabile. E che,forse,era proprio questo il problema.

 

 “Io…sono stanca,Ron. Questa è una situazione difficile e credevo che….”

-Averti accanto,sapere che c’eri per me,sentire le tue mani qualche volta,avrebbe reso tutto più facile –

“Credo che non sopporterei altre complicazioni. Io…”- noi -“…alcune  cose semplicemente non possono essere. I segnali ci sono stati e se finora non li abbiamo colti,è anche colpa mia che …”

-Che mi sono illusa che tu potessi essere quello giusto,per me-

“Che ho cercato di far quadrare il cerchio.”

 

I suoi occhi stavolta non avevano mai lasciato i miei mentre parlavo,e questo aveva reso le cose più difficili. Ce ne stavamo ancora seduti a terra ,come due cretini.

 

“Non avrei mai voluto ferirti.”

“Allora perché l’hai fatto?”

“Hermione,ti prego .Io ti…io ti voglio bene,davvero.”

“Se non basta a impedirti di farmi male,non me ne faccio niente.”

 

Mi chiesi se fosse la notte a rendere tutto cento volte più amplificato:la rabbia,il dolore,la tristezza,la voglia,la rassegnazione.

Forse di mattina sarei stata anche capace di ridere della mia esagerazione,del fatto che ero per natura un po’ melodrammatica;ma in quel momento,col buio,riuscivo solo a pensare che tutto sommato,ci ero sempre stata più male che bene,e che forse era il caso di scrivere la parola fine.

Ron, adesso, si era coperto gli occhi con una mano e  mi parve di intravedere il suo mento tremare.

 

Una parte di me avrebbe voluto semplicemente  buttarsi il passato alle spalle e abbracciarlo e baciarlo,ed essere felice perché era tornato e stava bene.

La stessa parte di me che pensava che forse adesso era cresciuto davvero,e aveva dissipato i dubbi e le insicurezze;che forse adesso era pronto per me. Per noi.

 

Ma io ero una donna emancipata,una giusta: gli avevo permesso abbastanza,e temevo che non sarei mai riuscita a perdonarmelo,se gli avessi dato ancora un’altra possibilità.

 

Lo guardai:aveva smesso di coprirsi gli occhi,pur continuando a tenerli bassi,e nell’oscurità non riuscivo a distinguere  le sue lentiggini.

Forse lo fissai troppo a lungo,perché se ne accorse,e finalmente alzò lo sguardo su di me.

 

“Posso mettere tutto a posto,se me lo permetterai.”

“È quello che mi hai detto anche l’anno scorso,in infermeria. Non l’ho dimenticato.”

 

Proprio non ci riuscivo a mettere da parte il passato.

 

“E non ho dimenticato nemmeno quello che mi hai detto prima di andartene,Ron. Le parole hanno un senso,sai.”

 

Hai scelto lui.

 

Si irrigidì,ma non distolse lo sguardo.

“E sono uscita fuori,sotto la pioggia,per chiamarti, per dimostrarti che non era vero. Che avevo scelto quello che credevo ci avrebbe potuto salvare entrambi.” - Darci una possibilità - “ Ma tu non hai scelto me.”

 

La testa mi doleva,e le ginocchia non ne potevano più del pavimento duro e freddo.

Mi alzai.

“Vado a dormire”

Mi raggiunse in un’unica falcata,parandosi davanti alla porta ,impedendomi di uscire.

 

“Ron…”

 

“Io sono qui adesso, Hermione.”,mormorò, la voce umida. “Il Deluminatore mi ha permesso di trovarti perché io volevo trovarti. Lo volevo più di ogni altra cosa.”

 

“Ho capito che hai potuto usare il Deluminatore per trovarci perché…”

 

“No,Hermione, no.”Fece per cingermi la vita con un braccio;ci ripensò,lasciandolo a penzolare lungo il fianco,per attimo,prima di passarsi entrambi le mani fra i capelli. “Il Deluminatore mi ha permesso di trovarti. Di trovare te. Volevo sapere come stavi, se eri al sicuro ,se ce l’avevi con me,”sorrise di sbieco “be’, in effetti qualcosa la sapevo.”

 

Un altro secondo e sarei capitolata,e non potevo permetterlo.

 

“Di Harry,non te ne fregava niente?”

 

Aggrottò le sopracciglia,ma non parve arrabbiarsi.

 

“Certo che me ne fregava. È il mio migliore amico,e mi sono comportato da stronzo con lui. Ma non sarei stato capace di fare un bel nulla per aiutarlo ,se prima non fossi stato sicuro che tu eri ok. Credevo di diventare matto,Hermione,davvero.”Si interruppe,sospirando. “Ma tu eri con lui,e lui era con te ,perciò è stato più facile.”

 

C’ era un velo di gelosia,nella sua voce?

 

Sai che ho dovuto sfilargli la maglietta,per staccargli il medaglione dal petto?

Sai che, per medicagli la ferita, mi sono chinata tanto su di lui,che quasi le mie labbra sfioravano la sua pelle?

Avrei potuto ferirlo,avrei potuto fargli provare almeno un po’ del dolore che lui  aveva  dato a me.

Ma non avrebbe avuto alcun senso,e mi sembrava incredibilmente stupido, e fuori luogo

Non c’era stato niente di romantico o sensuale,in quel gesto. Ci eravamo salvati per un soffio da qualcosa di orribile,avevo rotto la sua bacchetta,e lui stava così male.

E poi,era Harry.

La sola allusione mi sembrava innaturale.

 

Invece Ron,era…Ron.

Non avrei saputo dire se lo fosse sempre stato, per me,sin da quando io  ero un bambina con i denti davanti troppo grandi,e lui era un bambino con i pantaloni troppo corti,o se lo era diventato in un secondo momento;so solo che a un certo punto non riuscivo a concentrarmi sullo studio,se lui mi stava seduto accanto,il suo odore a stuzzicarmi il naso e il cuore.

 

Mi costrinsi ad alzare lo sguardo su di lui.

Com’era alto,i capelli rossi che si stava facendo crescere,gli occhi azzurri così appassionati.

Innamorati.

Di me.

 

Ma, nella mia mente e nel mio cuore, era ancora troppo fresco il ricordo di quegli occhi stessi occhi azzurri freddi ,duri ,quasi sprezzanti,la sera della sua partenza.

 

 

“Voglio solo andare a dormire,Ron. Per favore.”

 

Temetti che volesse ribattere,che non mi avrebbe lasciata andare,che avrebbe portato avanti la discussione fino ad avere l’ultima parola.

 

“Buonanotte,Hermione.”sussurrò, mentre mi ravviava  goffamente i capelli dietro le orecchie con entrambe le mani, sfiorandomi il viso con una carezza.

 

Mi infilai di nuovo sotto le coperte,sentendomi stanca come se avessi corso per miglia;mi ritrovai a pensare che era buffo; secondo Silente,l’amore sarebbe dovuto essere  la nostra forza,l’arma che ci avrebbe portato alla vittoria,che ci avrebbe resi più forti di qualsiasi magia nera, ma il mio amore per Ron si era più volte rivelato un punto debole,l’unica cosa capace di mettermi veramente a terra,e di compromettere la mia razionalità.

 

Proprio non ci riuscivo a dormire. Gli occhi non volevano stare chiusi,il respiro non si calmava,il materasso era troppo duro,le lenzuola troppo ruvide.

 

Di nuovo, sentivo il suo odore provenire dal letto sotto il mio;lo sentivo rigirasi fra le coperte,lo sentivo starnutire.

 

Nel tentativo di trovare una posizione comoda,lasciai penzolare un braccio oltre la sponda del letto:un fruscio di lenzuola e un attimo dopo  sentii le sue dita accarezzare appena le mie.

 

Chiusi gli occhi.

 

***                                             ***

 Ringrazio  airin , Lilli,  EDVIGE86 , hermione77,  robby, Elly692 ,Gluck88, Jane_,Cressida26, ginnyloveharry, per le recensioni: siete state fin troppo generose con i vostri commenti,sono lusingata. Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la storia fra i preferiti ;)

 

Spero che anche questa seconda parte vi piaccia(mi riferisco anche a tutti i lettori silenziosi,naturalmente): ha faticato un po’ a venire fuori questo capitolo,perché non mi ero mai cimentata col punto di vista di Hermione ,anzi sarebbe più corretto dire che non mi ero mai cimentata col punto di vista di nessun personaggio che non fosse Ron.

 

In entrambi questi capitoli non ho fatto altro che provare a mettere per iscritto quello che la mia fantasia mi suggeriva leggendo il libro,identificandomi con l’uno e l’altra,alternativamente.

 

Io ne sono abbastanza soddisfatta:mi fate sapere ,voi,cosa ne pensate?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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