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Autore: Stateless    09/07/2013    1 recensioni
[...] La cosa bella dei pezzi è che, contrariamente a quanto le persone affermino, non torneranno mai al proprio posto se la forza di gravità non è così forte da scombussolare di nuovo la tua vita; e la forza di gravità non fungerà mai da collante per una vita a pezzi in un mondo già a pezzi.
Sarebbe troppo poco pratico.
Ma nemmeno una vita in cui in pezzi siano tornati a posto può essere definita perfetta.
Ci sono le cicatrici per quello [...]
1# La forza di gravità - Hermione Granger
2#L'albero degli impiccati - Pansy Parkinson
3#Is there somebody who can watch you - Ron Weasley
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Pansy, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Non ti muovere

2.
L'albero degli impiccati.

***

(Pansy Parkinson)

 
I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty’s not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart.
(Undisclosed Desires, Muse)




A te. Non so dove tu sia ora precisamente.
Ma so che mi stai guardando da qualche parte.
Forse dal cielo?



 

Non ti muovere.
Se c'era davvero un motivo per il quale odiava gli specchi, quello era il più prevedibile.
L'implacabile desiderio di guardarsi e non restare ripugnata dalla sua stessa vista era come bere acqua ghiacciata d'inverno.
Inutile e dannoso.
E allora perché rompere a calci tutti gli specchi del mondo? Perchè nessuno aveva ancora pensato a uno specchio per contemplare la propria anima?
Nera o così pura da essere invisibile non faceva differenza, per Pansy Parkinson.
Non ti muovere.
Tanto sarebbe rimasta sempre impalata a guardarsi, a impiantare i piedi al suolo e a agitare le mani lentamente.
A fingere di sentire la brezza nei capelli e l'odore dei fiori di campo. L'odore dell'estate arida e delle cicale. Un sorriso sincero e un buon motivo per fingere di ignorare la sua immagine allo specchio.
Tutto ciò che desiderava. Tutto ciò che era così prevedibile per gli altri, e così poco famigliare per lei.
Tutto ciò che non aveva mai provato.
Così lontano.
C'è qualcuno che amandoti possa chiudere gli occhi? C'è qualcuno che per un attimo possa ignorare la guerra nella tua testa?
La tua pazzia.
Non ti muovere.
Aveva salito un milione di scale, abbandonato la normalità, lo scrivere sulle pareti parole insignificanti, piangere con gli occhi chiusi e sentire dolore alle mani.
Scrivere lettere e bruciare poesie.
Collezionare viole appassite. 
Lei stessa.
C'era stata una volta in cui una persona le aveva raccontato la storia di un guerriero che, sulla strada del ritorno a casa, dopo venti anni di sofferenze, battaglie, ferite, cicatrici, aveva perso se stesso. Aveva perso se stesso mentre ritornava verso ciò che amava.
Amare?
«No, non ti è mai interessato.»
«Io non ti ho mai amato per davvero.»
Corri.
Corri, Pansy, prima che lo specchio ti risucchi.
Corri, Pansy, prima che quello che desideri diventi un incubo.
Corri all'albero degli impiccati.
Fuggi dall'amore, Pansy.
Pansy si ripeteva che avrebbe corso, che avrebbe buttato tutto all'aria. 
Che si sarebbe fatta forza. Perché lei era forte. Sarebbe stata forte.
Per quella che sembrava una vita intera, Pansy aveva adorato tutto di lui: il luccichio nei suoi occhi, le sue parole, il battere delle sue ciglia e lo sguardo incupito, proprio come lance nello stomaco.
Aveva adorato la terra sotto i suoi piedi.
Fuggi, fuggi prima che sia troppo tardi, e quel piccolo spazio di cielo nero ti risucchi per sempre. 
Pansy si sarebbe rialzata.  
Forse avrebbe aperto gli occhi.

 

****

Note d'autore:

Questa flash fic assume per me un significato molto particolare. Non solo per il giorno in cui l'ho completata - avendola già abbozzata -, ma per le motivazioni personali che scaturiscono da essa. Per me ha una grandissima importanza. Ma non voglio perdermi in chiacchiere. Dopo innumerevoli problemi irrisolti, sono qui, magari a rialzarmi, anche se non è il momento più opportuno per farlo. Ma Pansy mi sembra una di quelle occasioni che mai dovresti perdere. La canzone prediletta è dei Muse, ovviamente! Credo ci calzi a pennello. "La terra sotto i suoi piedi" è liberamente ispirata - io direi tradotta - da "The ground beneath her feet" degli U2. L'albero degli impiccati è un riferimento diretto a Hunger Games. Amo quella canzone.
E non posso nemmeno ignorare la grande influenza che ha avuto su questa flash fic, "Ride" di Lana del Rey. È sempre musica e poesia. Sempre.

Per chiunque avesse letto, lancio un saluto enorme.

Stateless

   
 
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