Corro
più veloce che posso,sfidando il vento a me contrario che
ostinatamente
cerca di rimandarmi indietro. Perché vuole riportarmi in
quel posto?
Non
voglio, ho paura, e continuo a tremare. Ma perché Ginny?
Cosa
vuoi che sia successo nella foresta? Forse, in realtà, non
è successo
assolutamente nulla…è stata solo una tua
immaginazione. E’ la tua fantasia che, come
sempre, lavora e macchina
più del dovuto.
Smettila
di agitarti.
Continuo
a correre.. per fuggire. Ma da che cosa? O meglio, da
CHI?
Ad
un tratto mi fermo…mi sembra di avvertire dei passi
provenire
non molto lontano da me.
E
riprendo a correre. Più veloce di prima, più
impaurita e
sconvolta…
Fin
ché non sento una mano bloccarmi il polso,
stringendomi… però,
non in modo violento come mi sarei potuta aspettare. Ma
quasi…dolcemente.
E…
“
Ginny! ”
“
Svegliati che è tardi! Sei sempre
la solita… dai alzati! ”
Perchè
hanno interrotto il mio sogno?
Magari
sarei anche riuscita a vedere
e riconoscere il volto del misterioso individuo che era riuscito a
raggiungermi
nella foresta.
Chi
mai poteva essere?
Mah,
per ora, voglio solo cercare di
dimenticare tutto…non devo pensarci più.
“…non
puoi capire quanto tu sia lontana dal dire la
verità, Ginevra…”
Oggi
è stata una giornata piuttosto
faticosa, e per questo non vedevo l’ora di poter raggiungere
la mia stanza ed
andare subito a dormire.
Sono
così stanca…e ho così tante
domande che continuano a tormentarmi…
Basta!
Devo
riposare e scacciare via i
brutti pensieri…
Tanto,
a che servono se non a farmi
stare male?...
“…Allora,
sogni d’oro, Ginevra…”
Avverto
una presenza all’interno della mia stanza.
Una
presenza che, però, non mi fa paura.
Non
so chi sia né tanto meno cosa voglia da me.
Ma
è come se già sapessi che non mi farà
mai del male.
Mi
rannicchio più che posso sotto le calde coperte, quasi a
cercare una protezione sicura.
E
aspetto. In silenzio…
Attendo
di vedere cosa succederà ora, voglio capire.
Cosa
vuole LUI da me?
Sento
i suoi passi avvicinarsi sempre di più al mio letto.
Cerco
di rimanere tranquilla.
Impossibile.
Ad
un tratto riesco persino a sentire il suo respiro, e il suo
tocco leggero che sfiora il mio braccio.
Ma
mentre sto per voltarmi per poterlo guardare finalmente negli
occhi…
Lo
sento allontanarsi bruscamente.
“Aspetta,
ti prego. Non andartene di nuovo!” gli dico io quasi in
tono di supplica.
Ma
lui non si gira neanche. Non mi degna di uno sguardo, non mi
rivolge alcuna parola.
Si
limita solo ad allungare il braccio verso il mobile posto di
fianco alla porta.
Mi
sembra che vi abbia posto sopra qualcosa. Ma non ne sono
sicura.
“Aspetta!”
gli grido di nuovo.
Ma
non mi ascolta. E così, aperta la porta, lo vedo scomparire
nel
buio.
“Aspetta!”
Mi
sveglio.
“Non…non
andartene via così…”
Ma
ormai è inutile. Se n’è andato, e
non mi può più sentire.
“…E
invece ti sbagli di nuovo Ginevra…”