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Autore: Some_Duped    11/07/2013    1 recensioni
Los Angeles. Che bella città, tutti la vedono come città di mare, di sole, di relax, di vip... Io no. Io ci vivo oramai da tempo, e sono sempre piu impaurita. Ho deciso di scrivere questa storia perché chiunque volesse leggerla, sapesse la verità. La verità sul caso del serial killer di Los Angeles, perché non tutto è ancora svelato. Io Lui l'ho conosciuto veramente, Lui l'ho visto tempo fa, e non posso piu dimenticarlo. 'Oh ti sei persa, piccola pecorella. Non avere paura.. Il tuo angelo è qui'
Ok, forse l'ultima frase non c'entrava un granché, ma mi ispirava... Spero apriate questa storia... Per noia, per curiosità... E leggiate almeno il primo capitolo,(in verità era nata come racconto horror per una ragazza ed è diventata una fan-fiction..) Insomma, non posso che augurarvi buona lettura!! -Giuly_crazyXD p.s non sapevo se mettere il Rating giallo o arancione, è
la mia prima storia, infondo
Genere: Azione, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, L, Naomi Misora, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 2      B like Blood
 
Si raccontano molte storie a Los Angeles, leggende metropolitane, spesso però con fondi di verità.
 
La storia più recente, è una storia quasi horror, che in meno di un anno sono riusciti a far diventare una storia di fantasia.
 
Ma io so bene che non è così, in quanto Lui, l'ho visto più di una volta, e posso dire di essere un personaggio ( anche se sconosciuto) della vicenda.
 
Non so come un giovane uomo britannico, lucido di mente, anzi, geniale, possa nascondere sotto quel bel viso angelico la natura cacciatrice di un Serial Killer.
Si, perché quella che vi sto per raccontare è la storia di Beyond Birthday, The serial killer of Los Angeles.
 
 
Era il 24 giugno di due anni fa, a quel tempo io e il mio ragazzo, Rayan, non vivevamo ancora insieme, e dividevo l'appartamento con due mie amiche.
Era nostra abitudine uscire ogni domenica mattina e festeggiare la fine della settimana rimanendo per tutta la giornata fuori. Ritornavamo verso le otto meno un quarto e ci stendevamo sul divano a guardare la tv.
 
Quel giorno facemmo al stessa identica cosa, e verso le cinque ci avviammo sulla spiaggia di Los Angeles per vedere il tramonto.
 
Ci trovavamo ad una gelateria quando mi accorsi che Sally continuava a guardare un ragazzo che passeggiava tranquillamente sul marciapiede di fronte, quello vicino alla spiaggia.
Io, miope come una talpa, non riuscivo a distinguere molto della figura, ma da quello che potevo osservare di lui non mi sembrava questo bel modello abbronzato, ( di quelli che qui a Los Angeles, modestamente, non sono difficili da trovare) così chiesi  a Sally perché tanto interesse in quel ragazzo.
 
Ma lei non mi rispose.
 
La sua faccia era seria, preoccupata, ma da quanto mi disse il giorno dopo, sembrava non l'avesse mai visto prima.
 
Presto ci dimenticammo tutte e due di quel ragazzo, e le settimane passarono normalmente.
 
 
"L'ennesimo omicidio per concorrenza fra giornali...Tsk! Si dovrebbero vergognare..."
I due uomini discutevano animatamente, ci passai vicino e drizzai le orecchie per sentire cosa dicevano.
"Questa volta sembra che abbiano ingaggiato un professionista: non ha lasciato ne impronte ne tracce di sangue. Hanno anche trovato delle bambole di paglia appese alle pareti...senti qua, quattro di queste...Wara Niggyo, sul cadavere c'erano poi dei segni pre-morte incisi sul petto della vittima con un probabile coltello"
"Bha!"
 
Li superai.
 
Decisi di prendere il giornale e saperne di più.
 
E infatti, in prima pagina: "Morto Believe Bridsmaid, famoso giornalista di Hollywood.
È stato trovato morto nella sua residenza a Insist Street, la porta era chiusa da dentro, e appese alle pareti della stanza dell'omicidio c'erano quattro macabre Wara Niggyo, bambole magiche della credenza giapponese, fatte con paglia e solitamente fissate al muro con dei chiodi, si crede in un omicidio di concorrenza giornalistica..."
 
Proprio come aveva sentito.
 
Eppure c'erano degli aspetti strani nella vicenda, non tanto la porta chiuse da dentro o la assenza di impronte digitali( che l'assassino poteva facilmente togliere) ma quei segni sul  petto, fatti con il coltello. Se era un semplice assassinio di un killer professionista assoldato da qualche giornalista, perché incidere con un coltello dei tagli sul petto della vittima?
 
Ed ecco che la mia mente cominciò a lavorare, come avevo sempre fatto cercando di risolvere i casi che si trovavano sui giornali, nell'ombra.
 
Come fan di Sherlock Holmes e di Poirot, non potevo non investigare.
 
E così facendo mi misi subito all'opera.
 
E così facendo misi il primo piede nel pozzo misterioso, da cui non sarei mai più uscita, in cui non sapevo mi aspettasse un mostro, già con le fauci spalancate, pronto a mangiarsi la mia anima.
 
Il giorno dopo avevo comprato già tutti i giornali che riportavano la notizia dell'assassino, e non mi servì molto tempo per sapere per certo che l'omicidio non aveva niente a che fare con il lavoro.
 
Due giorni dopo il caso, feci uno strano sogno.
 
Stavo scrivendo una Q, però in stampatello. Stavo scrivendo al rovescio. Tutte le lettere erano dal basso verso l'alto.
 
Il messaggio diceva:q killed b, letto da normale all'incontrario.
 
Mi guardai le mani.  
 
Mi accorsi che stavo scrivendo con il sangue.
 
E a differenza della realtà, portavo gli occhiali anziché le lentine.
 
Mi trovavo su una scacchiera, che aveva solo i pezzi bianchi, e al posto dei neri c'era quel muro grigio, di cui non si vedeva la fine.
 
Guardai i pezzi, avvolti da una nube.
 
Erano di meno del normale: riuscivo a ben distinguere tre pedoni. Quello mosso di due, si trovava in orizzontale.
 
Gli altri due erano ancora da muovere.
 
Uno,però, sembrava stesse tremando, avesse paura….ma i pezzi degli scacchi possono provare la paura? No, sono inanimati.
 
A quel punto si alzò un vento, dei giornali neri con scritta bianca e immagino in rosso ricoprirono la scacchiera. Essa e i pezzi erano praticamente scomparsi.
 
Dalla nube uscì una figura.
Si fermò giusto in tempo per impedirmi di riconoscerlo.
Vidi che sorrideva.
 
 
Per tutto il giorno pensai a quel sogno, ci pensai anche il giorno dopo e l'altro ancora.
 
Nove giorni dopo mi ritrovai a passare per la stessa panchina su cui i due uomini avevano discusso sull'omicidio di Believe Bridsmaid.
 
Questa volta c'era un donna, e anch'essa leggeva il giornale, inorridita.
Così andai anch'io dal più vicino giornalaio e ne presi uno.
 
"Giovane teenager uccisa nel monolocale dove abitava. La polizia non sa che dire"
Lessi sotto.
"Quarter Queen. È questo il nome della tredicenne trovata morta sul suo letto per trauma cranico causato da un oggetto probabilmente rotondo con cui l'assassino si è accanito sulla testa della ragazza. Quarter viveva con la madre in un monolocale a Third Avenue, Downtown,  anche se in quel momento quest'ultima era in viaggio, e quindi mancava da casa.
È stata trovata con degli occhiali da sole.
'era uno spettacolo rivoltante. Dietro gli occhiali...non c'era niente! Le orbite erano vuote, gli occhi sono stati tolti dall'assassino. Come si può fare una cosa del genere? Per di più ad una ragazza di appena tredici anni!'
È questo quello che ci racconta il commissario, che in trent'anni di carriera non aveva mai visto una cosa del genere.
In tutto l'appartamento non c'era nessuna impronta, nessun indizio che possa portare la polizia ad una possibile strada.
' un professionista, non c'è dubbio' dice il medico legale.
Ma chi può avercela con una tredicenne?
E questo che tutti si chiedono.
Non bastava l'omicidio di Bridsmaid, ora c'è un altro rompicapo che la polizia cercherà di risolvere..."
 
Ma è così difficile? Si vede lontano un miglio che si parla dello stesso assassino.
 
È la stessa identica tecnica, nessun impronta, tutto ripulito meticolosamente. Stessa porta chiusa dall'interno. Chissà se c'erano le Wara Niggyo...
Ed infatti nel giornale del giorno dopo la polizia aveva annunciato che molti aspetti dell'ultimo delitto erano simili se non uguali al delitto del giornalista, e che questo portava a pensare a un Killer seriale, che i giornali oramai avevano soprannominato il Killer delle Wara Niggyo o il serial killer di Los Angeles.
 
"Mi scusi...sa che ore sono?"
Alzai la testa dal giornale e guarda un po' chi c'è?
Il ragazzo che Sally aveva guardato per tutta la serata del mese scorso.
Ebbi modo di guardarlo meglio ed era un tipo decisamente curioso.
I capelli corvini gli sfioravano gli occhi neri, cerchiati da due occhiaie.
La pelle pallidissima, i tratti del volto affilato classici delle popolazioni nordiche, il mento molto pronunciato e un accento inglese mi suggerivano avesse origini anglosassoni.
Indossava una t-shirt nera e dei jeans.
In effetti c'era un qualcosa in quel tizio, un che di misterioso.
Forse in quella sua Troppa normalità?
 
 
"it's ten o'clock"
"Thanks"
 
La giornata fu terribilmente normale.
 
Troppo, per i miei gusti.
 
La mia stanza era piena di giornali.
 
Giornali diversi, su cui in prima pagina c'era il caso Del Serial Killer Di Los Angeles.
 
La tazza del Tè era calda.
 
Quel caso era strano, da come si stava evolvendo sembrava...no, non ci troviamo in un libro di Allan Poe, ma nella realtà.
 
Scottava, nella mano.
 
Ma infondo, che ne potevo sapere? Nessuno ha mai detto che certe cose siano  
impossibili, ed esse sono inimmaginabili nel senso che nessuno c'ha mai pensato.
 
La mano si faceva rossa, eppure la stretta era sempre più forte.
 
Si, le coincidenze possono essere un grande pozzo di idee, deduzioni.
 
Il citofono suona, la mia testa piene di fiorenti idee si distrae, la mia mano lascia cadere la tazza.
Si rompe in mille pezzi.
 
Chi può essere alle tre di notte?
 
Le coincidenze diventano sempre di più.
 
La mia porta( guarda caso) è l'unica in tutto il palazzi che non ha l'occhiello.
 
Giro la maniglia. Sangue freddo. Se succede qualcosa lancia un urlo, ed ecco che venti persone accorreranno in tuo aiuto.
 
Già prendo fiato, pronta a svegliare il palazzo.
 
Tiro la maniglia verso di me.
 
Mi sporgo.
 
Apro del tutto.
 
Guardo a destra, guardo a sinistra.
 
Un allucinazione? No, mai avute. E non avevo assunto sostanze o medicinali.
 
Sto per chiudere la porta con il cuore che mi batte a mille per lo spavento, quando noto un fogliettino.
 
È ripiegato.
 
Lo apro.
 
Sussulto.
 
Lo lascio cadere.
 
Sul foglio c'e una grossa, rossa B.
 
Rossa come il sangue.
 
Alcune gocce della pittura scivolano giù per il foglio, distorcendo le curve della lettera.
 
Rientrai dentro e chiusi con uno scatto la porta.
 
B.
Chi sei?            
  
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