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Autore: Maia Scott    11/07/2013    1 recensioni
1 Giugno 2013. Newcastle. New South Wales, Australia.
Il pullmann si ferma, molti dei passeggeri scendono e prendono i loro bagagli dal mezzo.
Sono tutti ragazzi, tra i diciotto e i ventitre anni, circa. Ognuno ha con sé una valigia, una borsa, delle buste di plastica. Sotto il sole varcano il cancello e ritirano i loro cartellini e le loro chiavi.
Hanno esattamente due giorni prima dell’arrivo dei bambini.
Così, tra lo scrosciare delle onde e il vociare delle persone, comincia la loro estate. Un’estate all’insegna del divertimento, ma anche ricca di responsabilità.
Tra tutti i ragazzi, due in particolare non dimenticheranno mai questi tre mesi, poiché segneranno la loro storia, per sempre.
Una storia di promesse, di rivelazioni, di avventure, il racconto di quella che doveva essere un’estate normale, ma si è rivelata molto di più.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Rivolgo uno sguardo all'orologio che porto al polso e mi rendo conto che sono già le nove di questa prima giornata al camp. I ragazzi, a differenza di quello che ci era stato detto, arriveranno domani e non oggi, abbiamo un altro giorno per terminare tutto.
È strano come il tempo passi in fretta, in due ore ho fatto colazione nella mensa e sono tornata al bungalow, mi sono preparata e ho raggiunto gli altri nella piazza centrale per iniziare i lavori.
Louis non lo vedo da stamattina a colazione, quando l'ho lasciato ancora beatamente seduto al tavolo con Miriam, Jane, Sheila, Perrie,Liam, Niall ed Harry. Diciamo che stavano chiacchierando tranquillamente, come se non avessero davanti una giornata faticosa, quindi li ho salutati e sono corsa a sistemarmi.
 
Da circa un'ora non faccio altro che portare avanti e dietro per il camp scatole enormi di festoni, bandierine con il logo, cartelli con indicazioni avanzati da ieri e da lasciare in teatro, ma anche forniture di circa tonnellate di posate, piatti e bicchieri in plastica, tovaglioli, tovaglie di carta, vassoi e cose simili.
Ormai girando per le strade si cominciano a vedere le aule pronte, i giardini puliti ed accoglienti, la spiaggia attrezzata e la piscina piena.
Abbiamo ricevuto gli orari delle lezioni e gli elenchi dei partecipanti, le camere sono pronte e i letti sono ordinati e sistemati. Il caldo viene stemperato dalla leggera brezza marina, quindi l'aria è fresca e piacevole, per non parlare della zona del falò: i rami enormi già tagliati pronti per accendere il primo fuoco dell'estate, il cerchio di pietre per contenerlo è stato già fatto ieri sera, mentre i tronchi per sedersi sono disposti ordinatamente intorno.
- Ciao Ali! - sento gridare da dietro, all'inizio della via. Mi giro e vedo un ragazzo avvicinarsi, alto, moro, porta anche lui una scatola di bandierine. Appena riconosco il mio amico, lascio a terra il mio carico e corro ad abbracciarlo subito dopo che anche lui se ne è liberato.
- Malik!! - esclamo salutando il ragazzo con cui ho stretto amicizia lo scorso anno, lui tiene il corso di street art, quindi ci incontravamo in teatro e alle riunioni degli istruttori, poi alla fine abbiamo continuato a sentirci durante l'inverno.
- Dove stai andando? - mi chiede indicando con un cenno della testa la scatola che ho raccolto, mentre riprende a camminare. - Esattamente dove stai andando tu - rispondo affiancandolo.
Ci dirigiamo verso il teatro insieme, raccontandoci l'anno trascorso. Zayn ha un anno in più di me, quindi ha già frequentato il secondo anno al college, mentre io ho appena terminato il primo. Anche lui, come la maggior parte dei ragazzi qui, proviene dall'Inghilterra, da loro i giovani hanno voglia di divertirsi l'estate e non chiedono altro se non poter fare una splendida vacanza ed essere pagati per tenere lezioni a dei bambini. Ecco perché molti di loro vengono qui, cosa c'è di meglio rispetto alla fantastica costa australiana?
Da noi in America, invece, la maggior parte della popolazione al di sotto dei 25 anni ama non impegnarsi e farsi pagare le vacanze dai genitori, motivo per il quale l'idea di lavorare qui non li sfiora neanche. Ci vuole anche un pò di amore per la natura e la vita all'aria aperta, cosa che io ho acquisito grazie all'appartenenza ad un gruppo scout.
 Posso assicurare che non è affatto vero ciò che mostrano i film, non siamo stupidi ed ingenui anzi, grazie ad ogni esperienza noi cresciamo, guadagnamo conoscenza e scopriamo la bellezza delle cose. Parole filosofiche, no?
 
Comunque, tornando a noi, senza accorgercene, arriviamo all'ingresso del teatro, un posto enorme con un palco chilometrico e gradinate infinite, adoro stare qui dentro e stamattina ho scoperto che quest'anno la responsabile di tutte le attività che si svolgeranno qui dentro sono io, quindi preparerò la serata finale, gli incontri con esperti e le lezioni collettive, ma soprattutto devo organizzare la presentazione in fretta, considerato che domani pomeriggio i 100 ragazzi ospiti saranno riuniti qui per conoscere l'intero staff.
- Allora, ho letto che tocca a te quest'anno, contenta? - mi domanda sorridente il moro .
- Già, solo che adesso dovrò lavorare il doppio del tempo! - esclamo con un tono da finta offesa.
Sorridendo, poggia a terra il cartone e poi ne va ad aprire un altro più in fondo alla sala.
- Ali, hai preso la divisa? - mi chiede estraendo una busta contenente dei vestiti.
- Si, l'ho lasciata in camera. Dobbiamo metterla da domani. - rispondo. Lascia ricadere dentro la busta e torna da me.
- Allora vado, devo raggiungere l'aula del mio corso per accertarmi che sia tutto in ordine. - mi saluta con la mano e si allontana verso l'ingresso, per poi ritornare in strada.
Mi dirigo verso il palco e recupero la cartellina con tutte le cose da fare e i diversi appunti che il direttore mi ha lasciato. Alcuni ragazzi mi mostrano gli addobbi e do disposizione di dove vanno posizionati, bisogna preparare l'ingresso e attaccare gli adesivi per numerare le gradinate.


Passa in fretta il tempo, tra l'attaccare tutto, il pulire il palco e dare una sistemata nei camerini.
Mi ritrovo in fretta seduta al tavolo della sera precedente con la stessa compagnia, tranne per il fatto che a noi si è aggiunto Zayn, che divide la stanza con Perrie, che invece è responsabile del corso di canto.
 Pranziamo tranquillamente chiacchierando e raccontandoci la giornata, che è stata faticosa per tutti, fortunatamente ci è concessa una pausa  dalle due alle sette del pomeriggio, in cui possiamo anche uscire dal camp. Miriam, Jane e Sheila si organizzano per andare a vedere qualcosa nei dintorni, Perrie e Zayn optano per una passeggiata in paese, mentre Louis mi ricorda la promessa che gli ho fatto ieri sera e pretende di imparare ad accendere un fuoco. Come location per il nostro "esperimento" decidiamo di sfruttare un piccolo spiazzo a poca distanza da qui, dove l'anno scorso andavo spesso a leggere con altri ragazzi. Prendiamo qualche foglio di giornale e dei fiammiferi che porto sempre con me, riempio uno zainetto e aggiungo due bottigliette di acqua fresca e due mele, i rametti li prendiamo lì.


- Lou, sei pronto? - chiamo dalla mia stanza, si è chiuso nella sua subito dopo pranzo e non ho la minima idea di cosa sta combinando.
- Arrivo, Ali. Controlla se ho preso la roba giusta - risponde entrando nella mia camera e lanciandosi sul letto, dopo aver poggiato il suo zaino accanto al mio. Lo apro e comincio a vedere cosa ha intenzione di portare, ovvero vestiti di ricambio, innumerevoli litri di acqua, kit di pronto soccorso vari e diverse cianfrusaglie.
- Lou, si tratta di qualche ora, non di una vita - mi guarda confuso, quindi gli mostro il contenuto del mio zaino, lasciandolo ancora più perplesso. Alla fine però trovo delle buone ragioni per convincerlo a portare lo stretto indispensabile, rinunciando agli abiti puliti e a qualche litro di acqua.
Nel frattempo è passata solo mezz'ora, quindi ci mettiamo in cammino e usciamo dal grande cancello grigio, per immetterci nel sentiero costeggiato da enormi arbusti.
- Allora, raccontami un pò di te...alla fine non ne so molto. - esordisce Lou sorridendo. In effetti ha ragione,  sembriamo amici di vecchia data ma ci conosciamo da appena un giorno. E poi, nemmeno io so molto di lui, oltre al fatto che è simpaticissimo e molto estroverso.
- Cosa vuoi sapere? - Sicuramente ha un'idea precisa della parte di me che vuole conoscere.
- Mhm..non saprei...hai un ragazzo? - Accolgo la sua domanda con una risata spontanea, è molto diretto.
- Assolutamente no.- rispondo fiera dopo che ho ripreso a respirare regolarmente. Continuiamo così per tutto il tragitto, parlando di noi stessi senza alcun problema. Una cosa bella che ho notato dello stare con lui è proprio questa: posso esprimermi liberamente, non ho paura di un suo giudizio.


Dopo una ventina di minuti davanti ai nostri occhi si apre un piccolo spazio di pochi metri, con della ghiaia, delimitato da cespugli. Il tutto è caratterizzato dal residuo dei falò che la gente organizza qui, quindi significa che possiamo fare tranquillamente ciò che vogliamo.
- Adesso lo accendo io, poi provi tu. Ok? - annuisce con convinzione e solo ora mi rendo conto del fatto che non è per tutti quotidiano l'accendere un fuoco e cantare intorno ad esso.
- Vado a cercare della legna. Nel frattempo comincia a disporre in cerchio delle pietre grandi. -
 Mentre mi allontano, lo vedo sollevare un piccolo masso e iniziare a posizionarlo, subito però concentro il mio sguardo in basso, davanti a me, per procurarmi qualche rametto secco.
Quando finalmente ho le braccia piene di rami e graffi, ritorno alla "base", dove noto con stupore e soddisfazione che Lou ha svolto il suo compito perfettamente.
Preparo il fuoco, mettendo i giornali e la legna, poi comincio a giocherellare con qualche fiammifero che non vuole accendersi. Solo dopo qualche tentativo comincia a vedersi una piccola scintilla e la adagio cautamente sui rami, aspettando pazientemente che faccia il suo effetto. Si tratta di un fuoco di dimensioni veramente ridotte e che non deve durare molto, quindi mi accontento del primo tentativo e mostro compiaciuta il mio lavoro al moro che osserva stupito la luce del fuoco espandersi.
- Che razza di magia hai fatto? - esclama sbalordito.
- Niente di che, semplice banalità. - rispondo con aria di sufficienza. Mi diverto troppo a giocare nel ruolo della sapientona.
- Dai, adesso prova tu! - lo incoraggio, mentre preparo un altro spazio dove provare.
Si mette all'opera in fretta e, con impegno, ottiene il risultato sperato in poco tempo, sorprendendo entrambi. Ne approfitto per mostrargli qualche tecnica diversa, ovvero come si ottiene la brace o come può alimentare la fiamma velocemente. Sono ormai le cinque meno un quarto, quindi mi occupo di spegnere il restante fuocherello mentre Lou estrae dal mio zaino le mele e si lancia a terra. Senza farmelo ripetere, mi siedo accanto a lui, afferrando il frutto e cominciando a mangiarlo silenziosamente.
 
Dopo un po’ riprendiamo la fitta conversazione intrapresa durante il tragitto prima, mentre venivamo qui, continuando a conoscerci ancora più  fondo. È un ragazzo meraviglioso, penso di averne conosciuti veramente pochi così. Mi parla della sua famiglia, delle sue sorelle, dell’affetto che nutre nei loro confronti e di quanto per lui siano importanti. Non nasconde i suoi sogni e le sue aspirazioni, di cui parla con estrema disinvoltura, facendomi capire che di me si fida. Anche io mi lascio andare in un dettagliato racconto della mia quotidianità a New York, di mia sorella, che ha tre anni in più di me, dei miei amici, senza nascondere le mie passioni, lasciando intendere che anche io sono una sognatrice.
Gli parlo apertamente del mio sproporzionato amore per la musica e per la recitazione, scoprendo così le tante cose che abbiamo in comune. È strano, non mi era mai successo di mostrarmi così a nessuno, si può dire che è la prima persona a conoscermi davvero, la prima persona a cui ho svelato tutto, senza alcun problema. Non ho paura di nessun giudizio da parte sua.
- Sai, non pensavo avessimo così tante cose in comune.- confessa lui dopo qualche minuto da quando ho finito di parlare anche io.
- Già…è la prima volta che mi capita di conoscere una persona così simile a me. – ammetto io, ormai completamente sicura di me stessa, cosa che non accade spesso.
Cala un silenzio imbarazzante, che viene interrotto quando mi accorgo dello stato dei miei capelli che ormai hanno assorbito l’odore del fumo, sono completamente zuppi d’acqua e non mi ci vuole molto per capirne il motivo.
- Louis! Sei morto! – grido con il tono più spaventoso che mi riesce, ovvero abbastanza credibile. Non ho fatto in tempo a girarmi, che il genio accanto a me ha pensato di lanciarmi contro quel poco di acqua che era rimasta nella bottiglietta che adesso giace vuota tra le sue mani.
- Perché? – chiede innocentemente. Accompagna il tutto con un ghigno malefico sul viso, che non fa altro se non istigarmi la vendetta.
Prendo anche io una di quelle bottigliette di acqua non potabile che avevo portato per bagnarci mentre accendevamo il fuoco e comincio ad avvicinarmi minacciosamente a lui. Evidentemente, però, in questi giochi è più esperto di me, perché appena sono abbastanza vicina, allunga furtivamente un braccio verso la bottiglia piena che ho in mano, e senza che io me ne accorga, la fa ricadere addosso a me, facendo si che l’acqua vada a bagnare completamente i miei vestiti.
Comincia a ridere a crepapelle quando nota la mia espressione, in effetti devo avere un aspetto terribilmente ridicolo, considerato che sto cercando di fingermi arrabbiata ma sto per scoppiare a ridere e non dimenticando che quella poca matita, che di solito applico sui miei occhi per eliminare l’effetto zombie la mattina, si sta sciogliendo.
Alla fine del gioco, io sono bagnatissima, mentre Lou ha solo qualche goccia sulla tshirt, dovuta ai miei tentativi (scarsi) di vendicarmi.
Ormai sono le sei e mezza, quindi sistemiamo tutto e chiudiamo gli zaini, per poi incamminarci lungo la via del ritorno.
Durante il percorso, cerco di asciugarmi il più possibile, ma sicuramente correrò a farmi una doccia appena arriveremo. Non smettiamo mai di parlare, di ridere e di farci scherzi idioti.
Louis continua a propormi battute squallide e ogni volta che lo fa si ritrova a ridere da solo, ma solo per poco, perché la sua risata è così contagiosa che in qualche secondo lo seguo anche io.
 
Nell’istante in cui varchiamo il cancello, veniamo travolti dall’atmosfera di festa che si è creata, si sente il vociare di tutti quelli che sono nei dintorni, gli schiamazzi di chi sta rientrando adesso da qualche attività divertente. Ci dirigiamo verso il bungalow e poi ci dividiamo, per andare a sistemarci nelle nostre camere.
Apro la porta e lascio cadere lo zaino sul letto, poi mi libero dei vestiti bagnati ed entro finalmente nella doccia. Dopo un quarto d’ora sono pronta, con i capelli quasi asciutti, quindi esco e cerco Lou.
Non trovandolo, però, ritorno verso il centro del camp, sperando di incontrare gli altri. Fortunatamente riconosco Zayn e Perrie, entrambi seduti su una panchina, che chiacchierano.
- Ehi ragazzi! – esclamo avvicinandomi. Sollevano lo sguardo su di me, poi la bionda mi fa spazio accanto a lei, agitando la mano per incitarmi a sedermi.
- Ali! – mi saluta abbracciandomi, seguita subito dal moro.
Entusiasti, mi raccontano la loro passeggiata, apprezzando soprattutto la cordialità degli abitanti e la bellezza dei vicoli più sperduti del paese situato qui vicino.
La serata prosegue tranquillamente, e veniamo raggiunti dagli altri ragazzi, compreso il mio coinquilino.
 
A cena continuiamo a parlare del nostro pomeriggio, tra una battuta e l’altra, poi ci salutiamo dopo aver lasciato la mensa ed aver fatto un breve giro.
Una volta arrivati al nostro bungalow, Lou estrae la sua copia delle chiavi ed apre la porta, permettendomi di vedere l’orologio appeso alla parete che segna le undici in punto.
- Buonanotte nanetta. – mi giro verso il ragazzo, fissando in modo truce le sue iridi azzurre, una novità di questo pomeriggio è il mio nuovo soprannome, dovuto alla mia scarsa altezza.
- Buonanotte esserino malefico. – rispondo io di rimando, sorridendo beffarda mentre pronuncio il suo nuovo nomignolo. Mi lascia un bacio sulla guancia e mi scompiglia i capelli, poi si chiude alle spalle la porta della sua stanza.
Faccio la stessa cosa e mi chiudo in camera mia, mi lavo e indosso il mio pigiama, per poi infilarmi nel letto, scostando le coperte che mi danno fastidio, visto il caldo che regna qui.
Comincio a pensare alla mia giornata, al pomeriggio fantastico, ho sempre amato questo posto, ma penso proprio che quest’anno sarà il migliore in assoluto. Inoltre spero di aver trovato un amico non solo per l’estate, ma per sempre. Non importa della distanza che ci separerà quando andremo via di qui, ci terremo in contatto, magari riusciremo a vederci.
 L’importante è che non lasciamo perdere questa nuova amicizia.
Con questo pensiero in testa, lancio un’ultimo sguardo alla sveglia e noto che è mezzanotte, subito dopo mi addormento.


  
Hola belle!!
Questo è ufficialmente il capitolo più lungo che abbia mai scritto, quattro pagine intere. Ci sto lavorando da un po’ e prometto di migliorare e di scrivere di più, ma nel frattempo mi accontento.
Grazie alle due lettrici che hanno recensito lo scorso capitolo e grazie a tutti quelli che lo leggono silenziosamente. Vi adoro.
A parte tutto, che ne pensate? Vi piace l’idea del rapporto che si sta creando tra Ali e Lou? Sembrano tipo le domande che si fanno a scuola, ma tralasciamo.. ahahah.
Bene, a questo punto non mi rimane che chiedervi di farmi sapere tutto quello che avete da dirmi, anche le critiche, perché mi sarebbero molto utili per migliorare.
Purtroppo per la prossima settimana non solo non potrò aggiornare, ma non potrò proprio passare dal sito, quindi vi saluto.
Aggiorno appena rientro.
Grazie ancora a tutte, spero vi piaccia. J
 
Se vi va di leggere qualcosa, vi lascio i link delle altre mie long, se volete date un’occhiata.
 
You’re the missing piece i need
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1827516&i=1
 
 
Even if you’re not with me, I’m with you  
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1637000&i=1
 
Un bacio <3
 
 
  
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