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Autore: salutandotiaffogo111    11/07/2013    0 recensioni
"Trama sintetica di una giornata storica! Tutto è perfetto, tutto somiglia a te!"
Non chiedetemi la trama, non sono capace di prevedere cosa le mie dita batteranno. Magari uscirà fuori un racconto o forse, come nella maggior parte dei casi, racconterò di me. Non sono una che riesce ad identificarsi, non so come descrivermi. Spero riusciate a capirlo almeno voi e spiegarmelo.
Posso anticiparvi che amo la musica, non ricordo un solo giorno nei miei quasi quattordici anni senza musica, ma non un genere soltanto, non un cantante solamente, io amo quello che riesce a trasmettermi, e amo anche il modo in cui la musica sa cambiare le mie emozioni. Forse è per quel modo indescrivibile che ha Tiziano Ferro di cullarmi e avvolgermi, come un abbraccio paterno che non ho da anni. Sono una fan di Tiziano Ferro, mettiamola così.
Ecco, adesso lo so di cosa parlerò. Racconterò della mia vita che "mi fa perdere il sonno sempre!"
Un bacio, Valentina.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Odio deprimermi. Non lo so perché lo faccio, non lo capisco.
Perché non posso andare alla festa e divertirmi con i miei amici? Perché devo stare qui a piangere a tagliarmi? Qualcuno mi risponda! Ho solo bisogno d’aiuto, perché nessuno riesce a capirlo? Non posso dire: “Ho bisogno che mi aiuti, sto seriamente pensando di uccidermi”. Non posso, è stupido. Perché i messaggi in codice non arrivano? Perché nessuno si accorge di me? Perché nessuno è capace di abbracciarmi senza che io lo chieda? Perché non so darmi pace? Perché non riesco a volermi bene, per una volta? Perché per una volta che voglio fare una cosa solo per me nessuno mi stima? Perché mi sento perennemente in un cubo di plexiglass? quello del concerto, con Tiziano che mi abbraccia con la sua musica e mi dice, sono qui, io non me ne vado. E’ possibile che trovo conforto soltanto in una persona che non mi conosce e non sa nemmeno della mia esistenza? Sono davvero così insignificante? Che poi se ci penso non è nemmeno conforto corrisposto. Sono io che lo trovo nelle sue canzoni il conforto, non lui che decide di confortarmi. Oddio lui conforta tantissime persone, e ne è consapevole, ma non credo siano molte le persone che come me trovano conforto solo in lui. Sto diventando pazza. Qualcuno mi aiuti. Sto per affogare nella melma della mia ipocrisia che mi porta all’isolamento forzato e alla vergogna. Ma poi, di chi è che ho vergogna? Da chi è che mi isolo? Da cosa? Che cosa diavolo è quella forza stramaledettissima che mi riduce così? Ma poi, così come? Come sto io? Cosa provo? Non riconosco più niente, non sono più niente, non mi riconosco più. Mi faccio solo schifo, schifo e straschifo. Ma poi io faccio schifo in confronto a chi? A cosa? Chi è che giudica se io faccio schifo o meno? E’ assurdo auto giudicarsi schifosi. Solo uno stupido può farsi schifo da solo, senza che nessuno glielo abbia mai detto. Solo uno stupido può farsi schifo da solo, circondato da persone che lo stimano e che credono in lui. Che poi dicono tutti che per me ci sono, ci sono sempre, ma dov’è che sono adesso. Perché sto parlando con un insignificante computer invece che a due occhi che guardano i miei? Perché? Perché non sanno fare altro che dirmi che per me ci sono sempre e ci saranno sempre? Dove sono adesso? Dove? Perché mi dicono tutti vieni alla festa che ci divertiamo, e non vengono sotto casa a trapanarmi i timpani. Dirò ugualmente che non mi va, ma è già tanto. Potrebbe farmi sentire importante per qualcuno. Ma poi qualcuno chi? Per gli amici? Ma chi sono gli amici? Che faccia hanno? Che cosa dicono? Come si comportano? Forse ce ne ho tanti ma non so riconoscerli, oppure non ne ho e basta, devo rassegnarmi. Perché sto piangendo? Aspetta, non è questa la vera domanda, sto piangendo perché l’autostima, la felicità e tutto quello che di bello possa esserci in una persona non ce l’ho, ma al contrario ho tutto ciò che di orribile e terrificante una persona possa avere, dentro e fuori. La vera domanda è perché continuo a piangere qui e le mie dita scrivono ancora, invece di vomitare tutto come ho sempre fatto. Cosa c’è di più liberatorio che premere la fronte nel water gelido e buttare tutto fuori? Cosa c’è di più bello che premere la faringe con tutte le forze e sentire tutto l’odio che hai dentro che esce dalla bocca? Cosa c’è di più bello che vedere tutto il male che hai accumulato in qualche ora lì nel gabinetto e che potrai mandare in mare tirando l’acqua? Cosa c’è di più bello di questo? Più bello di vederti il braccio rosso che ti brucia? Cosa c’è di più bello di prendersi a pugni lo stomaco e la faccia con tutta la forza che ti resta e poi guardarti allo specchio e sorridere. Non lo so perché ogni volta sorrido, se per la felicità di aver vomitato l’odio di qualche ora che cresce troppo velocemente o per pura e sola pietà. Che schifo. Mi faccio pietà. Di solito una persona ha pietà di qualcun altro che ha ucciso, ha sparato, ha rubato, ha tradito, ha mentito, ha insultato. Non si può avere pietà di sé stessi. Ma adesso che ci penso sì, io mi faccio pietà perché mi sono uccisa, nello stesso momento in cui ho venduto la mia autostima ad un social network. Ho sparato dritto in gola all’amore, quando potevo benissimo accoglierlo tra le mie braccia e non lasciarlo andare più perché mi avrebbe fatto solo bene. Ma è palese, tutto quello che mi fa bene io lo respingo, quindi ho sparato a chiunque volesse avvicinarsi a me per aiutarmi. Ho sparato con una pistola che ha il nome dell’orgoglio. Ho rubato la tristezza e continuo a rubarla a chiunque stia male e cedo quel poco di felicità che ho che nello stesso tempo in cui passa la soglia della mia mente per quella dell’altra persona mediante tanti mezzi, si moltiplica, e alimenta la mia, seppur poca. E’ assurdo, cedo la mia felicità agli altri e rubo la tristezza. La accumulo e la rilego in ogni parte del mio corpo. E’ al sicuro e non la smuoverà nessuno. Fino a quando un giorno ne sprizzerò da ogni poro e esploderò, o magari mi farò esplodere con le mie stesse mani, che sarà la cosa più probabile. Ho tradito tutti. Ho tradito prima me stessa e poi tutto il resto del mondo. E’ forse l’unica cosa che ho fatto prima per me e poi per gli altri. Ho tradito i miei sogni, continuamente. Li tradisco ogni volta che voglio farla finita. Li tradisco ogni volta che vomito, ogni volta che mi taglio. Mi tradisco incessantemente quindi. Ho tradito le persone che hanno creduto in me. Li ho delusi. Ma non è colpa mia se ho avuto il dono di saper abbindolare le persone con le parole e poi non dimostrare nulla. Forse non ho solo tradito quello che le persone pensavano di me e le persone stesse, li ho proprio delusi. Ma delusi così tanto da farmi odiare. Quindi non solo mi odio da me, ricevo odio in ogni parola che mi viene rivolta. Odio su odio. Benzina sul fuoco. Non c’è niente di più autodistruttivo. Ma in fondo si sa, io sono una macchina progettata per ricevere e reciclare odio. Solo per questo sono nata. Per trasmettere odio alla gente. Niente più niente meno. Adesso mi fanno incazzare. Perché non capiscono che io per (soprav)vivere ho bisogno di scrivere. Non capiscono niente. Nessuno capisce niente. Perché devono privarmi dell’unico piacere che ho, perché non capiscono? Anche se all’una del mattino, o alle cinque, se per tutto il giorno. Perché non posso capirlo. Sono così strana che proprio nessuno si è mai trovato nei miei panni? Dico ma che schifo. Forse qualcuno nei miei panni si è trovato, solo che io con l’odio che orbita anche a chilometri intorno a me, tiene distante qualcuno che mi somiglia. Perché dicono che gli opposti si attraggono, non quelli uguali. E forse quella che prima di adesso mi sembrava una stronzata può essere la stronzata più vera che esista. Io non ho bisogno di qualcuno che mi dica passerà, è un periodo, è l’età, adesso cresci e ti passa tutto. Io ho bisogno di qualcuno che mi dica, devi fare questo, questo e questo se vuoi salvarti, altrimenti rimani per quello che sei e brucia all’inferno da sola. Ecco, da sola. Sola. Sola. Sola. Non sole, che è bello, no sola. Sola. Sola. E’ possibile odiarsi così tanto? E’ possibile non riuscire a vedersi allo specchio e non farsi schifo? Che fine ho fatto? Ma dove andrò a finire? Che fine ha fatto quella che un anno esatto fa era felicissima. Quella che un anno fa era la ragazza col sorriso più bello del mondo. Che piangeva solo perché era felice. Ero felice cazzo. Felice. Ma dove è andata a finire? Dove? La voglio ritrovare, ad ogni costo. Vorrei solo sapere se esiste un modo per trovare delle risposte a tutte queste domane, visto che nessuno mi sa rispondere. Ma poi a cosa devono rispondere? Cos’è che mi chiedo io? Cos’è che mi tormenta? Cos’è che mi fa male? Chi? Cosa? Esistono delle risposte? Esistono? Qualcuno, qualcosa può darmele? Perché non si avvicina? Perché non viene a trovarmi in un sogno? Perché non mi succede come nei film? Perché non mi viene una flashback o come diavolo si chiamano quelle immagini ad occhi aperti che ti lasciano senza fiato? Ma perché continuo a chiederlo ad uno stupido computer e non a una persona? Perché quando qualcuno per sbaglio si accorge che sto piangendo non lo prendo per le spalle e gli urlo in faccia tutto quello che mi passa per la testa? Perché quando mi chiedono perché piango non so rispondere? Sto diventando pazza. E’ il caso di una quattordicenne stupida che vuole togliersi la vita per moda. E’ questo quello che penseranno di me se ne parlo con qualcuno. Ma è risaputo, nessuno capisce nessuno. Sono solo delle assurde supposizione che la gente appropria ad altra gente. E’ un dare e avere così intrecciato e reciproco che credo sia la forza più presente nella terra. Anche più della forza di gravità e dell’amore, della pace e della guerra messi insieme. Mi risponda. Qualcuno mi risponda. Qualcuno mi parli. Qualcuno mi fermi per strada e mi molli quattro ceffoni e mi urli contro. Qualcuno mi sbatta contro il letto, mi rimolli altri quattro ceffoni per farmi svegliare e dopo mi accarezzi il viso dicendomi che è solo un brutto sogno. Qualcuno mi citofoni sotto casa e mi dia tutte le risposte. Qualcuno mi dia delle risposte. Qualcuno mi parli. Qualcuno mi capisca. Qualcuno mi ferisca e mi inciti a farla finita, ma poi venire con me all’inferno. Qualcuno mi rubi il cervello e mi trasformi in una lastra di ghiaccio senza sentimenti. Ma perché esistono i sentimenti? Ma cosa sono i sentimenti? Chi li ha inventati? Chi è quel maledetto che ci ha reso pensanti, parlanti e stracolmi di sentimenti, capaci di amare e di odiare. Dov’è? Si faccia avanti, lo ucciderò lentamente e nel modo più atroce che possa esistere, così come sto morendo io. Prometto che chiunque sia questa persona la risparmierò soltanto se mi risponda. Soltanto se mi stravolga la vita e mi riporti indietro tutto quello che avevo. Iniziando da mio padre, e poi la felicità. Qualcuno mi dica cosa mi sta impedendo di alzarmi e buttarmi giù dal balcone. Qualcuno mi dica perché mi immagino come un lupo nero accanito e assetato di altro odio che sfoga tutto il suo odio verso tutto quello che gli circonda con le sue zampe che stanno premendo con forza contro questi tasti che non ne possono più di ricevere colpi così potenti. E’ l’ultimo segnale che invierò al mondo. QUALCUNO MI AIUTI, PERCHE’ NON SO CAVARMELA PIU’ DA SOLA. QUALCUNO SI PRENDA CURA DI ME. QUALCUNO VENGA QUI E MI ABBRACCI. QUALCUNO MI DIA DELLE RISPOSTE. QUALCUNO MI SALVI. STO SALUTANDO E AFFOGANDO. SALUTANDOTIAFFOGO.
  
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