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Autore: Northern Isa    12/07/2013    4 recensioni
In "Harry Potter e i Doni della Morte", durante il matrimonio tra Bill e Fleur, Viktor Krum racconta a Harry Potter che suo nonno venne ucciso da Grindelwald. Ma chi era questo nonno? E com'era Grindelwald a scuola? La risposta a queste domande nella cornice oscura e controversa dell'Istituto per gli Studi Magici di Durmstrang.
[I capitoli 11 e 32 contengono un riepilogo degli eventi precedenti]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Quel giorno l’atmosfera a Svetlan Alley era piuttosto elettrica. Inizialmente Andra non vi aveva fatto molto caso, ma poi non aveva potuto non notare il parlottio concitato di diversi dei suoi clienti. La strega moriva dalla curiosità di sapere a cosa fosse dovuto, ma di quei tempi anche una domanda di troppo era sconsigliabile, così si rassegnò all’idea di scoprire quanto accaduto leggendo il giornale. Probabilmente la Prorok Gazieta sarebbe stata piena delle solite bugie, ma Andra non disperava di poter cogliere tra le righe qualche frammento di verità.
La mattinata lavorativa trascorse con un’incredibile lentezza e i borbottii concitati non cessarono minimamente, anzi diventarono a tratti eccitati. Subito dopo aver chiuso la Farmacia, Andra corse a cercare un’edicola alla quale acquistare il giornale, dopodiché tornò a casa. Dimitri sarebbe rimasto nella biblioteca dell’università tutto il giorno, così lei avrebbe potuto cucinare una sciocchezza e dedicarsi alla lettura della Gazieta prima di tornare a lavoro.
Quando Andra iniziò a sfogliare il giornale, le dita le tremarono un po’. Osservò con attenzione ogni articolo, finché non si imbatté in uno che la colpì all’istante. Era così breve da rischiare di passare facilmente inosservato, ed era accompagnato da una piccola foto. Non sapeva se i suoi clienti si fossero riferiti allo stesso episodio, ma quel momento non le importò più. Con l’indice sfiorò l’inchiostro delle lettere del titolo e deglutì con difficoltà.
“Mamma, sono tornato prima!” chiamò una voce dal corridoio. Un istante più tardi, Dimitri comparve in cucina. Abbandonò il mantello e la borsa carica di libri su una sedia e si lasciò cadere a sua volta su quella accanto con un sospiro.
“Roba da matti, il professore ci ha assegnato un progetto complicatissimo e…”
Solo in quel momento il ragazzo parve rendersi conto dell’espressione assente della madre. Andra aveva incrociato le mani sulle pagine del giornale e sembrava non vederlo davvero. Sembrava anzi essere solo vagamente consapevole della presenza di suo figlio in cucina.
“Va tutto bene?” domandò questi, allarmato.
Andra sbatté ripetutamente le palpebre, dopodiché fissò il suo sguardo, nuovamente vigile, su Dimitri. Ignorando la domanda, gli chiese a sua volta:
“Perché non mi hai parlato di questo?”
La strega scoprì l’articolo che aveva letto poco prima dell’arrivo di Dimitri e spinse la Gazieta verso di lui. La prima reazione del ragazzo consistette nel saettare delle sue pupille, l’unica cosa che tradì una qualche sorta di emozione.
“Ieri c’è stata una manifestazione nella tua università, e non mi hai detto niente?” continuò Andra con tono appena più alto del solito.
“Ah, questa…” rispose Dimitri, concentrando lo sguardo sull’articolo che la madre gli aveva passato. “Sì, avevo in mente di parlartene, ma il progetto sul quale sto studiando mi ha sviato e… Ma non è successo niente.”
Andra dilatò le narici e le pupille, sollevando le sopracciglia.
“Niente? Leggi qui.”

Un gruppo di sconsiderati studenti universitari, approfittando dell’affollamento dell’Atrium della facoltà di Archimagia al termine delle lezioni della mattina, ha distribuito volantini dal contenuto diffamatorio nei confronti del Ministro della Magia e dell’ordine costituito, nonché del Bene Superiore che esso rappresenta. Il vile atto di menti forgiate nella falsa informazione deve essere condannato da ogni onesto cittadino per il quale il Ministero si prodiga. I responsabili della diffusione delle menzogne sono stati ascoltati per far sì che venga fatta luce sul loro disagio.”

“Credi davvero che quei ragazzi siano stati solo ascoltati?”
Dimitri aveva perso colorito man mano che era andato avanti nella lettura del trafiletto; quando la madre gli pose quella domanda, la sua fronte era imperlata di sudore.
“È terribile” riuscì a balbettare infine. “Ma io non mi sono accorto…”
Andra assunse prima un’espressione sorpresa, poi decisamente arrabbiata. Istintivamente, Dimitri incassò la testa tra le spalle.
“Guarda la foto!” sbraitò la strega, riportandogli il giornale sotto il naso. Il suo indice era puntato sulla piccola figura sfocata di un ragazzo di spalle, impossibile da identificare.
“Cos’ha che non va?”
Se avesse potuto urlare, Andra l’avrebbe fatto. Invece aveva litigato con Fran e da allora non lo aveva più visto, non voleva questioni anche con Dimitri. Nonostante cercasse di controllarsi, Andra non sapeva se era più sconvolta, arrabbiata o spaventata.
“Sei tu, non lo vedi? Non noti questo ammasso scuro sulla spalla? È il rammendo sbagliato che ti ho fatto io.”
Il poco colore rimasto sulle guance di Dimitri sparì del tutto. Sua madre l’aveva riconosciuto, non poteva negare in alcun modo.
“Beh sì, passavo di lì… Studio in quella facoltà, che c’è di strano?”
Andra si alzò dalla sedia portando le braccia al cielo e iniziando subito dopo a camminare avanti e indietro come una bestia in gabbia.
“Ti rendi conto? E se ti avessero riconosciuto?”
“Mamma,” rispose Dimitri, cercando di modulare il tono della voce in modo da non far trasparire la sua tensione, ma fallendo, “Chi vuoi che sappia che mi hai rammendato il mantello in quel modo? Nessuno potrebbe riconoscermi da questa foto.”
“Questo è vero, ma i GA sono stati alla tua università, avrebbero potuto vederti! Non esiste che tu corra questo rischio, non ci andrai più, sono stata chiara? Studierai a casa e ti preparerai da privatista.”
“Cosa?!” Dimitri si era alzato a sua volta, agitato e madido di sudore. “Non puoi parlare sul serio! Non è successo niente!”
“Quei ragazzi che hanno distribuito i volantini a quest’ora saranno a Nurmengard, o peggio!” urlò Andra, indicando un punto imprecisato alle sue spalle. “Vuoi che una cosa simile accada anche a te?”
“Ma i GA non hanno alcuna prova!” ribatté Dimitri.
“Credi che ai GA interessi provare le cose? Non sai proprio…” Andra si interruppe bruscamente per osservare il figlio come se lo vedesse per la prima volta. “C’eri anche tu?” riprese in un sussurro, “Non eri lì per caso, hai fatto volantinaggio anche tu, non è vero?”
Il volto di Dimitri apparve come un campo di battaglia sul quale si scontravano forze contrastanti. Quando la guerra terminò, il ragazzo sollevò le braccia in un movimento brusco.
“Sì, c’ero anche io! Ho preparato i volantini contro Grindelwald e li ho consegnati ai miei colleghi che erano interessati a opporsi a lui!” Andra si lasciò cadere sulla sedia, come se qualcosa di solido l’avesse appena colpita in pieno petto. Annaspò e strabuzzò gli occhi, poi afferrò con entrambe le mani lo schienale dietro di lei, come a volersi aggrappare all’unico sostegno che aveva in quel momento. Dimitri invece era un fiume in piena.
“Non sopporto questa situazione, questo regime! Papà è morto per colpa sua, e noi dobbiamo stare qui, fermi e immobili, e sottostare ai suoi ordini? Puoi farlo tu, cara mamma, ma io non ci penso proprio. Non ce ne staremo con le mani in mano mentre Grindelwald si prende ogni grammo di libertà che ci è rimasto!”
Al peggio non c’era mai fine. L’espressione del volto di Andra segnalò che era sull’orlo delle lacrime.
“Noi? Di chi parli?” Aveva avuto paura a chiederlo, ma non aveva bisogno che il figlio parlasse per conoscere la verità. Andra si schiaffò le mani sulle cosce, poi portò le dita al viso. “Non dirmi che anche Fran…”
“Anche Fran? Solo Fran, vorresti dire. Lui è l’unico di questa famiglia che sta facendo qualcosa per cercare di portarci fuori da questa schifosa situazione. Non riuscivo a tollerare l’idea che solo lui fosse attivo, così ho cercato di fare quello che potevo. Il volantinaggio mi è sembrato l’idea migliore.”
 
La giornata e la notte successiva trascorsero in un baratro buio e desolante. Andra non si era staccata per un attimo dal tavolo della cucina, come se un solo suo movimento sbagliato avesse potuto far precipitare una situazione che era in equilibrio precario.
Dimitri e Vassil erano stati con lei, poi erano andati via, erano tornati un’altra volta e ora Andra non era sicura se fossero in salotto o altrove.
Con occhi sbarrati fissava il piano bianco del tavolo della cucina. Uno strano scherzo della sua mente l’aveva reso uno schermo sul quale venivano proiettate tutte le sue paure e i suoi incubi più orrendi. Era atroce rimanere lì immobile a fissarli, ma nello stesso tempo non riusciva a scollare lo sguardo.
Sarebbe morta se fosse successo qualcosa anche a Fran, Andra ne era più che sicura.
Quando Dimitri le aveva raccontato la verità sul Circolo della Rosa, la strega aveva sentito una voragine aprirsi sotto i suoi piedi. Come impazzita, aveva inviato un gufo al cognato. Nella pergamena Andra non aveva scritto nulla di compromettente, ma Vassil aveva capito dall’inusualità di quel gesto che spezzava la loro vita abitudinaria che c’era qualcosa che non andava. Si era recato da Andra il prima possibile e l’aveva trovata in uno stato di panico febbricitante.
La strega sentiva di dover fare qualcosa per impedire che Fran prendesse parte al piano contro Grindelwald che, stando alle parole di Dimitri, si sarebbe attuato l’indomani. Aveva protestato e urlato contro il figlio e il cognato che le consigliavano di non muoversi, ma alla fine si era arresa. Anche lei si era resa conto che un’azione qualsiasi da parte loro sarebbe servita solamente a smascherare i membri del Circolo della Rosa e a far scoprire il loro piano. Così non aveva avuto scelta: era rimasta in casa, sconvolta e impaurita. L’inattività nonostante fosse a conoscenza del pericolo che correva il figlio la dilaniava interiormente, ma non poteva fare altro che sperare che andasse tutto bene.
 
“Andra…”
La voce di Vassil risuonò in cucina con la stessa intensità dei boati che si erano ripetuti in strada fino a quel momento. La strega aveva così paura da non riuscire in un primo momento a sollevare gli occhi sul cognato, ma, quando lo fece, vide che era cinereo.
Subito dopo, anche Dimitri irruppe in cucina, scosso da un tremito irrefrenabile.
“Il colpo di Stato è fallito. I responsabili sono stati presi tutti.”




Note dell'Autrice: l'attività di volantinaggio all'università è un riferimento voluto alla Rosa Bianca.
Grazie a tutti coloro che leggono questa storia ^^
   
 
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