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Autore: Stateira    25/01/2008    22 recensioni
Le notti di Harry sono improvvisamente agitate da strani sogni. Ma qual è il loro significato? Chi è il misterioso personaggio in cerca di aiuto?
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Altri sogni, scene del passato Marzio/Derevan

Harry si ridestò con la testa che girava come se fosse appena sceso da un ottovolante.

Qualche secondo, e raccattò brandelli di ciò che era successo a sufficienza per fargli rizzare i capelli, e svegliarlo del tutto. Avvertì attorno a sé il frusciare di numerose lenzuola, sotto cui i suoi compagni di dormitorio si stavano stiracchiando, a mò di serpenti pigri. Prima di riuscire a rendersene ragionevolmente conto, era scattato in piedi, e si era precipitato verso il bagno, come se fosse stato un rifugio da tutti i mali del mondo.

 

*          *          *

 

Non posso dirlo a nessuno.

 

La filastrocca era cominciata proprio in bagno, mentre, sapone acqua fredda come alleati, Harry si era risvegliato del tutto.

Hermione, Ron. Difficilmente avrebbero capito. E al di là di tutto, diamine, era anche il fatto che lui faceva fatica a capire. Dentro al sogno, guardando Marzio, e quel Derevan, gli era sembrato di saperlo da sempre, ma alla luce del sole le cose tornavano ad essere complicate.

Alcune tessere del mosaico, certo, tornavano al loro posto: se Malfoy si comportava come un tarantolato, era perché probabilmente anche lui doveva avere delle visioni, e se tanto dava tanto, era Derevan ad occupare le sue notti.

 

Ripensando al modo assurdo in cui si era comportato, Harry realizzò quanto diversa era stata la loro reazione, ad un medesimo fatto. Lui aveva degli amici, con cui parlare e da cui sentirsi capito, e a prescindere da loro, non aveva mai preso la faccenda in modo negativo. Un po’ di tensione, certo, ma alla fine era stata quasi la forza dell’abitudine a dirgli che cosa fare.

 

Malfoy, invece, chissà se lo aveva detto a qualcuno. A voler rivedere l’episodio dell’albero con il senno di poi, ci si rendeva conto che nel suo atteggiamento, oltre che il fastidio e la stanchezza, c’era anche molta paura.

 

Derevan non era cattivo. Non gli era sembrato cattivo, per quel poco che aveva potuto vederlo. E allora, perché Malfoy avrebbe dovuto esserne terrorizzato?

 

Non ne aveva idea, ma a questo punto, una cosa era sicura: doveva parlare con lui. E vedere un po’ il da farsi. E, nel frattempo, non dire nulla a Ron e a Hermione.

Che mangiavano la loro colazione in tutta tranquillità, e sembravano non essersi accorti di niente.

 

- Allora, nessuna novità. –

- No, nessuna. –

Harry mentì, e si sentì pungere dal senso di colpa. Avrebbe voluto scusarsi per ciò che stava facendo, se solo non fosse risultato mostruosamente sospetto.

- Non c’è fretta. – disse Hermione, leggera. – Non c’è alcun bisogno di correre. Pian piano la situazione si sbroglierà da sé, no? –

- Già. –

 

Ron diede un’occhiata al piatto di Harry, e aggrottò le sopracciglia.

- Hey, non hai fame? – disse, limitandosi ad accennare con il mento al piatto praticamente vuoto dell’amico, dove troneggiava una solitaria, striminzita salsiccia, e una fetta di pan carrè svogliatamente rosicchiato.

 

- Come? O no, no, figurati. È solo che stavo pensando di…. Di cambiare, non mi vanno le salsicce. Mi passi un uovo sodo, per favore? –

Ron scrollò le spalle, e gli passò il suo uovo senza farci troppa attenzione.

Harry cominciò a farlo a brandelli con la forchetta, per fare volume nel piatto, e per dare allo stesso tempo l’idea di averne mangiato un po’, e mentre torturava con minuzia l’albume gelatinoso, nella più totale indifferenza, gli scappò uno sguardo verso il tavolo di Serpeverde.

Malfoy era seduto al suo posto, ed era intento a spiluccare un biscotto, o un pezzo di pane, difficile a dirsi. Nemmeno lui era troppo affamato, ma d’altra parte era talmente magrolino che probabilmente quella era una razione di cibo assolutamente generosa, per lui.

 

Non avrebbe mai trovato l’occasione giusta per parlargli. Che cavolo avrebbe dovuto dirgli? “Hey, vedi anche tu spiriti latini in pena? Benvenuto nel club!”.

Sì già, come no. E magari, il passo successivo sarebbe stato diventare amici per la vita. Divertente, prima o poi avrebbe dovuto raccontarla a Seamus, lo avrebbe fatto morire dalle risate.

 

*          *          *

 

Alla fine, Harry decise che la cosa più saggia da fare era sedersi sulla riva del fiume, ed aspettare. D’accordo è una cosa che si dovrebbe fare con gli avversari, e non con qualcuno a cui si dovrebbe parlare, ma Malfoy faceva caso a sé.

Il fatto era anche che Harry non aveva la più pallida idea di come affrontarlo.

Marzio aveva reagito prendendo praticamente fuoco, e diavolo, lui lo capiva, perché aveva provato sulla sua pelle che cosa significasse essere disperatamente innamorato di quel Derevan.

Che però, era Malfoy.

Cioè, no. Derevan stava a Malfoy come lui stava a Marzio, ma questo non serviva a rendere le cose più semplici.

 

- Harry, allora? Mi passi la carta delle costellazioni? –

- Ah. Sì, sì, tieni. –

- E’ un’ora che te la chiedo, ma dove hai la testa? –

- Sì, scusami Hermione. Mi ero distratto. –

- Guarda che se vuoi qualcosa da lui, è meglio che gliela chiedi in latino. – sghignazzò Ron.

- Perché in latino? –

- No, niente, Sam, niente. –

- Sai il latino, Harry? –

- Ma no, figurati. Torna a studiare. –

- Io lo so, il latino! Lupus in fabula! Alea iacta est! –

 

A Harry non venne per niente da ridere. Per un attimo ebbe la sensazione di trovarsi in un paese straniero, in cui la gente non facesse altro che snocciolare luoghi comuni.

 

- Hai sbagliato di nuovo, Ron. Non lo vedi che hai messo Venere dopo Marte? –

 

Magari avrebbe potuto tornare da Silente, e raccontare a lui tutto quanto.

Sì, come no. Si sarebbe fatto una risata, e gli avrebbe detto “ perché non vai a parlare con il signor Malfoy, mio caro ragazzo?”. E poi si sarebbe messo al balcone, per godersi lo spettacolo di lui che si arrovellava a trovare il modo di avvicinarlo senza far gridare al miracolo mezza Hogwarts.

Certo che innamorarsi di Malfoy…

Cioè, di Derevan.

Ci voleva un bel coraggio.

Ma Derevan era innamorato di Marzio?

 

Da quello che aveva potuto vedere, gran poco, e in controluce, si sarebbe detto di sì. Gli era sembrato illuminarsi di gioia, quando Marzio lo aveva abbracciato. Però Malfoy era un viscido serpente, e se lo era anche Derevan, allora avrebbe potuto fingere tutto quanto, per un qualche tornaconto personale.

Harry non se ne intendeva granché, ma aveva ben chiaro che Marzio fosse una personalità di tutto rispetto, e a chi non faceva comodo un amante così importante? Probabilmente era ricco, possedeva terre o chissà cos’altro, e a malincuore Harry dovette ammettere che, se era allocco la metà di quanto lo era lui, irretirlo non sarebbe stata poi un’impresa impossibile.

 

Si grattò la testa con la punta della piuma, fregandosene delle goccioline d’inchiostro che, tanto, non si sarebbero viste mai fra i suoi capelli.

 

Il fatto era che più cercava di convincersi che Derevan fosse una specie di mostro succhia sangue, più una fastidiosa sensazione dentro di lui gli diceva che si sbagliava di grosso.

Quello che aveva visto su quella spiaggia, era stata la fotografia senza tempo di una gioia di stare insieme che era vecchia come l’umanità.

 

Si può fingere così tanto bene? Se la risposta era sì, allora Harry odiava Derevan con tutto il cuore, lo odiava molto più di Malfoy, perché quella sì che era autentica perfidia. Ma se era no, c’erano un paio di cosette da rimettere in discussione.

 

- Ragazzi, avete idea di che ore siano? –

- Sì. – Hermione si chinò verso la borsa dei suoi libri, e ne tirò fuori il suo orologio da polso. Non indossava mai davanti agli altri, fin dal loro primo anno, ma che teneva sempre con sé, anche se, ogni volta che si sentiva dare della Mezzosangue, lo ricacciava sempre più in fondo.

 

- Sono le quattro e mezza precise. –

- Bene. –

 

Harry si alzò in piedi, e radunò con studiata calma i suoi libri e i suoi appunti.

 

- Dove te ne vai? – indagò Ron.

 

I Serpeverde dovevano stare terminando il loro allenamento proprio in quel momento, se la memoria non lo ingannava.

 

- Vado a fare un salto giù in biblioteca. – disse allegramente. – Se non sarò di ritorno prima, ci rivediamo giù per cena. –

- Ma Harry, perché vai…? -

 

Harry non diede ascolto alle proteste flebili dei suoi compagni. Infilò l’uscita, dileguandosi dietro al ritratto della Signora Grassa che, un momento dopo, si richiuse alle sue spalle.

Era ora di darsi una mossa.

 

*          *          *

 

Come aveva previsto, Malfoy si materializzò all’orizzonte, con il borsone del materiale da Quidditch che ciondolava dalla spalla destra. Beh, non che ci fosse voluto un genio di tattica militare: quello era l’unico sentiero che si potesse ragionevolmente percorrere per tornare dal campo alla scuola, e di Malfoy tutto si poteva dire, tranne che non fosse una persona pragmatica. Per suo enorme sollievo, vide che era da solo. Niente scimmioni stupidi con cui dover fare i conti preliminarmente.

 

- Hey, Malfoy. –

 

Malfoy incespicò sulla stradina ciottolosa, al sentirsi chiamare. Reclinò la testa da un lato, guardando Harry con aria piuttosto allucinata.

 

- Potter? –

Praticamente un chiedere conferma che fosse proprio chi pensava lui fosse.

 

Harry si diede una spintarella con le mani e staccò la schiena dal tronco dell’albero dove, volutissima ironia, aveva trovato Malfoy mezzo morto di freddo non più di qualche giorno prima.

 

- Senti, hai un minuto? –

- Ovviamente no. –

 

Harry alzò gli occhi al cielo, coperto da uno strato uniforme di nuvole che sembravano metallo.

 

- E’ per una cosa seria. – disse perentorio. – Mi dedicherai un minuto del tuo tempo, e poi potrai andartene al diavolo. –

- Ti ringrazio, Potter. –

 

Harry fece spallucce. – Chi sono io per fermarti? –

 

Harry non aveva un’idea precisa del perché si fosse incamminato verso il Lago Nero, con Malfoy al seguito. Voleva un posto dove potessero stare in santa pace, senza sguardi, e soprattutto orecchie, indiscreti, ma perché proprio il lago?

 

Quando il suo piede registrò il brusco cambiamento di appoggio fra il terriccio erboso e croccante per il ghiaccio, e la consistenza instabile, tutta ciottoli e sabbiolina della riva, si rese conto del perché, ed ebbe un brivido.

 

- Senti. – esordì, come se improvvisamente gli fosse venuta una fretta furiosa di andarsene via da lì il prima possibile. – Di recente, mi capita spesso di vedere una persona, nei miei sogni. Una persona identica a me, che chiede il mio aiuto. –

 

Malfoy sussultò, e Harry tirò segretamente un sospiro di sollievo. – Ne sai qualcosa anche tu? –

- Non è colpa mia. – sbottò il Serpeverde, piccato.

- Non sto dicendo che sia colpa tua. – sospirò Harry, sforzandosi di investire una buona quantità della sua pazienza in quella conversazione. – Quello che mi interessa sapere è se per caso sta capitando la stessa cosa anche a te. –

- No. –

 

Sì, invece, razza di bugiardo patologico.

 

- Malfoy. – tentò di forzarlo gentilmente. – Ti osservo da almeno una settimana, e in questo periodo non hai fatto altro che comportarti in modo sempre più strano. –

- Tu mi osservi? Ma come osi, razza di malato! –

 

Harry lo ignorò. Nonostante si stesse adoperando, piuttosto bene tra l’altro, per comportarsi come il solito Malfoy, dava un’impressione troppo forte di essere una specie di animale in gabbia.

 

- Malfoy, non mi va di scherzare. – troncò. – Tu sei strano, e ho ragione di credere che sia per lo stesso motivo che tormenta me. Non devi erigermi un monumento, devi soltanto dirmi se ho ragione o no. –

 

Draco corrucciò le sopracciglia chiare. Prese a mordicchiarsi la punta della lingua, considerando chissà che cosa in quella sua testa, mentre Harry gli teneva gli occhi addosso nella speranza sciocca che potessero essere un’arma in più per convincerlo a parlare.

 

- Sì. –

 

Praticamente uno sbuffo di vapore dalla bocca, che tagliò a malapena la tensione fra i due. Harry lo sapeva, se l’era aspettata quella risposta, ma in ogni caso l’impressione fu tanta.

Adesso c’era qualcosa di grande, di enorme, che lo univa a Draco Malfoy.

 

- Ok. –

- Ok? Non è ok, Potter. Forse lo sarà per te, che sei abituato alle stranezze. –

- Hey, sembra che questa cosa ti faccia una paura matta. –

 

Vide Draco ricacciarsi tutto dentro al suo mantello pesante, infagottandosi su come un bambino. Gli fece persino un po’ di tenerezza.

 

- Quindi lo vedi anche tu. – borbottò.

- Beh, non esattamente. –

 

Draco strabuzzò gli occhi, e lo guardò come se lo avesse appena tradito nella cosa più intima e importante che aveva. Harry rielaborò le proprie parole, e si affrettò a ritrattare.

- Cioè, non vedo il tipo che vedi tu. Si chiama Derevan, vero? –

- E tu come lo sai? –

 

Harry fece spallucce. – Io non vedo lui, ma vedo Marzio. –

- Marzio? –

- Già. –

- E chi sarebbe? –

 

Questa volta, fu il turno di Harry di strabuzzare gli occhi.

 

– Ma come… non sai chi è Marzio? –

Cenno di diniego.

- Perciò tu non sei riuscito a vedere. –

- Oh, la vuoi finire di parlare in modo così criptico? Mi hai preso per un Tassorosso o che altro? Che diamine significherebbe che non ho visto, eh? –

 

Harry fece per aprire la bocca, ma il ricordo di Marzio lo folgorò, e lo convinse a richiuderla di scatto. C’era quella regola. Normalmente, Harry si sarebbe fatto ben pochi scrupoli ad infrangerla, ma la sua disobbedienza avrebbe anche potuto significare qualcosa di molto grave, e a lui non andava di giocare con Marzio. E ancora di meno, di mettere a repentaglio l’incolumità di Malfoy, che poteva anche essere un furetto detestabile, ma era pur sempre un compagno.

 

- Senti, io credo che ci sia solo una cosa da fare. – mormorò, prendendo a calci qualche povero ciottolo con l’unica colpa di trovarsi sulla sua strada. – Dovresti parlare a Derevan, e io a Marzio. Devi farti spiegare tutto da lui, dirgli che io vedo Marzio, e chiedergli che cosa dobbiamo fare ora. –

- Hey, ma dico, sei impazzito? – sputò Draco, stringendosi ancora di più nel mantello, fino quasi a sparirci dentro. – Perché dovrei darti una mano con i tuoi assurdi problemi? –

- Perché questo assurdo problema è anche tuo, Malfoy. –

- E allora lo risolverò a modo mio. – fece lui, risoluto. – Mi rivolgerò a qualche bravo esorcista, andrò al San Mungo, se necessario, e farò sparire quella specie di brutta copia dalla mia testa.

- Non farlo. –

La voce di Harry suonò troppo perentoria persino alle sue stesse orecchie. Per un attimo gli era sembrato che fosse stato Marzio a parlare al posto suo.

- Malfoy, ascoltami, non farlo. È la scelta più sbagliata che tu possa fare. Vuoi davvero liberarti di lui? Bene, allora digli che conosci me, e che io vedo Marzio, e se ne andrà da solo. –

- Perché dovrei dirgli di questo Marzio? –

- Perché sì. –

 

Sarà stato per la foga, o per la confusione, o anche per la voglia di vedere la fine del tunnel. Harry si fermò tutto ad un tratto, e non seppe nemmeno lui perché, mise le mani sulle spalle di Malfoy e gliele strinse con forza.

 

- Fidati di me. – gli disse con un tono quasi ansioso. – Ti prego, fai come ti ho detto. –

 

Draco non si mosse. Aveva sussultato, prima, quando Harry gli aveva afferrato le spalle; ma adesso se ne stava immobile, come a volersi ergere contro di lui.

 

- Se lo farai, ti guadagnerai la mia gratitudine, e credimi, non solo la mia. Non devi avere paura di Derevan, devi soltanto parlare con lui, e stare a sentire cos’ha da dirti. Puoi farlo, non dire di no. –

- Già. E poi? –

- E poi non lo so, dovremo vedercela fra di noi. Domattina ci incontreremo, e vedremo cosa fare, per ora non saprei che altro proporti. –

 

La riva del lago svoltò bruscamente verso nord, ma i due ragazzi non la seguirono, imboccando invece la via verso il ritorno. Per un po’, camminarono nel silenzio, fingendo di ignorarsi o quasi, di sicuro storditi da tutte le parole che si erano detti, e del tutto intenzionati a non andare oltre. Quando la sagoma della scuola fu sufficientemente enorme da pretendere che i sue si dividessero, per non destare sospetti, Harry strinse le spalle fasciate nel mantello a mò di saluto, ma Draco lo fermò.

 

- Dimmi una cosa, Potter. – aggiunse solamente. – Questo Marzio… è uguale a te come Derevan è uguale a me? –

 

Una domanda del genere faceva un po’ effetto, considerando tutto. Harry annuì, e Malfoy gli fece eco, e si allontanò, frusciando fra gli altri studenti, diretto chissà dove.

Doveva sapere un bel po’ di cose meno di lui, evidentemente. Ma diavolo, se era sveglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO (sconfinato)!

 

PUBBLICAZIONE IN ANTICIPO PER FESTEGGIARE!!!

 

La prof di civiltà greca ha accettato di seguire la mia tesi (su Alessandro Magno, ovviamente). Ora, voi non potete capire, quella donna per me è DIO. Vi giuro, mi darei fuoco se me lo chiedesse. È il mio idolo. Presente le teen ager che si emozionano quando vedono i Tokio Hotel? Ecco, io mi emoziono quando vedo lei. Che non è molto sano, mi rendo conto, ma tant’è.

Mi sono prostrata e l’ho implorata via mail  e Ella mi ha accettata (per pietà, probabilmente) come umile tesista. Le pulirò casa per un anno, le luciderò le scarpe, le porterò a spasso il cane e le andrò a comprare le sigarette ogni giorno.

 

Ok, ok, ricomponiamoci. Mi ero ripromessa di fare un discorso saggio e lo farò, anche se al momento sono qui che trinco coca cola e cioccolato per festeggiare. Qualcuno mi insulti, per favore, ho bisogno di sgonfiarmi un po’.

 

Oggi salto le risposte, perché volevo spendere due parole a proposito del sondaggio promosso dal sito, e della situazione generale di EFP. Non me ne vogliate, e lasciatemi tante belle recensioni in questo capitolo, così al prossimo vi rispondo, promesso ^^.

 

Come autrice piuttosto (?!?!) attiva nel sito, mi sembra giusto tenermi informata su ciò che accade, anche se non ho direttamente a che fare con l’amministrazione. Ora, immagino che tutti quanti sappiate che è in corso un importante sondaggio, che terminerà il 29 gennaio. Serve per decidere se permettere le recensioni ai soli utenti loggati, o meno, e la questione mi pare piuttosto pregnante.

È nato un dibattito che ha assunto toni spiacevoli, e che ha portato alle dimissioni di tre validissimi amministratori, stanchi evidentemente di essere attaccati, e di non veder riconosciuto il loro lavoro.

Che è preziosissimo, e chiunque si permetta di negarlo se la vedrà personalmente con me.

Perché, infatti, si vuole far questo? Per una ragione fondamentale: stroncare le recensioni offensive o no-sense fatte da anonimi idioti con un senso dell’umorismo discutibile. E nel caso di persistenza, rendere i suddetti recensori facilmente rintracciabili e punibili dall’amministratore, oltre che dall’autore stesso. Per altro, il discorso può essere visto anche in modo meno drammatico: un recensore potrebbe aver lasciato una recensione poco chiara, o molto interessante, perciò l’autore vorrebbe poterlo contattare per approfondire, ma se l’autore è anonimo non è in alcun modo possibile.

 

La mia personale esperienza, in fatto di recensioni, è molto positiva: che siano state di recensori loggati o anonimi, ho sempre ricevuto messaggi rispettosi del regolamento, e anche nel momento della critica, corretti, con me innanzitutto. Ho avuto a che fare con pochissimi episodi di palese stupidità, e di questo ringrazio tutti voi, che vi siete dimostrati dal primo all’ultimo persone intelligenti e mature, e animate da una passione sincera quanto la mia, e dalla voglia di scambiarsi impressioni, emozioni, idee.

Vi ringrazio, davvero, perché contribuite a creare un ambiente sereno e proficuo per tutti, e auguro di cuore a tutti gli autori di EFP di avere dei lettori come voi.

 

Mi rendo conto che non tutti hanno questa fortuna, e che alcuni autori sono perseguitati da recensioni volgari, insulti pesanti, no-sense, spoiler gratuiti e quant’altro, tutte rigorosamente anonime, e trovo tutto ciò estremamente triste, perché davvero, se uno non ha nulla di meglio da fare che entrare in un sito e insultare senza motivo persone che nemmeno conosce, è meglio che si faccia una vita.

 

Tra l’altro, come autrice ho la simpatica abitudine, che credo sia condivisa anche da altri, di andare a curiosare nei profili dei miei recensori, specialmente se nuovi: le vostre presentazioni, le immagini che mettete, i test (vi odio quando li mettete, perché non resisto, e ci perdo le giornate finchè non riesco a far uscire il risultato che voglio io), le vostre fic e le vostre preferenze, per farmi un po’ un’idea di chi siete, e avvicinarmi il più possibile. Sfogliando un po’ fra le mie fic ho constatato che siete per la maggior parte loggati, e mi fa molto piacere.

 

Ad ogni modo, il messaggio che volevo passarvi, a seguito di tutte queste considerazioni è: VOTATE. Se non l’avete già fatto, leggetevi le news, fatevi una vostra idea, e votate. Per una volta che la decisione è lasciata a noi utenti tramite vero e proprio referendum, è importantissimo rispondere numerosi, e contribuire al miglioramento del sito.

 

Bene, adesso che ho fatto il mio siparietto politico-sociale e il mio ennesimo balletto di trionfo sono soddisfatta, e posso tornare a versare fiumi di lacrime sulla mia ultima Gin/Izuru. ç___ç

Mi sono lanciata a testa bassa nel fandom di Bleach e no, non credo che mi fermerò. Nonostante il mio stupido scatolone digitale si ostini a cercare di farmi scrivere Beach, che fa molto Di Caprio -___-.

  
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